Fanfic su artisti musicali > Altri
Segui la storia  |       
Autore: xfrancix    22/03/2015    2 recensioni
[Emis Killa]
“Lo zarro di Vimercate ha fallito un’altra volta”
-----------------------------------
“L’imbattibile Emiliano Giambelli che ha paura? Il fighissimo Emis Killa ha paura?” dice sarcastica, calcando molto l’ultima parola.
-----------------------------------
“Potresti avere altre duecento vite, ma non meriteresti di vivere nessuna di quelle.”
-----------------------------------
"Quella ragazza... Sì, quella che c'era ieri sera in prima fila... Aveva i capelli rossi... I-io devo ritrovarla."
-----------------------------------
“Allora? Come stai oggi?” chiedo alla ragazza sorridendo.
Lei arrossisce e sussurra un “Non male”. A quelle parole socchiudo gli occhi e la guardo, per poi alzare un sopracciglio, non convinto della sua risposta.
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emis Killa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Cambia canale, non voglio sentire questa robaccia.”
“Che noia che sei, non ti va mai bene niente!” Appoggio le dita sulla radio e cambio stazione, ma tutto quello che risulta è solo un fastidioso rumore provocato dal poco segnale, quindi decido di spegnere. Prendo la mia giacca e tiro fuori dalla tasca un disco che ho lì da qualche giorno. Lo inserisco nella radio e lo faccio partire. Nel sentire della buona musica rap sul viso del ragazzo di fianco a me si forma un sorriso.
“Ascolta, questa sera...” inizia a parlare il ragazzo, guardandomi dritto negli occhi.
“Stai attento alla strada, per favore” dico costringendolo a girare il viso in direzione della strada e continuare a guidare.
“Dicevo...” riprende “Stasera hai esagerato un po’, con Tiffany e Gionny, intendo.”
“Non ho esagerato” il mio tono appare seccato e deciso ad aver ragione.
“Ma...” cerca di ribattere, ma inutilmente.
“Non ho esagerato, Federico.” A queste parole il silenzio si fa strada tra la musica abbastanza alta della radio. La mia voce, ora, appare più alta e rabbiosa, perché so di avere ragione, so che quelle troia e quel bastardo hanno avuto quello che si meritavano.
Il mio migliore amico che si scopa la mia fidanzata e la mia fidanzata che si scopa il mio migliore amico? Non è perdonabile.
Che escano dalla mia vita, ora e per sempre.
Mi passo la mano sulla guancia e riesco a toccare la ferita procuratami durante lo scontro con Gionata; fa ancora male ma Gionata è sicuramente messo ben peggio di come sono messo io ora.
Metto le mani in entrambe le tasche dei pantaloni e tiro fuori un pacchetto di sigarette da una delle due.
“Merda, sono finite...” dico richiudendo il pacchetto dopo averci guardato dentro e lo butto all’indietro, da qualche parte nella macchina.
“Dovrei averne io, prova a guardare nella tasca della giacca.” Mi volto all’indietro e allungo il braccio in direzione della giacca di pelle di Federico, per tirarla verso di me e prenderne il pacchetto di sigarette quasi nuovo. Ne prendo una e l’accendo, poi ne prendo un’altra e la metto in mano a Federico.
Sento il fumo scorrere nella gola e arrivare fino nei polmoni, con un leggero bruciore e questa sensazione assolutamente famigliare mi fa calmare un po’ da tutto lo stress che ho addosso a causa della serata appena trascorsa.
“Devo ammetterlo, mi fidavo di lui, di Gionny.” Dico vagamente, tenendo un tono di voce più basso di quello che tengo di solito.
“E’ sempre stato il tuo migliore amico, fin da quando eravate piccoli, sono certo che tutte le scuse che inventava in realtà erano vere.” Mentre gli urlavo contro, Gionny continuava a ripetere che non avevano fatto niente, che Tiffany si stava inventando tutto e che in realtà era lei ad avermi tradito, ma io, per qualche strano motivo non riuscivo a credergli.
“Non credo, ha tradito la mia fiducia, punto. Non ci sono storie.”
“Ora, però, devi pensare solo al concerto, a questi problemi potrai dedicare tempo tra qualche giorno.”
Già, il concerto, me n’ero scordato, ho troppe preoccupazioni per la testa.
Amo i concerti, sono gli unici momenti in cui posso davvero guardare in faccia molti dei miei fan, il che mi rende davvero felice.
Questa volta si suona all’Alcatraz, riesco già a sentire addosso l’emozione, nonostante manchino ancora due giorni.
Proprio mentre inizio a chiedermi quanto possa mancare ad arrivare a Vimercate la macchina si ferma. E’ l’una di notte inoltrata, scendo dalla macchina salutando Fede e mi incammino verso casa. Non poteva lasciami un po’ più vicino sto stronzo? Non che sia lontano, ma il tempo non è dei migliori e la stanchezza della giornata inizia a farsi sentire.
Vimercate la notte non è affatto un bel posto. Passo attraverso la piazza, cercando di non farmi riconoscere dai ragazzini, e imbocco una strada secondaria, quella che porta a casa mia.
Mentre cammino comincio a pensare... Federico l’ho conosciuto in studio un giorno, è entrato mentre registravo una canzone. Sapevo esistesse un certo Fedez, ma non pensavo potessimo diventare così amici, come siamo ora.
Posso sempre contare su di lui, lui può sempre contare su di me, ma la nostra amicizia non sarà mai uguale all’amicizia che c’era tra me e Gionata.
Gionata... Quel bambino che ho conosciuto all’asilo, quel ragazzino con cui ho fatto le prime esperienze di vita, quell’uomo con cui ho condiviso tutti i miei pensieri e tutta la mia vita...
La nostra amicizia faceva invidia al mondo, noi facevamo invidia al mondo. Credevano fossimo fratelli ormai, tanto stavamo insieme. Una canzone insieme non l’abbiamo mai fatta, abbiamo sempre preferito tenere il rap fuori dalla nostra amicizia, essendo abbastanza famosi entrambi.
E poi c’è Tiffany... La ragazza con cui ho passato i momenti più belli della mia vita, la ragazza che credevo fosse quella giusta, ma evidentemente mi sbagliavo.
È una bella ragazza, ha un bel corpo... Probabilmente stava con “Emis Killa”, non con Emiliano, avrei dovuto capirlo prima.
Ultimamente, per fortuna, ho imparato a non dar troppo peso alle delusioni provocate da persone che non mi meritano, ho imparato a passarci sopra e andare avanti. E se fossi io a non meritare loro? E se fossi io a non meritare i baci di Tiffany e le strette di mano di Gionny?
Il mio punto fisso è Gionata, non Tiffany, ora. Tiffany è una ragazza, una di quelle troiette, evidentemente, che vanno e vengono, probabilmente devo ancora trovare la ragazza giusta, in fondo ho solo ventitré anni, ma Gionata, il mio migliore amico, non sarà mai rimpiazzabile con qualcuno.
Improvvisamente mi fermo davanti ad un muretto e guardo un ragazzo e una ragazza che si baciano. I due si girano verso di me, imbarazzati dal punto che li sto fissando da un buon cinque minuti.
“Cos’hai da guardare?” Mi chiede il ragazzo con fare minaccioso, come la maggior parte dei ragazzi di Vimercate fanno. Rimango un po’ a pensare, guardo il muretto e poi guardo loro: mi vengono in mente i momenti passati in quel luogo da ragazzino. Il primo bacio a Tiffany l’avevo dato proprio lì, mi ricordo ancora benissimo quel giorno: era un giorno di primavera e io ero appena uscito con la mia compagnia, in cui eravamo uno più disagiato e zarro dell’altro. Seduta lì c’era lei, bella come pochi, vestita con una gonna corta e una maglietta a maniche lunghe scollata, già puttana a sedici anni. Arrivò una compagnia di finti gangster con la quale io e i miei compagni non eravamo mai andati d’accordo, cominciammo a litigare e a quel punto io mi sedetti sul muretto evitando di iniziare una rissa, e Tiffany, per calmarmi, mi baciò. Lo ricordo come fosse ieri, nonostante siano passati già sette anni. A pensare a tutto questo tempo passato insieme a lei, gli ultimi due anni passati nella stessa casa, mi viene una fitta al cuore.
Ricordandomi della domanda del ragazzo, alzo lo sguardo e rispondo con un semplice:”Niente”, mi tiro su il cappuccio della felpa e me ne vado, diretto verso casa di mia madre.
Due anni fa decisi di andare via di casa e comprare una casa a pochi isolati da quella in cui avevo sempre vissuto insieme a mia madre, per andare a vivere con Tiffany. Mi rendo conto solo ora del grande errore fatto. E’ una bella villa, con un grande giardino, mentre la casa di mamma è molto più piccola e ha una piccola porzione di terreno disponibile. Da bambino rimanevo sempre lì a giocare con Gionny, da mattina a sera.
I lampioni mi fanno strada fino a casa, entro cercando di fare il meno rumore possibile, perché è tardi e non voglio svegliare mia mamma che dorme.
Fortunatamente ho sempre nella giacca sia le chiavi di casa che le chiavi di mamma, in caso dovessero servirmi.
Questa notte sarei dovuto tornare a casa mia, insieme a Tiffany, ma dopo averla lasciata, questa sera, non voglio entrarci, perché credo lei andrà lì, la casa dei suoi genitori è lontana da qui.
Richiudo la porta alle mie spalle a chiave e mi dirigo in camera mia, continuando a fare il più silenzio possibile.
Mi tolgo le scarpe e mi butto sul letto senza neanche avere la cura di cambiarmi.
“Lo zarro di Vimercate ha fallito un’altra volta” pronuncio queste parole sottovoce, ripensando alla serata appena passata, e subito dopo mi addormento.



-ANGOLO AUTRICE-
Ciao, ho deciso, dopo molto tempo, di pubblicare questa storia.
A me, personalmente, piace molto, perché mi fa sognare, in un certo senso, e la trovo intrigante.
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione, è importante per me sapere che ne pensate, anche negativamente. 
E se avete domande o richieste, scrivetemi pure, sono sempre disponibile!
Spero davvero che vi piaccia, spero apprezziate il mio impegno.
Un bacio a tutti dalla vostra Franci ♥
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Altri / Vai alla pagina dell'autore: xfrancix