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Autore: didi_95    24/03/2015    6 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alzati, testardo di un nano!




Non mi ero mai soffermato a pensare a tutta la mia vita, non ho mai riservato un momento, anche se breve, in cui poter ripensare a tutte le mie azioni passate, alle decisioni, più o meno giuste, prese e portate a termine.
Credo che non lo faccia quasi nessuno...la cosa non sembra essere importante, non è importante fino a che non ti rendi conto che invece lo era..e troppo.
Non è importante fino a che non serve..e adesso serve, ma è troppo tardi perché io possa farlo come vorrei..è troppo tardi per mantenere promesse ed anche per dire addio.
L'oscurità, finora fitta davanti ai miei occhi, si dirada, lasciando il posto ad una visione sfocata del mondo..un mondo che mai avrei voluto vedere, terribile e crudele nella sua violenza, un mondo che non vorrei mai i miei figli conoscessero.
Puntati su di me, ci sono due occhi vuoti e spenti...occhi vitrei di cadavere.
Anche i miei diventeranno così dopo?
Mi costringo a non guardare il volto martoriato ed insanguinato del proprietario di quegli occhi che un tempo hanno brillato, non guardo perché voglio che il cadavere resti cadavere; se, osservandolo, lo riconoscessi, un altro pezzo del mio cuore si incrinerebbe.
Troppi nani sono morti qui, di troppe morti sto portando il peso...
Ma cosa importa ormai? Dato che anche io tra poco sarò il peso di qualcuno?
Il rumore comincia ad aggredirmi di nuovo..urla: animalesche urla di orchi mescolate a quelle di battaglia dei nani, ormai velate di disperazione.
Perché sono ancora qui?
Perché la mia anima arresa non ha già lasciato questo orribile teatro di morte?
Io mi sono arreso..voglio morire, non ho più la forza di combattere né di vedere i miei compagni di una vita soffrire e morire..sono tanto stanco.

Un nano non si arrende, un nano combatte!

La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita.
Insieme ai sensi, è tornato anche il dolore; la schiena mi brucia, come lambita da fiamme, sulle mie dita la sensazione appiccicosa del sangue.
Non posso, Dìs...non ci riesco, fa troppo male.

Senti da che pulpito viene la predica!
Non sei tu quello che mi ha insegnato a non arrendermi mai?
Alzati, testardo di un nano!


Le mie labbra spaccate e riarse si stirano in un sorriso...proprio quello che mi sarei aspettato di sentire.
La ferita alla schiena continua a bruciare.
Tutto questo calore...mi ricorda un giorno lontano, quando molti meno anni pesavano sulle mie spalle.
Un giorno in cui credevo che la mia vita sarebbe stata lunga e tranquilla, in cui ero molto lontano dall'immaginare la piega che avrebbero preso gli eventi. D'altronde gli incidenti non si annunciano e non si sa mai cosa ci aspetta fuori dalla porta.
Io certo non credevo che, proprio quel giorno, iniziato tranquillamente come tutti gli altri, ci sarebbe stato un incendio alle fucine dove lavoravo.
E' bello ricordare il passato, è un altro modo per dimenticare il presente...e almeno così il bruciore alla mia schiena non è più dovuto alla lunga freccia che vi è ancora conficcata, ma alle alte fiamme della fucina.
Non c'è più nulla di così grave, non c'è più nemmeno il pensiero della morte, perché adesso sono giovane e non ci penso due volte a buttarmi nel fuoco per salvare i nani che sono rimasti intrappolati lì dentro.
Posso quasi vedere l'azzurro del cielo al di là del fumo nero che circonda gli edifici.
Posso quasi fare in modo che le urla intorno a me si trasformino in quelle di quel giorno, le urla spaventate di quei nani che mi avevano preso per le spalle per impedirmi di procedere..le voci di quelli che mi gridavano: .....

Fermati! Jari, ti prego! Ti prego.....
Non oltrepassare quella porta, quel limite!
Altrimenti non potrai mai più tornare indietro..non potrò più fermarti se lo superi.
Se non vuoi farlo per te stesso, fallo per me e per i tuoi figli!
In nome di tutto quello che abbiamo vissuto insieme...in nome della promessa che hai fatto a Fili, non andare là dove non posso seguirti!
Se proprio devi morire, fallo combattendo! Non per tua scelta!
Torna alla vita! So che puoi farcela...
Ti prego amore mio...fermati! Torna indietro.......

L'urgenza nella sua voce...la disperazione che gronda dalle sue parole.
E' questo che mi ha colpito all'inizio: non ho pienamente compreso il loro significato, solo adesso i pezzi si ricompongono, come in un grande puzzle che stavo smarrendo.
Rabbrividisco.
Quanto è facile perdere le fila della vita, quando la morte incalza da vicino.
E' troppo facile dimenticare chi siamo. Ci ero quasi riuscito.
I ricordi si affollano dentro di me, questa volta però senza sostituirsi al presente.
Ho un figlio...qualche giorno fa disegnavo con lui gli schizzi di una montagna, anzi: della Montagna.
Ho una moglie...qualche giorno fa ero disteso con lei, assaporando i suoi baci ed accarezzandole la pancia...la gravidanza era quasi al termine quando sono partito.
Questo vuol dire...che ho un altro figlio..o figlia.
Non mi importa di tutti i presagi di Oin; può predire quello che vuole, so che è un maschio, lo so e basta.
Non posso andarmene..come ho potuto anche solo pensarlo?
Non posso abbandonarli, ci sono troppe cose che devo ancora fare con la mia famiglia.
Adesso osservo il cadavere del nano davanti ai miei occhi, lo faccio attentamente.
Il colpo è forte, anche se ero preparato.
Lo conosco...abita...abitava a due case dalla nostra, aveva due figli ed una bellissima moglie, uno dei pochi nani sposati e con figli negli Ered Luin.
Purtroppo posso vedere anche la lurida lama che lo ha ucciso, gli trapassa il torace da parte a parte.
Trattengo le lacrime, adesso non sono quelle che mi aiuteranno.
Solo la rabbia può farlo.
Deve essere morto all'improvviso, sicuramente non ha avuto il tempo di pensare a nulla. Se fosse stato al mio posto avrebbe ringraziato Mahal.....
Se gli avessero dato una possibilità di scelta, non l'avrebbe afferrata come un assetato davanti ad un bicchiere d'acqua?
Non si sarebbe rialzato nonostante il dolore in nome dei suoi affetti?
Ed io che cosa sto facendo?
Non si può rifiutare la vita, anche se a volte la morte è la via più facile da seguire.
Perdonami Dìs...devo ringraziare il lato di te che hai lasciato nella mia anima, altrimenti me ne sarei già andato.
Aspetto qualche attimo, ma la voce non si ripresenta; ha esaurito il suo compito ormai.
Ora è solo su di me che dovrò contare..forza, testardo di un nano!
Alzati da questa roccia e sta' attento agli orchi che certo non ti daranno il bentornato!
Sento di nuovo il mio corpo; la vita che, dolorosa, riprende a scorrere dentro le mie vene.
Mi aggrappo a questa sensazione con le unghie e con i denti, non la lascerò di nuovo scivolare via...posso scommetterci.
Facendo un respiro profondo cerco di muovermi.
Per Mahal quanto è difficile......
Un passo alla volta, prima le braccia. Il destro si muove al mio comando, anche se con un po' di difficoltà.
Subito la mia mano corre alla schiena, trovando il legno della freccia che sporge dalla mia carne.
Riunendo tutte le mie forze, stringo i denti e strappo.
Il lampo di dolore distribuisce di nuovo l'oscurità davanti ai miei occhi, ma per poco.
Grazie al dolore, i miei sensi ora sono quasi del tutto svegli.
Con un lieve grugnito, getto via la punta di freccia grondante sangue rosso vivo, non senza darle una breve occhiata...grazie a Mahal ho avuto fortuna, non è avvelenata.
Poi mi accorgo del sangue..ne sto perdendo troppo, ho bisogno di qualcosa con cui fasciarmi.
Mi guardo velocemente intorno, cercando anche di non dare troppo nell'occhio: vedo orchi e nani combattere poco lontano.
La mia cotta di maglia è strappata e praticamente inservibile; non è più in grado di proteggermi.
Lo sguardo mi cade sul nano morto davanti a me..non riesco a ricordare il suo nome.
Strisciando mi avvicino a lui e, con un sospiro, sciolgo la sua cotta di maglia, intatta se non per lo squarcio lasciato dalla lama, e la tiro verso di me.
< A te non servirà nelle sale di attesa...amico mio. > sussurro.
Subito dopo, noto qualcosa che può fare al caso mio: accanto al cadavere giace abbandonato uno stendardo..su di esso sono ricamati un corvo ed un ariete: simboleggiano le case alleate di Balin e Thorin.
La stoffa è sporca e lacerata e riflette forse le sorti attuali della battaglia.
Chissà dove sarà ora Thorin..e Frerin..Balin..Dwalin..
Non posso pensarci adesso.
Sempre con studiata lentezza, afferro una parte della stoffa, che in origine avrebbe dovuto essere blu con ricami rossi ma adesso è di un grigio indefinito, la strappo con forza fino a ricavarne una lunga benda, certo ben lungi dall'essere sterile ma meglio di nulla, e la avvolgo intorno alla schiena, annodandola stretta.
Soffoco un gemito, ma almeno l'emoraggia sembra essere cessata.
A fatica, mi infilo la cotta di maglia, dopo averla allacciata alla meglio; le dita della mano sinistra sembrano non volermi obbedire, ogni volta che le piego, una fitta lacerante mi percorre il braccio fino alla spalla.
La cosa si chiarisce quando noto un livido violaceo sull'avambraccio..devo avere qualche tendine danneggiato.
Guardo di nuovo gli occhi del nano steso accanto a me, occhi che non potranno vedere crescere i suoi figli, o invecchiare sua moglie.
Questa volta permetto alle lacrime di bagnarmi le guance, egli si merita il compianto di qualcuno come lui..qui e ora.
Poi, dopo avergli chiuso gli occhi, stendo sul suo volto ciò che rimane del nostro stendardo.
Non so quanto sia utile tutto questo, vista la quantità di nani morti su queste rocce, ma mi piace pensare che anche questo luogo possa così ricordare un po' di umanità oltre le disumane stragi che vi si stanno compiendo.
Questo nano di cui non ricordo nemmeno il nome diventa per me il simbolo di tutti i nani che sono morti e che moriranno oggi, forse io con loro...ma che importa?
Ho scelto di continuare a combattere.

Rivolgendogli un ultimo sguardo, sussurro:
< Oggi combatterò anche per te..fratello mio. E la casa di Durin sarà fiera di noi, come le nostre famiglie. >
Stringo la mia spada nella mano destra, quella funziona grazie a Mahal...barcollando mi metto in ginocchio e poi in piedi.
Subito un orco gigantesco mi vede e si getta su di me, ma prima che io possa mettere alla prova il mio coraggio, la bestia crolla a terra, trafitta da una freccia.
Una voce conosciuta vibra alle mie spalle, stanca ma tonante.
< Jari! Ma allora sei vivo! >
Mi volto trepidante e mi trovo davanti Frerin, la lunga chioma scura impastata di sangue nero e rosso. A parte un lungo taglio che gli divide in due il sopracciglio destro scendendo fino alla guancia, sembra stare bene.
< Frerin....- mormoro - ci è mancato poco in realtà.. >
Il nano sorride:
< Vieni! Raggiungiamo mio fratello...i nani si stanno riunendo! >
Mentre lo seguo, cercando di trovare un'andatura un po' meno barcollante, non posso non soccombere alla mia mente che mi riporta indietro nel tempo cercando di tirare le fila della mia vita, cosa che non ho mai fatto.
E' vero che questo accade poco prima della morte?
Mi sento ancora troppo vivo per rifletterci.



NdA:
Salve a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto:D
Volevo avvertire che questa storia sarà un approfondimento sulla coppia Jari-Dìs di cui avevo già parlato nella mia storia precedente: "Ti ho visto nascere".
Che altro dire? Vi ringrazio anticipatamente, è bellissimo tornare con una nuova storia!!
Un ringraziamento speciale va anche a zebraapois91: grazie carissima per il tuo sostegno<3
E ringrazio anche CrisBo che mi ha messo questa idea in testa<3
Un saluto a tutti e alla prossima, aspetto con ansia le vostre opinioni:)
Diletta
   
 
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