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Autore: Little Wings    23/03/2015    2 recensioni
"Bianca!"
Nico entrò nella loro camera d'albergo urlando. La ragazzina, nuovamente spaparanzata sul divano, sbuffò. Possibile che quel nanetto riuscisse sempre a interrompere i suoi momenti di relax?
Suo fratello le si parò davanti, coprendole la visuale e non lasciandole seguire il film.
"Cosa c'è?"
"Avevi detto che avremmo giocato!" disse Nico, incrociando le braccia al petto, sempre più imbronciato.
Bianca aveva sperato che si fosse dimenticato della sua promessa, visto che non aveva proprio un'ottima memoria. E invece se l'era ricordato. Era quasi sicura che si sarebbe ricordato qualsiasi cosa legata a Mitomagia, quel piccoletto.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bianca di Angelo, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Little Wings
Titolo: Di Mitomagia e favole della buonanotte
Fandom (PJO; HoO; Originale): PJO
Rating: Verde
Personaggi: Bianca Di Angelo, Nico Di Angelo
Genere/Avvertimenti: Fluff, Slice of life
NdA: Ero partita con un’idea totalmente diversa (un incesto tra gli Stoll), ma mi è piaciuto scrivere questa storiella. Ho immaginato come potrebbe essere stata la vita di Bianca e Nico al Casinò Lotus e mi sono divertita. Ma questo non interessa a nessuno.
I prompt che ho usato sono:
  • Litigio fra fratelli
  • Momento dolce fra fratelli
  • Fratello minore petulante
  • Fratelli che giocano insieme
  • Fratelli figli di Ade

Fratelli, comunque sia: 
http://freeforumzone.leonardo.it/d/10973186/Fratelli-comunque-sia-Percy-Jackson-Originali-/discussione.aspx
 
 


 

 

 
Di Mitomagia e favole della buonanotte
 
 

 


 
 
 
Avevano litigato.
Nico le aveva chiesto di giocare con lui a Mitomagia, ma Bianca si era rifiutata. Ci aveva giocato anche il giorno prima e non aveva voglia di perdere tempo con quell'insulso gioco anche quel giorno. Non capiva proprio come facesse suo fratello a non stancarsi mai, lei dopo appena dieci minuti passati tra figurine e statuette non ne poteva più.
Quindi, quando quella mattina Nico le aveva proposto di fare una partita, Bianca gli aveva detto che non sopportava quello stupido gioco. Inutile dire che il bambino se l'era presa e aveva cominciato a difendere il suo amato passatempo.
Alla fine, Bianca si era buttata sul divano, accendendo l'enorme televisore che era in dotazione in ogni camera del Casinò Lotus, senza più ascoltare ciò che stava dicendo suo fratello. Dopo un po' però anche Nico si era messo sul divano - era pur sempre un bambino di nove anni e adorava i cartoni che davano a quell'ora della mattina.
Bianca, di tanto in tanto, dava un'occhiata al fratello. Un po' le dispiaceva di avergli risposto in quel modo, ma era davvero stufa di dover passare le sue giornate appresso al fratello e al suo gioco mitologico.
Nico le teneva il broncio da mezz'ora, ormai - un record, visto che di solito gli passava tutto nel giro di una quindicina di minuti - e non accennava a volerle parlare.
"Neeks" lo chiamò quindi lei, appena la sigla finale del cartone riempì lo schermo della TV.
Il bambino voltò il capo per non guardarla in faccia, evidentemente deciso a non parlarle.
Bianca sospirò. Non le piaceva quando Nico si arrabbiava con lei. Gli mise una mano sulla spalla per farlo girare.
"Manca ancora un po' al tuo compleanno, ma penso che potrei darti ora il mio regalo"
A queste parole Nico smise di guardarla male, salvo poi ricordarsi che era ancora arrabbiato con lei e rimettere su il suo broncio. Bianca si alzò per prendere il regalo - nascosto nell'armadio della camera doppia che dividevano - mentre un sorriso le increspava le labbra. Non le era sfuggita l'espressione del fratello quando aveva menzionato il regalo. Era sicura che giocarsi la carta del regalo l'avrebbe aiutata.
Quando ritornò nella stanza dove Nico l'aspettava, vide che il bambino cercava inutilmente di mantenere il suo broncio, visto che la curiosità lo tradiva.
"Eccolo. Sono sicura che ti piacerà" gli disse, mettendogli tra le mani un pacchetto ricoperto alla bell'e meglio di carta verde - Bianca non era mai stata brava con il bricolage.
Nico lo scartò subito, impaziente di scoprire cosa contenesse. Quando si ritrovò tra le mani il contenuto del pacchetto, per poco non strozzò Bianca quando le saltò addosso per ringraziarla.
"É la versione Africa Estrema di Mitomagia! Grazie, grazie, grazie! Sei la sorella più migliore1 del mondo!"
Inutile dire che il bambino si era completamente dimenticato della loro precedente litigata. Nico stringeva il nuovo mazzo di carte con gli occhi che gli luccicavano.
"C’è anche il Catoblepa!" strillò contento, mentre studiava attentamente una carta.
Bianca intanto osservava la scena, contenta del risultato ottenuto.
"Sei ancora arrabbiato con me?" chiese al fratellino, anche se pensava di conoscere già la risposta.
Nico scosse la testa. La ragazzina non era sicura che avesse capito cosa gli aveva chiesto, ma non aveva certo intenzione di distogliere la sua attenzione dalle tanto amate carte da gioco. E così, quatta quatta, stava andando in camera per buttarsi sul letto.
"Bianca?"
Piano fallito.
"Cosa c'è?"
"Giochiamo?" le chiese Nico, sorridendo.
Bianca voleva prendere a testate qualcosa. Come aveva anche solo potuto pensare che regalandogli un nuovo mazzo di carte di Mitomagia, Nico l'avrebbe perdonata e lasciata in pace?
"Veramente volevo andare di là..." disse, pentendosene subito quando vide il sorriso di Nico sparire.
"Gioco oggi pomeriggio, ok? Promesso" aggiunse, quindi, dandosi mentalmente dell'idiota.
Nico esultò e l'abbracciò, contento. "Grazie, sorellona! Vado da Rob, allora"
A Bianca dispiaceva per Rob - uno dei tanti dipendenti dell'Hotel Lotus - a cui Nico aveva insegnato a giocare a Mitomagia, ma almeno non l'avrebbe scocciata per qualche ora.
"Ricordati che hai promesso di giocare!" urlò il bambino prima di chiudersi la porta alle spalle e catapultarsi giù dalle scale.
 
 
"Bianca!"
Nico entrò nella loro camera d'albergo urlando. La ragazzina, nuovamente spaparanzata sul divano, sbuffò. Possibile che quel nanetto riuscisse sempre a interrompere i suoi momenti di relax?
Suo fratello le si parò davanti, coprendole la visuale e non lasciandole seguire il film.
"Cosa c'è?"
"Avevi detto che avremmo giocato!" disse Nico, incrociando le braccia al petto, sempre più imbronciato.
Bianca aveva sperato che si fosse dimenticato della sua promessa, visto che non aveva proprio un'ottima memoria. E invece se l'era ricordato. Era quasi sicura che si sarebbe ricordato qualsiasi cosa legata a Mitomagia, quel piccoletto.
"Puoi aspettare cinque minuti?" chiese quindi, rassegnata all'idea di dover giocare con Nico.
Dopo un quarto d'ora, i due erano nel pieno del gioco, Bianca era prossima all’esasperazione mentre Nico continuava a riprenderla.
"No! Non puoi usare Zeus così!" strepitò a un certo punto, mentre Bianca si bloccava con la mano a mezz'aria, chiedendosi se fosse possibile sbagliare ogni mossa.
E ancora.
"Puoi usare solo Artemide, adesso" le disse, quando vide che stava per prendere in mano Dioniso.
Continuarono così per un po', alternando le sgridate di Nico agli sbuffi di Bianca, finché la fame non iniziò a farsi sentire, prepotente.
"Forza Neeks, mettiamo a posto e andiamo a mangiare" disse la ragazzina, alzandosi in piedi e assumendo il ruolo di sorella maggiore.
Il bambino mise a posto le sue cose, facendo attenzione a non rovinare le carte - protette da bustine trasparenti.
 
 
Dopo cena i due fratelli tornarono in camera, accompagnati dagli sbadigli di Nico.
"È ora di andare a letto" gli disse Bianca, mentre prendeva il pigiama del fratello.
"Ma io non ho sonno" ribatté quest'ultimo, tradendosi con un sonoro sbadiglio.
"Lo vedo"
Bianca lo aiutò a cambiarsi e poi si diresse verso il bagno, ma la voce di Nico la fermò.
"Bianca?"
"Dimmi"
Il bambino si guardò le mani per qualche secondo prima di parlare. "Tu mi vuoi bene?"
La ragazzina spalancò gli occhi, incredula. Si sarebbe aspettata di tutto, ma questo no. Come gli venivano in mente certe domande?
"Certo, Neeks, come puoi pensare che non ti voglia bene?" gli chiese a sua volta, avvicinandosi a lui.
"Ti faccio sempre arrabbiare e dopo tu mi sgridi e io non voglio. E poi ti chiedo sempre di giocare con me e a te non piace Mitomagia" mormorò.
Bianca addolcì lo sguardo, abbracciando il fratellino, mentre gli accarezzava la testa.
"Io ti voglio bene. Ti voglio un mondo di bene. E comunque tutte le famiglie litigano, non solo noi. L'importante è esserci l'una per l'altro quando ce n’è bisogno, no?"
Nico annuì, ricambiando l'abbraccio della sorella.
"E io ci sarò sempre per te, anche quando non saremo vicini fisicamente"
Rimasero abbracciati per un po', con Bianca che gli carezzava i capelli neri, scostandoglieli dalla fronte quando ricadevano.
"Bianca?"
La voce infantile di Nico ruppe la loro bolla di dolcezza, riportandoli alla realtà.
"Cosa c'è?"
"Mi racconti una storia?"
"Ecco perché mi hai chiesto se ti voglio bene! Sei un birbante!" disse Bianca, pizzicandogli una guancia.
"Non è vero!" disse Nico.
"Lo so, lo so. Stavo solo scherzando" lo rassicurò la sorella, scompigliandogli i capelli. "Che storia vuoi che ti racconti?"
Nico si districò dal loro abbraccio per alzare il suo cuscino e prendere ciò che vi era sotto. Quando si girò verso la sorella, teneva tra le mani un libro. Era un vecchio libro di storie, con la copertina verde scuro. L'angolo in basso a sinistra era rovinato dal tempo e dall'uso. Era una delle poche cose che avevano - insieme al cappello verde di Bianca - della loro vita prima di arrivare al Casinò Lotus. Gliel'aveva regalato la loro mamma anni prima e lo custodivano come il più prezioso dei tesori.
Bianca sorrise quando riconobbe il libro e lo prese, pronta a leggere una storia al fratellino.
"Allora" iniziò, mentre apriva il libro sulla pagina dell'indice "che storia vuoi che ti legga?"
"Quella del buio" rispose subito Nico, mentre si metteva comodo sotto le coperte, mentre Bianca sfogliava le pagine alla ricerca della storia che le aveva chiesto.
Se la ricordava bene, quella storia. La leggeva spesso a Nico, come prima di lei faceva sua madre. Era grazie a quella storia se suo fratello aveva superato la paura del buio.
"Il piccolo David era nel suo letto, nella stanza che divideva con sua sorella Sarah, ma non riusciva a dormire. Tutto intorno a lui era buio e aveva tanta paura.
"Sarah" chiamò. "Sarah"
La sorella però non rispose, visto che stava dormendo.
Allora David chiuse gli occhi cercando di dormire. La paura del buio però era troppa e non riusciva a chiudere occhio. Allora si alzò, avvicinandosi al tavolino rosso e bianco che avevano in camera. Sul tavolo c'erano dei tubetti di colore. Il piccolo David prese il tubetto blu, lo aprì e versò il colore sul tavolo. Poi prese un pennello e lo intinse nel colore. Si mise a colorare il buio. Una pennellata blu, poi verde, poi rossa. Gialla, viola, azzurra. Ben presto il buio diventò meno spaventoso, colorato com'era.
 Allora David tornò a letto, sorridente. Ormai il buio non gli faceva più paura.2"
Bianca chiuse il libro.
"Un'altra, leggimene un'altra" mormorò Nico, anche se ormai gli occhi gli si chiudevano da soli.
"Dormi" gli sussurrò lei, lasciandogli un bacio in fronte.
Poggiò il libro sul comodino e spense la luce della camera, per lasciar dormire il fratello.
"Buonanotte, Bianca"
"Buonanotte, Neeks"
 
 
 
 
 
 
1so che non si dice "più migliore", ma di solito da piccoli si tende a fare sbagli del genere.
2questa storiella non è mia, l’ho presa da qui http://www.ibambini.org/la-stanza-magica.html e l’ho riscritta, modificando i nomi dei bambini.
 





 
  
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