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Autore: Mistral    16/12/2008    5 recensioni
YULLEN SAGA - PART 1
Nel silenzio di una notte di luna piena, due anime a confronto: per una volta spoglie delle maschere che, benché in modo diverso, nascondono il loro vero Io agli occhi del mondo.
Perché se dietro al sorriso più luminoso può nascondersi il dolore, è anche vero che dietro all'espressione più indifferente può nascondersi la luce necessaria per sfuggire alle tenebre.
[Sort of missing moment, pre-flashback dalla Night 170]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Yullen Saga'
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N.d.A: Questa è la seconda pubblicazione della mia fanfic già postata su questo sito con il titolo "Sfida di Mezzanotte". L'editing si è reso necessario a causa della direzione presa dalla storia stessa nel corso della scrittura, che ha reso inadatti il contenuto e soprattutto il titolo precedentemente utilizzati.

Spero che apprezzerete la nuova (e definitiva) veste di questa mia fic.

Buona lettura.

Mistral

 


 

Dedicato a tutto il

“Latte alla Fragola Fun Club”

Vi voglio un mondo di bene ragazzi!

 

 

Moonlit Midnight Dream

 

- 1 -

La notte in cui (forse) tutto ebbe inizio

 

Ecco, di nuovo: sarà la terza volta che mi sveglio stanotte.

Apro gli occhi e intorno è ancora tutto oppressivamente scuro, esattamente come quando sono andato a dormire, non più di tre, massimo quattro ore fa. Accanto a me, Link dorme tranquillo. Beato lui. Se c’è una cosa che ho capito sul suo conto da quanto mi è stato messo alle costole è che il signor ispettore ha il sonno pesante: praticamente un Akuma, o anche un Noah, potrebbe attaccarci e lui continuerebbe a dormire.

Sbuffo e mi tiro a sedere. Accidenti, ci sono ricascato di nuovo: per quanto mi sforzi di non pensarci, non riesco a togliermi dalla testa quel che è successo negli ultimi giorni: la battaglia nell’Arca, il pianoforte, l’uovo, l’attacco al quartier generale… la scomparsa del maestro…

Ho già capito che per stanotte di riaddormentarsi non se ne parla. Quindi, perché non approfittare di Link che dorme per starmene finalmente un attimo da solo?

Butto indietro le coperte e con attenzione scivolo fuori dalla stanza.

 

Mi fermo con il fiato corto, le mani sulle ginocchia e il sudore che scivola lungo il collo. Mi sa che stasera ho un po’ esagerato con l’allenamento. È che è l’unico modo che conosco per sfogarmi e non sentirmi completamente inutile. Maledizione, se solo il Dipartimento Scientifico avesse fatto come chiedevo e riparato Mugen, avrei potuto combattere anch’io contro quel dannato Livello 4, invece che affrontarlo con una fottuta spada di legno!

Mi asciugo velocemente il sudore con un asciugamano e mi rimetto la maglietta, non senza che il  mio sguardo scivoli (involontariamente?) sulla spalla.

 

(Mi faccio rabbia da solo!

Cosa continuo a guardare questo stupido tatuaggio?

Lo so che c’è – è lì da anni,

Lo so che si è esteso dalla battaglia nell’Arca – ho fatto tutto da solo.

Eppure non riesco a togliergli gli occhi di dosso…)

 

Uno sbuffo che sa di frustrazione e di rabbia. Decisamente, per quanto sia stanco, non sono nelle condizioni di riuscire ad addormentarmi così nervoso. Mi ci vuole un bel bagno, così riuscirò a calmarmi… o, meglio ancora, ho bisogno di sedermi a meditare.

Butto a terra l’asciugamano e a passo svelto esco dalla palestra.

 

I corridoi del quartier generale sono assurdamente silenziosi. Va bene, è notte inoltrata, ma quelle poche volte che mi è capitato in passato di essere sveglio a tarda ora sentivo sempre qualche rumore in lontananza. Questa notte, invece, tutto tace.

Quando arrivo sulla balconata esterna, la luce della luna mi investe, gelida e bianchissima. Non mi piacciono le notti di luna piena, mi ricordano troppo la notte in cui morì Mana…

 

(…la notte in cui venne il Conte,

la notte in cui fui maledetto,

la notte in cui conobbi gli Akuma…

La notte in cui - forse - tutto ebbe inizio)

 

Ma perché diavolo stasera mi vengono in mente solo cose tristi?! Scuoto la testa, cercando di buttare fuori quei pensieri, e continuo a camminare, senza far molto caso a dove sto andando.

Quando mi fermo, mi ritrovo in cima alla torre centrale. Sopra di me c’è solo il cielo, sotto, immensamente più sotto, la distesa buia della città, punteggiata di luci isolate: è uno spettacolo che mi lascia sempre senza fiato.

 

Nei corridoi non c’è nessuno. Non è poi così strano, e certo non me ne lamento. Non amo i convenevoli, né tantomeno l’essere costretto a salutare la gente che incontro e a scambiarci quattro chiacchiere (e infatti non lo faccio!), e quando sono di pessimo umore come stasera, volentieri farei direttamente a meno del resto del mondo.

Fuori la notte è chiara e tersa, la luce metallica della luna proietta ombre lunghe nei corridoi. Mi sento già più disteso, la mente che comincia a vagare, considerando con leggerezza se questo scenario sia adatto o meno ad un combattimento. L’aria pungente mi avvolge, asciugando del tutto il sudore dell’allenamento e contribuendo a rilassarmi.

Quando imbocco l’ultima rampa di scale che mi condurrà al posto che preferisco per meditare, ormai sono quasi completamente calmo. Appena varcata la soglia della terrazza, però, ho un moto di stizza: cosa accidenti ci fa lui qui?!

 

Nel silenzio della notte sento un passo leggero alle mie spalle. Qualcun altro si sta avvicinando alla terrazza. Non perdo tempo a chiedermi chi possa essere e cerco un posto dove nascondermi: non posso certo farmi vedere, in fondo sono tutti convinti che io sia bello tranquillo nel mio letto... e poi, se si sapesse della mia piccola “fuga”, Link finirebbe nei guai.

Mi guardo attorno, qui però non c’è un nascondiglio nemmeno a pagarlo. Inizio a pensare a una qualche scusa (“Ehm… cercavo il bagno” … sì, potrebbe andare!), ma ogni ragionamento logico viene cancellato dallo stupore di trovarmelo davanti. Cosa accidenti ci fa lui qui?!

Dalla minima alterazione nella sua espressione scontrosa di circostanza, direi che anche lui si sta chiedendo la stessa cosa di me.

   
 
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