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Autore: Rakshasa    25/03/2015    2 recensioni
Il manicomio
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho dieci anni e il mio nome corrisponde a Margaret Robinson, ma la mia famiglia mi chiamava affettuosamente "Maggie", mi stupisce che lo ricordi ancora... Dopo che è successo "quello", mi hanno sempre chiamata "Numero 144"... Riguardo a "quello" i miei ricordi sono ofuscati e confusi, non sono affatto nitidi ed ordinati, ma...Io ricordo benissimo ciò che è accaduto il 6 Febbraio del 1962 se non ricordo male era Martedì sera verso le 19,20, ero lì nella casa in cui avevo vissuto tutta la mia infanzia insieme ai miei genitori e a mia sorella minore Lizzie, mio Dio, aveva solo 3 anni, comunque in quel borgo londinese di Waltham Forest io e la mia famiglia vivevamo una vita ordinaria,almeno fino a quel dannato giorno, ma perché diamine mi è saltato in mente di giocare con quella cosa?! Forse se non fosse stato per Samantha, la mia migliore amica dall'asilo intendo, tutto quello non sarebbe successo, mi aveva assicurato che se avessi seguito le regole non sarebbe successo nulla di male, ma quella a infrangerle non ero stata io... Martedì 6 Febbraio 1962, avevo si e no nove anni e frequentavo la quarta elementare, la mattina come mio solito ero in ritardo e stavo per perdere lo scuolabus, feci appena in tempo a saltarci sù al volo, mi sedetti di fianco a Samantha, vidi che portava un borsellino marrone che stringeva tra le braccia sorridendo, le chiesi cosa fosse e mi rispose "Una tavola" credetti che intendesse qualcosa del tipo una tavola da scacchi o dama, ma poi aggiunse "Una tavola Ouja, vuoi giocarci?", io la fissai perplessa e le chiesi "Cosa? Stai scherzando vero?Ho dieci anni e il mio nome corrisponde a Margaret Robinson, ma la mia famiglia mi chiamava affettuosamente "Maggie", mi stupisce che lo ricordi ancora... Dopo che è successo "quello", mi hanno sempre chiamata "Numero 144"... Riguardo a "quello" i miei ricordi sono ofuscati e confusi, non sono affatto nitidi ed ordinati, ma...Io ricordo benissimo ciò che è accaduto il 6 Febbraio del 1962 se non ricordo male era Martedì sera verso le 19,20, ero lì nella casa in cui avevo vissuto tutta la mia infanzia insieme ai miei genitori e a mia sorella minore Lizzie, mio Dio, aveva solo 3 anni, comunque in quel borgo londinese di Waltham Forest io e la mia famiglia vivevamo una vita ordinaria,almeno fino a quel dannato giorno, ma perché diamine mi è saltato in mente di giocare con quella cosa?! Forse se non fosse stato per Samantha, la mia migliore amica dall'asilo intendo, tutto quello non sarebbe successo, mi aveva assicurato che se avessi seguito le regole non sarebbe successo nulla di male, ma quella a infrangerle non ero stata io... Martedì 6 Febbraio 1962, avevo si e no nove anni e frequentavo la quarta elementare, la mattina come mio solito ero in ritardo e stavo per perdere lo scuolabus, feci appena in tempo a saltarci sù al volo, mi sedetti di fianco a Samantha, vidi che portava un borsellino marrone che stringeva tra le braccia sorridendo, le chiesi cosa fosse e mi rispose "Una tavola" credetti che intendesse qualcosa del tipo una tavola da scacchi o dama, ma poi aggiunse "Una tavola Ouja, vuoi giocarci?", io la fissai perplessa e le chiesi "Cosa? Stai scherzando vero?E' pericoloso..." lei sorrise ancora un po', mi prese le mani e disse "Figurati! Se segui tutte le regole alla perfezione non ci sono pericoli Maggie!" Forse erano i suoi grandi occhi nocciola che sprizzavano sicurezza o quel suo modo di portare i capelli corvini boccoluti che la rendevano una bambina tenera e che dava fiducia solo a guardarla, forse era perché la conoscevo dall'asilo ed era la mia migliore amica da secoli, probabilmente erano tutti questi fattori messi insieme che mi fecero accettare... Tutta la mattina non fece che parlare di quella tavola e non faceva che ripetermi che se avessimo seguito le regole non sarebbe successo nulla e io me ne convicevo sempre di più.Appena uscimmo da scuola mi sussurrò" "Allora ci vediamo questa sera Maggie?" E io anche se un po' stufa dato che mi aveva assillato tutta la mattinata le risposi "Si si vieni tu da me,vero?" e lei facendo nuovamente quel sorriso mi disse "Ovvio! Ah... Tieni, portatela a casa direttamente, io la dimenticherei di sicuro!" Mentre salivo le scale per andare nella mia camera incrociai mia madre che mi chiese "Ehi birbante, quel borsellino non è tuo... Dove l'hai preso?" io feci un piccolo sorriso e fissai la cartella per un paio di secondi pensando a qualcosa da dirle, mi fece una carezza sulla testa e mi disse "Allora?" io dissi "Eh? Oh, questa è la cartella di Samantha è uscita prima, non conosco il perché, comunque l'aveva dimenticata a scuola, la chiamo e le dico se può venire a riprendersela oggi pomeriggio!" "Ok! Va sopra a poggiare le tue cose e scendo subito che è pronto il pranzo!" "SI!" Appoggiai le mie cose sul letto, chiusi la porta a chiave e scesi di sotto, appena mi sedetti mia sorella mi chiese perché avessi chiuso la porta a chiave e io le risposi che era per non far entrare Zeus,il nostro cane, nella mia camera,era un cane alto e si poggiava sulle maniglie delle porte e le spingeva poi iniziava a combinare casini su casini! Comunque lei mi credette e la storia finì così. Alle sei circa arrivo Sam, salimmo di sopra, cacciammo la tavola dalla cartella e la posammo sul pavimento. Samantha iniziò a spiegarmi le regole e cose varie "Ascolta attentamente Maggie, allora ci sono tutte le lettere dell'alfabeto,i numeri da 0 a 9,le parole "si" e "no" ed il sole e la luna, non utilizzarla da sola, potrebbe essere pericoloso! Un momento che prendo l'incenso,le candele e la salvia dallo zaino, ecco, ora spegni la luce e accendi le candele che ho preso prima" io la interruppi "E con cosa scusa non ho nul-" lei caccio dei fiammiferi dalla tasca, lì presi e le accesi lei continuò "Tieni, brucia questa salvia, metti una mano sulla planchetta" io sussurrai "Sam, ho paura" lei mi sorrise e mi disse "Eh dai magari neanche funziona!" posò anche lei la mano sulla planchetta e proseguì "Uhmmm... Descriviamo un cerchio con la tavola visto che non succede nulla... Allora tu farai le domande Maggie." Iniziai a parlare: "S-salve, solo le presenze benevole sono g-gradite" la planchetta iniziò a muoversi, la fissavo con gli occhi sbarrati "Piccola sciocca bambina, posso sapere cosa diamine volete??" Sam vide che la planchetta si era fermata sulla luna e mi sussurrò "Maggie, lo spirito è cattivo" Io la guardai negli occhi e poi dissi "Ma abbiamo rispettato tutte le regole" lo spirito scrisse "Ehi genietti le candele sono nere" tutte e due guardammo le candele e io gridai a Sam "MA COSA TI E' SALTATO IN MENTE!?" lei rispose "Non urlare potrebbe arrabbiarsi, pensavo che evocare uno spirito oscuro sarebbe stato più interessante e poi tu le hai accese non te ne sei accorta?" "MALEDIZIONE! IO L'HO CAPITO ADESSO CHE E' UNA COSA NEGATIVA" lei urlò " HO DETTO DI SMETTERLA DI URLARE!" "Come possiamo cacciarlo?" "Spostiamo la planchetta su arrivederci" feci come lei mi aveva detto, ma tutto nella stanza iniziò a tremare violentemente ,Sam cacciò una moneta d'argento dalla sua tasca e la mise al centro della tavola e iniziò a dire "Niente demoni e spiriti negativi, niente demoni o spiriti negativi, nie-" la planchetta si spostò sul numero otto Sam si strofinò gli occhi e poi sussurrò "Numero otto..E' molto arrabbiato Maggie" In quel momento sentii come del fiato sul collo che subito scomparve, mi sentivo debole e piena di rabbia allo stesso tempo,gli occhi mi si confiarono di lacrime, spalancai la finestra e lanciai tutti quei cosi fuori urlando "VATTENE VIA SAM,VIA! NON TI VOGLIO VEDERE PIU'!" lei iniziò ad urlarmi contro "SPERO CHE TU MUOIA!" scese le piangendo, uscì sbattendo la porta ,prima di andarsene buttò la tavola e il resto nell'immondizia. Mio padre salì di sopra e mi chiese cosa fosse succeso io gli risposi che avevamo solo litigato per una sciocchezza... Per due mesi quella storia fù dimenticata da tutti tranne da me, da quella sera... Ho sempre... Sentito una voce soffocante all'interno della mia testa "Uccidila,uccidila,fallo,fallo,fallo,coraggio,uccidila." Un giorno a scuola mentre facevamo lezione di scienze sentii ancora quella voce, era sempre più insistente, presi una penna e piena di furia lo infilai nell'occhio di Samantha, mentre lo facevo sentivo una rabbia universale che mi pervadeva mente e corpo, le immagini che vedevo erano confuse e rallentate, osservavo la maestra che strillava qualcosa, non ricordo cosa,ma strillava e forte, scossi la testa, la maestra mi prese per le spalle e mi strinse forte chiedendomi "Cosa hai fatto??" io risposi "Mi stavo alzando per buttare un fazzoletto e sono inciampata, non l'ho fatto di proposito"
Mi credettero e quella storia fu dimenticata da tutti, tranne che dalla mia famiglia che mi trattava con freddezza, quella voce si fece sempre più fitta,ma le parole erano cambiate "Uccidili,coraggio,fallo"
Non so esattamente quando, ma lo feci,li uccisi, li soffocai nel sonno con dei cuscini, ricordo di essermi svegliata infondo al letto di Lizzie con il suo cuscino tutto bagnato della sua saliva.
Da quel giorno sono in questo manicomio, guardo il soffitto, lo fisso, quella voce sussurra ancora, cose strane senza senso,veramente solo una di quelle cose che dice ha senso:eravamo in otto  ....
 Effettivamente da quando io sono entrata qui altre sette persone sono state ricoverate per il mio stesso motivo, ma tanto ormai, credo che finirò i mie giorni qui...
Addio...
   
 
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