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Autore: saccuz    19/03/2015    1 recensioni
Due uomini legati l'uno all'altro da un passato sconosciuto, un universo in cui la scienza e la magia coesistono, una caccia spietata...
Dalla storia:
"A quella stella era stato portato via il nucleo risonante. L’unica cosa mai scoperta nella galassia ad essere connessa sia con la materia che con la magia. Da tempo si sapeva che le stelle erano i fulcri del passaggio della Corrente Metafisica, e la scoperta di quei nuclei era stata una prova fondamentale per quella teoria. C’era soltanto una “persona” in grado di estirparlo, mettendo a repentaglio l’intero equilibrio della galassia. Una persona che non dava notizie di se da molto, molto tempo."
Storia in fase di correzione (solo il prologo modificato per ora)
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Universo Inquieto'
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Prologo
 
Il maestro Udra fissava da un boccaporto della sua nave l’immenso nero dello spazio, interrotto da una miriade di puntini luminosi gialli, rossi e blu, mentre passava lentamente una mano sul bordo della console di comando… “Chissà se anche questa volta mi riporterai a casa” disse affettuosamente alla nave. Sullo schermo sotto i suoi occhi decine di puntini luminosi prendevano posizione, mentre là fuori, nell’immenso vuoto cosmico, i grandi motori degli incrociatori rombavano nel silenzio siderale, disponendosi nello schieramento.
Lentamente, con un sibilo, si aprì una porta alle sue spalle
«Signora – disse il suo intendente – l’arrivo della nave è previsto in tre minuti.»
«Molto bene, arrivo.» rispose quella.
Udra distolse gli occhi dall’esterno, dirigendosi verso il sottoposto. I gradi dorati che la indicavano come comandante designato delle forze difensive della Confraternita brillavano sotto le luci artificiali dei ponti della nave, risaltando sulla tuta grigia, che portava come di consueto.
In plancia ferveva l’attività, mentre ogni vascello terminava la disposizione.
Con un unico movimento prese posto sulla poltrona di comando.
«I sensori la indicano in avvicinamento!! Dieci secondi! – urlò l’addetto alla strumentazione – tre, due, uno!»
 La nave uscì all’improvviso da un lampo di luce. Era immensa, proprio come la ricordava. Aveva visto quella nave soltanto una volta nella sua vita, ma era una di quelle immagini che non si dimenticano facilmente. Ricordava di aver ammirato con invidia e desiderio quell’immenso vascello, ne aveva percepito subito le immense potenzialità, anche se all’ora non era nulla di più che uno scheletro, un’ombra del colosso che sarebbe diventato. E ora era lì di fronte a lei, a non più di una manciata di minuti luce dal suo schermo. Dentro di se Udra percepiva chiaramente una forte ammirazione per quella nave. Era indiscutibilmente maestosa, di certo la più potente nave che avesse mai solcato la galassia. Eppure ogni cosa ha due facce, e non poteva fare a meno di ricordare la lunga scia di distruzione che il vascello aveva lasciato dietro di se: una scia così vasta e pericolosa da non poter essere ignorata. Si parlava addirittura di avvistamenti di Antichi nelle foreste più profonde di Aerdis 4…
 
«Non rispondono alle chiamate!» La voce del marinaio la richiamò al presente.
«Puntano le armi!»
Improvvisamente dai cannoni della nave nemica partirono raggi multicolore, che si abbatterono senza pietà sul centro dello schieramento.
Udra sentì la sua nave tremare, mentre gli scudi assorbivano l’energia della scarica.
«Scudi al quaranta per cento!»
«Danni sul ponte tre e nove!»
«A tutte le navi, fuoco al mio comando! - Urlò Udra - Tre, due, uno, ora!!»
L’intero schieramento iniziò a brillare, mentre i velivoli scaricavano l’energia di tutte le loro batterie. Una pioggia di raggi di luce si abbatté sul vascello avversario, che rimase invisibile per alcuni istanti, circondato da un alone fosforescente, niente più che una distorsione dovuta ai disgregatori della flotta.
Improvvisamente l’alone venne attraversato dalla nave che, perfettamente intatta, si dirigeva a forte velocità verso di loro.
«Scudi nemico al novantotto per cento » riferì l’addetto ai sensori
«Impossibile – mormorò il maestro – si è ricevuto addosso diverse centinaia di miliardi di kiloLauren, nessuno scudo nella galassia è così potente…»
«Signore, il vascello nemico ha modificato la rotta, punta al centro del sistema!»
«Dannazione! A tutta la flotta, attacco ravvicinato, impediamole di avanzare!» disse la comandante.
Dalla postazione Udra osservò l’intera flotta scivolare in avanti, mantenendo un fuoco ininterrotto contro il nemico.
Dal suo schermo vedeva l’avversario procedere incurante sotto i colpi delle navi, mentre con i suoi cannoni devastava uno dopo l’altro gli incrociatori che gli si paravano davanti.
Improvvisamente un puntino dal suo schermo sparì, mentre all’esterno una grande luce rossa entrava dalle finestre.
«Hwius distrutta signora, non si rilevano segni vitali superstiti! La Keldo e la Nie hanno falle su tutti i ponti, la Fmedr ha perso le armi e gli scudi, e inizia a ritirarsi. La Rudie, la Denfi e la Bidn sono disabilitate, presto perderanno il supporto vitale. Khaln e Aot hanno gravi danni al reattore e stanno preparandosi a evacuare!»
La voce concitata del marinaio rappresentava alla perfezione quello che Udra vedeva sul suo schermo, dove osservava la sua squadra navale, la migliore del quadrante e una delle migliori cinque della galassia, venir scompaginata e messa in rotta da un solo vascello. Alla fine, prese una decisione:
«Udra a sala macchine, massima potenza, avanti tutta! Rotta di intercettazione!»
La nave, sotto la spinta dei possenti motori, prese a tremare, mentre il vascello schizzava in avanti, contro il nemico. Il maestro si immaginò per un attimo come dovesse apparire la scena dall’esterno, con due delle più grandi navi mai costruite che si lanciavano a tutta velocità una verso l’altra. 
«Ci punta con le armi!». La voce del guardiamarina la riportò bruscamente alla realtà.
«Tutta l’energia agli scudi!» Urlò la comandante
Dalla nave avversaria partì una pioggia di fasci disgregatori, che si abbatterono con violenza sul vascello.
Il colpo fu talmente forte che il maestro venne sbalzata in aria dalla poltrona, per poi andare a sbattere contro il pavimento. Tutto divenne improvvisamente nero. Quando rinvenne, dopo pochi secondi, la vista le fu oscurata da un fiotto di sangue, che colava da un largo taglio sulla fronte. In pochi attimi lo rimarginò, e alzandosi chiese informazioni sullo stato della nave.
«Gli scudi hanno assorbito solo una parte dell’energia prima di cedere, le corazze sono depolarizzate, abbiamo danni e falle su tutti i ponti, i sistemi di puntamento sono usciti dalla linea, le armi sono fuori fase. L’infermeria riferisce di centinaia di feriti, settantatre morti e diverse decine di dispersi. La sala macchine segnala una frattura nel reattore e una fusione del nocciolo imminente.»
«Il nemico da di nuovo energia alle armi!» L’urlo del guardiamarina risuonò nella plancia. Era il segnale della fine, senza scudi e corazze non avrebbero retto nemmeno un colpo. Non avevano scampo.
Udra si sedette per terra, con gli occhi chiusi, dondolando avanti e indietro. Se proprio doveva morire, se ne sarebbe andata a modo suo.
«Una nave esce dall’orbita T! Si sta dirigendo verso la nave nemica!»
“Troppo tardi”, pensò la comandante, mentre il vascello nemico liberava l’energia dei suoi banchi armi.
Il bagliore giallo-rossastro invadeva ormai l’intera visuale dell’equipaggio della nave, facendo lacrimare gli occhi e togliendo ogni dubbio sulla loro sorte.
Udra, mentre iniziava a percepire sulla pelle il calore dei raggi disgregatori, chiuse gli occhi, preparandosi ad abbandonare il suo corpo.
   
 
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