Videogiochi > Sonic
Ricorda la storia  |      
Autore: AkAb101    22/03/2015    5 recensioni
Vi siete mai fatti delle domande sulla razza alla quale Sonic appartiene ?
Per esempio, vi siete mai chiesti come mai sia così perfetta ?
Niente criminali, niente guerre, niente malati, niente dolore o sofferenza...com'è possibile ?
D'altronde, nessuna razza può diventare ed essere giudicata "pura"...oppure sì ?
Ma soprattutto, vi siete mai chiesti da dove provenga la carne dei chili- dogs di cui il nostro eroe va ghiotto ?
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sonic non poteva credere a quello che in quei giorni gli era successo.
Lui…il riccio più veloce dell’intero pianeta…senza le sue gambe ?
Un “piccolo incidente” come lo chiamavano i dottori.
Certo…un piccolo incidente.
Solo una “piccola” caduta da un burrone con una “piccola” rottura delle ossa prima di una “piccola” operazione di amputazione di, quello che il riccio chiamava, le sue migliori amiche.
Le sue gambe.
Ma, d’altronde, loro non potevano o non volevano capire quello che lui stava provando in quel momento.
Un senso di impotenza e di inutilità.
Sapere che da quel preciso giorno non avrebbe più corso...facevano sentire dentro al cuore di Sonic una voglia di farla finita lì.
In quel preciso momento.
Uscire dalle coperte del suo letto, dirigersi alla cucina e prendere un coltello.
Poi…puntarselo al cuore e premere verso la sua carne il più forte che poteva.
Forse solo in questo modo sarebbe riuscito a porre fine alle sue sofferenze.
Ma questo non gli era possibile.
Lui era Sonic, l’eroe di Mobius !
Non poteva certo finire la sua vita in quel modo così vile e codardo !
Già…era…
Anche perché da quel giorno non lo sarebbe più stato.
Due piccole e schifose protesi sostituivano quelle che, una volta, erano la sua migliore arma.
Come avrebbe potuto andare avanti, sapendo che senza di essa non avrebbe più aiutato nessuno ?!
Come ?

“COME ?!”

Un lungo e terribile urlo si levò per tutta la casa.
 
“COME ?! COME ?! COME ?!”
 
Una volpe gialla a due code entrò dentro la stanza.
Appena vide il suo migliore amico agitarsi e colpire con calci e pugni ogni cosa che si trovava nella camera, Tails si avvicinò al suo amico e cercò di calmarlo.
 
“TI PREGO, SONIC ! CALMATI !”
 
Il riccio non diede ascolto alle parole della volpe e continuò a colpire con violenza ogni cosa che gli si parava davanti.
Solo quando centrò in pieno il viso di Tails, si fermò.
 
“S…Sonic…”
 
Nel momento in cui si rese conto di quello che aveva appena fatto, Sonic si avvicinò all’amico e lo aiutò a rialzarsi.
 
“T…Tails…scusami non…non volevo ! Ti giuro che non volevo !”
 
La volpe, dopo essersi ripresa, si allontanò velocemente dal riccio.
Il suo volte era ricoperto di sangue e lacrime.
 
“SONIC, SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO TI STA SUCCEDENDO ?!”
 
Nessuna risposta venne fuori dalla bocca di Sonic.
L’unica cosa che fece è rivolgere il suo sguardo verso le sue gambe metalliche e coprirsi gli occhi con le sue mani.
Un pianto si sentì nella stanza, unito a quello del suo migliore amico.
 
“Mi…mi dispiace !”
 
Tails sospirò.
 
“Sonic…so che quello che ti è successo è dura. Molto dura. Ma non è in questo modo che riuscirai ad affrontarla. Devi riuscire ad accettare il fatto che…che…ormai non potrai più correre…”
 
Appena udite quelle parole gli occhi di Sonic si spalancarono.
La volpe camminò lentamente verso di lui.
 
“…e che non potrai più essere l’eroe che eri una volta.”
 
Dopo essersi avvicinato abbastanza, Tails abbracciò il suo amico e urlò con tutte le sue forze.
 
“MA SAPPI ANCHE CHE IO SARO’ SEMPRE AL TUO FIANCO E NON TI ABBANDONERO’ MAI !”
 
Sonic ricambiò l’abbraccio con una pacca sulla spalla.
Sul suo volto si era formato un debole, ma lungo, sorriso.
 
“Grazie amico mio…grazie.”
 
All’improvviso un rumore arrivò alle orecchie dei due amici.
 
TUMB ! TUMB ! TUMB !
 
Qualcuno stava bussando alla porta.
E anche forte.
 
“Vado io.”
 
Mentre si alzava e percorreva il lungo corridoi che conduceva alla porta d’entrata, Tails sbuffò.
 
“Si può sapere chi diavolo è a quest’ora di notte ?!”
 
Appena aprì la porta, Tails indietreggiò per il terrore.
 
“Ma chi-”
 
Qualcosa di metallo lo colpì alla fronte, fino a farlo svenire.
 
“Portatelo via. Ci pensiamo noi a quell’altro.”
 
Sonic, dopo avere sentito degli strani rumori provenire dal corridoio, aprì la porta della stanza per controllare.
 
“Tails ! Va tutto be-”

 
Una freccetta ripiena di cloroformio raggiunse il suo petto.
 
“Ma che…che…”

 
Da quell’attimo solo il buio e l’oscurità furono visti dal riccio.
Fino a che un’ondata d’acqua non lo colpì sul viso.
 
“EHI ! MA CHE COSA DIAVOLO ?!”
“Oh ! Finalmente ti sei svegliato !”

 
Dopo avere finalmente riaperto gli occhi, il riccio tremò per l’orrore.
Davanti a lui c’era un falco nero.
Indossava una maglietta color nero e un paio di pantaloni bianchi.
Ma la cosa più terribile erano i suoi occhi.
Erano completamente bianchi.
E in più, una delle sue ali era mezza strappata
In mano teneva un piccolo secchio di metallo.
 
“Sono più di tre ore che stai dormendo !”
“Eh eh eh. Non che ti sia perso nulla di divertente, sia chiaro !”

 
Seduti intorno a lui c’erano decine di altri mobiani.
A tutti mancava qualcosa.
Ad alcuni le braccia ad altri le gambe o gli occhi.
Uno di essi, un riccio marrone con un lungo taglio sul viso, si avvicinò a lui.
 
“Nel caso te lo stia chiedendo sì, è cieco, sì, ha un’ala spezzata e sì, è stato lui a svegliarti dal tuo bel sonnellino.”
 
Sonic guardò il suo interlocutore con un’aria di sfida.
 
“Beh, poteva farlo in modi più delicati !”
 
Il riccio davanti a lui scoppiò a ridere.
 
“Eh eh eh ! Se fosse stato per me, ti avrei svegliato in modi ben più macabri e dolorosi ! Comunque, io sono Darlok ! Piacere di conoscerti, eroe !”
 
Dopo avere sbuffato pesantemente, il riccio blu si alzò lentamente.
Ancora non ci aveva fatto l’abitudine a quelle dannate protesi meccaniche.
Quando vide quest’ultime, Darlok tornò a sedersi e rise di nuovo, questa volta insieme agli altri.
 
“O forse dovrei dire ex eroe ? Ah ah ah !”
 
Ignorando le risate del riccio, Sonic si guardò attorno per qualche secondo.
 
“Dove...dove sono ? E chi siete voi ?”
 
Darlok smise improvvisamente di ridere.
 
“Questo è il posto che ci porterà alla nostra rinascita.”
 

Sonic si grattò la fronte.
 
“Di cosa stai parlando ? Quale rinascita ?”
“Lo vedrai presto, Sonic. Lo vedrai MOLTO presto…”
“Ehi ! Come fai a sapere il mio-“
“SONIC ! SEI TU ?!”

 
Una voce molto famigliare arrivò da dietro al riccio.
 
“TAILS !”
 
La volpe si lanciò contro di lui e lo abbracciò.
 
“Amico mio ! Ti ho cercato per tutta la nave !”
“La nave ? Vuoi dire che-“
“Sì. Da quel che ho sentito dagli altri mobiani, siamo su una nave e ci stiamo dirigendo verso un luogo dove, a detta loro, ci “purificheranno” da tutti gli errori che abbiamo commesso” !
“Errore ? Ma io non ho commesso nessun-“


Una forte luce illuminò tutta la stanza.
 
“FORZA, USCITE ! E’ ORA DI ANDARE !”
 
Cinque lupi grigi con indosso delle armature e dei caschi d’acciaio e muniti di pistole taser, entrarono nella stanza.
Uno di loro, l’unico armato di fucile, puntò quest’ultimo contro Sonic e gli altri e gli ordinò di mettersi in fila per due.
Il riccio provò a resistere, ma una forte scarica elettrica proveniente da il taser di un altro lupo lo costrinse ad ubbidire.
 
“MUOVETEVI, FALLIMENTI ! IL VOSTRO MOMENTO E’ QUASI GIUNTO !”
 
Senza pensarci due volte tutti i prigionieri, compresi Sonic e Tails, avanzarono lentamente verso la porta d’uscita e scesero dalla nave.
Dopo un breve momento di cecità causato dalla forte luce della luna, il riccio riuscì finalmente dove erano stati portati.
Un’oscura isola circondata dall’oceano.
Al centro vi era situata un’enorme fabbrica.
Al suo esterno c’erano centinaia di torri di guardia e riflettori ed un lungo ed alto filo spinato che bloccava ogni possibile via di fuga.
Dopo avere attraversato il lungo cancello che portava all’interno dell’edificio, Sonic osservò il suo amico accanto a lui.
Era visibilmente spaventato e non la smetteva di tremare.
 
“So…Sonic…dove siamo ?!”
“Non temere, amico mio. Ti proteggerò io, qualsiasi cosa accada.”

 
Davanti a lui c’erano invece il resto degli altri prigionieri, divisi in due file, e le cinque guardie che erano venuti a prenderli sulla nave.
Quest’ultimi colpivano con scariche elettriche chiunque osasse aprire bocca.
Dopo avere camminato di stanza in stanza, uno dei prigionieri vide un’uscita e provò a scappare passando di lì.
 
“IO NON VOGLIO MORIRE ! LASCIATEMI ANDARE !”
 
Una delle guardie lo raggiunse e gli sparò un proiettile in testa, uccidendolo sul colpo.
 
“AH AH AH ! Che idiota…povero idiota !”
 
Sonic e Tails trattennero un conato di vomito quando si accorsero che il cadavere del mobiano ucciso era quello di Darlok.
 
“PERCHE’ LO AVETE FATTO ?!”
 
La stessa guardia di prima gli rise in faccia e ritornò al suo posto, senza neanche rispondergli.
 
Alla fine, dopo un’ora di camminata, i prigionieri raggiunsero una stanza che era molto vicino a farli urlare per l’orrore.
La stanza era piena di montagne di sanguinolenti cadaveri e ammassi di pelle e ossa.
C’erano centinaia di ganci sul soffitto con attaccati mobiani ancora vivi, urlanti dal dolore.
Molti di questi erano solo bambini.
Sulla pareti c’erano mobili pieni di vasi con dentro decine di organi interni e bottiglie di vetro piene di sangue e urina.
Ma la cosa più terribile ed inquietante era quello che c’era centro della stanza.
Un’enorme tritacarne alto dieci più di quindici metri, con attaccati ad esso quattro tubi, due ad ogni lato del terribile marchingegno, che si dirigevano a loro volta verso due nastri trasportatori.
Esso era pieno di scatolette di metallo allineate una dietro l’altra.
Queste venivano una per una riempite con il sangue e la carne mescolate assieme provenienti dai due tubi, poi venivano buttate da alcune guardie dentro a delle grosse scatole di cartone.
Una sola domanda sorse spontanea dalla bocca del riccio e degli altri prigionieri.

“Che diavolo è questo posto ?!”
 
Un’oscura figura si avvicinò davanti a Sonic e al resto della fila, che ora si era fermata e allineata orizzontalmente.
Questa scoppiò insieme alle altre guardie in una lunga e terribile risata che si diffuse in tutta la stanza.
Poi si mostrò.
 
“Benvenuti alla mia fabbrica, Sonic ! Il mio nome è Teran !”
 
Dopo un breve momento di silenzio, il coyote di colore marrone e con occhi neri come abissi ricominciò a parlare.
 
“Sono sicuro che ti chiederai dove ti trovi e, soprattutto, perché ti trovi qui ! Ebbene io, essendo il leader di questa stupenda fabbrica, sarò più che lieto di dirtelo. Anzi, di mostrartelo.”
 
Il coyote si schiarì la voce e iniziò a spiegare.
 
“Vedi, in questo luogo noi ci assicuriamo che ogni mobiano che sia pericoloso o inutile alla nostra società, sia tolto di mezzo.”
“Co…Cosa ?!”
“Sonic, Sonic, Sonic…mi deludi. Possibile che, in tutti gli anni che hai vissuto su Mobius, non ti sia ma chiesto come mai nelle strade delle nostre città non ci sia nemmeno un poveraccio, un criminale, un malato o un disabile a riempirla ?”


Il riccio ci pensò bene.
Effettivamente, in tutta la sua vita, nel pianeta aveva visto ben poche persone, oltre ai suoi nemici, fare del male a qualcuno.
Ora che ci pensava, non aveva nemmeno mai visto nemmeno nessuno senza gambe e braccia o un malato mentale o cose simili !
 
“E in più, non ti sei mai chiesto da dove provengano i tuoi chili-dogs e del resto della carne sparsa su tutta Mobius ?”

No.
Non aveva pensato neppure a quello.
Forse perché gli era apparso così naturale mangiarla, che non se lo era mai domandato.
 
“Qui…quindi…”
“Esattamente, riccio blu. La carne che, in tutti questi anni ti sei sempre abbuffato, proveniva da qui. Da questa fabbrica. Da dove il governo mobiano ha ottenuto la sua perfezione. Da dove ogni incubo diventa realtà. Da dove nessuno scarto della società esce vivo. Ma forse gradiresti di più osservare i particolari.”

 
Teran, con il suoi lungo mantello rosso e il suo cappello nero a forma di cilindro, si girò verso le sue guardie.
 
“Procedete !”
“Sì signore !”

 
I cinque lupi, insieme ad altre guardie portarono da un’altra stanza due umani.
Due umani che Sonic conosceva molto bene.
Eggman e Snively.
 
“Non ti se neanche chiesto come mai questi due criminali non abbiano più fatto nessun danno alla tua città da parecchi mesi ?”

Entrambi erano legati a mani e piedi e imbavagliati.
Snively continuava a piangere e ad agitarsi.
Eggman invece era fermo come una statua e non un singolo lamento uscì dalla sua bocca.
 
“Do…dove ?”
“Gli abbiamo catturati sette mesi fa nel loro laboratorio situato a pochi chilometri da Mobotropolis.”

 
Tails, singhiozzando, parlò.
 
“Che cosa…che cosa volete fargli ?”
“Te l’ho detto. Da questa fabbrica, nessuno esce vivo.”

 
Le guardie agganciarono i due umani a due lunghi e affilati ganci.
Snively svenne dal dolore, mentre Eggman urlò talmente forte che, dopo pochi minuti, si ruppe le corde vocali, portandolo totalmente al silenzio.
 
“No…no ! EGGMAN !”
 
I due ganci, attaccati a delle catene, si sollevarono fino al soffitto, per poi dirigersi sopra al tritacarne situato sopra alla stanza.
Nel frattempo le risate maniacali delle guardie riempivano il silenzio che fino a poco fa si era creato in quel luogo di orrore.
Poi si fermarono.
 
“No…”
 
Eggman diede un’ ultimo sguardo di dolore e sofferenza al riccio, poi, dopo che il bavaglio gli scivolò dalla bocca, sussurrò un’ultima frase al suo arcinemico,
 
“Addio, riccio blu. E’ stato bello…combattere contro di te.”
 
Poi i due ganci mollarono la presa.
 
AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH !!!
 
Tutto d’improvviso, le urla cessarono.
Tails e gli altri prigionieri, tranne Sonic, vomitarono per l’orrore.
Le lunghe lame del tritacarne si erano nel frattempo riempite di sangue e carne, prima che queste ultime due vennero risucchiate all’interno dei tubi e condotti alle scatolette di metallo.
Ora era chiaro cosa Teran intendesse dire.

“Tu…SEI UN MOSTRO !”
 
Dopo quell’insulti, le pupille nere di Teran si restrinsero e i suoi occhi si spalancarono.
 
“No, io sono…noi siamo…DEI SALVATORI !”
 
AH AH AH AH AH AH !!!!!

 
Sonic non resistette.
Prendendo completamente alla sprovvista il coyote, prese da quest’ultima la sua pistola e lo mise davanti a lui, puntandogli l’arma alla sua testa e usandolo come ostaggio.
Le altre guardie puntarono i loro taser e i loro fucili contro di lui, ma esitarono sapendo che attaccandolo avrebbero rischiato di colpire il loro capo.
E questo sarebbe significato fare la stessa fine degli altri prigionieri.
 
“NON FATE UNA SOLA MOSSA O LO UCCIDO !”
“Sciocco…non uscirai vivo da qui.”
“Lo vedremo, assassino.”

 
Gli altri prigionieri, compreso Tails, approfittarono del momento per liberarsi dalle corde che li tenevano legati e per lottare finalmente contro le guardie.
Durante lo scontro, vedendo la situazione sfuggirgli di mano, Teran mollo un pugno nello stomaco di Sonic e riuscì a liberarsi.
Poi raggiunse l’altoparlante e parlò a tutta la fabbrica.
 
“EMERGENZA ! I PRIGIONIERI STANNO SCAPPANDO ! INVIATE SUBITO UNA- ARGH !”

 
Sonic colpì con il calcio della pistola la testa del coyote e prese il suo posto all’altoparlante.
 
“QUI’ PARLA SONIC THE HEDGEHOG ! QUESTO E’ UN MESSAGGIO DIRETTO A TUTTI I PRIGIONIERI DELLA FABBRICA ! ORA IL LEADER DI QUESTI PAZZI E’ FUORI USO ! APROFITTATENE PER DARE UNA LEZIONE ALLE GUARDIE DELLA FABBRICA E PROVARE A SCAPPARE ! BUONA FORTUNA…CI VEDIAMO FUORI DA QUESTO MANICOMIO !”

All’improvviso, alimentati dalla sete di rabbia verso i loro persecutori e dalla voce rassicurante del loro eroe, i prigionieri di tutta la fabbrica riuscirono a liberarsi e a scontrarsi con il resto delle guardie.
Sonic, intanto, stava aiutando Tails a legare con una corda il resto delle guardie.
Poi li guardò con uno sguardo pieno di ira e rabbia.
 
“Ti prego…non farci del male !”
“Noi facevamo solo il nostro lavoro !”
“Io ho famiglia ! Ti supplico !”
“Abbi pietà di noi !”

 
Sonic, sopraffatto dalla rabbia cominciò ad urlare contro di loro.
 
“DOPO QUELLO CHE AVETE FATTO, AVETE ANCHE IL CORAGGIO DI SUPPLICARE PER LA VOSTRA VITA ?! SIETE PROPRIO DEGLI ESSERI ORRENDI ! MI FATE SCHIFO !”
 
Poi si calmò e disse loro una frase che li fece tremare dal terrore.
 
“Dovrei buttarvi in quel tritacarne esattamente come avete fatto per tutto questo tempo con i vostri simili.”
 
Si voltò insieme a Tails, dirigendosi verso Teran.
 
“Ma in questo modo mi abbasserei solo al vostro livello.”
 
Il leader della fabbrica, dopo essersi ripreso dalla botta, cercò di attaccare Sonic ma quest’ultimo riuscì ad immobilizzarlo e a puntargli la pistola in faccia.
 
“Perché io e Tails siamo qui ? Noi non siamo criminali !”
 
Teran, non ancora resosi conto della situazione disastrosa in cui si trovavano lui e gli altri, si schiarì di duovo la voce a parlò.
 
“Le tue gambe…sono la risposta. All’inizio eri un eroe amato da tutti, compresi noi, ma dopo che hai perso la tua capacità di correre e quindi di combattere, abbiamo deciso che tu e i tuoi amico eravate un ostacolo e delle inutili bocche da sfamare per la nostra società. Così, con il pieno appoggio del tuo governo, ti abbiamo portato qui per farti fare la fine che meritano tutti gli scarti che rendono imperfetta la nostra razza. Cioè, da carne da macello.”
 
Un lungo silenzio interruppe il discorso di Teran.
Poi Sonic parlò al posto suo.
 
“I…miei amici ?! Vuoi dire che…che…”
“Già. Oltre a Tails, anche il resto dei tuoi amici ha fatto un piccolo giretto in questa fabbrica. Solo che, a differenza tua, non ne sono usciti vivi.”

 
Sonic e Tails rimasero paralizzati dallo shock per le parole di Teran.
 
“No…non è possibile…NON E’ POSSIBILE !”
“Eh eh eh. Credimi. E’ possibile.”

 
Il riccio avvicinò il dito al grilletto dell’arma e la puntò all’occhio di Teran.
Poi scoppiò a piangere.
 
“Tu…tu…MALEDETTO !”
“Che cosa vorresti fare ? Uccidermi ? Sai che anche se lo farai e uscirai vivo da qui, il governo mobiano e quello umano ti daranno la caccia, fino ad ucciderti, per evitare testimoni di quello che succede qui dentro. Non hai speranze, riccio blu. Non puoi fermarmi.”

 
Sonic si alzò e, dopo essersi asciugato le lacrime, si avvicinò a Tails.
Intanto, il resto dei prigionieri fuggì dalla fabbrica e si diresse sulla barca per fuggire dall’isola, non sapendo che le guardie avevano posizionato una bomba su di essa prima di venire sopraffatte dalla rivolta.
 
BOOOOOOM !!!

 
Il tonfo si sentì fino all’interno della fabbrica.
 
“Amico mio…vattene da qui.”
“Co…COME ?!”
“Prima che mi portassero all’interno della fabbrica ho visto una piccola barchetta posizionata vicino all’isola. Usala per scappare.Tu sei l’unico che può vivere una vita normale, visto che non sei veramente un fallimento ma sei stato portato qui solo con l’accusa di essere mio amico e quindi il governo mobiano e quello umano non si sforzeranno molto per cercarti. Se riuscirai ad allontanarti da queste terre e a raggiungere Angel Island, allora sarai al sicuro. Racconta alle tribù di echidna quello che hai visto e chiedi loro di proteggerti. Dì che eri un mio amico. Io ho strinto molte amicizie con loro e sono certo che sono l’unica razza che non farebbero mai del male ad un ragazzino come te, a differenza di questi pazzi. Vedrai che ti aiuteranno.”
“Ma…ma tu cosa farai ?”

 
Sonic si avvicinò ad un grosso bottone rosso posizionato vicino alla tritacarne e lo premette.
Poi il computer della fabbrica parlò.
 
“COMANDO…RICEVUTO ! AUTODISTRUZIONE DELLA FABBRICA ATTIVATA !”
 
Teran impallidì.
 
“Come…come facevi a-“
“Pura intuizione.”
“Non…non ti permetterò di-“

 
BANG !
 
Un proiettile perforò il cuore del coyote, portandolo alla morte.
Tails urlò dal terrore.
 
“SONIC ! CHE…CHE COSA HAI FATTO ?!”
 
Il riccio si voltò lentamente verso di lui.
 
“Lo vedi cosa sono diventato, Tails ? LO VEDI ?! Ora non sono più quello che ero. Ho perso tutto quello che avevo…ho perso la mia velocità…ho perso tutti i miei amici…ora ho la possibilità di morire con dignità e come ho sempre sognato. Da eroe. Ora vai.”
“Ma…ma…”

 
Sonic puntò la pistola contro Tails e fece un urlo che si rituonò su tutta la fabbrica.
 
“VATTENE !”
 
Tails, terrorizzato dall’ira del suo amico, fuggì più veloce che poteva dalla fabbrica.
Intanto, la voce del computer continuò a parlare.
 
“AUTODISTRUZIONE TRA 6,5,4…”
“Addio, Tails…mi mancherai.”
“3…2…1…0 !”

 
BOOOOOOOOOOOOOOMMMM !!!
 
Una lacrima scese dagli occhi di Tails mentre era seduta sulla barchetta lontano dall’isola.
 
“Addio, Sonic…mi mancherai.”
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: AkAb101