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Autore: lin_    19/03/2015    1 recensioni
"Goodbye my friend, you have been the one, you have been the one for me."
Scusate...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla persona migliore che ci possa essere.
Al ragazzo migliore.
A te tigre.


Restare o lasciare tutto? Lasciare loro o rimanere? Abbandonare i suoi fratelli o continuare a cantare? Domande su domande, pensieri su pensieri, decisioni su decisioni. Cazzate su cazzate. Trovarsi a fumare su un portico di una casa sconosciuta in Tailandia non era proprio nei suoi piani, avrebbe voluto starsene con i suoi amici e magari mandare giù qualche birra invece di andare in giro per Bangkok sperando che qualche occhio indiscreto smetta di rovinargli la vita. Di rovinare tutto. Fermo su quel gradino ad ascoltare il rumore di quella città immensa: macchine che sfrecciano, autobus in ritardo, taxi senza una meta e poi ancora gente che spera, gente che torna a casa perché ormai è tardi, gente tranquilla ma forse gente che non si rende conto di quanto la vita possa essere difficile. La chiamavano ‘la bella vita’, la sua, ma al momento non c’è nulla di bello, vincolato da contratti, circondato da paparazzi e il fiato mozzato da fin troppe pressioni. Normale, no? No, non è normale sentirsi straziati e distrutti, non è normale dover smettere di essere felice perché ci sono contratti che lo vietano, non è giusto dover subire e non poter ribellarsi, semplicemente non lo trovava giusto. Guardava le stelle, qualcuna cadente altre no, qualcuna più luminosa delle altre, qualcuna più viva e altre più morte; un po’ come si sentiva lui, un po’ vivo e un po’ morto, un po’ luminoso e un po’ opaco, un po’ felice e un po’ una merda ma mai si era sentito così straziato. Mai. Voleva solo divertirsi con una ragazza che non fosse Perrie, voleva dimenticare tutto e soffocare il senso di pesantezza al livello del petto, voleva evadere per un minuto ma nella sua vita ciò che vuole lui non importa,  nulla ha importanza se non è approvato dai più, nemmeno il suo taglio non sarebbe stato quello giusto se solo avesse deciso di farli come davvero voleva. 22 anni e un cuore spezzato, una mente impegnata, un petto pesante e un respiro mozzato. 22 anni e la vita appesa a un filo, appesa a un insieme di decisione che forse avrebbe preso o forse no. Pensò a quante cose odiasse della sua vita come, ad esempio, il dover far finte di amare chi non ama, odia i paparazzi che poco prima gli avevano rovinato la serata con un solo scatto, odia il fatto di essere fin troppo riservato ma ciò che odia di più di tutti e il dover mentire ai suoi compagni di vita, gli unici che fino a questo momento non hanno fatto altro che sostenerlo. Pensò a quanto volesse andare via, lasciare tutto e rifarsi una vita con quello che ha guadagnato, una vita onesta e senza vincoli, senza dover chiamare nessuno anche soltanto per dover comprare dei vestiti; lasciare tutti pugnalando così i suoi amici, gli unici, i più veri; lasciare tutto senza rancore e senza paura ma, alla fine, era proprio quello il problema, la paura. Con una sigaretta tra le dita e un cellulare che suonava da almeno due ore continuò il suo giro per la capitale più bella che avesse visitato fino a quel momento, perfino più bella di Roma, non per ricchezze culturali o quant’altro ma soltanto perché lì, in quel momento, stava facendo pulizia nella sua vita. Prese il suo cellulare e controllò le chiamate, tutte dei  ragazzi, ma la cosa più brutta fu vedere il tweet appena aggiunto dai manager sul suo profilo di twitter, cosa che lo fece sospirare di amarezza e rabbia, cosa che lo spinse a chiamare i suoi compagni, cosa che lo spinse a chiedere aiuto. Stava sprofondando e, come era giusto, i suoi amici lo stavano raggiungendo per sprofondare insieme. Nella buona e nella cattiva sorte, come sempre.
‘Zay, dove sei?’ Niall non riusciva ad individuarlo, c’era troppo buio e lui quasi ne aveva paura. Un silenzio assordante, minuti immersi nel silenzio, minuti in cui nessuno parlò giusto per dare al ragazzo, seduto contro il tronco di un albero, il tempo di rispondere. D’altro canto ne erano abituati, come diceva sempre Harry ‘Se vuoi una risposta da Zayn devi spettare almeno diciassette battiti del tuo cuore.’
‘Sono qui.’ Diciotto battiti del cuore dei ragazzi, diciotto battiti in cui il moro dovette farsi forza per non scoppiare a piangere. Diciotto battiti per essere uomo.
‘Cosa fai per terra Javaad? Andiamo in hotel.’ Lou non aveva ancora capito, non aveva capito che in quel momento del vero zayn era rimasta solo la sigaretta. Nient’altro.
‘Ragazzi vado via.’ Una, due, tre, quattro… dieci e poi tante altre lacrime solcarono il viso di quei cinque ragazzi troppo piccoli per quel genere di vita ma troppo grandi per riuscire ad ammetterlo.
‘Che vuol dire? In che senso te ne vai?’ Harry che cade in ginocchio davanti la sua vista fu davvero troppo, gli si avvicinò abbracciandolo e sussurrando quanto gli sarebbero mancate le sue cazzate, quanto gli sarebbe mancato il suo fratellino. Altre tre paia di braccia li avvolsero andando così a completare quella che era l’immagine perfetta di cinque ragazzi uniti e in sincronia.
‘Tutto questo è troppo grande, troppo grande per me ma non per voi. Riuscite a tenere testa a tutto, siete forti ma io no. Vi seguirò attentamente da casa, con una tazza di tea fra le mani, magari il builder’s tea visto che piace tanto a Niall.’ Riuscì a ridere tra le lacrime, riuscì a far ridere tutti. sorrisi tra le lacrime, sorrisi un po’ forzati e un po’ veri. Un misto di sorrisi diversi, alcuni già nostalgici.
‘Non sarà lo stesso senza te, non saremo più noi senza di te, non possiamo essere noi senza di te. Sarebbe troppo per tutti, sarebbe troppo per i nostri cuori. Non puoi abbandonarci così Za, non puoi.’ Occhi celesti come il mare, occhi celesti che del mare ne avevano preso anche la consistenza.
‘Lou non farmi questo, non aggredirmi anche tu. Ho bisogno di voi in questo momento.’ Difficile parlare mentre le lacrime scendono imperterrite, difficile trovare la forza di andare avanti senza loro, difficile anche solo respirare senza loro. Restare abbracciato ai suoi compagni di vita aspettando che anche su Bangkok tornasse a regnare il silenzio di quella notte straziante, sembrava la cosa più giusta da fare.

 

"Goodbye my friend, you have been the one." Sussurri ben distinti, troppo distanti.


 
  
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