Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: MiyakoAkasawa    19/03/2015    1 recensioni
Fatti strani cominciano ad accadere nel mondo ma solo Evangeline sente che c’è qualcosa di sbagliato nella piuma trovata tra le mani di un cadavere; una piuma molto simile a quelle delle ali degli angeli che, morti, infestano i suoi sogni da settimane. E tutto è cominciato a causa sua, o meglio, all’anima demoniaca che è annidata nella sua da ancora prima che lei nascesse. I demoni si nascondono tra le ombre e presto molti altri sorgeranno direttamente dall’Inferno e Evangeline si troverà al centro di tutto: una guerra tra i demoni che vogliono riconquistare ciò che gli spetta, la Superficie, e la volontà di una ragazza che intende mantenere integro il suo lato umano a qualsiasi costo. Fortunatamente Evangeline potrà contare sulle forze angeliche: su Declan, anch’egli solo per una parte umano e per un’altra angelo, lo spirito di un angelo mandato direttamente dal Paradiso per uccidere Lucifero. Evangeline dovrà lottare contro la propria natura demoniaca oltre che contro i demoni che insorgono sempre più numerosi dall’Inferno, ma non sa che questi hanno molti mezzi per impossessarsi della sua anima e alla fine non tutto potrebbe andare come sperato...
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Prologo
La Divina Commedia
 

1313 d.C. Ravenna.
Dante Alighieri, esiliato da ormai due mesi, era in piedi, appoggiato alla finestra della casa in cui si era rifugiato, intento a contemplare quel che per lui è ciò di più meraviglioso si possa ammirare nella vita. Alla sua destra, molto in lontananza, si innalzavano monti enormi, dalla maestosità celestiale, alti e verdi, con le vette un poco innevate come se la neve non fosse solo neve, ma qualcosa di più. Qualcosa di profondo ed etereo come i sogni dell'infanzia, luminosi ed incantevoli. Dall'altro lato invece si scorgeva qualcosa di altrettanto magico, blu come la calda coperta del mondo, il cielo, ma opposto ad essa, come se uno non fosse niente meno che il riflesso dell'altro. Era il mare, splendida distesa d'acqua profonda centinaia di leghe, in cui vivono creature ancora ignote al genere umano e che mai verranno scoperte, altri mondi sommersi, misteriosi e introvabili. La distesa che si disperdeva oltre la linea nell'orizzonte era piatta, cristallina, e il sole che rifletteva sulla sua superficie creava un magnifico arcobaleno di luce.
         Dante amava quei luoghi, peccato che doveva restare nascosto. Una volta discolpato avrebbe vedere quei luoghi più da vicino, ma prima di questo successe qualcosa che lo cambiò radicalmente, che gli fece dimenticare qual era il suo posto, la sua natura, la sua vita e che gli fece dimenticare la reale bellezza dei luoghi della sua terra amata.
 
Era la tarda sera di un giorno qualunque, le stelle erano totalmente coperte dalle nuvole scure che minacciavano tempesta e nemmeno la luna riusciva a trovare uno spiazzo di cielo dove poter essere ammirata. A quell'ora Dante se ne stava disteso sul suo letto a pensare a Beatrice ma in realtà voleva sognare, dimenticare tutto quanto e perdersi nelle profondità del sogno etereo.  Quella notte, però, non poté fare sogni tranquilli di notti stellate e della donna che amava: quella notte ebbe un incubo. Il demone Eurynomos gli apparve, lo vide, lo sentì quasi tangibile. E non fu una visione.
         Una nebbia grigia, densa e odorante di zolfo gli avvolse i piedi, salì sinuosamente fino alle sue ginocchia, ai fianchi, salì sempre di più finché non gli entrò nel naso, nei polmoni, e si sentì ardere dall'interno. Gli sembrò di diventare cenere che, vibrando a causa delle folate di vento bollenti, si librò nell'aria fino a raggiungere la voragine. Il suo corpo rimase inerme nel letto in uno stato di morte apparente ma la sua anima e la sua mente erano altrove, nel regno ultraterreno sconosciuto che a breve sarebbe diventato il regno temuto da tutti gli uomini.
         Eurynomos attraversò due cancelli di ferro e  condusse Dante da Virgilio, il demone arcano dalla forma umana, che lo stava attendendo appoggiato ad un enorme e pregiato dipinto di un uomo. Lo sguardo di quest'uomo era profondo e penetrante, capace di trascinarti nelle profondità degli abissi. Dante contemplò quel dipinto e, poco prima di cadere nelle profondità oscure di quello sguardo, Virgilio gli afferrò la mano e glie la strinse con decisione e vigore come se i due fossero vecchi amici che si conoscevano da una vita intera.
         I due varcarono altri cancelli e Virgilio cominciò a parlare:
         -Caro amico e fratello...-
         La sua voce era tranquilla e soave, troppo leggera per apparire normale nell'aria pesante di quel luogo.
         -...presto capirai tutto quanto, non temere, tu sei il primo tra tutti tenuto a sapere, ne hai il pieno diritto grazie alle tue origini. Ora non capisci ma presto comprenderai qual è il destino per cui sei nato, qual   è il compito che ti è stato assegnato...-.
         Virgilio, detto ciò, si trascinò dietro Dante fino ad uscire completamente dallo spiazzo in cui era stato con quella creatura chiamata Eurynomos e con quel dipinto spaventoso e al contempo affascinante. Dante, mentre seguiva Virgilio lungo luoghi incredibili, non poté far altro che chiedere che posto fosse mai quello.
         -Sta bene attento a quello che vedi caro fratello, tu ti trovi nel luogo chiamato Inferno. La storia di questo luogo è molto lunga, lunga millenni, dovrai avere molta pazienza-.
         Dante nel frattempo guardava in giro da tutti i lati e si meravigliò di non vedere il cielo.
         -Molti eoni fa, durante la Creazione, non esisteva il bene o il male, esisteva solo la fratellanza, la pace e l'amore... il Signore creò il Paradiso, dimora di tutti gli angeli; la Superficie che a breve avrebbe ospitato gli esseri umani; il Purgatorio, una scala che avrebbe permesso ai futuri umani di tornare al Creatore quando sarebbero morti-.
         Dante si concentrò su quello che Virgilio gli stava dicendo, ad ogni parola era sempre più meravigliato.
         -Nel Paradiso però non tutti condividevano quei pensieri di pace e fratellanza. Gli angeli ribelli erano molti e i più forti di questi furono nove, uno tra cui Lucifero. Tutti gli angeli credevano che, una volta giunta, la razza umana avrebbe vissuto bene, come gli avrebbe insegnato il Signore, rispettando la Superficie, ma quei pochi angeli erano convinti che invece sarebbe nata anche l'ingiustizia, la crudeltà e la guerra e mi permetto di dire che avevano pienamente ragione-.
         Dante rifletté su quelle parole. Quante volte ho sentito parlare di guerre, dal passato ai nostri giorni? Gli esseri umani non facevano altro che uccidersi e odiarsi fin da sempre. E così sarebbe per sempre stato. Non aveva niente in contrario da dire ma parve turbato. Ogni parola che Virgilio diceva era una rivelazione. Continuò:
         -I ribelli avrebbero allora curato le anime dei peccatori facendogli scontare pene che avrebbe permesso loro di tornare puri al Paradiso. Credendo ciò, furono cacciati dal Signore ma invece di restare sulla Superficie crearono questo luogo sotto di essa: diedero vita all'Inferno. Nove gli angeli più forti, nove i diavoli e nove i cerchi in cui è stato diviso l'Inferno per curare le anime degli uomini. Tutto sarebbe trascorso nel tempo fino alla resurrezione ma quando il Paradiso seppe dell'impresa dei diavoli, esso mosse guerra contro di loro: la Guerra Antica. La prima guerra mai registrata nella storia-.
         Continuando a raccontare, ormai Virgilio e Dante erano giunti dinnanzi ad un grosso burrone, ma all'improvviso si sentì l'ululato di una bestia.
         -Santo Dio Virgilio, cos'è stato quel lamento?-
         -Non temere caro fratello, non c'è di che preoccuparsi-
         Poi continuò il racconto e Dante passò presto dall'essere sorpreso all'essere inorridito:
         -Scoppiò la guerra tra angeli e demoni: se avessero vinto gli angeli, la Superficie sarebbe rimasta intatta e l'Inferno sarebbe stato distrutto, se al contrario avessero vinto i diavoli, loro avrebbero continuato il loro progetto. Ci furono molte perdite da entrambe le parti e alla fine decisero di stipulare una tregua. Tutti accettarono, tutti tranne uno, il nono diavolo, Lucifero, il "portatore di luce". Forgiò una spada col sangue dei suoi morti e con le penne delle ali degli angeli caduti, e la battezzò Lama Dei Diavoli. E sai perché?-
         Dante aveva sentito parlare di Lucifero, era un angelo che si ribellò al volere di Dio, voleva donare la sapienza e l'intelletto agli esseri umani per questo venne chiamato 'Portatore di Luce' cioè colui che porta il lume della ragione. Venne cacciato dal Paradiso e cadde sulla terra insieme a coloro che seguivano i suoi ideali. Ma la vera storia a quanto pare non era quella. Non era quello il motivo della caduta e la creazione dell'Inferno.
          -Sai perché venne chiamata così?-
         Dante non voleva saperlo.
         -Perché con quella spada commise un atto terribile. Uccise tutti e otto i suoi fratelli che regnavano con lui all'Inferno. I diavoli non morirono realmente, i loro corpi entrarono nel sonno eterno, ma le loro anime furono intrappolate all'interno della spada così che Lucifero potesse usare i loro doni, enormi poteri che solo i demoni hanno. Divenne invincibile. Fatto ciò, ritirò la tregua e la seconda fase della guerra cominciò. Lucifero mandò il suo esercito di demoni contro il Purgatorio e questo lo distrusse. Gli angeli rimasti a combattere sulla Superficie non poterono più fare ritorno al Paradiso e continuarono a combattere fino alla morte. Nessun angelo sopravvisse ma ce ne fu uno, il suo nome era Lelarihell, un serafino, un angelo appartenente ad uno dei livelli più alti nella gerarchia angelica e con doni incredibili, che riuscì a trovarsi faccia a faccia con Lucifero in un luogo sconosciuto e a colpirlo al cuore con la propria spada. Questo non morì perché troppo potente ma, poco dopo aver ucciso l'angelo, entrò anch'egli nel sonno eterno come i suoi fratelli. Questo luogo è ricordato da angeli e da demoni come il Luogo Senza Nome: fu il luogo dove entrambe le razze prevalsero ed entrambe perirono-
         -Sono mortificato ma mi trovi dubbioso riguardo a quello che mi stai dicendo, io conosco un altra storia-
         -Ciò che racconta la religione non ha niente a che vedere con quello che sto dicendo. Le persone comuni non sono in grado di capire la verità. La reale storia è questa-
         -E io come posso essere certo che quello che mi stai dicendo sia la verità? Non so nemmeno dove mi trovo e come sia potuto arrivare fin qui-
         -Presto capirai amico mio, tutto quello che ti è permesso sapere giace sepolto dentro di te e aspetta solo che tu lo riporti in superficie-
         Dante non sapeva più cosa pensare, se credere alle parole di Virgilio oppure fingere di ascoltarlo e sperare di andarsene da quel luogo immondo il prima possibile.
         -Continua il tuo racconto. Cosa accadde a Lucifero una volta che scivolò nel sonno eterno?-
         -Ora il corpo di Lucifero riposa all'Inferno, e proprio come hai avuto modo di vedere tu stesso, il dipinto lo raffigura, e attende la venuta di colui o colei che lo risveglierà. Il nostro compito qui all'Inferno è quello di estrarre un frammento dell'anima di Lucifero e di mandarlo sulla Superficie, così che entri nel corpo di una donna, nasca e cresca insieme ad una nuova vita fino a raggiungere la forza necessaria perché la sua anima si risvegli per riprendere a regnare-
         -Ma perché mai dovreste fare una cosa del genere? Lucifero è un essere crudele, ha ucciso i suoi fratelli e si è ribellato contro Dio combattendo le creature del Paradiso-
          -Siamo tutti figli del diavolo Dante, ricordatelo. Siamo tutti figli di quella guerra e noi demoni più che mai. Abbiamo il dovere di portare a termine il suo piano. Ora il tuo compito è questo: portare il genere umano alla conoscenza di questi luoghi, raccogli tutto quanto tra le pagine di un libro, racconta agli uomini del Paradiso e dell'Inferno, ma ti consiglio una cosa…-
         -Quale sarebbe questo consiglio?-
         -Racconta che alla morte gli uomini potranno tornare al Creatore-
         -Perché dovrei mentire? Non esiste più la possibilità di tornarci. Lo hai detto tu stesso che il Purgatorio è stato distrutto-
         -Sì, lo so bene, ma un motivo reale ci sarebbe-
         Dante lo guardò incuriosito ma nel suo inconscio provò paura. Virgilio poi disse:
         -Se c'è una cosa che ho imparato stando qui, e vedendo i volti dei dannati scontare le pene dei propri peccati, è che loro hanno bisogno di speranze, hanno bisogno di credere che ci sarà la salvezza-
         Avrebbe dovuto mentire e dare false speranze all'intera umanità. Gli sembrò inconcepibile ma cercava ancora la risposta ad una domanda e presto l'avrebbe avuta. L'avrebbe avuta per poi perdersi per sempre e smettere di essere l'uomo che pensava che fosse.
         -Poco fa mi hai detto che le mie origini mi consentono di venire qui e mi affidano questo compito-
         Esitò un istante poi prese fiato e disse:
         -Quali sono le mie origini?-
         -Tu sei figlio di una donna e di un diavolo, sei per metà uomo e per metà demone, il primo mezzosangue della storia-.
  
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