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Autore: Lady Neko Kadar    23/03/2015    0 recensioni
L’amore di una mamma è qualcosa che tutti desiderano, sia chi ha la fortuna di avere la propria madre, ma soprattutto chi per vie avverse non ha potuto goderne. In alcuni casi però si trova qualcuno in grado di sanare quasi completamente quel vuoto e, in questo caso particolare, la “festa della mamma” può diventare l’occasione per ringraziare quella persona estranea che è stato in grado di amare e di colmare anche solo di poco quella perdita.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fan fiction che pubblico su Tutor Hitman Reborn. Ho inaugurato questa cosa scrivendo qualcosa su una coppia che non mi piace. Sì, perché la mia OTP è la 8059 e molte coppie dove c’è Tsuna le guardo un po’ male (sono strana io); però ho trovato un’immagine (che ho caricato a fine capitolo) che mi ha fatto pensare molte cose dolci su Gokudera e Tsuna e non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa. Spero sia venuto bene e che possa piacervi. Chissà, magari scriverò qualcos’altro sulle coppie che non mi piacciono, mi danno più ispirazione… Anche se vorrei tanto riuscire a scrivere una 8059 come si deve >_< Ok, smetto con i capricci e vi lascio alla lettura.


L’8 maggio in Giappone si celebra la “festa della mamma”. Questa festività è presente in molti paesi ma a giorni diversi. In Italia cade la seconda domenica di maggio. Caso volle che quell'anno la seconda domenica del mese fosse proprio l'8 maggio. Molti bambini correvano per le strade a comprare dei regalini alle proprie mamme: chi prendeva dei fiori, colti in qualche prato o comprati dal fioraio, chi dei dolcetti, chi disegnini o letterine. Un ragazzo osservava questo via vai di bambini, soffermandosi su coloro che davano i propri pensierini alle mamme appena usciti da scuola. Diede un ultima occhiata scocciata agli scolaretti e, gettando il mozzicone di sigaretta, riprese a camminare. Ripensò alla suo passato, alla sua “festa della mamma”.
Egli smise presto di fare regali. Prima di compiere 8 anni, li faceva alla donna che credeva fosse sua madre. Lui e sua sorella Bianchi li consegnavano insieme. Hayato le regalava spesso fiori o poesie scritte di suo pugno, Bianchi invece i suoi dolcetti (avvelenati involontariamente). La loro madre sembrava sempre accettare più volentieri il regalo della bambina che quelli di Hayato, nonostante la pericolosità dei doni della maggiore. Si vedeva chiaramente quanto i sorrisi della donna nel leggere le parole del minore dei Gokudera fosse falso e forzato. Lei aveva sempre avuto una predilezione per Bianchi, ma Hayato era piccolo, aveva tutto quello che desiderava dagli uomini del padre da un punto di vista materialistico e non si accorgeva della differenza che faceva la donna tra i due fratelli. Si accorse di tutto solo l'anno in cui scoprì la verità e scappò di casa. Riuscì a interpretare quegli strani sorrisi ad ogni dono o gesto di affetto del piccolo, capì il motivo della freddezza della madre nei suoi confronti: lui era figlio di un'altra donna. Spesso aveva immaginato di dare quei regali alla sua vera mamma, che lo aveva amato nonostante la distanza e le bugie che era stata costretta a dirgli e sicuramente lei avrebbe apprezzato ogni parola scritta da lui, parole che aveva sprecato per una donna che lo aveva intimamente ripudiato. Non festeggiò più quella festa dal giorno della sua fuga.
Stava andando a pranzo a casa di Tsuna e passò davanti un negozio di fiori. Vide delle rose rosse bellissime, il fioraio gli disse che erano appena state colte. Gokudera tentennò per un po', poi decise di prenderle.
La porta di casa Sawada si aprì e sbucò la testa castana di Tsuna, che fece entrare il ragazzo. Erano passati circa due anni da quando Gokudera e Tsuna si erano conosciuti e l'italiano stava in casa di Tsuna ogni giorno ormai; tra i due si era creato un rapporto molto speciale che mai avevano immaginato potesse nascere. Gokudera aveva persino smesso di chiamare Tsuna, il suo Tsuna, con l'appellativo di "Decimo". Non era più solo il braccio destro o il migliore amico, era il suo compagno. Dopo essersi salutati, Tsuna accompagnò il ragazzo in cucina, dove si trovava anche la madre del castano.
- Buongiorno Hayato.
Il ragazzo era ormai diventato di famiglia e anche la donna lo chiamava per nome. Sentendo quel saluto, Hayato arrossì innaturalmente.
-Signora Sawada, questi sono per lei.
Le porse il mazzo di rose, senza guardare in faccia la donna. Da quando Gokudera era entrato in quella casa, Nana si era sempre presa cura di lui. Con gentilezza e sempre con un sorriso sulle labbra, naturale e vero. La madre del suo fidanzato era diventata la madre che mai aveva avuto.
-Buona festa della mamma, signora Sawada
Aggiunse imbarazzato quando la donna prese il mazzo. Forse per il rapporto che ormai si era formato tra lui e Tsuna e di conseguenza con la madre dell’altro ragazzo, forse perché quell’anno la festa italiana e quella giapponese erano coincidenti, fatto sta che passando davanti quel fioraio, aveva sentito l’impulso di prendere un dono per la donna che aveva cresciuto il ragazzo che amava e che lo aveva accolto in casa propria con gioia. “Se mio figlio è felice con te, allora sono felice anche io. So che sei un bravo ragazzo in fondo e che lo amerai come nessun’altro.” Aveva detto ai due ragazzi quando le confessarono la loro relazione. E da quel giorno Nana accudì anche lui con amore.
- Pensa tu, non ci ha pensato mio figlio e ci ha pensato il suo ragazzo.
Disse la donna, sorridendo radiosamente, cosa che fece arrossire di più il giovane, mentre Tsuna brontolava una scusa alla madre. Nana alzò il viso basso di Hayato e gli fece una carezza. Gokudera strinse i pugni, si era ripromesso di non commuoversi ma era difficile trattenersi. Tsuna e la madre conoscevano il passato di Hayato e sapevano che mai aveva ricevuto carezze così amorevoli da una donna.
- Penso sia arrivato il momento di chiamarmi mamma, come si fa con alcune suocere. Sempre se vuoi.
Gokudera spalancò gli occhi, poi li chiuse e abbassò il viso, non poteva più trattenere le lacrime e tentò di nascondersi facendo ricadere i capelli sciolti sulle guance. Nana abbracciò il giovane, il quale ricambiò la stretta. Si inebriò del profumo della donna, il profumo di casa, di mamma e che ricordava un po’ anche quello del suo amato. Tsuna, che era rimasto ad osservare in silenzio la scena, si aggiunse all'abbraccio.
-Siamo noi ora la tua famiglia.
Sussurrò, stringendo la madre e il compagno.




Note: Semplicemente spero vi sia piaciuta. Ammetto che il mio stile è forse troppo semplice, rispetto a cose bellissime che ho letto e leggo in questo fandom. Non scrivo spesso e non scrivo da molto tempo, però ho voluto provare a pubblicare questa piccola storia, tanto per riprovare dopo tanto tempo. Vi ringrazio per aver letto <3

Lady Neko Kadar
   
 
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