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Autore: Aya88    19/03/2015    2 recensioni
La vita può mettere di fronte a situazioni diverse, tristi, liete, inaspettate o a lungo attese, e questa raccolta ne racchiuderà qualche frammento.
10) Kakashi riaprì gli occhi tornando a fissare l’espressione di Sakura [...]. Non ricordava quando se ne fosse reso conto, ma osservarla impegnata nel suo lavoro si rivelava un utile diversivo per sfuggire ai postumi sia fisici che morali di una battaglia.
Paring KakashiSakura
Partecipante al "Sintetic contest" indetto da Nora_2000
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Perfect you
Nick (sito ed eventualmente forum): Aya88
Titolo: Perfect you
Fandom: Naruto
Generi: Introspettivo
Rating: Verde
Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Pacchetto scelto: Chi – Incantesimo/Orgoglio
Prompt utilizzato/i: Orgoglio
Note o avvertimenti: What if?
Nda: Spero emerga chiaramente dal testo, in ogni caso lo annoto. Ho cercato di interpretare la parola orgoglio da un doppio punto di vista, da una parte l’orgoglio che si può provare verso qualcuno, dall’altra l’orgoglio che prova di una persona.    



Kakashi riaprì gli occhi tornando a fissare l’espressione di Sakura, le sopracciglia contratte e le labbra strette in un momento di viva concentrazione, mentre le mani sottili si soffermavano leggere sulle ferite aperte.
Non ricordava quando se ne fosse reso conto, ma osservarla impegnata nel suo lavoro si rivelava un utile diversivo per sfuggire ai postumi sia fisici che morali di una battaglia. La sicurezza dei suoi gesti e la determinazione che coglieva nelle sue iridi color smeraldo avevano l’insolito potere di calmarlo. Ogni volta una piacevole sensazione lo invadeva, attenuando il dolore, e solo col tempo era riuscito ad attribuirle un significato. Sebbene avesse avuto una parte minima nella sua formazione, era orgoglio ciò che provava mentre la scrutava in silenzio.      
A quel pensiero un sorriso incurvò le sue labbra nascoste.
Erano trascorsi lunghi anni dalla nascita del team 7, anni in cui Sakura era caduta e si era rialzata spesso, trovando il coraggio di intraprendere nuove strade fino a diventare la kunoichi che curava feriti a pochi metri da lui, con dedizione e abilità.
Per l’ennesima volta si chiese se sarebbe riuscito a rivelarle che per lui il risultato finale non era stato una sorpresa, se avrebbe condiviso finalmente con lei un ricordo lontano ma ancora vivido. Era il ricordo di un incontro casuale durante una missione di sorveglianza all’Accademia, l’immagine di una bambina testarda e orgogliosa, decisa a celare il proprio nervosismo davanti ai risolini di scherno causati da qualche insulto sussurrato. La ricordava in modo chiaro mentre fissava il bersaglio da colpire con un kunai, il viso turbato da un misto di rabbia e disagio e lo sguardo illuminato da una luce di fierezza, nonostante le lacrime trattenute a stento.
Lo stesso volto con lineamenti più maturi ma identica dignità comparve all’improvviso nel suo campo visivo ritrascinandolo nel presente.
“Reclini il capo all’indietro e chiuda l’occhio, sensei,” gli chiese una voce pacata.
Acconsentì rimanendo in silenzio, godendosi il contatto di dita fresche sulla palpebra dolorante dello sharingan, in attesa del rimprovero che sapeva sarebbe arrivato.
“Eh, come al solito ha esagerato” borbottò la kunoichi con una smorfia di disapprovazione.
Il jonin sarebbe quasi scoppiato a ridere se sulla prevedibilità della situazione non avesse prevalso la consueta soddisfazione.
“In futuro farò più attenzione” promise in un vago tono di scusa.
Sakura sbuffò, lo scetticismo evidente negli occhi chiari.
“Lo dice sempre, ma il risultato non cambia” replicò secca, prima di concentrarsi definitivamente sullo sharingan. 
Kakashi si rilassò man mano che il chakra fluiva benefico sul nervo ottico.
“A volte però è ugualmente perfetto” sussurrò dopo un istante di silenzio, percependo anche senza bisogno di guardarla la perplessità dell’ex-allieva, ignara del corso dei suoi pensieri.
Avrebbe potuto spiegarle il senso delle sue parole, eppure si trattenne liquidando la questione con un ‘niente’ e un cenno di mano. Forse era troppo presto, forse solo l’effetto di vecchie debolezze, ma conservò per sé il passato, l’orgoglio e probabilmente qualcosa di più, ancora troppo nebuloso per ricevere un nome.  

[498 parole]                



Note dell'autrice

Dopo una vita che non scrivevo qualcosa, sono riuscita a tirare fuori dal cilindro (?) una flash e senza sforare nel numero delle parole, un piccolo miracolo insomma ^^'
Comunque informo per chi segue la raccolta che questa sarà l'ultima fic, perchè trovo inutile trascinarla senza sapere se ci saranno mai altre storie che possano legarsi a quello che era il tema centrale (perchè c'era anche se non è sembrato, eheh^^?).
Quindi un grazie a chi ha messo la raccolta nei preferiti/ricordati/seguiti e a chi ha trovato il tempo di recensire^^





  
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