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Autore: wildbeauty    21/03/2015    2 recensioni
Cinque amiche della Jackson degli anni Settanta si ritrovano tutte insieme dopo anni. In teoria si vogliono bene. In pratica hanno un piccolissimo problema: amano il pettegolezzo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Storia classificatasi sesta al contest "Il mio titolo, la tua storia" indetto sul forum di efp da 9dolina0.
Note dell’autore: Da leggere con molta ironia. I pensieri dei personaggi non corrispondono alle mie idee (o almeno, non tutti).



A che scopo viviamo, se non per essere presi in giro dal nostro prossimo, e divertirci a nostra volta alle sue spalle?
(Jane Austen)

Cindy si portò la tazzina vicino alle labbra dipinte di un rosso acceso. 
"Delizioso, Sally, davvero."
"Ti ringrazio, l'ho comprato in un emporio indiano molto chic, dovreste andarci. È l'ultima moda, credevo lo sapeste..."
Verena, una ragazza pallida dai lunghi capelli neri e l'aria furba fece per ribattere, ma venne interrotta dal suono intermittente del campanello. Le quattro ragazze drizzarono la schiena, sistemandosi i capelli ed eliminando eventuali pieghe del vestito. Era arrivato l'ospite che stavano aspettando.
"Dev'essere Lexie." sottolineò l'ovvio Sally, alzandosi e uscendo dalla porta, camminando a piccoli passi per non inciampare nello stretto vestito.
Appena fu sicura che non potesse sentirla Verena commentò, con una vocetta maligna: "Avete notato come quel tubino accarezzi bene le forme della cara Sally? Davvero, non credo di aver visto niente di simile." 
"Concordo." aggiunse Heather.
"E poi, l'indiano è così kitsch!" disse Cindy, storcendo il naso, posando con accuratezza la tazzina sul piattino decorato e ravvivandosi i capelli biondi. 
"Se questo lo chiami indiano. Sembra detersivo per pavimenti. Anche se a giudicare dalla casa dubito che sappia cosa sia." concluse, guardandosi attorno con una smorfia di disgusto. Passò quindi un dito sul tavolo ricoperto di un sottile strato di polvere e lanciò un'occhiata eloquente alle altre. 

*

"Carissima!" esordì Sally affettuosamente, baciando Lexie su entrambe le guance "Da quanto tempo! La mia laureanda newyorkese!" 
Registrò mentalmente la pettinatura leggermente scompigliata e la macchia d'inchiostro su una manica del vestito, promettendosi di riferirlo più tardi alle altre. Lexie sembrava sempre la stessa: una massa arruffata di boccoli castani sopra un visino appuntito, enormi occhiali ad oblò e un'insana passione per le borse dai colori sgargianti.
"Chissà quante cose sono cambiate. Non hai idea di quanto abbia sentito la vostra mancanza." disse questa, sorridendole apertamente. 
Sally era stata la sua prima amica d'infanzia. Pensò con tenerezza a tutti quei pomeriggi nella fattoria dei passati sdraiate sul fieno, a immaginare mondi fatati, per poi correre, con l'aquilone stretto in mano. Poi gli anni passavano, ma erano sempre loro, più grandi, che si tenevano la mano il primo giorno delle superiori, che si rincorrevano in bicicletta, che andavano in centro a comprare vestiti. Sally e lei erano state inseparabili; ma quando pensava a quei giorni non poteva non vedere che ragazzette sciocche e superficiali erano. Era maturata, la cara Lexie, e aveva vissuto nella convinzione (altrimenti detta 'speranza illusoria') che ciò fosse capitato a tutte. Dopo cinque lunghi anni di separazione dalle sue migliori amiche le avrebbe rincontrate tutte quel giorno. Ovviamente si erano tenute in contatto, ma non delle lettere non erano assolutamente paragonabili al parlare faccia a faccia. 
"Oh, se è per quello non ti sei persa nulla di nuovo. Cindy compra sempre quei rossetti, così pacchiani! Oggi poi, sembra davvero una battona. Ma vieni, su. Dammi pure il cappotto." 
Lexie se lo sfilò e glielo passò, ricordando con tristezza la propensione delle amiche al pettegolezzo. "E le altre?" chiese.
Sally la fissò, con una lunga occhiata complice e disse: "Verena è sempre la solita acida vecchia zitella, ha trent'anni e neanche un pretendente. Del resto, chi la vorrebbe? E Heather, sempre la stessa. Se fosse meno brutta non avrebbe impiegato così tanto tempo per trovare un fidanzato, ma poverina, non ha un briciolo di fascino. Cindy lo sai, si è sposata a maggio. Indossava il vestito di sua madre alla cerimonia, era di un ridicolo... Con tutti quei pizzi poi! Ma il resto lo saprai dopo. Pronta per incontrare le tue amiche?" 
E senza aspettare una risposta, aprì la porta del salotto. 

*

Si erano abbracciate e baciate, commosse un po' nel rivedersi dopo tanto tempo e ora erano tutte e cinque sedute a sorseggiare tè. "Ho chiamato il miglior pasticciere della città per l'occasione. Fra un'oretta dovrebbe arrivare un fattorino con una torta e dei pasticcini." disse Sally, sorridendo, garrula, battendo le piccole manine paffute. L'unica reazione al suo commento fu un educato sorriso da parte di Heather.
"Dimmi, Cindy, com'è andato il tuo matrimonio? Mi è dispiaciuto un sacco non esserci" chiese Lexie. Aveva dovuto studiare come una matta per un esame di economia, e non era riuscita a liberarsi in tempo. Come al fidanzamento di Heather, al cenone di Natale di sua madre, allla festa per il primo lavoro di Verena. 
"Oh, non ti devi affatto scusare cara, capisco benissimo. Comunque è stato davvero fantastico, e così romantico. Avevo quel vestito bianco, quello di mia madre, hai presente?"
"Stavi d'incanto, cara." asserí Sally. 
"Grazie, tesoro. Fatto sta che è stato il più bel giorno della mia vita."
"E John? Com'è?" 
"Lui? Oh, eccezionale, davvero."
A quel punto, Heather posò la tazzina e disse: "Per amor di verità te lo devo dire Cindy. So che la consideri una fra le tue amiche più care, ma Jeanne non ha fatto altro che spargere cattiverie sul tuo conto, da quando sei sposata."
La bionda aprì la bocca in una perfetta "o", scioccata dalla notizia. 
"Che cosa?!"
"Non hai idea di quanto mi dispiaccia, cara." disse Heather, assumendo un'espressione contrita. "Ho pensato che fosse meglio dirtelo. Mi è costato molto, ho cercato di proteggerti il più possibile da quelle dicerie, ma... Pensa che osa insinuare che tu ti sia sposata solo perché avevi fatto credere a John di essere incinta e che poi tu gli abbia detto di aver abortito." spiegò Heather, cercando di mascherare un sorrisetto compiaciuto, scuotendo la vaporosa chioma rossa. 
Lexie non poté reprimere un moto di rabbia nei confronti di Heather. Era certa che quella rivelazione servisse più a mettere in imbarazzo la bionda che a metterla al corrente della situazione. Heather non le era mai stata particolarmente simpatica: a prima vista simile a Verena per carattere e atteggiamento, ma in realtà più crudele e meno intelligente. Non che la mora fosse un gioiellino, ben inteso, ma almeno si controllava, limitandosi a brevi commenti salaci. Certo, tutte loro si ricordavano che cosa era successo alla povera Molly quando aveva fatto un commento di troppo su Verena, che era sbottata improvvisamente, dando luogo a una delle scenate più chiacchierate di Jackson.
"Quella vipera!" strillò Cindy "Ma come si permette!"
"Inaudito! E si diceva tua amica." esclamò Verena, assumendo un tono indignato.
"E oramai tutti pensano che abbia ragione lei: è per questo che ho deciso di dirtelo. Non so se la notizia sia giunta anche a John... Sarebbe una tale disgrazia! Anche perché potrebbe chiedere il divorzio... Ma del resto è tutto falso, perciò non devi preoccuparti di nulla." concluse Heather, ghignando.
"Non mi sento bene." esclamò quindi Cindy, che era impallidita man mano che il discorso era proseguito, fino a diventare di una preoccupante sfumatura verdognola. 
"Vuoi andare in bagno, Cindy?" domandò Lexie, premurosamente.
"Sarebbe meglio, grazie." disse la bionda, alzandosi, tremante per l'incredulitá. Quindi uscì dalla porta. 

*

Verena allora sorrise crudelmente: "Però, Jeanne non crea proprio castelli in aria."
"Ma non avete appena detto che non è vero?" chiese Lexie. Non riusciva a credere alle sue orecchie. 
"Certo, non è ancora ufficiale, ma lo sanno tutti che non l'avrebbe mai sposata senza un motivo. Insomma, Cindy?!" disse Sally. 
"È sempre stata così volgare." aggiunse Heather, sorseggiando un po' di tè "Avete visto il suo vestito? Grondava sudore. Fortuna che non dovete starle vicino." Così dicendo ammiccó al posto vuoto che Cindy occupava nel divanetto di fianco a lei. Trascorsero poi un paio di minuti in silenzio, bevendo il loro tè, finché Cindy non ritornò. 
"Cara, come stai? Ti vedo provata." commentò Sally. 
"In effetti..."
"Qui," sorrise la padrona di casa, complice "ci vuole un po' di whisky."
"E tuo marito te lo lascia prendere così?" domandò Verena, con tono forzatamente scandalizzato. 
"Non devo mica tenergli conto di tutto quello che faccio." chiocció l'altra, per poi aggiungere: "Un attimo che vado a prenderlo."
Appena uscita, Cindy disse, facendo una smorfia di puro disgusto: "Cristo, si ubriaca da sola, pure!"

*

Ritornata Sally con cinque bicchierini e una bottiglia piuttosto panciuta, la conversazione riprese.
"Heather, non mi hai ancora parlato del tuo fidanzamento." disse Lexie, cercando di portare la conversazione su binari più tranquilli. 
"Allora, innanzitutto non me lo aspettavo proprio." disse, preparandosi a descrivere minuziosamente il tutto, mentre Cindy tracannava un po' di liquore "Intendo dire, lui è Kyle Hogan! Il più bel ragazzo di tutta Jackson.  Ti ricordi di quando piaceva alla cara Verena? Poi stiamo già organizzando il grande giorno. Stamo scegliendo le decorazioni, i fiori, le torte... Sarà fantastico."
"E probabilmente avrai un matrimonio più felice del mio." commentò Cindy, versandosi il terzo bicchiere. 
"Cara, non dire così... Solo per Jeanne, poi." disse Sally, sprezzante. 
"Non è per Jeanne." biascicò l'altra. Immediatamente, la rossa, Verena e la padrona di casa si protesero in avanti, aguzzando le orecchie. Per aiutare meglio la loro cara amica, ovviamente. 
"Un whisky davvero buono, Sally."
"Ti ringrazio. Ma stavi dicendo..."
"La verità è che essere sposate fa schifo." disse, sbuffando, fissando il vuoto "John non mi ha mai amato.""Non dire così..." cercò di consolarla Heather, senza tuttavia riuscire a mascherare un'espressione che la rendeva incredibilmente simile a un rapace affamato.
"Credo che abbia un'altra." sussurrò Cindy, per poi scoppiare in un pianto dirotto. Ci fu un breve silenzio, finché Lexie le suggerì di andare nuovamente a rinfrescarsi. La bionda singhiozzò in risposta, prima di alzarsi e uscire. 

*

Immediatamente la rossa iniziò a parlare: "La tradisce, l'avevo sempre detto."
"Strano, Heather, credevo che foste amiche." sibiló Lexie, irritata dell'atteggiamento delle ragazze. Cindy non era certo la sua migliore amica: un po' troppo sciocca e volgare, ma era pur sempre sua amica. Non erano affatto cambiate: sempre pronte a scannarsi a vicenda, a parlare male degli altri... Se pensava che anche lei un tempo si comportava allo stesso modo, prima di uscire da quella città soffocante di pregiudizi... 
"Lexie, Lexie. Questo non ha niente a che fare con l'amicizia." disse quella, sorridendole dolcemente. 
"Ma davvero? A New York spettegolare alle spalle non è proprio un segno di affetto."
"Questo non è spettegolare, ma commentare informazioni." replicò Heather, stizzita.
"Chi vuole un altro po' di whisky?" cinguettó Sally, interrompendo quello scambio di battute. 
"Io, grazie." le rispose Lexie. Aveva bisogno di bere qualcosa. Decisamente. 
"Non avresti qualcos'altro?" domandò Verena. 
"Ma certo. Brandy va bene?"
"Sì, grazie cara."
"Comunque," riprese Heather "converrai con me, Lexie, che per lasciarsi sfuggire il fidanzato o il marito..."
Verena bevette un lungo sorso di brandy, agitandosi a disagio sulla poltrona.
"Continua, ti prego." disse Lexie, socchiudendo pericolosamente gli occhi. 
"Bisogna proprio essere rintronate. Insomma, come fai a non accorgertene?! Io non sarei tanto stupida. Ma è Cindy, dopotutto." concluse la rossa.
"Mi chiedo perché sia tua amica, visto che la disprezzi tanto." domandò Lexie. 
Heather fece per ribattere, ma venne interrotta da Sally: "Concordo con Lexie. Non vedo il motivo per cui dovremmo tradire così la fiducia dei nostri più cari amici."
'Cosa che hai fatto appena sono entrata in casa' pensò Lexie, ma evitó di dirlo. In quella un'imbarazzata Cindy entrò dalla porta.

*

"Mi dispiace così tanto. Mi sono lasciata trasportare e..." iniziò a scusarsi. 
"Non ti devi affatto preoccupare, figurarsi. Sarai stata sconvolta, povera cara." asserí Sally.
Ci fu un po' di silenzio, durante il quale Verena finí il secondo bicchiere di brandy, mentre Lexie, che sorseggiava un po' di whisky, e Heather si guardavano in cagnesco. Cindy era troppo impegnata ad affogare nell'alchool per rendersi conto che c'era qualcosa di strano. Sally non resse la tensione emotiva creatasi, uscì dalla stanza per tornare cinque secondi dopo con una bottiglia di bourboun. 
"Scusatemi, ma volevo provarlo. È una nuova marca, sapete."
Il pallido tentativo della padrona di casa di riprendere un discorso cadde però nel nulla. Cindy ormai stava finendo il whisky. 
"Come va con la nuova domestica, Sally cara?" domandò Verena, in un tentativo di distrarre le altre. 
Questa fece per rispondere, ma venne interrotta da Lexie: "Nuova domestica? E Dakota? Che fine ha fatto?"
"L'ho licenziata. È stata fin troppo impertinente. Ha osato rispondermi a tono di fronte a Miss Lolligob. Dio, che imbarazzo!"
"Ma avrà avuto sessant'anni!" s'indignó Lexie "Come farà a sopravvivere? Non l'assumerebbe nessuno, non dopo che ti ha offeso. La sua reputazione è compromessa."
"E allora?" domandò una stolida Sally, sbattendo le palpebre, cercando di capire che cosa intendesse Lexie.
"E allora?! Potrebbe morire di fame!" quasi strilló questa.
"Non vedo come ciò possa essere un mio problema. Avrebbe dovuto pensarci prima e frenare la lingua."
"Avrà avuto una giornata storta." s'infervoró Lexie "Come puoi cancellare così vent'anni della tua vita, durante i quali è stata sempre con te, volendoti bene e..."
Verena a quel punto sorrise, condiscendente: "Per me ti sta sfuggendo il nocciolo della questione."
"Illuminami, Verena, ti prego." chiese acida l'altra. 
"In effetti è piuttosto ovvio, Lexie." asserí Heather, e persino Cindy grugní in approvazione. 
"Avete intenzione di girarci ancora intorno o pensate di essere in grado di dare una risposta più diretta?"
"È negra, Lexie." disse Verena, come se questo chiarificasse ogni dubbio. 
"Non vedo il problema." rispose l'altra, seccamente.
Sally si agitó nervosamente sulla poltrona, scambiando occhiate d'intesa con le altre, per poi iniziare a parlare: "Sai, Lexie, sappiamo che vivere in un posto nuovo e così interessante come New York porta a confrontarsi con modi di pensare diversi, e capiamo come ciò possa confondere."
Si guardò intorno in cerca di segni di assenso. Dopo che tutte ebbero annuito riprese il suo discorso, sotto lo sguardo di malcelato disgusto di Lexie: "So a che cosa stai pensando: e ti capisco, perché quando si è in un contesto completamente diverso è facile lasciarsi condizionare e perdere lucidità. Ma le amiche servono anche a questo."
"Io non ho perso lucidità. Ho degli ideali, io! Cose in cui credo." disse l'altra impegnando ogni sua parola con tutto il disprezzo di cui era capace. 
"So che tu ritieni di essere nel giusto. Ed è normale, ma basta ragionarci un attimo, da persone civili per capire che sono assurdità. Ed è meglio farlo qui, con calma, lontano dalle luci di New York." esclamò Sally, respirando profondamente, incurante delle smorfie di incredulità mista a repulsione sulla faccia dell'amica. 
"Non sono state certo le luci di New York a farmi cambiare opinione, Sally."
"Perciò ti chiedo" continuò questa, come se Lexie non avesse nemmeno parlato "Tu pensi... Tu pensi che i negri siano uguali a noi?"
La tensione nell'aria si fece palpabile. Il leggero spostamento dei corpi in avanti, Verena che non faceva altro che versarsi un bicchiere di brandy dopo l'altro, Cindy che ciondolava pericolosamente, una bottiglia vuota in mano, Heather che artigiava i braccioli per mascherare la tensione, Sally che si torceva le mani. 
Lexie ringhió, furiosa: "Sì. Ti turba per caso?"
Verena sbottó all'improvviso: "Ma ti sei rincretinita?!"
"Verena!" la rimproveró Sally, scandalizzata, osservando preoccupata la reazione di Lexie, che invece rimase perfettamente ferma ad aspettare che l'altra continuasse. "Sono palesemente inferiori! Basta guardarli. Puzzano di mediocrità -e non solo di quello- lontano un miglio. Sono dei selvaggi che abbiamo reso istruiti per quello che abbiamo potuto. Non sono più intelligenti di una scimmia."
L'ultima frase la urlò quasi, alzandosi in piedi, in una mano un bicchiere di brandy.
"Ma davvero... Mi chiedo da dove vengano queste informazioni." domandò Lexie.
"Da esperimenti scientifici." dichiarò Verena, alzando il mento, sfrontata. 
"Oh, esperimenti scientifici. Ma non mi dire!"
"Proprio così, esperimenti scientifici." berció l'altra. 
"E dimmi, dov'erano, sul 'Corriere del perfetto razzista'?"
"Erano sul 'Jackson Journal', per tua informazione. E io non sono razzista."
"Ah, perciò avresti una mentalità aperta?"
"Ragazze..." tentò Sally. 
"Lasciale parlare per una volta!" l'aggredí Cindy, biascicando.
"Almeno abbi il coraggio di chiamare le cose con il loro nome." disse Lexie, sprezzante, alzandosi in piedi a sua volta, un bicchiere quasi finito di whisky in mano. 
"Cosa vuoi sentirti dire? Che sono una di quelle persone con gli ideali che ti disgustano tanto? Eccoti accontentata: sono una schifosa razzista di merda!" urlò Verena rivolgendosi a una platea invisibile, spalancando le braccia "Ma lascia che ti dica una cosa, paladina dei diritti umani: non me ne frega proprio nulla del tuo giudizio. Odiami pure, ma i negri rimangono negri."
"Ma ti senti quando parli?! Sei disgustosa."
"Sei disgustosa!" le fece il verso Verena "Ma chi ti credi di essere, principessina? Sempre lì a predicare il bene universale e l'uguaglianza fra razze."
"Ragazze, vi prego." piagnucoló Sally.
"Sì, credo nell'uguaglianza fra razze. Ritengo che ogni essere umano abbia dei diritti insindacabili: tutti devono avere una vita, un'istruzione, una dignità..."
"Dio, come sei buonista!"
A quel punto Sally sbottó, smettendo di piangere: "Insomma! Parlate come delle persone civili! Possiamo tranquillamente discuterne. E io concordo con Lexie sui diritti dei negri. Anche se non penso che siano uguali a noi."
Tutte si girarono a guardarla, attonite. Poi Verena scoppiò in una risata stridula. "Dio, Sally! Voi due fate davvero una bella coppia. Sempre lì a predicare la buona educazione, la pace e l'armonia, quando in realtà non ve ne frega proprio niente. Anzi, no, questo te lo concedo Lexie: tu ci credi sul serio nelle stronzate che dici, mentre alla povera piccola Sally importa solo della sua reputazione."
La diretta interessata allora strilló, indignata: "Ti stai rendendo ridicola, Verena!"
"Io?! Io mi starei rendendo ridicola?! Questa è bella, Sally, davvero." disse, scoppiando a ridere istericamente, appoggiandosi a un bracciolo del divano per non cadere. 
"È evidente che non reggi bene l'alchool." commentò Lexie, asciutta. 
"Io reggo l'alchool benissimo." sbraitó Verena. 
"Voglio solo che sia possibile discutere!" strilló Sally, le lacrime agli occhi. 
"Piantatela, tutte e due. E Sally, è davvero patetico tutto questo teatrino che hai imbastito, sappilo." bofonchió Cindy "Vuoi sempre essere al centro dell'attenzione, sempre dimostrarti più aperta, acculturata di noi. Ammettilo: ce la vuoi sbattere in faccia quella tua presunta superiorità."
"Io avrei iniziato questa discussione?! Io sarei patetica?! Questo è... troppo, è decisamente troppo."
"Qualcuno ha un altro po' di whisky?" domandò la bionda per tutta risposta. Nessuno le rispose, si limitarono solamente a osservarla con malcelato disprezzo, mentre si alzava e arrancava barcollante in cerca di una bottiglia.
"Sapete cosa penso?" biascicó "Dovremmo semplicemente fregarcene di quello che pensiamo l'una dell'altra, e bere un po' in compagnia." 
Rise forte, come se avesse fatto chissà che battuta, ma fu l'unica. Tutte le altre si limitarono a fissarla, con espressioni che variavano da una profonda repulsione a un disprezzo leggero.
"Ti invidio, sai Cindy" iniziò Verena, apparentemente calma e rilassata "Hai una mente così semplice e ristretta che il tuo piccolo mondo non si accorge nemmeno che disgusti ogni persona con cui parli."
"Come prego?" domandò la bionda, troppo sbronza per cogliere l'insulto. 
"Povera Cindy!" strilló Heather "Che ti ha fatto per essere offesa così?"
"Offesa? Chi mi ha offesa?"
"Niente, Cindy, sta' buona." la tranquillizzó Sally, andandole vicino e battendole una mano sulla spalla.
"Ora basta Heather! Questa tua finta premura mi ha davvero scocciato." urlò Verena, furibonda.
Lexie tremó leggermente. Sapeva che quella rabbia non era destinata a lei, ma fu comunque colpita dell'intensità dell'emozione che si rifletteva nel volto della ragazza. Qualcuno si sarebbe fatto molto male.
"Cindy, perché non chiedi alla tua cara amica Heather che mi rimprovera con indignazione tanto forte chi ha messo in giro quelle voci sul tuo matrimonio? Perché per quel che ne so io non è stata Jeanne, proprio no." disse, sottolineando l'ultima frase scuotendo la testa.
Cindy sarà stata pure una stupida ubriaca fradicia traumatizzata dagli ultima eventi, ma non era un'idiota. O almeno non una completa idiota. Perciò quando realizzò che cos'avesse detto, si girò verso Heather in cerca di una smentita, ma quella stava semplicemente fissando Verena, livida di rabbia. 
"Heather? Dimmi che non è vero."
Un allegro silenzio rimbombò nella stanza. 
"Sentite, parliamo chiaramente, una volta per tutte. Diciamoci in faccia le cose." disse Lexie "Iniziamo da te, Cindy, già che ci siamo. Oltre a quello che ti ha riferito Verena, Sally odia il tuo rossetto e Heather pensa che tu sia patetica perché vieni tradita..."
Sally emise un verso indignato e guardò Lexie con odio. Ma Cindy non fece nulla, rimase semplicemente là a fissare Heather, con uno sguardo piuttosto inquietante. 
"Patetica? Tu pensi che io sia patetica perché mio marito forse mi tradisce?" chiese Cindy, con calma innaturale. 
"No Cindy, lasciami finire..." tentò Lexie.
"Non ho mai detto questo." protestò la rossa.
"Non ho intenzione di ascoltare delle scuse." dichiarò, secca.
"Ma io..."
"E comunque," la interruppe l'altra, parlando a voce più alta "fossi in te mi preoccuperei più del mio fidanzato. No, Verena?"
L'intervento spiazzò tutte. Sia perché a farlo era stata Cindy, che non era particolarmente brillante in questo genere di cose, sia per quello che ciò implicava. Heather guardò Verena, poi Cindy, poi di nuovo Verena. 
"Lo ammetto, era un'ottima idea, Cindy, ma Kyle non starebbe mai con una come lei." concluse la rossa, soddisfatta del suo brillante ragionamento. 
"Una come me in che senso?"
"Andiamo, perché dovrebbe provarci? Senza offesa, ma sei un po' insipida."
"Ma bene! A quanto pare ho inaugurato la giornata della verità! Allora vediamo di sputare il rospo una volta per tutte. Io me lo scopo il tuo bel Kyle!" urlò Verena, piuttosto teatralmente.
A Heather ci vollero un po' di secondi per capire, metabolizzare ed elaborare la notizia. Poi, raccolta tutta la sua signorilità, saltò letteralmente addosso a Verena, afferrandole e tirandole i capelli. Le due raffinate signorine continuarono il loro scambio di gentili epiteti, finché Verena non diede all'altra un pugno. Sally, che borbottava qualcosa sulle amiche e sui pomeriggi rovinati, piangeva accanto a Cindy, che rideva istericamente.
"Ora basta!" disse Lexie, che decise di intervenire, frapponendosi tra le due "Tutto questo è ridicolo! Quest'idea dell'organizzare un incontro è assurda! È... è palese che non siamo le stesse persone di un tempo. Smettetela di comportarvi come bambine. Crescete! E ora, scusatemi, ma ne ho abbastanza." 
Così dicendo uscì dalla stanza a passo di marcia, e aprì la porta d'ingresso sotto lo sguardo esterrefatto delle altre quattro, che l'avevano seguita, trovandosi di fronte a un ragazzino in divisa che trasportava una confezione elegante. 
"Pasticcini?" domandò, titubante.

 
   
 
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