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Autore: Panda_Azzurra94    25/03/2015    1 recensioni
Era ormai da un mese che Violet aveva cacciato Tate ed esso ora era caduto nella depressione in cui si trovava prima di conoscerla, solo in forma più acuta.
Lei invece si sentirà terribilmente in colpa per averlo lasciato solo nel momento del bisogno, ma non vuole offendere la madre ed il padre, che odiano il ragazzo, perciò sarà molto insicura su ciò che dovrà fare.
I due ragazzi nonostante gli errori commessi torneranno insieme, oppure il loro amore segreto che provano uno verso l'altro li ferirà così tanto da farli allontanare solo di più?
(storia presente anche su Wattpad)
Genere: Horror, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tate, Langdon, Violet, Harmon, Violet, Harmon
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era ormai da più di un mese che Violet aveva urlato a Tate quelle parole che lui non si sarebbe mai aspettato da lei.
VAI VIA! VAI VIA TATE!
Ancora gli rimbombava nella testa la sua voce che gli aveva spezzato il cuore, o almeno, non sapeva se i fantasmi possedessero ancora un cuore, qualsiasi cosa però gliela aveva fatta a brandelli. Aveva cacciato via l'unica persona al mondo che l'amava veramente, l'unica persona che si era presa cura di lei fin da subito da quando si era trasferita in quella casa dalla qualche ora non poteva più scappare.
Aveva fatto davvero qualsiasi cosa per lei, quando le aveva regalato quella rosa dipinta di nero perchè sapeva ormai benissimo che le cose normali la annoiavano, quando la notte di Halloween ovvero l'unica notte in cui avrebbe potuto lasciare la casa l'aveva portata in spiaggia, quando le aveva salvato la vita dagli assassini che la volevano uccidere, quando aveva tentato di farle sputare le pillole che aveva ingoiato portandola nella vasca da bagno ma riuscendo a fargliene sputare solo alcune, aveva pianto tantissimo alla sua morte perchè non voleva impedirle di vivere una vita al di fuori di quella casa piena di orrori.
E' vero, aveva commesso un errore immenso quella sera quando violentò Vivien, la madre di Violet, ma lui non voleva disobbedire all'unica donna che lo aveva aiutato da piccolo quando la madre Constance non si prendeva cura di lui.
Nora Montgomery, la prima proprietaria della casa, desiderava un secondo figlio da quando il primo gli era stato rapito e fatto a pezzi. Il marito lo aveva "riportato in vita" ma trasformandolo in un orribile mostro, così Nora aveva chiesto a Tate di mettere incinta Vivien e successivamente rubarle il bambino dandolo a lei.
Oltre a questo aveva ammesso a Violet di essere stato lui anni prima ad uccidere dei poveri studenti della sua scuola togliendogli la vita senza una ragione.
Ora lei lo aveva perdonato ma da quel giorno non gli aveva più proferito parola; lui rimaneva tutto il giorno rinchiuso nell'angolo più buio della cantina allontanando chiunque provasse ad avvicinarsi.
Amava davvero quella ragazza e si sentiva tradito ed abbandonato dopo quello che avevano passato insieme e cadde di nuovo in depressione.
Non pensava che anche i fantasmi potessero provare così tanto dolore anche dopo la morte, sia fisico che emotivo, dato che ne avevano già passato fin troppo quando erano in vita, eppure era così; ogni giorno a quel punto, si rinchiudeva nel bagno della casa e riprendeva il rituale che lui stesso aveva smesso di fare una volta conosciuta Violet.
Tirava fuori la lametta che custodiva sempre con cura nella tasca della giacca e iniziava a premere il metallo freddo sulla sua pelle ripetutamente, il più delle volte sulle braccia, ma molte volte era anche passato a procurarsi tagli profondi anche sulle gambe e sulle caviglie.
Gli indiani pensavano che questo fosse un rituale da ripetere almeno una volta al mese in quanto gli spiriti maligni si insediavano sotto la loro pelle e così si procuravano ferite dal qualche farli uscire.
Ed era un po' così anche per Tate, lasciava scorrere il sangue scuro nel lavandino e sul pavimento bianco in cui ci si poteva specchiare, e lasciava scorrere via assieme ad esso tutto il suo malessere; dopo averlo fatto si sentiva meglio come ad essersi tolto un enorme peso da se stesso.
Anche quel giorno si ritrovava in bagno con la sua amata lama ricoperta da sangue rosso, mentre dalle braccia quel liquido scorreva di un rosso vivido fino a ricadere a terra, formando un enorme pozzanghera ai suoi piedi scura, quasi nera. Le lacrime scorrevano sul suo volto ripensando alla bellezza di Violet, a quanto amasse le sue morbide labbra, a quando ogni volta si perdeva nei suoi occhi e sorrideva pensando che una creatura così bella non poteva esistere realmente.
Invece esisteva ed era lì in quel momento ad osservarlo dalla serratura del bagno piangere mentre cadeva lentamente in ginocchio distrutto dai ricordi.
Violet lo osservava spesso di nascosto e sapeva del male che si infieriva da solo ripetutamente ogni giorno e si ripeteva mentalmente che faceva bene, se lo meritava ma una vocina nella sua testa le ripeteva che non era affatto così. Sarebbe voluta correre dentro in quell'istante, strappargli la lametta ed abbracciarlo per dirgli che lei lo amava ancora e non passava un singolo istante in cui non pensava a lui.
Ma non poteva, il suo orgoglio glielo impediva e avrebbe solo ferito di più i sentimenti dei suoi genitori se sarebbe tornata a frequentare il ragazzo che aveva fatto passare a loro un inferno.
Si limitava ad osservarlo di nascosto.
   
 
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