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Autore: hikaru83    19/03/2015    6 recensioni
Il giorno in cui tutti festeggiano i loro padri per chi lo ha perso è più difficile affrontare tutto, e non importa quanto tempo sia passato, la mancanza di un genitore fa male sempre, nonostante gli anni. Per fortuna ad Hae non è permesso adombrarsi, C'è Hyuk che glielo impedisce...
[EunHae]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Leeteuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok allora vi sorprendo con una fic a relativamente poco dall’altra, era iniziata in maniera deprimente ma grazie al cielo le fic fanno quello che vogliono, si trasformano come vogliono e mi pare che sia meno deprimente ora. Quindi altro non posso dirvi se non augurarvi buona lettura!
 

19 marzo

 
Apro gli occhi...e una fitta terribile mi stringe il cuore... alla fine questa giornata è arrivata.

Mi alzo piano cercando di fare il minor rumore possibile per non svegliare Hyuk che sta notte ha deciso di addormentarsi aggarbugliato a me, come di solito faccio io. Perché lui sa quanto oggi sia difficile per me, lui sa perfettamente che oggi voglio stare solo, non voglio nessuno accanto, neanche lui, e questo non può accettarlo, oggi non vuole lasciarmi solo, vuole starmi accanto come fa da sempre.

Solo che io non voglio rovinargli la giornata con il mio umore, ha bisogno di serenità questo è un periodo di grande attività per la nostra sub-unit tra esibizioni, due cd da promuovere, il super show e il nuovo lavoro dei SuJu per il decimo anniversario... di lavoro ne abbiamo parecchio, persino oggi abbiamo un esibizione. Quindi voglio che si riposi, e stia sereno.

Riesco a districarmi dal suo abbraccio senza svegliarlo, il fatto che non abbia chiuso occhio fino a quando non mi sono addormentato io, credo mi abbia aiutato parecchio in questo.

Mi siedo sul letto e mi volto verso di lui. La luce della piccola lampada rischiara debolmente la stanza, oramai non ho più paura dei fantasmi, anche perché ho sempre Hyuk accanto, ma lui non si scorda mai di accenderla. Nessuno capisce quanto sia protettivo nei miei riguardi, tutti i miei fratelli lo sono, certo, non tutti lo dimostrano nello stesso modo, ma lo sono. Ho ancora nelle orecchie la voce di Heechul mentre, in una di quelle innumerevoli trasmissioni a cui abbiamo preso parte, alla domanda del presentatore su chi fosse il più viziato del gruppo aveva prontamente risposto:

“ Donghae è senz’altro il più viziato del mondo, ma non possiamo lamentarci visto che, pur sapendolo, siamo i primi a continuare a viziarlo.” Sorrido al ricordo di quella affermazione, soprattutto perché in passato, quando avevo un esame Heechul si alzava presto per prepararmi le uova per colazione, una cosa che non ha mai fatto per nessuno.

 Ma Hyukkie è diverso, non solo mi sta vicino e mi vizia alla follia, ma mi protegge da tutti e da tutto, anche da me stesso. Quando stavo per mollare tutto è stato lui a fermarmi, dopo che avevo detto agli altri che non credevo di farcela mi ha tirato un pugno e mi ha urlato senza paura davanti a tutto il gruppo esterrefatto :

“Se ora non hai la forza appoggiati a me, io voglio essere colui di cui hai bisogno per continuare a sorridere sempre, nonostante tutto, voglio essere la tua forza, voglio essere i tuoi sorrisi, voglio essere tutto per te.”

Un pazzo senza dubbio era stato un pazzo visto che avevamo debuttato da poco, un pazzo che aveva messo il suo futuro nelle mie mani e in quelle dei nostri fratelli. Perché non si può negare che se i nostri fratelli non fossero stati loro, se non ci fosse stato Teuk che aveva deciso di fidarsi di noi, se fossimo stati in un altro gruppo, quasi sicuramente dopo questa affermazione lo avrebbero sbattuto fuori dalla SM senza tante cerimonie e senza di lui me ne sarei andato anche io. Non è andata così per fortuna.

Lui è davvero la mia forza. Come quando, dopo l’inizio della promozione di “The beat goes on” cominciarono i primi commenti acidi, perché era un cd diverso da quello che si aspettavano, perché volevano solo i D&E di oppa oppa e non accettavano che potessimo essere diversi, che potessimo essere cresciuti. Avevamo messo anima e corpo in quel progetto,  il nostro primo album coreano come sub-unit, e molti di quelli che si definivano nostri fan non facevano altro che denigrare il nostro lavoro, dicendo che l’album era noioso, e che non l’avrebbero neanche ascoltato. Che poi come facevano a sapere che era noioso se ancora non l’avevano ascoltato sarebbe una bella domanda da porre loro. L’esibizioni erano difficili per me, dover sorridere allo stesso pubblico che criticava per partito preso mi era impossibile, però c’erano le nostre fan, quelle vere, quelle che ci sostenevano fregandosene dei giudizi degli altri, fregandosene della rete, per loro sorridevo, per loro continuavo a dare il massimo, anche se con difficoltà, almeno fino all’8 marzo, l’esibizione all’inkigayo sorridere era difficile fino a quando lui non è caduto... durante la canzone... lui... dopo essermi assicurato che stesse bene la risata è nata spontanea, non ho potuto far altro che ridere, era difficile fermarmi, il peso che avevo sentito schiacciare il cuore fino a quel momento è stato cancellato in un secondo. Da li tutto è diventato più semplice, è come se mi avesse dato una boccata d’ossigeno. Lui non lo ha ammesso, ma io sono quasi sicuro che sia caduto apposta. Eunhyuk non lo abbiamo definito dance machine per caso, nessuno si allena quanto lui, nessuno sta attento a ogni millimetrico movimento come lui. Io posso cadere, io posso sbagliare, cosa che faccio abitualmente, lui no, il suo corpo continuerebbe a ballare senza sbagliare pure se stesse dormendo.

Gli accarezzo piano la testa, spostandogli i capelli dagli occhi. Prendo un jeans e una maglia abbandonati sulla sedia, miei o suoi non lo so, e mi preparo a uscire.

L’aria fredda colpisce le mie guance, il sole ancora non è sorto, ma la luce comincia a rischiarare il cielo.

Cammino per le strade sempre trafficate, passo davanti a tutti i luoghi dove potrei rintanarmi, ma non ho voglia, di rinchiudermi da qualche parte, ho voglia di camminare per strada e di sentire l’aria fresca sul viso. Certo il fatto che non mi sono portato nulla per nascondere il viso può essere un problema, anche con il cappello ben calato in testa, anche se la sua visiera copre un po’ i miei occhi, e gli occhiali da sole, sono ancora troppo riconoscibile per le ELF. Infilo le mani nella tasca della giacca a vento che ho preso a caso, come in pratica tutti i vestiti che indosso, mentre penso di dovermi per forza nascondere da qualche parte, quando mi accorgo che in una delle tasche c’è qualcosa, estraggo la mano dalla tasca e riconosco la mascherina nera che indossava ieri Hyuk, sorrido e me la infilo. Inalo il profumo di Hyuk, a quanto pare mi sta accanto che io lo voglia o meno.

Dopo un po’ mi ritrovo al parco nell’area destinata ai giochi, mi voglio davvero bene, non c’è che dire... mi siedo su una delle panchine un po’ isolata rispetto alle altre e mi guardo in giro. Bambini saltellano in giro ridendo  e correndo tra le braccia dei loro padri. Prendo dalla tasca dei jeans il cellulare di cui mi sono ricordato all’ultimo prima di uscire di casa e mi accorgo della moltitudine di messaggi e chiamate che Hyuk mi ha lasciato. Sorrido immaginando il tono dei messaggi. Il primi messaggi sono una sorta di minaccia alla mia persona poi però i toni cambiano:

‘Razza di deficiente che cazzo di fine hai fatto? Rispondi immediatamente!’

‘Giuro che appena ti trovo ti faccio pentire di essere uscito senza svegliarmi.’

‘Ma cosa pensi di fare, evitarmi tutto il giorno?’

‘Che poi abbiamo un esibizione te ne sei scordato?’

‘È per quello che voglio sapere che fine hai fatto ovviamente.’

‘Cioè non penserai che io mi stia preoccupando per qualcosa di diverso dall’esibizione, vero?’

‘Perché è ovvio che non c’è nessuna ragione oltre l’esibizione.’

‘Cioè... lo sai...’

‘Pabo rispondimi.’

‘Per favore Donghae, dove sei?’

‘Appena leggi i messaggi chiama, te ne prego, non escludermi.’

‘Hae, ho bisogno di sapere come stai chiamami, mandami un messaggio, manda un piccione viaggiatore, fai segnali di fumo, qualunque cosa per favore.’

‘NO, aspetta, i segnali di fumo no o va a finire che incendi la città, una telefonata sarebbe meglio.’ Ma guarda te che infame, cosa vorrebbe dire? E poi come osa farmi ridere, dovrei essere arrabbiato con lui per questa affermazione mica ridere... compongo il numero del suo cellulare, non fa neanche in tempo a squillare che una voce isterica mi risponde.

“Dove sei?”

“In giro, tranquillo sto bene avevo solo bisogno...”

“In giro dove?”

“In giro, ho fatto una passeggiata ma...”

“Sono le voci di bambini?”

“Sì ma Hyuk sto...”

“Sei al parco?”

“Sì ma...”

“Ok arrivo aspettami lì.”

“Ma...”  l’unica risposta è il click di fine comunicazione... guardo il cellulare... non ci credo...mi ha sbattuto il telefono in faccia... ma come...

Visto che a quanto pare non mi è concesso di stare solo, anche se avrei una gran voglia andarmene e lasciarlo da solo per il parco a cercarmi, decido di chiamare Teuk, dai messaggi e dalle foto che ha lasciato sta notte direi che ha bisogno di parlare. Devo aspettare un bel po’ di squilli perché lui mi risponda.

“…onto”

“Buongiorno hyung”

“Hae... sei tu?”

“No sono la fata madrina...”

“...”

“Hyung sto scherzando sono io.”

“Hmm...”

“Stai bene Hyung?”

“Si certo stavo solo dormendo...”

“Ti fa male la testa Hyung?”

“Un po’”

“Hyung non serve sai?”

“Cosa?”

“Bere, il dolore lo senti lo stesso.”

“Io sto bene.”

“Hyung...stai parlando con me.”

“Io sono forte capito? Io non...”

“Certo che sei forte hyung, lo so che sei forte.”

“E allora perché non riesco a non pensarci?”

“Perché hai un cuore hyung.”

“Fa meno male dopo vero?”

“No, in alcuni giorni no, nella maggior parte impari a conviverci, impari a essere felice, ci saranno giorni in cui ti sentirai quasi in colpa per quanto sarai felice, è normale, poi però ci saranno giorni in cui farà male, farà sempre male.”

“Non potevi dirmi che passa tutto?”

“Hyung...tanto manco ti ricorderai che ti ho chiamato...reggi l’alcol peggio di me, erano solo 3 gradi...”

“Beh ero a digiuno ecco...”

“Sì come dici tu ora rimettiti a dormire.”

“Hae...sono un  bravo leader lo stesso vero?”

“Sei il miglior leader del mondo umma!” dopo aver chiuso la telefonata, mi appoggio allo schienale di legno della panchina, allargo le braccia appoggiandole sulla superficie ruvida e riscaldata dal sole, e alzo lo sguardo al cielo. Qualche nuvola vaporosa naviga in quell’azzurro carico, un leggero venticello e il cinguettio di qualche passerotto, accompagnano le risate dei bimbi. Chiudo gli occhi e penso a mio padre. Lui ha voluto che facessi il provino per la SM, lui che ha scommesso tutto sul mio talento, lui che se ne è andato troppo presto, non ha potuto neanche assistere a un nostro concerto, quanto ho invidiato, e invidio ancora i miei compagni quando li sento parlare con i loro padri, darei qualsiasi cosa per poter sentire ancora una volta la voce del mio. Ho continuato a lavorare dopo la morte di papà perché volevo che lui fosse orgoglioso di me, e spero che almeno un po’ lo sia.

Avverto che qualcuno si è seduto accanto a me.

“Ma è possibile che devi rubarmi sempre i vestiti?”

“Non c’era bisogno che venissi Hyuk.”

“Si certo, così poi ti perdevi e arrivavamo in ritardo per l’esibizione.”

“Non sono così messo male...” Gli dico mettendo il broncio, anche se lui non può vederlo essendo nascosto dalla mascherina.

“Evitiamo di verificarlo quando abbiamo impegni.”

“Infatti noi abbiamo tanti giorni liberi...”

“Hae, come stai?” Mi chiede dopo un po'.

“Sto bene, davvero Hyuk..." tentenno un po' prima di continuare. "...non sento più nulla.”

“Non senti nulla?” Mi chiede stupito.

“No, io non sento nulla.” Ripeto, cercando di essere convincente.

“Certo, tu...non senti nulla.” La sua voce è sarcastica.

“Dico sul serio, non sento nulla.” Lui mi guarda e scuote la testa.

“Ed è per questo che sei uscito di casa senza farti sentire? Per questo che non volevi che venissi a cercarti? Per questo che stai piangendo?”

“Io non sto piangendo.” Sento le sue dita gentili accarezzarmi gli zigomi, lo guardo portarsele alle labbra.

“Salato, sono lacrime queste.” Mi sfioro il viso e mi accorgo che stavo davvero piangendo.

“...io...”

“Non ti preoccupare Hae. Andiamo a casa a prepararci?”

“Possiamo stare un altro po’?” Gli chiedo quasi a bassa voce, ho bisogno di stare ancora un po' qui, nella tranquillità di questo posto, in mezzo a bambini che ridono felici e accanto a lui prima di immergermi nel mio ruolo di componente di D&E.

“Sì certo!” Rimaniamo uno accanto all’altro, in silenzio per diverso tempo.

Giornate come queste ci saranno sempre, capiterà che proverò a deprimermi da solo, ma Hyuk non me lo permetterà tanto facilmente. Alla fine non so se mio padre avrebbe accettato il rapporto che è nato tra me e Hyuk, non so come l’avrebbe presa. Forse non ne sarebbe stato molto felice, o forse non gli sarebbe importato nulla, non posso saperlo, posso solo fare del mio meglio e sperare che lui sia felice per me. In fondo per un padre è la felicità dei propri figli che conta, è quella la cosa importante, no?
 

FINE
 

Note: allora che dire l’effetto di questi due idioti che saltellano per il palco con quei codini ha trasformato questa cosa che era nata tristissima in qualcosa meno triste, non so se sia un bene o meno, ma questo è il risultato. Non so, e a dir la verità non credo che oggi sia davvero la festa del papà anche in corea, ma  facciamo finta di si, ok?
Ci sono alcune cose che sono state davvero raccontate da Hae, come il fatto che dormiva con la luce accesa perché aveva paura dei fantasmi, o che dopo la morte del padre ha davvero continuato a lavorare seriamente perché voleva che il padre fosse orgoglioso di lui, ricordo anche che aveva detto che invidiava molto gli altri del gruppo quando chiamavano casa e parlavano con i loro padri, e di quanto gli sarebbe piaciuto sentire ancora una volta la sua voce.
Un’altra cosa vera è che quando Hae aveva un esame Heechul si svegliava presto per preparargli le uova per colazione. Ora io non vorrei dire... Heechul... quindi non so se qualcuno abbia mai detto che Hae è il più viziato del gruppo ma secondo me è probabile che qualcuno l’abbia detto, anche perché è innegabilmente vero.
Immagino non ci sia bisogno di dirvelo ma davvero ieri Teuk si è sbronzato con delle bevande non meglio identificate da 3 gradi... lidah ti vogliamo tanto bene, sappilo.
E nulla ringrazio come sempre tutte le ragazze che hanno recensito l’ultima fic, e come sempre mi auguro di ritrovarvi qui! Alla prossima, speriamo a breve!
  
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