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Autore: Alexiel Mihawk    17/12/2008    7 recensioni
Grimmauld Place era un disastro.
Completamente piena di polvere, abitata da inquilini magici indesiderati.
Sirius, quando l’aveva vista dopo anni di prigionia, disperato all’idea di dover pulire quel porcile, si era infilato le mani nei capelli.
Pessima idea, visto che le dita erano rimaste incastrate tra i riccioli ribelli e trascurati.
Terza classificata al Lookin' For Lonliness indetto dal CoS
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Hermione, Granger, Sirius, Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Present.

 


Grimmauld Place era un disastro.
Completamente piena di polvere, abitata da inquilini magici indesiderati.
Sirius, quando l’aveva vista dopo anni di prigionia, disperato all’idea di dover pulire quel porcile, si era infilato le mani nei capelli.
Pessima idea, visto che le dita erano rimaste incastrate tra i riccioli ribelli e trascurati.
L’unico elfo domestico della casa l’aveva guardato in cagnesco, per poi insultarlo subito dopo.
Diretta conseguenza di tutto il trambusto che si era venuto a creare, era stato che la dolce e amorevole mamma Black si era svegliata dal suo sonno, un sonno che durava oramai da lungo tempo, per iniziare a rendere la vita del figlio un inferno.
Ora, a distanza di un anno dal ritorno di Sirius Black, a casa sua nulla era mutato.
Non si poteva certo pretendere che un uomo, per di più scapolo, fosse dedito ai lavori domestici.
Figuriamoci, poi, un Black, abituato ad essere servito o, in alternativa, a vivere come un cane, nel senso più letterale del termine.
 

L’uomo si passò una mano sul volto.
Gli occhi dello stesso colore del ghiaccio guizzarono per la stanza, scrutandone ogni particolare, alla ricerca disperata di una soluzione.
La soffitta di quella casa assomigliava vagamente a un magazzino, disdicevole imprevisto, giacché Molly Weasley voleva che tutte le stanze della casa fossero pulite e ordinate.
- Fai sparire tutto ‘sto ciarpame, Sirius – gli aveva detto.
Che poi, diamine, nemmeno fosse stata casa sua.
Diciamocelo, la signora Weasley, come tutti i membri della sua famiglia, non sapeva proprio cosa volesse dire farsi un padellino di cazzi propri.
Si appoggiò allo stipite della porta, cercando di decidere da che parte iniziare.
Poteva fare evanescere tutto, però, nel caso ci fosse stato qualcosa di importante, qualche ricordo, sarebbe andato perduto.
Roteò gli occhi al cielo e si fece coraggio, da qualche parte doveva pur iniziare.
Si rimboccò le maniche e si sedette a terra di fronte a un baule di legno scuro.
Quando lo aprì, si sollevò una nube di polvere bianca che andò a depositarsi sui suoi vestiti già vecchi.
All’interno, alcuni grossi libri di qualche secolo prima facevano la loro misera figura, rosi dalle tarme e logorati dal tempo. Chissà, magari Hermione li avrebbe apprezzati, anzi, li avrebbe sicuramente apprezzati visto che avevano le pagine, erano fatti di carta e avevano l’aria di essere noiosi quanto una lezione di Piton.
Sirius perse quasi subito interesse, il suo sguardo annoiato si posò su alcune vecchie pozioni, che chissà chi aveva preparato e lasciato lì. Magari Harry avrebbe potuto avvelenarci Malfoy con una di quelle, ma dubitava che il suo scrupoloso figlioccio potesse fare una cosa simile.
Si lasciò cadere all’indietro sul pavimento.
Chiuse gli occhi per un secondo, quando li riaprì, invece di vedere le travi di legno scuro che attraversavano il soffitto, si trovò di fronte al vecchio muso di quella palla al piede di elfo domestico che si ritrovava.
- Oh, cielo! – borbottò rimettendosi stancamente a sedere – Che cavolo vuoi, Kreacher? –
- Il padrone non deve buttare via nulla, questo è il tesoro della nobile famiglia Black. Il padroncino, traditore del suo sangue, non deve dare ascolto alla vecchiaccia coi capelli rossi! Weasley, tutti traditori, traditori, babbanofili! Ah se la povera signora Black vedesse questa casa adesso! –
Sirius roteò gli occhi al cielo.
Lo uccideva. Adesso lo uccideva.
In fondo, se la prozia Elladora poteva tagliare le teste agli elfi oramai troppo vecchi per appenderle in salotto, avrebbe potuto farlo anche lui, chissà se avrebbe continuato a propinargli quelle sparate sul sangue Black anche da morto.
Ghignò guardandolo storto.
Kreacher evidentemente se ne accorse, perché, dopo avere sputato per terra, sparì borbottando.
L’uomo scoppiò a ridere, una risata che sembrava più il latrato di un cane che altro e che attirò, come il miele attira le mosche, i due gemelli Weasley.
Fred e George apparvero all’improvviso sulla soglia della stanza, diedero una rapida occhiata a tutto il ciarpame accumulato e decisero che frugare nella soffitta cadente dei Black era più interessante che staccare Doxy da tende puzzolenti.
- Che ci fate qui voi due? Se Molly si accorge che non state pulendo le tende poi se la prende con me –
- Tranquillo Sirius – esclamò Fred [che però forse era George] – Siamo qui per aiutarti! –
- Esattamente! – continuò George [che però poteva benissimo essere Fred] – Metteremo a soqquadro l’intera soffitta! Cioè, in ordine. Volevo dire in ordine. –
Black alzò le spalle, per lui, quella roba, potevano anche bruciarla tutta.
- Guarda, guarda! – Fred lo tirò per la manica.
- Che c’è Fred? –
- Ehi! Io sono George! – replicò il rosso.
Ok, aveva sbagliato di nuovo, ma quei due erano uguali.
- Che c’è George? –
- Cos’è questo? – chiese il ragazzo sventolandogli sotto il naso un pacco di fogli.
- Sì, dicci cos’è! – fece eco Fred.
Sirius prese i fogli ingialliti e logorati dal tempo, osservandoli come fossero stati carta igienica.
Li sfoglio, intossicandosi con l’odore di muffa che emanavano, quindi roteò gli occhi.
- E’ il progetto di legge per la caccia ai babbani della prozia Araminta. –
- Figo!- esclamarono i gemelli strappandoglielo di mano.
Iniziarono a leggerlo con aria divertita.
Era una di quelle cose per cui dovevi per forza ridere oppure disgustarti fino alla nausea.
I gemelli si misero a leggere ad alta voce.
- Essendo i babbani una razza inferiore, non dedita all’uso della magia, possono essere tranquillamente considerati alla pari degli altri animali… –
- Qualcuno l’ha detto a Hermione che fa parte di una razza inferiore? – chiese George, fermandosi un attimo.
- Io ancora non ho voglia di finire schiantato – borbottò Black – E poi la prozia Araminta era pazza, come gran parte dei Black. I suoi genitori erano cugini di primo grado e, si sa, sposandosi tra parenti non è che i geni ne beneficino troppo. –
- Si vede – ridacchiò Fred.
- Per tutti voi che amate la caccia, non avete mai pensato quanto, alla lunga, la caccia alla volpe, ai vampiri, ai draghi possa diventare noiosa? – continuò suo fratello – Aspetta, ma la caccia ai draghi è illegale! –
- Sì, ma non si curava troppo di queste cose la cara zietta –
George continuò.
- I babbani, al contrario dei semplici animali, sono dotati di un’intelligenza ridotta, di conseguenza inseguirli sarà più divertente poiché scapperanno nascondendosi e aumentando il divertimento della caccia – alzò gli occhi dalle pergamene – Ma era psicopatica! –
 - Senti perché non lo bruci? Più avanti asserisce anche che i babbani sono un pericolo per la società perché si riproducono come i conigli e abbatterli non può che impedire il sovrappopolamento terrestre. E più avanti ancora sostiene che la caccia ai mezzosangue darebbe frutti anche migliori, perché i maghi dal sangue sporco, in realtà, non sono veri maghi, ma il loro scopo è sovvertire l’ordine magico. – sbottò Sirius apprestandosi ad aprire un armadio chiuso.
 E avrebbe fatto meglio a lasciarlo chiuso poiché, quando lo aprì, gli caddero addosso un bel po’ di animali impagliati.
- Cristo Santo! – esclamò, facendo un salto indietro – Che schifo! –
Fred e George, ovviamente non erano dello stesso parere, visto che presero due ratti, uno scoiattolo e un gatto per andare a metterli nelle varie stanze della casa, all’unico scopo di schifare i poveracci che ci si fossero imbattuti.
Sirius alzò gli occhi al cielo.
Aveva deciso.
Di quella roba non voleva nulla, non gli serviva niente.
- Evanesco – borbottò prima di uscire.
E onestamente non gli importava un emerito piffero di dove sarebbero finite tutte quelle cianfrusaglie.
 

Quando scese in salotto, trovò Ronald che discuteva animatamente con i suoi fratelli.
- No, io non voglio averci nulla a che fare! –
- Andiamo Ronnino -
- Sì, Ronnino, aiutaci! –
- Fred, George, andate al diavolo! Non ci penso neanche; come minimo, Hermione mi uccide – borbottò il rosso torcendosi le mani.
- Ma figurati se ti uccide – esclamò Fred.
- Già, se non lo ha fatto al ballo del ceppo… –
- Né durante questi quattro anni… –
- Perché dovrebbe farlo adesso? – concluse brillantemente George.
- Ehi, che state progettando voi tre?- chiese, avvicinandosi con un sopracciglio alzato.
Ronald alzò le mani in segno di resa.
- Io nulla -  esclamò – Anzi, qualunque cosa succeda io non c’entro niente! –
- Taci, Ron – lo rimbeccò Fred.
- Già. Taci Ron – seguì George, poi girandosi verso Sirius assunse la faccia più seria possibile – Stiamo preparando un regalo per Hermione –
- Già, ma Ronald non vuole collaborare – continuò Fred. – Dice che si arrabbierà di sicuro –
- Voi siete pazzi! Pazzi! Vi schianterà al muro! – li interruppe il minore – Non voglio avere nulla a che fare con voi, anzi me ne vado! –
Sirius andò a sedersi sulla sua poltrona.
A dire la verità non gliene fregava nulla di quella faccenda.
I ragazzi erano abbastanza grandi per risolversi le loro beghe da soli.
Inoltre, tra poco sarebbe arrivata Hermione e il giorno successivo Harry, avrebbe sentito litigate in quantità, non aveva voglia di iniziare subito.
Peccato che i gemelli non sembrassero dello stesso avviso e, quel giorno, sembravano particolarmente intenzionati a rovinargli il pomeriggio.
- Sirius, dobbiamo ringraziarti – aveva ripreso uno dei due, anche se non avrebbe saputo dire esattamente chi fosse.
- Già, senza di te no avremmo mai trovato quel meraviglioso regalo –
L’uomo si schifò, non pensavano mica di…
- Ragazzi che schifo, non vorrete mica regalarle un animale imbalsamato! Sono schifosi, mia nonna li imbalsamava con altri animali e poi li usava come soprammobili. –
- Interessante – decise George [che forse era Fred] – Ma abbiamo deciso di tenere gli animali morti per Natale –
- O per Halloween - proseguì il fratello – Pensa che bello scartare un regalo e trovarsi davanti gli occhioni morti di uno scoiattolo defunto! –
- Disgustoso – dichiarò George.
- Esatto! Invece, a Hermione abbiamo deciso di regalare questo – esclamò Fred [Se era lui], sventolandogli sotto il naso i fogli ingialliti che avevano letto prima.
Sirius esplose in un latrato di un cane, tirando poderose pacche al bracciolo della poltrona.
Quando dopo parecchi minuti si ricompose, alzò gli occhi, che ancora lacrimavano, sui due gemelli.
- Oddio, non pensavo voleste morire così giovani –
I due scossero la testa.
- La nostra è una tattica –
- Già una tattica! – concordò Fred, per poi girarsi verso il fratello – Una tattica? –
- Sì, ci sto lavorando, ma mi verrà in mente qualcosa prima che lei arrivi –
Sirius ridacchiò ancora, quindi agitò la bacchetta per versarsi un bicchierino di FireWhisky.
- Paddy non dovresti bere a quest’ora! – disse una voce familiare.
- Remus, già qui? Questa casa sembra un mercato – borbottò Black.
- Andiamo, un po’ di pazienza –
- Io sono un Black! I Black non sono pazienti, sono… –
- Pazzi? – domandò Remus.
- Solitari?- fece eco Fred.
- Nevrotici? – concluse George.
- Oh, andatevene al diavolo – borbottò Sirius, riempiendosi nuovamente il bicchiere.
In quel momento il campanello trillò.
Possibile che tutti si ostinassero a suonare quel dannato aggeggio infernale?
Sua madre incominciò a urlare, insultando mezzosangue, babbani e tutta la sua disgraziata progenie, o meglio, quella che era sopravvissuta.
La suddetta progenie, che altri non era che il povero Sirius, andò ad aprire la porta, trovandosi davanti Hermione.
- Dovevi per forza suonare? – borbottò più seccato che mai.
La giovane lo fissò stranita.
- Come pretendevi che facessi scusa? Dovevo scassinare la porta? –
- Qualsiasi cosa tranne che svegliare quella là! – replicò, cercando di chiudere le tende sul quadro di sua madre – E stai zitta tu! –
- Come osi zittire tua madre! Figlio degenere! Disonore dei Black, traditore del sangue! Sia maledetta tutta la tua progenie! Come hai osato portare i mezzosangue e i sangue sporco qui, nella nobile e antichissima casa dei Black! –
Finalmente riuscì a chiudere quella stramaledetta tenda.
- Insomma, dovevi proprio svegliarla? –
- E io come facevo a sapere che tenevi il quadro di una psicopatica nell’ingresso? – domandò perplessa la ragazza.
- Lascia perdere, non ho ancora trovato un modo per toglierlo. Vieni. – disse, facendole strada verso il salotto.
Quando Fred e George la videro si scambiarono un sorrisino complice.
- Buongiorno a tutti. Ciao Fred, ciao George, salve professore – disse la grifoncina – Dov’è Ron? –
- Oh, Ronnino è andato di sopra, vedrai che arriverà – replicò uno dei gemelli.
Gli era appena venuta un’idea geniale.
- Hermione – iniziò George – Ronald ha detto di avere un regalo per te –
- Già, uno stupendo regalo per te – fece eco Fred, che aveva capito al volo l’idea del fratello.
La ragazza li guardò perplessa.
Ronald non le faceva mai regali, era già tanto se si ricordasse di Natale e del suo compleanno.
Aveva la stessa delicatezza di un cucchiaino da caffè, non le avrebbe regalato nulla nemmeno se fosse stata la sua ragazza.
- Ma davvero? – chiese con un sottile velo di ironia nella voce.
Velo che i gemelli non furono così pronti a cogliere.
- Ma certo! Guarda qua! – esclamò George.
- Uno stupendissimo, polverosissimo, noiosissimo libro! – finì Fred porgendole un tomo impolverato non poi così alto.
Sirius spalancò gli occhi.
Quei cretini avevano messo attorno al disegno di legge trovato in soffitta una vecchia copertina di chissà quale libro.
- Oh, un libro! Grazie! – Hermione sorrise, aprendo il volume.
Aveva un buon odore, sapeva di vecchio e di carta, le pagine ingiallite avevano un’aria vissuta.
Le piacevano i libri così.
“Nuovo disegno di legge, presentato da Araminta Black”
- Araminta Black? Sirius era una tua parente? – domandò prima di sprofondare in poltrona.
L’uomo borbottò qualcosa di incomprensibile, quindi, dopo avere lanciato un’occhiata eloquente a Remus, lo trascinò fuori dalla stanza.
- Non l’avevi bruciato? –
- Evidentemente no -
I due si chiusero in cucine, dove Molly Weasley li aspettava con il mestolo in mano.
- Voi due che diamine ci fate qui? – chiese.
- Nulla – rispose Remus tranquillo – Siamo venuti a dare una mano –
Come no, forse tu.
Pensò Sirius ridacchiando da solo, sintomo di non grande stabilità mentale.
Ma parliamo sempre di un uomo rimasto rinchiuso per anni a marcire in prigione.
Erano passati solo pochi minuti quando esplose la bomba.
- Voi siete gli essere più stupidi, trogloditi, maleducati, insensibili, burini, ignoranti, maleducati… -
- Questo lo hai già detto – asserì George evitando un bicchiere.
- Bastardi – borbottò Hermione seccata.
Quindi entrò in cucina sotto lo sguardo allibito di mamma Weasley.
Sirius si soffocò nel caffè cercando di nascondere il sorriso.
- Non una parola – sibilò velenosa.
 

- Per fortuna che avevi una tattica – borbottò George massaggiandosi l’occhio destro, diventato pericolosamente violaceo.
- E di chi è stata l’idea del regalo? – Fred accusò il fratello massaggiandosi la testa nel punto in cui Hermione gli aveva tirato il libro.
- La prossima volta usiamo gli animali imbalsamati – asserì il primo.
- Assolutamente sì – concordò il secondo.
 






Note Autrice:
Non ci crederete probabilmente, io ancora non ci credo, ma questa fic si è classificata terza al
Lookin' for Loneliness  contest indetto da Macrì sul forum Collection of Starlight. Guardate che ammore il bannerino fatto da Macrì!
   
 
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