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Autore: Dragana    25/03/2015    4 recensioni
Se tutti i papà del mondo sono gelosi delle loro bambine, cosa succede se la bambina in questione è Clarisse e il padre è Ares?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ares, Chris Rodriguez, Clarisse La Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA PREFERITA DI PAPA’


Fino a quel momento, per Clarisse era stata La Giornata Perfetta.
Era tornata a casa, ma la cosa figa è che era tornata assieme a Chris, che avrebbe passato qualche giorno con lei e sua madre. Dopotutto, insomma, la doveva ancora ringraziare per essere stata così gentile con lui quando stava male, no?
Quando in mattinata sua madre era uscita per il suo turno di lavoro, le aveva strizzato l’occhio e le aveva detto –Ci sono dei preservativi, nel cassetto del mio comodino.
-Mamma!-, aveva protestato Clarisse, ma lei si era limitata a sorridere e darle un bacio. Ormai si doveva alzare sulle punte dei piedi per arrivare alla sua guancia.
Il punto era che nessuno riusciva a fare fessa Sam La Rue. Non c’era riuscito nemmeno Ares, tanti anni prima. Il punto era che Clarisse aveva in testa esattamente quell’idea lì.
Non che non avesse combinato niente, al Campo. C’erano stati un sacco di baci, e mani dappertutto, e persino le prove generali, solo che non c’era mai abbastanza tempo e abbastanza calma per arrivare fino in fondo, non per la sua prima volta. Clarisse sapeva che in ogni momento avrebbe potuto buttare fuori dalla cabina tutti i suoi fratelli e intimargli di non farsi vedere in giro per almeno due ore pena la morte, ma poi le sue intenzioni sarebbero state lampanti e tutto il Campo l’avrebbe saputo prima ancora che lei e Chris fossero nudi. Quindi niente, il piano non era attuabile.
Un giorno Clarisse si era ritrovata a parlarne con Annabeth.
-Sempre tutto il culo a Percy. Avete una cabina tutta per voi, senza nessuno che rompa i coglioni, senza seccature…
Annabeth era arrossita. –Clarisse, ma mica ci siamo arrivati, a quel punto. Non so, ci siamo appena messi insieme…
A quel punto Clarisse aveva sbottato. –E cosa aspettate, la prossima Apocalisse? È proprio vero che chi ha il pane non ha i denti, stupido Percy Jackson.
La verità era che lei non vedeva l’ora. E Chris nemmeno. E quindi Sam La Rue non era uscita di casa nemmeno da cinque minuti, che già Clarisse aveva aperto il famigerato cassetto del comodino.
Il tutto, per Clarisse, era proseguito come se si trovasse in un altro mondo. Era perfetto. Era felice. Non era lontanamente come l’aveva immaginato, era mille volte meglio. 
Quando sua madre era rientrata prima di cena, con una bella cassa di birra, le era bastata un occhiata. Si era messa a ridere, e Clarisse aveva reagito con una specie di ringhio, ma poi era andata a mettere in fresco le birre.
Chris si era messo ai fornelli, l’aveva convinta ad aiutarlo a fare il chili con la frase –Jessy! Andiamo a cucinare!-, e poi aveva cantato per tutto il tempo la canzone dei mariachi di “Breaking Bad”. Clarisse impazziva quando lo sentiva parlare in spagnolo, tanto che gli aveva detto due volte di smetterla, ma lui aveva interrotto due minuti poi aveva continuato. Sam continuava a ridere sotto i baffi in modo esasperante, ma Clarisse non riusciva a essere arrabbiata. Non in quel giorno che era perfetto.
Fino a quel momento.
Chris era arrivato a “Ese compa ya está muerto/ nomás no le han avisado”, la tavola era pronta e il chili fatto, quando avevano sentito il rombo di una moto.
Per la precisione, il rombo di quella moto.
Gli occhi di Sam si accesero come fanali, mentre Clarisse sperò che la terra si spalancasse e una voragine la inghiottisse, trasportandola nell’Ade.
Chris le guardò con aria interrogativa. –Mio padre-, ringhiò Clarisse.
Sua madre andò alla porta e si mise ad aspettare l’ospite con le mani sui fianchi. Che non si fece attendere.
-Sam!-, disse la voce roboante di suo padre –Cazzo, ma non invecchi mai? Sei immortale e non me l’hai mai detto?
Lei rise. –Ma vai a cagare, Ares!
Chris fissò Clarisse, gli occhi spalancati come piattini da tè. Clarisse si limitò a scuotere la testa. –Non dire niente-, ringhiò, mentre sulla soglia suo padre salutava Sam usando un po’troppa lingua rispetto a quella che ci si aspetta per un saluto normale.
-Clarisse, su, prendi una birra a tuo padre. Ares, siediti, stavamo per metterci a tavola. Chris ci è andato giù di brutto col peperoncino, quindi dovrebbe piacerti… se non ti piace, a due miglia da qui c’è la tavola calda.
-Sai cosa mi piace di te, Sam? L’ospitalità. Allora, Clarisse, come va?
-Ecco la birra, papà-. Chris intuì che Clarisse avrebbe potuto anche stappargliela con i denti, in quel momento, quindi le passò il cavatappi. Poi, per non stare fermo, si mise a riempire i piatti di tutti.
-Non mi presenti il tuo amico?
A Chris rischiò di cadere il piatto. Recuperò il controllo e lo posò davanti ad Ares, con un sorriso.
-Mi chiamo Chris Rodriguez, signore. Frequento il Campo con Clarisse. Io l’ho già vista, ma di sicuro lei non si ricorda di me; è un onore incontrarla di nuovo.
Ares si tolse gli occhiali per vederlo meglio. Aveva gli occhi come fuoco; tipo Clarisse, si ritrovò a pensare Chris, solo che per lei è più che altro una metafora.
-Sei uno di quelli di Hermes, vero? Avete tutti la stessa faccia da cazzo.
Chris si sarebbe anche arrabbiato, se non avesse visto Clarisse stringere i pugni e farsi gonfiare la vena del collo. Le mise una mano sulla spalla per dirle che non importava, andava tutto bene, ma ci pensò Sam a risolvere la situazione. Dando uno scappellotto in testa al dio della guerra.
-Ma porca troia, Ares, datti una regolata, c’è bisogno di fare sempre lo stronzo, nella vita?
Lui le afferrò il polso, poi le guardò i tatuaggi. –Questo qui è nuovo, Sam? Non l’avevi, l’ultima volta.
Lei fece un sorriso malizioso. –Oh, Ares, ne ho un sacco di nuovi, sai. Sono sparsi un po’in tutto il corpo.
-E allora buon appetito-, sbottò Clarisse, affondando la forchetta nel suo chili. A Chris sarebbe venuto da ridere, se solo il dio della guerra avesse smesso di fissarlo.
-Sai perché sono passato, Clarisse?
-No. Per contare i tatuaggi della mamma?
-Sei insolente. Hai fegato. Comunque no. Sono passato perché, proprio stamattina, un uccellino mi ha detto “tesoro, ma che cosa bellissima! La tua bambina preferita ha appena fatto l’amore per la prima volta!”.
Clarisse, che stava bevendo, sputò tutta la birra e si mise a tossire. Chris rimase col sorriso congelato tipo paresi facciale. Solo Sam sembrava divertirsi un mondo.
Clarisse si girò a guardare la madre, che alzò le mani. –Ehi, mica sono stata io!
Ares rise. –Ma ti pare, Clarisse? Tua madre mica è un uccellino, è un maledetto condor.
-Sì, e mangio le carogne, quindi stai attento a te!
-Ok-, Clarisse sembrava pericolosamente calma, adesso, -E quindi chi devo uccidere?
-Afrodite-, farfugliò Chris. Avrebbe voluto pensarlo, ma lo disse ad alta voce.
-Hai fatto un bingo! Non ti consiglio di provare a ucciderla, però, Clarisse. Non credo che ci riusciresti.
-Si dice solo “bingo”, papà.
-L’avete fatto apposta? Perché è come la scena di “Bastardi senza gloria” e… no, eh?- Chris tacque, sotto lo sguardo di fuoco incrociato di padre e figlia.
-Senti un po’, figlio di Hermes.
-Papà!
-Silenzio, Clarisse. Devo fare un discorso al tuo ragazzo, da uomo a uomo.
-L’ascolto, signore.- Chris lo fissò negli occhi, con lo sguardo serio. Clarisse dovette riconoscere che aveva fegato.
-Clarisse è mia figlia. La figlia di Ares, il dio della guerra, ed è quella che finora si è resa più degna di questo nome, tra tutti i miei figli ancora in vita. Per questo io ti terrò d’occhio, ragazzo, perché se non sarai alla sua altezza, dovrai vedertela con me. Sono stato chiaro?
Chris deglutì, ma non abbassò lo sguardo.
-Sì… Sissignore. Ricevuto, signore. Non la deluderò, signore.
-Sei proprio tu, John Wayne?-, li interruppe Sam.
-Cazzo, Sam. Non ti mettere in mezzo. È di mia figlia che…
-È anche figlia mia, Ares. Anzi, è soprattutto figlia mia. Sei stato molto chiaro, Chris ha capito. Vero che hai capito, Chris? Adesso mangiamo. Non mi piace il chili freddo.
Lui gli fece il segno che lo teneva d’occhio, poi cominciò a mangiare. Clarisse guardò la madre e le mimò un “grazie” con le labbra.
Mangiarono senza ulteriori intoppi. Alla fine della cena, Ares si rivolse di nuovo a Chris.
-Buono, ragazzo. Bello piccante come piace a me. Che film è quello che dicevi, bastardi…
-Grazie, signore. Il film è “Bastardi senza gloria”, signore. 
-Ed è un bel film?
Sam sorrideva, mentre mangiava la cheesecake che aveva portato dal lavoro. Chris e Clarisse si guardarono in faccia.
-Un sacco di sangue, papà.
-E scalpi di nazisti.
-E lo stallo alla messicana.
-Esplosioni.
-Mitragliate.
-Gente che spacca teste con una mazza da baseball.
-Secondo me potrebbe piacerti.
Lui rise, una bella risata, roboante.
-Lo guarderò, allora.
Sam si alzò e andò a prendere il whisky. Ares non la fece sedere, ma se la tirò in braccio, passandole una mano sotto la canottiera e prendendo la bottiglia con l’altra.
-Non fare lo scemo, ci sono i ragazzi.
-I ragazzi adesso devono andare al cinema, visto che gli piacciono i film. Vero, Clarisse?
-Mamma, dì qualcosa, per favore!
-Prendete i soldi dal mio portafoglio, ragazzi. E non fate economia sui pop-corn.
All’espressione allibita di Clarisse, Sam si limitò a rispondere con un occhiolino. –Mica puoi divertirti solo tu, in questa casa!
Chris scattò in piedi. –Dai, andiamo. Sarà divertente.
Clarisse mugugnò qualcosa che suonava come “dammi un motivo per non fare una strage”. Prese i soldi e uscì, lasciandosi indietro Chris che salutava educatamente.
Quando tornarono, dopo il film e un buon numero di baci che avevano un po’riequilibrato la giornata verso un piacevole “Quasi Perfetta”, in cortile c’era solo la moto di Sam. Suo padre se n’era già andato.
Sam li aspettava in veranda, fumando una sigaretta, con l’espressione rilassata. Chiese com’era andata la serata. Clarisse le domandò com’era andata la sua.
-Molto bene. Ho fatto vedere a tuo padre la mia collezione di tatuaggi.
-Porca.
Chris annunciò che andava a lavarsi i denti, se loro non avevano nulla in contrario. Loro non l’avevano.
-Andava tutto così bene. Se Chris mi pianta, è colpa tua e dovrò ucciderti, mamma. Lo sai, vero?
Le si sedette di fianco, sul pavimento della veranda. Sam le accarezzò i capelli.
-Non ti pianta. Quel ragazzo vede solo te, non te ne sei accorta? 
Clarisse sbuffò.
-Io lo odio. Mi ignora per anni, poi salta fuori per tentare di rovinarmi la vita. Cosa cazzo ha nella testa?
Sua madre sorrise, e diede un altro tiro alla sigaretta.
-Non te la devi prendere, Clarisse. Per una volta che tuo padre è stato normale.
-Normale? Cioè, tu questa serata la definisci normale?
Sam continuò ad accarezzarle i capelli, come faceva quando era una bambina, per calmarla. –Tesoro, tutti i papà del mondo si preoccupano quando la loro bambina si fidanza. Anche se è bella e forte e spacca i culi. Vuole solo assicurarsi che Chris non ti faccia soffrire, e lo fa a modo suo. È il suo modo di dirti che ti vuole bene.
-Che culo. Certo che tu uno normale no, eh?
-Ma con uno normale non avrei avuto te, Clarisse. E che vita monotona sarebbe stata senza i mostri in veranda e il tuo professore con la mazza da baseball?
Clarisse sorrise. Sua madre la abbracciò, poi spense la sigaretta.
-A letto, dai. Veloce.
Chris era nella stanza che aveva occupato dopo il Labirinto. Solo che stavolta era sano, bello come il sole e sorrideva. E la guardava, aveva ragione sua madre, la guardava sempre, come se non ne avesse mai abbastanza di averla nelle pupille.
-Ti chiedo scusa per il lato paterno della mia famiglia.
-Wow, tuo padre terrorizza, sul serio. Se mai vedrai il mio, la cosa più pericolosa saranno George e Martha.
-Chi?
-Lascia perdere. Vieni qui.
Clarisse gli si sedette accanto. Lui la baciò, passandole la mano sotto la maglia del pigiama.
-Smettila. C’è mia madre. Domani… Domani. Ok?
Lui la baciò sul collo, senza togliere la mano. Le toccò il seno.
-Cazzo, Chris! Ti ho detto che c’è mia madre.
Lui sorrise. -No sé si puedo esperar hasta mañana.
Lo spagnolo. Cazzo, se gioca duro, pensò Clarisse baciandolo con foga.
A salvarla fu il rumore dei passi di sua madre sulle scale. Si allontanò da lui di scatto.
-Domani, Chris. Te lo giuro sullo Stige.
Lui sbuffò. –Ma non potremmo mandarci anche tua madre, al cinema?









Note: Partendo dal presupposto che tutti i papà sono gelosi delle loro bambine, cosa succede se la bambina è Clarisse e il padre è Ares? Mi sono divertita un sacco a scrivere questa scenetta, non so come sia venuta ma per me è stato bello, ecco!
La storia per me è ambientata in un momento imprecisato dopo Crono e prima che Percy scomparisse dal Campo. Siccome negli “Eroi dell’Olimpo” tutti sembravano andare abbastanza coi piedi di piombo per quanto riguarda i rapporti sessuali (dopotutto son libri per ragazzi, dai XD) ho immaginato che Percy e Annabeth se la prendessero molto calma, a differenza di Clarisse che è più impetuosa e soprattutto è anche morosa da più tempo. Alla fine ha avuto ragione lei, hanno dovuto aspettare la prossima Apocalisse!
Sam La Rue, madre di Clarisse, l’ho completamente inventata, dato che non mi risulta si sappia nulla di lei. È una tamarra tatuata, e mi piacerebbe scrivere qualcosa di come ha conosciuto Ares, in futuro. Immagino che mescolare i suoi geni e quelli di Ares sia stato un po’come mescolare salnitro e zolfo, visti i risultati della loro unione. Immagino che fosse abbastanza giovane quando è nata Clarisse, e per questo abbia ancora un aspetto giovanile strafigo. Per quanto riguarda i tatuaggi, quelli sono una mia fissazione! Sam fa bere birra ai minorenni perché A) qui sono in casa mia e quindi regole mie, e B) questi sono grandi, grossi e combattono i mostri, che danno può fargli un po’di birra?
Ho immaginato che Afrodite sapesse di Clarisse perché è la dea dell'amore: come Dioniso può manifestarsi alle feste o Ares durante le battaglie, lei si manifesta quando la gente si ama. In questo caso, è stata anche un bel po'pettegola!
Angolo telefilm e film consigliati: sia le prime serie di “Breaking Bad” sia “Bastardi senza gloria” erano usciti ai tempi di questa storia. “Breaking Bad” penso che possa piacere molto ai semidei (“Jessy, andiamo a cucinare” è una specie di frase culto del protagonista, che cucina metanfetamine e non chili); la canzone che canta Chris potete ascoltarla qui. Per quanto riguarda “Bastardi senza gloria”, beh… è di Tarantino e ci sono tutte le cose elencate. E anche di più. Per quanto riguarda la frase “Sei proprio tu, John Wayne?”… l’avete visto tutti “Full Metal Jacket”, no? Nel mio headcanon, Ares quando è in guerra è una specie di sergente Hartman. Che però non muore.
Un altro simile al sergente Hartman è il professore con la mazza da baseball di Clarisse, che è ovviamente il coach Hedge.
Clarisse, sempre nel mio headcanon, è affetta da una forma particolarmente acuta della cosiddetta “sindrome di Gomez”. Presente Gomez Addams che perde la testa quando Morticia parla in francese? Ecco, stessa cosa, ma con lo spagnolo. Siccome Chris si chiama “Rodriguez” immagino che abbia origini messicane, e quindi che parli spagnolo; dato che però io non lo parlo, la frase l’ho tradotta con google traduttore. Se è sbagliata, quindi, correggetemi pure.
Per questa storia ringrazio vannagio, la mia beta-che-non-conosce-il-fandom, che però ha letto e ha commentato “Come mai Afrodite parla come zia Mame?”. È stato inconsapevole, giuro!
Bene, mi pare di aver detto tutto… ah, no: adoro Chris e Clarisse! <3

Ecco, ora ho detto tutto. Se vi siete divertiti a leggere la metà di quanto mi sono divertita io a scrivere, vi ringrazio già tantissimo! Ciao a tutti!




   
 
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