Ancora una volta, Dembe, l’aveva preceduto mentre uscivano dall’ascensore. Avevano attraversato l’ingresso del palazzo. Reddington era grato per l’onnipresente figura vigile dell’amico, che sapeva che non aveva bisogno di nient’altro se non uscire da quell’edificio, non riusciva a pensare ad altro mentre camminava sul lussuoso pavimento di marmo. La coppia camminava velocemente verso l’uscita, per poi andare dall’altra parte della strada dove Dembe aveva lasciato l’auto.
Si chiese se Liz lo stesse osservando dalla finestra, mentre apriva la porta posteriore della berlina, chiudendola con più forza del dovuto e lasciandosi cadere sul sedile. Sapeva che l’auto era esattamente sotto la finestra del soggiorno di Liz, ma era buio, e lei era sconvolta, e non aveva ragione di credere che lei riconoscesse la sua figura da quella distanza.
Sempre se lei fosse ancora a quella finestra in cerca di lui.
Sempre se fosse ancora in quell’appartamento. Probabilmente stava cercando un metodo per bruciarlo
Come la macchina partì, Dembe studiò il volto cupo di Reddington nello specchietto retrovisore.
“So che non significa molto per te ora… ma sono fiero di te” Disse onestamente
Red spostò lo sguardo per incrociare gli occhi di Dembe, rimanendo in silenzio.
“Hai fatto la cosa giusta. Non importa quanto sia difficile” Continuò con un solo cenno del capo. Reddington distolse lo sguardo, osservando il panorama che gli offriva il finestrino, mentre Dembe si allontanava dalle strade trafficate aggiunse delicatamente “sai… c’è un proverbio giapponese che dice il giorno in cui decidi di farlo, è un giorno fortunato”
Red aggrottò la fronte “Dembe hai visto come…” Si interruppe ripensando al momento prima, quando Liz gli aveva lanciato contro il vaso di vetro “E credi che quella scena, nell’appartamento, mi renda fortunato?”
“Beh… non ha mirato alla testa almeno” 
Incapace di mantenere gli angoli della bocca in su, Red fece una breve risata e annuì. “Si… suppongo di sì” concludendo con un piccolo e amaro sorriso