Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Emma Bennet    23/03/2015    11 recensioni
Bellamy/Clarke ♥ | Raccolta di one-shot | Ambientazione varia
#1 Like the stars that shine:
La prima volta che l'hai vista, hai sette anni, mentre lei ne ha solo cinque. [...] Se ne sta seduta in un angolo, l'espressione imbronciata e le mani sulle guance; indossa un vestito da principessa rosa confetto e, con i riccioli biondi a incorniciarle il viso, pensi che è proprio così che dovrebbe essere una principessa. [...]
«Io sono Clarke, comunque»
«Bellamy» rispondi, sorridendo a tua volta.

#2 Only know you love her when you let her go:
Pensavi di essertelo meritato, questo drink, e invece a quanto pare sbagliavi [...] Tu non hai vinto. Il prezzo da pagare è stato alto, forse troppo alto, e adesso ti ritrovi a doverlo pagare da solo perché lei se ne è andata e tu l'hai lasciata andar via.
Clarke.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Wildest Dreams.








#2. Only know you love Her,
when you
let her go.


Prompt: Let Her Go | Bellarke ♥ (Bellamy/Clarke) | Post!seasonfinale | Spoiler! | Verde | Angst, Introspettivo

 

 


 

Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti – per entrar nel buio.

La Bufera, Eugenio Montale

 

 

I heard an unhappy ending
It sort of sounds like you leaving

Piledriver Waltz, Alex Turner



 

 

 

 

 

 

 

Fissi il bicchiere in silenzio, il tuo riflesso che ti guarda di rimando dalla superficie del liquido ambrato. Pensavi di essertelo meritato, questo drink, e invece a quanto pare sbagliavi.
Senti i rumori del campo provenire da fuori alla tua tenda, dove tu ti sei rintanato. Senti urla, chiacchiere, schiamazzi. Senti risate, le risate di sollievo di chi è tornato a casa sano e salvo, le risate di chi ce l'ha fatta. Le risate di chi ha vinto.
Ma tu non hai vinto. Il prezzo da pagare è stato alto, forse troppo alto, e adesso ti ritrovi a doverlo pagare da solo perché lei se ne è andata e tu l'hai lasciata andar via.
Clarke.
Adesso dovrebbe essere qui a bere con te e, se chiudi gli occhi, riesci a vedere il suo viso, i suoi occhi così azzurri e limpidi, e il suo sorriso, e hai come l'impressione che la tua memoria non riesca a rendere davvero giustizia alla sua bellezza. Riesci persino a sentire la sua voce, il suo tono basso e sempre un po' roco, la sfumatura confidenziale che usava quando parlava con te, la passione che infervorava tutti i suoi discorsi.
Solo lei potrebbe sapere cosa stai provando in questo momento, solo lei potrebbe capire cosa ti passa per la mente, eppure lei non c'è. È andata via, ed è chiaramente colpa tua, perché non hai saputo trattenerla, perché non eri abbastanza, perché tutto quello che tocchi sembra rovinarsi e distruggersi.
Deglutisci, prendendo un altro sorso dal bicchiere, e ti passi stancamente la mano sugli occhi, cercando di allontanare i pensieri. Fallisci miseramente. Tutto è ancora troppo vivido e presente, e le ultime ore sembrano ripetersi incessantemente nella tua testa, come se fossero in loop.
Il tuo cuore è spezzato ma, a dire il vero, è tutto il corpo a farti male: avverti il dolore in ogni ossa, ogni centimetro di pelle, ogni muscolo, ogni molecola e tutto, indifferentemente, sente la sua mancanza: manca al tuo stomaco come al tuo cervello, al sangue che ti scorre nelle vene come al tuo fegato.
Non sai se sei più furioso o devastato. Furioso, perché Clarke ti ha abbandonato, ti ha lasciato da solo, pensando al suo dolore e non al tuo, a quello che avresti provato per le tue azioni. A quello che avresti provato per la sua assenza. Devastato, perché lei se ne è andata appena da un paio d'ore e tu già non sopporti più la sua mancanza. Perché sì, già ti manca.
Avverti la tua anima come se fosse dilaniata, perché sei arrabbiato con te stesso per averla lasciata andare, per non aver provato a fermarla, eppure sai perché hai agito in questo modo. Perché, in fondo, la capisci. Voi vi capite sempre, ed è stato così da subito, anche quando lei neanche ti piaceva. Sai che lei aveva bisogno di stare da sola, per sé stessa, per riprendersi da quello che aveva dovuto fare, per ritrovarsi.
Ma questo non è l'unico motivo per cui l'hai lasciata andare, no. L'hai lasciata andare perché la ami.
Non sai quando è cominciata questa storia, forse quando l'hai vista davvero per la prima volta, e non soltanto guardata. Quando ha finito Atom al posto tuo, come atto di empatia e misericordia. L'hai vista davvero, e hai visto tutta la bontà e la forza che portava dentro di sé.
O forse quando ha dichiarato che sareste stati voi due a fare le regole, e tu l'hai implicitamente riconosciuta come tua co-leader. Magari è stata quella volta in cui ti ha assolto dai tuoi peccati e ti ha perdonato – esattamente come tu hai provato a fare con lei poco prima – oppure quando l'hai vista spezzarsi davanti a te, con la convinzione che sua madre fosse morta. O quando hai avuto paura che i terrestri volessero ucciderla, o quando ha avuto la forza di compiere le scelte più difficili. Forse è stato quando è corsa da te, dopo aver fatto ritorno al Campo, e ti ha abbracciato stretto, come se non volesse più lasciarti andare. Oppure è stata quella volta in cui ti ha detto di non poterti perdere.
Troppi ricordi affollano la tua mente, e tu non sai dire con esattezza quando hai iniziato ad amarla, ma sai che è così, finalmente ne hai la consapevolezza. Perché se è da tempo che sai di provare qualcosa per lei, è la prima volta che ammetti anche solo a te stesso che si tratta di amore. Amore. Sentimento che non pensavi di poter provare più perché eri convinto che avresti amato sempre e solo Octavia, e invece no. Per l'ennesima volta, Clarke ti ha provato che avevi torto, anche su questo.
Perché tu la ami, e l'hai realizzato a pieno quando l'hai lasciata andare, nonostante sapessi che ti avrebbe spezzato il cuore, nonostante sapessi che ti saresti sentito perso senza di lei, nonostante non era quello che volevi, l'hai lasciata andare. Perché era quello che voleva lei.
Finisci il contenuto del tuo bicchiere e lo lasci lì, in un angolo della tua tenda, abbandonato a se stesso, proprio come te. Ti accucci sul tuo sacco a pelo, raggomitolandoti in posizione fetale e, per la prima volta dopo tanto tempo, ti senti immensamente giovane, tu che giovane non lo sei mai stato perché troppo presto hai dovuto farti carico di innumerevoli responsabilità.
Rimani a fissare il soffitto al buio, aspettando che smetta di girare vorticosamente a causa del troppo alcol che hai ingurgitato nella speranza che ti potesse aiutare ad annegare i pensieri. Non ci è riuscito, perché i pensieri sanno nuotare fin troppo bene.
Ti senti come se fossi svuotato, la riva secca di un fiume che non esiste più, il ricordo sbiadito di un qualcosa che avrebbe potuto esserci ma che non si è concretizzato.
Provi a chiudere gli occhi, e di nuovo l'immagine di Clarke si affaccia dietro le tue palpebre.
«Penso che ci meritiamo un drink»
Lei rimane seria, lo sguardo fisso sul Campo e non su di te.
«Prendine uno anche da parte mia»
Tu ti immobilizzi, mentre un brutto presentimento ti fa stringere lo stomaco.
«Ehi» mormori «Possiamo superarla», e quello che non dici è “possiamo superarla
insieme”, e quella parola non detta resta sospesa nell'aria.
Lei scuote leggermente la testa.
«Io non vengo»
Tu non sei sicuro di aver sentito bene. Ti si mozza il respiro quando capisci che è seria.
Ti volti verso di lei, mentre avverti qualcosa che ti fa bruciare gli occhi, qualcosa di umido che non sei abituato a sentire.
«Se hai bisogno del perdono, allora è quello che ti darò» le dici, citando una frase che ti rivolse lei, anche se sembra esser passata una vita da allora.
Lei ricambia il tuo sguardo, e tu ti perdi nei suoi occhi.
«
Sei perdonata»
La tua voce trema, ma speri che il messaggio le arrivi lo stesso. Clarke torna a spostare lo sguardo, facendolo vagare lontano da te.
«Per favore, vieni dentro»
La tua voce è ridotta a un sussurro, ma non ti importa. Sei disposto a pregarla, pur di non farla andar via: il tuo orgoglio più aspettare.
«Prenditi cura di loro da parte mia»
Il significato che quelle parole lasciano intendere si fa largo dentro di te, e tu ti rifiuti di accettarlo.
«Clarke...» cominci, ma lei ti interrompe.
«Vedere le loro facce, tutti i giorni, non farà altro che ricordarmi cosa ho fatto per farli arrivare qui»
«Cosa
abbiamo fatto!» la correggi «Non devi affrontare tutto questo da sola»
Lei abbassa lo sguardo, ma tu non smetti di fissarla neanche per un istante.
«Porterò io questo fardello, così non dovranno farlo loro» ti risponde.
Riconosci le lacrime che ti annebbiano la vista, ma non te ne vergogni. Sai che devi avere l'aspetto di un disperato, ma è esattamente così che ti senti.
«Dove andrai?»
Lei si stringe nelle spalle.
«Non lo so»
Tutto quello che vorresti dire rimane bloccato da qualche parte nella tua bocca, fra la lingua e i denti, e così resti a fissarla in silenzio.
Lei si alza sulle punte dei piedi e ti posa un bacio sulla guancia, e tu ti accontenti di stringerla a te più forte che puoi, ma è un abbraccio effimero, troppo breve rispetto a quello che vorresti.
«Spero che ci rincontreremo» la senti mormorare sul tuo collo, subito prima di staccarsi. Ti lancia un ultimo sguardo, per poi darti le spalle e allontanarsi.
E tu resti lì, immobile, a guardarla andar via. Da solo con le tue lacrime, la tua sofferenza, i tuoi sogni infranti, le tue parole non dette, le tue speranze calpestate, i tuoi errori non riparati, il tuo perdono non accettato e il tuo amore non divulgato. Quell'amore che hai custodito e coltivato, giorno dopo giorno, come il più grande dei tuoi segreti, e che ha finito per divorarti vivo con tutti i tuoi sbagli.
«Spero che ci rincontreremo» sussurri, a nessuno se non a te stesso, gli occhi fissi nel vuoto.
Si dice che se ami davvero qualcuno, devi lasciarlo andare, ed è quello che hai fatto tu.
È stato nel momento in cui l'hai vista andar via che hai capito di amarla e, per tanto, l'hai lasciata andare.

Scuoti la testa, come per cercare di allontanare il flashback che ti si è presentato davanti, e cambi posizione. Ti giri su un fianco con un sospiro, e chiudi di nuovo gli occhi, chiedendoti quanto tempo ti ci vorrà prima che Clarke smetta di essere l'ultima persona alla quale penserai prima di addormentarti.










Author's Corner: rieccoci qui, e inizio subito con il ringraziare tutti coloro che saranno riusciti ad arrivare a questo punto <3 Non credo ci sia molto da spiegare su questa fic, che in realtà non doveva neanche esistere XD Infatti, nella mia mente, la seconda fanfic (che a questo punto è diventata automaticamente la terza) avrebbe dovuto essere una future!fic, sempre post!seasonfinale, ma non un'introspettiva (anche perché io odio scrivere introspettive, dal momento in cui non mi reputo capace XD), ma ho come sentito il bisogno di buttare giù i pensieri di Bellamy dopo la decisione (alquanto discutibile, dal mio punto di vista, ma vabbè) di Clarke di andarsene. 
Spero tanto di non aver combinato un disastro, come vi ho già detto non credo di essere brava con le introspettive, ho sempre paura di renderle troppo lente e ripetitive, quindi fatemi sapere che ne pensate >.<"
Qualche piccola informazione: il prompt è ovviamente "Let her go" di Passenger (credo la conosciate tutti XD), le citazioni iniziali sono tratte: una dalla mia poesia preferita in assoluto di Montale, La Bufera, tratta dall'omonima raccolta (vi consiglio calorosamente di leggerla), l'altra da un pezzo di Alex Turner (grande amore della mia vita) tratto dalla colonna sonora del film "Submarine", e per coloro che non masticano bene l'inglese, la traduzione (non letterale) è: "ho sentito che un 'vissero infelici e scontenti' ha l'aspetto di te che te ne vai". In ogni caso, ascoltate questa canzone e ascoltate tutta la discografia di Alex e degli Arctic Monkeys, che è cosa buona e giusta! Infine, vorrei segnalare che la parte finale della fanfic ([...] chiedendoti quanto tempo ecc ecc) è ripresa da un passo del libro The 100 di Kass Morgan, ed è appunto tratto da un POV di Bellamy ed è riferito a Clarke. 
Per quanto riguarda la traduzione del "May we meet again" ho deciso di non renderla tradottra alla lettera perché "fa' che ci rincontreremo" mi fa troppo cagare.
In conclusione, prima di annoiarvi oltre, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto, inserito fra le seguite o fra i preferiti, siete stati tantissimi *OOO* sono molto emozionata. Un ringraziamento particolare va, inoltre, alle bellissime persone che hanno recensito: Mysterious Labyrinth, Sonskin, lilyhachi, Marti Lestrange, Rose River, miatersicore23, MiakaHongo, MelBlake, tanto amore per voi!!!
Spero deciderete di lasciarmi un commento, la vostra opinione è molto importante per me, e critiche e consigli sono ben accetti <3
Un bacione,

Emma  
 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Emma Bennet