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Autore: Nena Hyuga    22/03/2015    5 recensioni
“Yo, Tsukki!”
Tsukishima finse di non averlo sentito, non gli sarebbe nemmeno stato difficile simulare dato che aveva le cuffie sulle orecchie e l’aria stanca di chi aveva appena finito un intenso allenamento.
Non era affatto normale, si ripeteva il middle-blocker.
Non gli aveva detto che sarebbe venuto a trovarlo, e Tsukishima Kei odiava quel genere di sorprese.
Per vedere Kuroo Tetsurou, il biondo aveva bisogno quanto meno di un giorno intero di preparazione psicologica a ciò che avrebbe dovuto sopportare.

[KuroTsuki] [BokuAka]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shortcake e fluff

 
 
 

Capitolo 1 – “Odio gli shoujo manga.”
 
 
Non era normale che lui fosse lì.
Li separavano chilometri di distanza, il che valeva a dire quasi due ore di shinkansen1, per non parlare dei vari cambi da fare durante il tragitto.
Eppure lui era lì, l’aria di chi sembrava capitato davanti alla palestra per puro caso. Le mani nelle tasche dei pantaloni rossi con la banda bianca e la felpa con il colletto alzato a nascondere il suo solito ghigno molesto.
“Yo, Tsukki!”
Tsukishima finse di non averlo sentito, non gli sarebbe nemmeno stato difficile simulare dato che aveva le cuffie sulle orecchie e l’aria stanca di chi aveva appena finito un intenso allenamento.
Non era affatto normale, si ripeteva il middle-blocker.
Non gli aveva detto che sarebbe venuto a trovarlo, e Tsukishima Kei odiava quel genere di sorprese.
Per vedere Kuroo Tetsurou, il biondo aveva bisogno quanto meno di un giorno intero di preparazione psicologica a ciò che avrebbe dovuto sopportare.
Ma non aveva fatto i conti con l’imprevedibilità del capitano, tutto il contrario della personalità del middle-blocker della Karasuno.
“Tsukki, c’è il capi-…”
“Zitto, Yamaguchi. Non badare ai gatti randagi. Se dai loro attenzioni, poi si affezionano e non ti si scollano più di dosso.” bofonchiò Tsukishima, il quale aveva alzato la voce di proposito per farsi sentire dal giocatore del Nekoma.
“Ah! Kuroo-kun!” esclamò un quarto.
Daichi e Sugawara uscirono dalla palestra, come loro solito per ultimi dopo aver chiuso tutte le luci e aver sprangato le porte degli spogliatoi e dell’edificio.
Tsukishima fu costretto a fermarsi per ascoltare almeno cosa aveva da dire il moro, altrimenti non lo avrebbe mollato per tutta la sera. Sapeva che lo avrebbe tartassato di messaggi, e non poteva permettere che gli altri componenti della sua squadra scoprissero che aveva dei contatti con Kuroo.
“Oh, Sawamura!”
“Non vorrei sembrarti scortese, ma come mai da queste parti?”
Quella domanda era sulla bocca di tutti, ma Daichi fu gentile nel porla e  sorrise apertamente al ragazzo con cui aveva fatto amicizia durante il training-camp estivo.
Kuroo portò una mano dietro la nuca con fare fintamente impacciato, cosa che a Tsukishima diede sui nervi perché sapeva che la sua presenza lì non era una coincidenza. Di certo aveva da riferire qualcosa, ma era consapevole anche che il suo obiettivo non era altro che Kei stesso.
“Vai avanti, Yamaguchi. Non torno direttamente a casa.” lo avvisò, sospirando rassegnato al fatto che si sarebbe dovuto sorbire Tetsurou.
“Sicuro?”
Yamaguchi sin dall’estate aveva intuito che tra i due giocatori si era instaurato un rapporto particolare, ma sospettava che si trattasse semplicemente di un reciproco dare e ricevere durante gli allenamenti.
“Sì, non ti preoccupare.”
“Ok, Tsukki! A domani!” lo salutò il compagno inseparabile, il quale non aveva ancora afferrato la situazione. L’espressione sul volto di Tadashi dava segni del suo essere spaesato, ma con una scrollata di spalle si incamminò verso casa.
Il middle-blocker si avvicinò di qualche passo ai senpai del terzo anno, sfruttandoli come una specie di barriera per stare al sicuro da Kuroo. E nonostante la curiosità non fosse del suo mondo, se si trattava di Tetsurou la faccenda cambiava, anche perché desiderava essere pronto qualora avessero deciso per un’altra sessione d’allenamento.
“Il mio allenatore avrebbe voluto che dessi questa direttamente al vostro coach, ma suppongo possa darla anche a te. È un invito a partecipare al training-camp organizzato dalla Fukurodani, sempre a Tokyo. Dentro ci sono dei biglietti per la pensione e le disposizioni in merito.”
“Wow! Hai fatto tutta questa strada quando bastava mandare una mail. Non dovevi proprio aver niente da fare, Kuroo-san.” si intromise Tsukishima, portando la mano davanti alla bocca e ridacchiando tra sé e sé.
Sugawara e Daichi si voltarono immediatamente verso il loro kohai, lanciandogli delle occhiatacce di rimprovero da veri genitori.
“Tsukishima! Non è questo il modo di rivolgersi a qualcuno che ci sta facendo un favore.” lo riprese Sugawara, sospirando affranto ed ormai rassegnato al fatto che il biondo avesse la lingua lunga ed affilata.
“Ahahah! Ti chiedo scusa, Kuroo-kun. Anche Tsukishima scommetto sarà contento di partecipare ad un altro ritiro di allenamento.” aggiunse Daichi.
“Non fa nulla, Sawamura. So che i primini sono difficili da gestire, ma suppongo anch’io che Tsukishima-kun non veda l’ora di fare altre sessioni speciali d’allenamento con Bokuto ed il sottoscritto.” rimbeccò il moro, facendo innervosire Kei oltre ogni dire.
La sua sola presenza lo irritava, il fatto che non lo avesse nemmeno avvisato di quella visita era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Ciononostante, Tsukishima mantenne la sua solita poker-face davanti ai senpai, ed un sorrisetto di circostanza si dipinse sulle sue labbra.
“Già. Kuroo-san è proprio lungimirante.” lo prese ulteriormente in giro il biondo.
L’aria era divenuta tesa tra i due middle-blocker delle squadre avversarie, ma mantenevano una compostezza ed un sorriso inquietanti.
“Uhm...ciò non spiega la tua presenza qui, Kuroo-kun. Non vorrei che tu ti fossi fatto così tanti chilometri quando potevi mandare una semplice mail.” le stesse parole dette da Tsukishima, se pronunciate da Daichi, non avevano più quella sfumatura minacciosa, bensì di una banale chiacchierata tra amici.
“Ho dei parenti a Miyagi e ne ho approfittato per vedere tutti. Sono gentile, no?~” li liquidò, senza dare ulteriori notizie, ed il suo tono implicava che non avrebbe sborsato altre informazioni.
Daichi e Koushi si scambiarono dei rapidi sguardi per poi fare spallucce ed alzare la mano in segno di saluto.
“Spero tu riesca a trovare la strada, nel caso hai il nostro numero di cellulare. Ci vediamo al campo d’allenamento allora.” concluse il capitano della Karasuno, sorridendo apertamente e stringendogli la mano amichevole. Dal momento che non vi erano partite in corso, i due si comportavano anche troppo in modo normale, e ciò diede i brividi a Tsukishima che rimase solo con Kuroo senza accorgersene.
“Ah, Tsukishima! Cerca di affrettarti ad andare a casa, non rimanere fuori quando cala il sole.” lo richiamò Sugawara con il suo solito tono da mamma apprensiva. Internamente al biondo faceva piacere, ma si limitò ad annuire accondiscendente.
Subito dopo, però, l’atmosfera cambiò.
“Non mi hai mai detto che hai dei parenti a Miyagi.” sentenziò Kei, non guardando le iridi ambrate del giocatore del Nekoma.
“Non stavo mentendo.”
“Ma non me l’hai detto. Mi sa fin troppo di scusa.”
“Tranquillo, non ti faccio accogliere un gatto randagio in casa.”
“Certo, Kuroo-san.” marcò il nome con cui l’aveva appellato in precedenza.
Lo scambio di battute fu rapido, ma non troppo acido.
Kuroo si difendeva bene, come al solito Tsukishima non riusciva a scalfirlo o trovare un’apertura nella sua difesa. Inoltre non aveva destato sospetti in Sawamura e Sugawara, quindi non poteva nemmeno fare affidamento su una scusa come un possibile maltrattamento di avversari.
Sospirò rassegnato poiché sapeva perfettamente che qualora si fosse mosso, il capitano rivale lo avrebbe seguito.
Tsukishima abbassò per primo le difese, volendo sapere il vero motivo per cui si trovava lì.
“Perché sei venuto fin qui da Tokyo?”
“Che scortese, Tsukki. Ma te lo dirò ugualmente~” trillò divertito, avvicinandosi al biondo di poco più alto di lui. Lo sentiva dannatamente vicino, era fastidioso, irritante e snervante, le stesse solite sensazioni che gli facevano rivivere il trascorso training-camp.
“Comincio a pensare di non volerlo più sapere.”
“E se ti dicessi che sono venuto per Sawamura-kun? Volevo rivedere un vecchio amico, del resto abbiamo passato bei momenti assieme...”
Tetsurou lasciò in sospeso la frase di proposito, tanto per far innervosire ancora di più il biondo.
Tsukishima, d’altro canto, si irrigidì un minimo. Divenne improvvisamente teso, e per qualche ragione a lui non ben definita si sentiva preso in giro ed offeso.
Un’ombra oscurò per qualche istante il viso di Kei, il quale respirò più profondamente ed allungò poi il passo. Forse il suo scopo era far perdere le sue tracce a Kuroo, ma sapeva che era impossibile.
Era sempre la stessa storia: nonostante Tsukishima mostrasse disinteresse, il giocatore del Nekoma gli stava comunque appresso. Tutto ciò lo doveva far arrabbiare ed irritare, ed era quel che accadeva, ma un’altra parte di sé si divertiva in malo modo.
“Ah-ah~ Stavo scherzando, non prendertela. Hai cambiato immediatamente espressione. Ti sei arrabbiato?” domandò gongolante il moro.
“Affatto.”
“Sei così tsundere che non mi aspetto tu lo ammetta. Oh, in tutto ciò mi sa che non hai ancora detto ai tuoi senpai che ci sentiamo regolarmente per cellulare. O sbaglio?”
“Se per “regolarmente” intendi che ti rispondo quando mi stressi troppo, allora hai ragione. Non gliel’ho detto.”.
“Sei sempre così acido, Tsukki.” si lamentò Kuroo, portando le braccia dietro la nuca ed intrecciando le dita.
Arrivati davanti al cancello della scuola superiore Karasuno, fu inevitabile che le ragazze notassero i due giovani pallavolisti assieme, ma più di tutti Tetsurou.
Il fatto che il moro, però, passò loro davanti con aria impassibile e senza badare alle occhiate languide, stupì Tsukishima. Il biondo si aspettava che si atteggiasse, che raccogliesse i complimenti, ma forse da quel canto non si comportava come Oikawa dell’Aoba.
Con una scrollata di spalle varcò la soglia del cancello e prese la strada di casa, percependo che Kuroo non lo mollava.
“Ed io che volevo bere qualcosa assieme a te dopo tanta strada fatta.” brontolò, ficcando le mani in tasca.
“Non mi va di bere qualcosa.”
“Dai, mi fai compagnia~” cantilenò il capitano avversario.
Tsukishima ci pensò su, e si ricordò di una promessa fatta dal moro nel caso in cui si fosse fatto trovare nei paraggi di Miyagi.
“Solo se mi offri un pezzo di torta come pattuito tempo fa.” lo inchiodò il biondo. Se si parlava di short-cake alle fragole diventava particolarmente attento.
“Non so se dire che mi fa piacere tu ti sia ricordato della nostra piccola promessa, oppure essere irritato per il tuo poco rispetto per i senpai ed il tuo essere approfittatore.”
“Non ti preoccupare, Kuroo-san, è lo stesso effetto che faccio a tutti.”
“Sì, sei terribilmente irritante.”
I due ragazzi avanzarono per la strada che era solito seguire Kei per tornare a casa, e passarono di fronte al negozio del coach Ukai.
Kuroo si era zittito e sembrava stesse facendo un giro panoramico del paese. I felini occhi ambrati guizzavano da una parte all’altra della strada, ma finivano sempre per fissare la schiena del ragazzo che gli camminava spedito davanti.
Solitamente Kei aveva un passo lento e cadenzato, ma per via di due pugnali piantati tra le scapole si sentiva messo sotto pressione e costretto ad accelerare l’andatura.
“Puoi, per piacere, smetterla di fissarmi e stare sulla mia stessa linea d’aria?” domandò il biondo con tono cortese, anche se per chi lo conosceva bene era ovvio che fosse nervoso.
“È un modo tsundere per chiedermi di camminare di fianco a te?”
Tsukishima ammutolì per poi sospirare greve per tutta risposta.
“Sembra che ti ci voglia un po’ di tempo per riabituarti al sottoscritto.”
“Sono solo sorpreso di vederti qui, nient’altro.”
“Non sapevo di doverti avvertire. Dopotutto non stiamo nemmeno assieme. O vuoi riconside-…ops.”
Kuroo si bloccò nel continuare la frase. Tsukishima aveva preso un colore tendente alla felpa del capitano del Nekoma, il quale scommetteva che se si fosse avvicinato avrebbe potuto far mimetizzare il biondo con essa.
“Tsukki..?”
“Non è nulla. Mi stavo soffocando con la mia stessa saliva e non riuscivo a respirare.” disse prontamente, tossicchiando per eludere l’attenzione da sé.
“Ah, è così.” gli diede fintamente corda. Fece come gli era stato chiesto e affiancò il silenzio il più alto.
Man mano che camminavano, il sole segnava l’ora del tramonto.
Essendo autunno le giornate si stavano accorciando e con esse anche le ombre davanti ai loro piedi.
Il sole che tramontava e li riscaldava in contrasto con la brezza divenuta più fresca, erano piacevoli da percepire senza la giacca pesante addosso. Gli ultimi momenti in cui potevano godere della libertà dai vestiti invernali.
L’unico indumento più caldo che Kei indossava era una sciarpa nera avvolta attorno al collo. Era ancora presto per il piumino, ed il vento carezzava la loro pelle facendo venire nostalgia dell’estate, di cos’era accaduto durante il training-camp estivo.
Kuroo lesse l’atmosfera, si morse il labbro inferiore pensieroso ed indicò un locale che sembrava fare al caso loro.
“Forza, dopo un allenamento stancante sarà il caso di farti mangiare. Sei sempre più deperito, come credi di potermi battere alle nazionali del torneo scolastico?” chiese ghignando, provocandolo come al solito.
Tsukishima gliene fu grato silenziosamente, dacché poteva dedicarsi a rispondergli a tono su un argomento che non lo metteva in difficoltà, ossia la pallavolo in sé.
“Imparo dal peggiore, dopotutto.”
“Sei meschino con il piccoletto!”
“Mi riferivo a te, Kuroo-san.”
Kuroo scoppiò in una risata divertita che si concluse con colpo sulla spalla di Kei, il quale si scansò indignato da tale gesto.
“Se avessi la stessa agilità di gambe che usi per la tua lingua tagliente, Tsukki, potresti avere qualche possibilità di battermi!” continuò ridendo ancora.
La loro posizione, essendo la stessa nelle due squadre avversarie, li metteva sul piano di doversi fronteggiare ufficialmente, prima o poi. Eppure il confronto con il senpai del Nekoma non spaventava Tsukishima, ma lo stimolava a voler dare il massimo per zittirlo una volta per tutte.
“E per la cronaca, mangio quanto mi pare.”
“Sì sì ~ Entra. Andiamo.”
Kuroo lo forzò dentro al locale dall’aspetto rustico ed accogliente, e subito attirarono l’attenzione dei presenti. Erano due ragazzi alti e piacenti, e fu impossibile quella volta per Kei evitare di badare alle occhiate rivolte al senpai.
Il moro ordinò un pezzo di short-cake alla fragola ed un cappuccino per sé, prendendo posto ad un tavolino in disparte, e la loro ordinazione arrivò dopo solo due minuti, essendo il bar quasi vuoto.
Kuroo puntellò i gomiti sul tavolo ed iniziò a fissare Tsukishima senza un motivo apparente. Il biondo ovviamente si fece le peggiori idee sul cosa frullasse per la testa all’altro, e lo poteva dire per esperienza personale.
Inoltre c’era qualcos’altro che turbava quel quadretto particolare. Le ragazze.
Cercò di non badarvi, ma sentir appellare Kuroo come “figo” era impossibile da non sentire. Non che non se ne fosse mai accorto, ma era tanto più il fatto che il ragazzo stesso non si atteggiasse che stupiva Tsukishima.
“Cosa stai guardando?” domandò disinteressato il biondo, alzando le iridi nocciola su quelle ambrate e furbe di Kuroo.
“Strano che tu me lo chieda. Vuoi saperlo davvero?”
“No, grazie, mi è passata la voglia.”
Ma era ovvio che un rifiuto di Kei non servisse a fermare Tetsurou, anzi, era un invito a nozze per farlo continuare.
“Pensavo che se ti dovessi sporcare di panna, potrei sempre aiutarti a-...”
“Stop! Ho capito!”
“Ahahahah! Ti sei imbarazzato di nuovo~ È così facile metterti in difficoltà, Tsukki?”
“Solo perché non ci troviamo in un campo da pallavolo, non significa che puoi giocare con me come ti pare.”
“Touchè.” ammise, alzando le mani.
Tsukishima si sentiva più spossato per via di Kuroo che dall’allenamento. Dover fronteggiare ogni sua battuta era difficile, sfibrante e logorante.
Il moro era sagace, la stessa furbizia e reattività di risposta di Tsukishima, solo che aveva due anni di esperienza in più, e ciò lo rendeva la persona più pericolosa per il biondo.
“Com’è la torta?” chiese all’improvviso con un disinteresse tale da farlo apparire normale.
“Normale.”.
Quell’aggettivo sembrava rimbombare nella mente di Tsukishima più del  solito “sgradevole” che avrebbe affibbiato ad ogni essere sulla terra. Kuroo in primis.
“Me ne fai assaggiare un pezzo?” domandò ancora con lo stesso tono piatto.
Tsukishima fece virare la forchettina da dolce verso la bocca di Kuroo, ma fu solo un attimo di sbandamento che subito la indirizzò verso le proprie labbra.
La mossa del moro fu altrettanto rapida, e senza imprimere forza prese il polso di Kei e lo attirò a sé, mangiandone il boccone.
Inutile dire che il coro di urla concitate che ne seguì dal tavolino accanto, fece sì che Tsukishima pensasse seriamente all’omicidio –e subito dopo al suicidio-, ma Kuroo fu veloce anche a ritrarsi indietro e sfoggiare uno dei suoi migliori sogghigni.
“...questo è davvero troppo!”
Kei si alzò dal tavolino del bar, ma subito Tetsurou lo afferrò per il polso con una sola mano, mentre con l’altra faceva il gesto di scusarsi, ridendosela della grossa sotto ai baffi.
“Perdonami! Non ho resistito.”
Sapeva che non lo avrebbe lasciato andare e dopo essersi obbedientemente seduto si liberò dalle grinfie del giocatore del Nekoma con uno strattone.
Era imbarazzante, lo era in qualsiasi momento che passasse accanto a lui e nonostante lo sapesse, non riusciva a farsene un’abitudine ed al tempo stesso non era in grado nemmeno di rinunciarvi.
Ma di lì a quel momento, Kuroo aveva segnato l’inizio del calvario.
Infatti Tsukishima finì in religioso silenzio la sua torta che non sarebbe andata sprecata, chinò il capo impercettibilmente e ringraziò cordiale.
“Grazie per aver offerto.” disse lapidario.
“Tsukki, aspettami che pago il conto-...”
Tsukishima ovviamente riuscì a malapena ad uscire dal locale che Kuroo lo raggiunse, afferrandolo per una mano. Un’azione sconsiderata, ma la stretta del giocatore del Nekoma non lo voleva mollare. Lo stringeva con decisione, ma senza fargli male.
“Lasciami o non risponderò delle mie azioni se ti ritroverai senza le dita per murare la palla al prossimo match.”
“Ohohoh! Hai ancora la capacità di rispondere, quindi non hai perso la lingua. Meno male~” lo canzonò Tetsurou.
“Mollami la mano ho detto.”
Tsukishima cercò inutilmente di staccarsi di dosso il giovane, sembrava che si fosse incollato a lui. Era tenace e doveva ammettere che se non fosse stato per la sua testardaggine, Kei non sarebbe salito di livello nel gioco, né avrebbe scoperto di avere una sorta di ammirazione-repulsione verso l’altro.
“Ti sei spazientito per le ragazze che ci guardavano oppure perché era un bacio indiretto?” chiese Kuroo.
“Tch!”
“Non era il tuo primo bacio, no?” continuò, inarcando un sopracciglio “E se era per le ragazze, beh, puoi sempre pensarlo come ad un bonus per il fanservice.”
Tsukishima riuscì a liberarsi della stretta con un ennesimo strattone più potente, ergendosi in tutta la sua altezza dinnanzi all’altro ragazzo. Nonostante fosse più alto, Tetsurou rimaneva più intimidatorio di lui.
Il biondo era rosso in viso: una simile vergogna l’aveva provata solo un’altra volta. Ed il fautore del suo imbarazzo non era niente meno che Kuroo Tetsurou stesso.
 “Odio questa stupida situazione da shojo-manga! E non sopporto più nemmeno te. Anzi, non credo di averti mai sopportato.”
“Ahahah! A pensarci bene hai ragione. Colpa mia, mi sono lasciato un po’ trasportare. Non oserò mai più toccare la tua adorata torta.” si giustificò, alzando le mani ed assumendo un’espressione meno canzonatoria.
“Quando mai non sarebbe opera tua, mi chiedo. E la torta non era il punto della questione!”
“Non fare la vittima, sono pur sempre un tuo senpai e ho il diritto di tormentarti un po’, no?”
Kuroo aveva dannatamente ragione quando gli ricordava che era più grande di lui, non come età, ma in quanto ad esperienza. Gli aveva insegnato molto, e tutto grazie al fatto che l’aveva punzecchiato durante tutta l’estate. Se non fosse stato per il moro, probabilmente non avrebbe imparato a murare così bene.
Tsukishima si calmò e si voltò a guardare il capitano del Nekoma, il quale aveva smesso finalmente di schernirlo.
“Cosa vuoi, Kuroo-san?”
La domanda del biondo lo colse impreparato, infatti il moro sgranò gli occhi ambrati e fece vagare lo sguardo per aria.
“Pensavo che oggi è sabato. Domani è domenica.” disse con una tranquillità spaventosa, talmente inadatta che lasciò perplesso persino Kei.
“Sono lieto che tu sappia quali sono i giorni della settima-...”
“Usciamo insieme?” domandò Kuroo ancor prima che Tsukishima potesse concludere la sua esclamazione acida.
“Eh..?”
Quella domanda parve così sincera e senza secondi fini, che il povero Kei rimase sorpreso e con la bocca di poco schiusa.
“Durante la sessione di allenamento estiva non c’è mai stato un attimo di riposo, ogni ora era dedicata alla pallavolo come era giusto che fosse. La sera eravamo tutti troppo stanchi e la routine era serrata. Non ho mai avuto modo di chiedertelo ufficialmente, e di solito faccio le cose per bene.”
“Chissà perché faccio fatica a crederti...”
“ Quindi, vuoi uscire con me domani?” ignorò l’ultima cattiveria di proposito e perseguì con il suo intento.
Il suo discorso lasciò Tsukishima ancora più stupefatto.
Non faceva una grinza, era lineare, serio, onesto. Tutte caratteristiche che Kuroo aveva, ma solamente quando si trovava su un campo da pallavolo. Nella vita quotidiana si era fatto un’idea deviata del capitano avversario, specie per la sua indole provocatoria che non si incastrava con quella ironica e sarcastica propria.
Il fatto che Kei non desse risposta fece sorridere Kuroo, il quale si limitò a ficcare le mani in tasca ed aspettare pazientemente.
“Allora?”
“Non...non credo di aver afferrato.” mentì spudoratamente. Persino Kei sapeva che quella risposta non se la sarebbe bevuta nessuno.
“Ti offrirò un altro pezzo di torta. Ogni volta che accetterai di uscire con me, sarà un mio punto d’impegno.”
L’offerta era allettante. Non poteva nemmeno dirgli che aveva una partita di campionato o un’amichevole l’indomani, dato che di certo avrebbe chiesto a Daichi conferma.
Tsukishima deglutì, aprendo di poco la bocca e fissando il terreno. Era la seconda volta che si trovava ad abbassare gli occhi davanti a Kuroo, e della prima ricordava ben poco a causa del moro stesso.
“Va bene.”  strascicò le sillabe, sperando non lo sentisse.
Kuroo sorrise a trentadue denti, entusiasta.
Non sembrava più risparmiarsi nel far sapere a Tsukishima quanto fosse felice; evidentemente premeditava quell’uscita da parecchio tempo.
 “Allora ci vediamo domani, Tsukki! Ti faccio sapere dopo l’orario!” esclamò il moro.
Kuroo fece qualche passo all’indietro, salutando il biondo con un gesto energico della mano e ostentando il suo sorriso più gentile.
Non fece null’altro.
Non tentò di baciarlo come invece si aspettava Tsukishima. Non che ci rimase male, ma aveva trattenuto il fiato nell’attesa che accadesse qualcosa, qualsiasi cosa.
Kuroo camminò all’indietro, salutandolo, finché non svoltò l’angolo di una via e si intrufolò dentro il cancello di una casa posta poco distante dal negozio del coach Ukai. Ciò insospettì un minimo il biondo, il quale riprese la propria strada, sentendo pian piano le guance sfogare di caldo.
Non poteva fare a meno di sentirsi un idiota per essersi lasciato comprare con uno stupido pezzo di torta alle fragole.
 
 
 
 
 
shinkansen1: il treno veloce giapponese, la nostra metropolitana.
 

 
 
Angolino dell’autrice
Faccio il mio debutto nel fandom di Haikyuu con una KuroTsukki. Sapevo che ci sarei cascata prima o poi La trovo una coppia interessante, che purtroppo pochi apprezzano ed io sono così triste di ciò. Ok, no, non lesiniamo sui commenti. Sono la mia OTP suprema di HQ. Poche ciance <3 =w=
Amo entrambi i personaggi e nonostante siano secondari, hanno due caratteri meravigliosamente sviluppati.
Ho seguito il manga, quindi il tutto è ambientato poco dopo il training-campo estivo (come si sarà sicuramente capito) e per chi ha visto solo l’anime mi piange il cuore aver fatto spoiler çç
Io spero vivamente di essere rimasta IC, specialmente con Kuroo che mi è più difficile da muovere per via del suo carattere, infatti si può notare che la storia nonostante sia narrata da un p.o.v. esterno, è più vista dalla parte di Tsukishima.  
Ah, il primo capitolo dà per scontato che tra Tsukishima  e Kuroo sia accaduto qualcosa nel precedente training-camp, ma tutto sarà più chiaro più avanti. La storia si va ad inserire poco prima del campionato.
Se avete consigli o critiche da muovere non fatevi scrupoli ><
Al prossimo capitolo <3
 
Nena Hyuga~
   
 
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