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Autore: rekichan    16/12/2008    7 recensioni
Seconda classificata al contest: Lookin' for Loneliness
«Remus…»
«…sì?»
«Penso di essermi innamorato di te.»
«Pensi?»
«No. – scosse il capo, deciso. – Ne sono convinto.»
«Bene. Perché ne sono convinto anche io.»
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: rekishi

Titolo: Dimentica

Pairing: SiriusRemus

Generi: introspettivo; one shot; romantico
Avvertimenti: shonen ai

Credits: personaggi © J. K. Rowling

Disclaimers: I personaggi appartengono alla Rowling e vorrei che non fosse così, perché io avrei dato a quel libro un finale ben diverso, ma amen. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e io non ci guadagno assolutamente niente a far accoppiare Sirius e Remus, se non un’immensa gratificazione personale ed esaltazione da yaoi fan.

Note dell’autrice:

Allora, questa storia totalmente senza pretese e scritta più per rispetto verso Macrì (che si era tanto esaltata quando mi sono iscritta, quindi mi sono sentita un po’ in “dovere” di finirla, perché io mi sarei ritirata volentieri ç_ç) che per ispirazione vera e propria, si è piazzata seconda al contest: Lookin’ for loneliness (perché devono fare contest dai nomi facili, loro…) indetto dal forum http://fanfictioncontest.forumcommunity.net.

Che dire? Considerando che volevo ritirarmi, che non volevo scriverla e che non pensavo minimamente di arrivare tra le podiste, posso ritenermi più che soddisfatta del risultato XD.

I frammenti non sono in ordine cronologico, ma sparso. Coprono tutto l’arco dei sette anni di Hogwarts e dei quattro anni successivi al diploma, prima della morte dei Potter e dell’arresto di Black.

Sono tutti drabble o doppie drabble, a seconda della necessità. Ognuna di cento o duecento parole, titolo, antefatto ed epilogo esclusi.

Pensavo di non aver azzeccato il punto di vista di Black. Non so muovere quel personaggio e non ho neanche il terzo libro a disposizione, per approfondirlo. Avrei senz’altro preferito scriverla dal punto di vista di Remus, ma amen. L’esperta ha detto che è IC e ci fidiamo del suo giudizio XD.

Forse è un po’ troppo stucchevole. Parecchio. E non è chiara. Non penso si capisca che sono i ricordi felici di Sirius che vengono strappati via a poco a poco dai dissennatori. Vabbè. Di meglio, non sono riuscita a fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad uno stupido,

maniaco ed adorabile cane.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Azkaban.

Abitanti: delinquenti; disperati; rifiuti della società; assassini; qualche innocente finitoci per sbaglio, ma pochi.

Sorveglianti: Dissennatori.

Unica speranza di sopravvivenza: dimenticare.

Cancellare con la rabbia ogni gioia, per conservare quei frammenti di memoria che giacciono insepolti dentro al cuore.

Ricordare ti uccide.

Dimenticare, no.

 

Fluisce via, come fiume che scorre,

il ricordo del tempo che fu.

 

«Black Sirius!»

 

«Grifondoro!»

 

«Lupin Remus!»

 

«Grifondoro!»

 

…Dimentica…

 

 

 [Incontro]

 

Gli occhi scuri seguirono attentamente l’incedere nervoso del bambino appena assegnato alla casata di Godric Grifondoro.

Lo osservò sedersi di fronte a sé. Scrutò i capelli castani un po’ scompigliati; gli occhi nocciola che guizzavano nervosi sui membri della tavolata; il viso pallido e malaticcio.

La sua attenzione ne fu distolta solo al sopraggiungere del ragazzo incrociato in treno. Lo accolse con gioia, come fossero amici di vecchia data.

Mentre applaudiva con gli altri Grifondoro per festeggiare l’arrivo di James Potter lasciò cadere un ultimo sguardo su quel ragazzino che batteva le mani, composto e intimidito dall’altra parte della tavolata.

 

[Camera]

 

«Ah, quindi sei tu il mio compagno di stanza.»

Sirius Black rise, al sobbalzo nervoso del bambino incrociato in sala mensa.

Ripresosi dallo spavento, questi confermò con un filo di voce.

«Sirius Black.»

«Remus Lupin.»

Sirius gli tese la mano, sorridendo. Serrò forte la presa quando sentì quella del compagno nella propria.

Rimase sorpreso nel constatare che, a dispetto dell’apparenza malaticcia, avesse una stretta di mano piuttosto decisa, nient’affatto debole come si aspettava.

Ed un odore buono che solleticava piacevolmente le narici.

Forse, il fatto di non essere stato messo in camera con James, non era poi tanto male, pensò.

 

[Febbre]

 

«Te l’avevo detto che rotolarti nudo nella neve assieme a James non era una buona idea.»

Remus Lupin cambiò la pezza bagnata sulla fronte bollente del compagno, nel tentativo di abbassargli la temperatura.

In tutta risposta, Sirius grugnì, tirando le coperte fino al naso e fissando l’amico con aria irritata..

«Potevi unirti a noi, dannato. Ti saresti divertito.»

Remus sorrise, scostando i capelli neri dal viso di Sirius che, irritato, corrugò le sopracciglia aspettando giustificazioni per non aver partecipato alla bravata che, oltre ad una bella punizione, gli era costata anche una discreta influenza.

«Invece hai preferito disertare. Non te la perdonerò mai. Hai capito? Mai!»

Con un sospiro, il ragazzo decise di ignorare le accuse, passando ad argomenti più concreti:

«Non pensi che sarebbe meglio andare in infermeria?»

Sirius scosse il capo a quella proposta. Sicuramente, sarebbe stato costretto ad ingurgitare un intruglio disgustoso. E poi si stava così bene in camera, nel proprio letto, al calduccio…

«Perché dovrei, visto che ho te a farmi da infermiera?»

Sghignazzò, meritandosi, per tutta risposta, la bacinella dell’acqua fredda in testa, solo per trovarsi subito dopo un asciugamano in testa e le mani di Remus che gli frizionavano il capo bagnato.

 

[Segreto]

 

Quando lo aveva conosciuto, Sirius aveva pensato che Remus fosse semplicemente cagionevole di salute.

Dopo due anni che spariva almeno una volta al mese, però, aveva cominciato a sospettare che la sua malattia fosse qualcosa di diverso da una semplice indisposizione.

Aveva finito così con l’assillarlo. Dapprima con battute sul genere: «Hai le tue cose?», poi scivolando sul patetico e il lamentoso («Non ti confidi con noi, che siamo i tuoi migliori amici! Come puoi farci questo?»).

Alla fine, aveva optato per il pedinamento, ma vista la sorveglianza di Silente durante le fughe mensili dell’amico, aveva dovuto rinunciare e procedere con una ben più sensata ricerca dei sintomi della malattia misteriosa.

Ci aveva impiegato meno del previsto a capire la verità. Un po’ di più, a digerire la delusione della mancata confidenza di Remus che, messo alle strette di fronte all’evidenza, era stato costretto a confessare.

Eppure, nonostante la rabbia e il rancore, fu il primo ad operare la trasformazione che rese l’inferno personale del licantropo un piccolo frammento di paradiso.

E, forse, la scelta di trasformarsi in cane non era neanche tanto casuale come voleva, ostinatamente, far credere.

In fondo, tra cane e lupo la differenza è minima, no?

 

[Soprannome]

 

«Sirius, sto cercando di concentrarmi.»

La protesta di Remus non toccò minimamente il giovane Black che, per tutta risposta, pestò con più veemenza i piedi sul pavimento.

Un ghigno si dipinse sul bel volto di Sirius, soddisfatto di aver distolto l’attenzione di Lupin dal tema di trasfigurazione per il giorno seguente.

«Cammini come un troll.»

Protestò questi, accartocciando il compito e lanciandoglielo addosso.

«Sbaglio o hai la luna di traverso?»

«Sbaglio o non fai “felpato” come secondo nome?»

«No. – Sirius soppesò l’idea per qualche secondo – Però potrei.»

In fondo, Padfoot aveva un suono così carino quando era lui a pronunciarlo.

 

[Vischio]

 

«Non penso sia una buona idea!»

«Avanti, signor Prefetto! Dobbiamo pur aiutare Ramoso a baciare la sua bella, no?»

«Non mi pare un’idea geniale stregare il vischio con un incantesimo attraente.»

«Che vuoi che sia – Sirius tirò fuori la propria bacchetta, cominciando ad agitarla per far levitare il rametto ricco di bacche bianche al centro della sala comune di Grifondoro. – In fondo, si sposta solo su persone che già si piacciono.»

«Finiremo nei guai.»

«Nah, al massimo scopriremo che Codaliscia ha una cotta per Ramoso.»

Sirius indietreggiò di qualche passo, osservando ammirato il proprio lavoro.

«Adesso non ci resta che attendere.»

«Mh.»

«Che c’è?»

Si voltò verso Moony, osservando con attenzione le sopracciglia corrugate e l’aria pensierosa e preoccupata.

«Niente, pensavo.»

Sirius sgranò gli occhi, in una perfetta mimica di un volto incredulo.

«Ne sei in grado?»

«Fottiti, Padfoot. – Remus sorrise, per poi tornare ad accigliarsi - Sai che se la Evans scopre che…»

«Ehi, Moony. Invece di parlare guarda dove sei.»

Il ragazzo alzò lo sguardo, fissando il vischio che si era spostato sopra le loro teste.

«Non oserai…»

Sirius ghignò, prima di avvicinarsi alle labbra dell’amico e coprirle con le proprie.

«Buon natale, Moony.»

«Tsk. Buon natale, Padfoot.»

 

[Gelosia]

 

Dal giorno di Natale, dopo l’ “incidente” col vischio, Sirius era diventato ancora più malizioso.

In particolare, aveva sviluppato un vero e proprio gusto sadico nell’imbarazzare Remus, stordendolo con improvvise e inappropriate dichiarazioni in mezzo ai corridoi.

Il problema era che, contrariamente a quanto pensava Moony, che incassava tutte le frecciate in un ostinato ed imbarazzato silenzio, non stava propriamente scherzando.

Non se ne capacitò, almeno finché James non gli fece notare che scagliare una fattura su una ragazzina del primo anno solo perché Remus le aveva prestato una piuma, era una reazione leggermente esagerata da parte di un amico.

 

[Sexy shop]

 

«Spiegami ancora una volta come hai fatto a convincermi a seguirti, perché ancora non me ne capacito, Padfoot.»

Sirius sorrise. Semplicemente.

Di sicuro, non era sua intenzione svelare al casto, pudico e innocente Lupin quale fosse la loro meta.

«Semplice: non sai resistere al mio immenso fascino. Mi sembra ovvio, caro Moony.»

«È stato solo un bacio, Black! – Felpato sorrise all’improvviso arrossarsi delle gote dell’amico. – Solo un bacio. Niente di più!»

«Certo, Remus. Certo.»

Sghignazzò, schivando prontamente un pugno del compagno e guardandosi attorno.

Afferrò il polso del compagno, indicando entusiasta una porta in metallo con maniglione antipanico.

Entrarono, ignorando le proteste di Lunastorta.

Naturalmente, il godimento di Sirius fu enorme, nel vedere il volto del compagno imporporarsi di imbarazzo e vergogna, nel trovarsi all’interno di un Sexy Shop babbano.

L’entusiasmo di Black, però, durò solo fino al momento di mostrare i documenti, quando l’attento e pignolo Lupin, ammise di essersi dimenticato la carta d’identità falsificata nella propria uniforme scolastica.

«Scusa…»

Mormorò Lupin, lungo la strada del ritorno.

Sirius gli tenne il broncio per un po’, prima di affermare, con tono deciso:

«Dovrai farti perdonare.»

«E come?»

Un lampo malizioso attraversò le iridi scure di felpato.

«Io un’idea ce l’avrei…»

 

[Intimità]

 

Era uno sporco, lurido approfittatore e il peggio era che se ne vantava.

Però, in fondo, non lo aveva ingannato: era Lupin che era troppo ingenuo e non aveva preso sul serio le sue proposte oscene.

Se per farsi perdonare dell’incidente del sexy shop (Sirius era stato così abile da tenere il muso per ore, al fine di farlo sentire in colpa), aveva pronunciato la fatidica frase: «Te lo do.», non era mica colpa sua.

Probabilmente, l’intento di Remus era stato quello di scherzare sopra alla vicenda. Almeno a giudicare da come era sbiancato quando Sirius, una volta tornati ad Hogwarts, gli era saltato addosso appena si era coricato.

Eppure, non gli era sembrato che il suo assalto lo scandalizzasse più di tanto. Tutt’altro, lo aveva lasciato di buon grado prendersi quello che voleva.

Molto, di buon grado.

Ed era stata magica, quella notte iniziata un po’ per gioco e un po’ per sfida. Magico era stato toccarsi; scoprire il corpo del compagno; assaporarne i baci; udirne i gemiti strozzati; infrangere quel mondo intimo che rimane celato ai più.

E magico era stato svegliarsi la mattina dopo, con i loro corpi nudi ancora avvinghiati e il sapore dell’altro sulle labbra.

 

[Insieme]

 

Il termine del settimo anno ad Hogwarts arrivò fin troppo rapidamente.

La guerra incombeva fuori dalle mura della scuola; il clima di terrore si diffondeva come un miasma velenoso all’interno del mondo magico.

Eppure, all’interno di quella camera, erano riusciti sempre a ritagliarsi un piccolo angolo di paradiso.

Minuscolo, fragile e interamente loro.

Adesso, indugiavano entrambi sulla porta della stanza; bagagli e diploma in mano, pronti ad affrontare il mondo esterno.

«Che farai, ora?»

Domandò, scrutando il profilo malinconico dell’amante; i lineamenti stanchi e sempre un po’ malaticci.

«Non lo so. Tu?»

Ci pensò sopra, non sapendo bene cosa rispondere a quella domanda.

«Combatterò.»

Decretò, infine.

«Probabilmente anche io.»

«Allora… ci vediamo all’Ordine?»

Imbarazzo. Muro. Silenzio.

«D’accordo.»

Pareti. Paura. Distacco.

«Remus…»

«…sì?»

Forse, l’ultima possibilità di parlare, prima che il mondo esterno inghiotta entrambi col ritmo frenetico della vita.

«Penso di essermi innamorato di te.»

«Pensi?»

«No. – scosse il capo, deciso. – Ne sono convinto.»

«Bene. Perché ne sono convinto anche io.»

Stranamente, l’addio ad Hogwarts, fu molto meno spiacevole del previsto, almeno finché le loro mani rimasero intrecciate, prima di uscire dalla stanza e perdersi con Codaliscia, Ramoso e la Evans nelle risate gioiose che accompagnano la fine della scuola.

 

 

 

Non serve a niente aggrapparsi strenuamente ai ricordi.

Assolutamente a niente.

Il freddo gelo dei guardiani della prigione li succhia via, assieme ad ogni singolo brandello di felicità.

Inutile evocare i momenti felici. Inutile. Tragicamente e disperatamente inutile.

I brandelli della memoria gli vengono strappati via uno ad uno. Ogni cosa bella accaduta in passato viene tranciata; squartata; violentata e trasmutata in dolore, rimpianto e rabbia.

Così ti aggrappi all’ultimo, disperato pensiero fisso che ti è rimasto in testa, sperando che sia quello giusto per non impazzire.

Vendetta.

Se esco, riuscirò a rivederlo?»]

Vendetta.

[Forse.]

   
 
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