Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |       
Autore: Veni Vidi Jackie    27/03/2015    2 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA FINE

Matilde si volge verso di me, con quel suo solito sorrisetto che ha sempre in queste occasioni. Molto tempo fa avevo amato quella sua espressione del volto, ma ora ne sono solo terrorizzato. Cosa sta per fare? Sapevo di non dover dire quella cosa, accidenti! Anche Tom si gira ad ossevarmi divertirto, probabilmente starà pensando “ora gliene dà un altro! Ora gliene dà un altro!”. Andy è invece impassibile, ormai la reazione di Matilde è diventata la normalità.

- Cosa hai appena detto? - mi chiede la ragazza sempre sorridendo, ma è un sorriso particolare. In realtà, tutto il suo volto in queste situazioni assume un'espressione un po' strana. Non è il sorriso che si fa, per esempio, quando si incontra un amico per strada. E' diverso. Matilde strabuzza leggermente gli occhi, mi guarda attentamente ed il suo sorriso pare un po' forzato. Esagerato, ecco. Devo dire che però è sempre molto bella vederla così.

- Eh?...Cosa? - balbetto io. Cavolo! Perchè ho risposto in quel modo se so che non le va bene?

- Ripeti quello che hai detto - mi intima avvicinandosi con fare minaccioso, mentre io indietreggio vigliaccamente. Tom nel frattempo non riesce più a contenersi e scoppia a ridere, scuotendo per le spalle Andy, che invece non vede l'ora di proseguire la nostra passeggiata.

- Ho solo detto che Maria Sharapova è molto bella...non capisco perchè...-

Sbam!

Matilde mi tira una manata sulla guancia, che mi fa girare la testa di 360 gradi e mi fa vedere Gesù e tutta la sua famiglia (compresi il bue e l'asinello, ormai miei amici). Io cado esanime, di nuovo, a terra, in preda ancora alle mie visioni. - Ciao, Giuseppe...come stai? - comincio a surrurare con voce debole, rivolgendomi al padre di Cristo.

Andy, come di consueto, prende un sasso da terra e mi colpisce alla testa, facendomi perdere i sensi. Dopo qualche secondo mi riprendo e vedo Tom riporre nella sua valigia un defibrillatore. Ah già, faccio sempre così. Mi ero scordato che le aggressioni di Matilde sono costanti ed abbiamo ormai intrapreso una procedura per farmi riprendere: prima il pugno (o calcio, qualunque cosa che mi arrechi dolore) di Matilde, poi il colpo decisivo di Andy (in modo da stendermi definitivamente), per ultimo, appunto, l'uso del defibrillatore, che mi riporta “in vita”.

Ringrazio Andy, mio salvatore in queste situazioni da ormai un anno.

- Sai che non voglio che tu dica che lei sia bella, così come non voglio che tu lo dica per la Martina, Caterina o qualunque altro essere umano di genere femminile! Perchè non lo capisci? - mi chiede irata e frustrata, marcando la parola “lei” con disprezzo. Ha tutti i capelli scomposti ed il viso rosso perchè sta quasi urlando, come sempre in questi casi.

- Giusto, scusami Matilde. - Tom mi dà una pacca sulla schiena e continuamo a passeggiare sul lungomare. Sono le 16 del pomeriggio ed il sole splende, sarebbe una giornata stupenda se non fosse per la Matilde...ah! Matilde! Odi et amo!

- Fa sempre male, Jack? - mi chiede preoccupato Andy.

- No no, tutto okay - mento io.

Arriviamo fino sul molo, dove un leggero venticello ci scompiglia i capelli. Noto che Andy, pesando solo otto chili e mezzo, ha difficoltà a resistere al vento. Anzi, devo dire che sta per cadere in acqua. Lo sorreggo, un po' come il mio omonimo Jack fa in “Titanic” con Rose. Quando mi accorgo con orrore di questa imbarazzante situazione, lo lascio andare all'improvviso, quasi schifato, e lui precipita nel mare.

- Wow, Andy! Che salto! - esclama Tom divertito. La gente intorno, preoccupata, cerca di andare in soccorso al ragazzo.

- Tutto sotto controllo, signori! Il ragazzo è campione mondiale di nuoto, sa cavarsela perfettamente! - tranquillizzo io, mentre tutti emanano un “ahh” di sollievo. Poi proseguiamo, giungendo in spiaggia.

Guardo Matilde: se ci si limita a guardarla dall'esterno sembra una ragazza stupenda, molto carina e simpatica; ma quando la si osserva dall'interno, per quello che è veramente, le cose cambiano assai! Ricordo ancora quando, nei primi mesi che l'ho conosciuta, era così gentile nei miei confronti, tanto premurosa...era stato facile innamorarsi di lei. Ma poi...le cose erano cambiate. Dietro quell'apparenza di ragazza per bene si celava un volto nascosto, un alter ego che io non mi aspettavo e non ho saputo affrontare. Ah, che peccato! Tanto gentile e tanto onesta pare! Peccato Matilde, forse all'inizio saremmo stati davvero bene insieme! Ah...Matilde! Odi et amo!

“Hey, Jack? Che stai facendo? Ci stai ricascando! Guai a te!”. La mia vocina interna sta ricominciando a parlarmi, tentando di distogliermi da quei pensieri dolorosi.

- Hai ragione, scusami. Ora penso ad altro - dico a voce a volta, quasi inconsciamente. Matilde e Tom si girano verso di me, perplessi su quanto ho detto. Devo proprio sembrare un pazzo! Sto forse cominciando a parlare da solo? Faccio un sorriso e li invito a continuare a camminare. Ogni tanto sento delle urla dall'acqua, forse non è stato un bene gettare Andy nel mare.

- Chi ha voglia di un gelato? - chiede Matilde, passandosi la lingua sulle labbra. Tom alza subito la mano, cominciando ad ululare come fa sempre quando sta per mangiare il gelato. Certe volte, ne sono stato testimone, gli spunta pure la coda e comincia a scodinzolare.

- Gelato? Cibo? Certo - rispondo io, che non disprezzo mai un buon gelato. Fragola e limone, il mio preferito. Ci dirigiamo verso la nostra gelateria di fiducia, a pochi metri da dove ci trovavamo poco prima.

Matilde scruta con attenzione i gusti, con la stessa accuratezza con cui Hercule Poirot esamina un cadavere. Cioccolata, fior di latte, fragola...quale sceglierà stavolta? Tom invece sceglie un bel gelato al gelato, il suo preferito.

- Vorrei una coppetta con cioccolato e stracciatella, per favore - chiede gentilemente Matilde alla commessa, che l'accontenta subito. Tocca a me: mi avvicino ai diversi gusti, passandomi la lingua sulle labbra. E se stavolta cambiassi gusti? Perchè no? Scelgo fragola e cioccolato. Pago ed usciamo.

Non faccio in tempo a sedermi su un muretto per gustarmelo, che mi sento arrivare un colpo sulla nuca, che mi scaraventa nuovamente a terra, colpendo il terreno col volto. La coppetta che tengo in mano fa intanto un volo abnorme, raggiungendo la città di New York in poco meno di 10 secondi. In quel momento non realizzo cosa sia successo, fino a quando non sento ridere Tom e Matilde.

Matilde, ovviamente. Ma cosa ho fatto ora? Ripasso a mente la “Costituzione Matilda”, la raccolta di 234 articoli che lei ha scritto per me, sui miei obblighi e divieti nei suoi confronti. Non mi viene in mente nulla, quale legge ho violato? All'improvviso, colto dalle mie solite visioni, vedo una strana luce bianca ed una voce soave che mi invita: “Vieni, Jack...e non avrai più sofferenze”. Poi sento Tom prendere un sasso da terra e con la coda dell'occhio lo vedo mentre si accinge a tirarmelo, come da procedura. Non ora!Cerco di sottrarmi a quella luce che mi attira sempre più.

Riesco in tempo ad alzare un braccio, facendo bloccare Tom.

-Non ora, per favore - sussurro a fatica, rialzandomi in piedi. Matilde mi guarda divertita mentre cerco di tamponare una ferita alla gamba, dalla quale mi esce copiosamente del sangue.

-Parte seconda, titolo secondo, articolo ventisei, comma due: 'è obbligo di Jack comperare lo stesso gelato di Matilde, qualora se ne presenti l'occasione' - recita a memoria la ragazza, compiaciuta e fiera di se. Giusto, avevo dimenticato quel comma! Che ingenuo! Mi scuso gentilemente per il mio errore, mentre lei e Tom finiscono di mangiare il loro gelato. Intanto io mi avvicino di nuovo alla spiaggia, dove mi fermo ad osservare il sole che lentamente scende all'orizzonte. Esiste forse un caso umano simile al mio? Un asservimento totale ad una ragazza? Un regime totalitario come questo? E' possibile liberarsene? E se forse io provassi ancora qualcosa per Matilde? Qualcosa che sia velato dalla sofferenza per le sue recenti aggressioni verso di me, certo, ma se ci fosse ancora? Io credo di sì.

Ad un certo punto vedo emergere dall'acqua una figura spaventosa, che mi pare un mostro. Si trascina a fatica sulla spiaggia, gocciolante. Io indietreggio istintivamente, ma poi mi rendo conto che è Andy, coperto di alghe e sporcizia marina.

- Bella nuotata? - gli chiedo ironico. Lui mi manda un sorrisetto altrettanto ironico, sedendosi con pesantezza sulla sabbia. Anche io mi metto a sedere, con la mente che mi turbina in mezzo a mille pensieri.

- Non puoi andare avanti così, Jack - mi dice. Io lo guardo: è davvero così evidente? Sta parlando di quello che penso? Sì, temo. La mia sofferenza nei confronti di Matilde è così facile da scorgere? Non ci avevo fatto caso.

- Ma non posso ribellarmi ad una dittatura - controbatto a malincuore

- Anche i tiranni possono essere rovesciati. - Sì, ma come? Io accetto la sua violenza senza fiatare, senza ribattere. Lei mi fa del male ed io, un uomo, non riesco a fermarla. Anzi, non faccio nulla per fermarla. Accetto in modo passivo. Perchè? Perchè non reagisco? Perchè le voglio troppo bene, non ci riesco.

- E' difficile, Andy. Il mio rapporto con Matilde è molto particolare. Immaginati una casa: le fondamenta sono ciò che insieme abbiamo costruito nei primi mesi, quando lei era ancora tranquilla e dolcissima. Quindi è la parte più importante, è ciò che regge il tutto. L'edificio vero e proprio, invece, è tutto quello che è venuto dopo: litigi, i suoi pugni e calci, le altre passeggiate insieme, le risate...tutto il resto. Se voglio provare a dimenticarla, perchè è questo che prima o poi dovrò fare, dovrò dimenticare tutto. Immagina ora un uragano che spazza via la casa: l'edificio crolla, ma le fondamenta no. Quelle rimangono. Per dimenticarla del tutto dovrò cercare di distruggere anche le fondamenta, il mio voler bene verso di lei. - Mi volto verso Andy, che si è addormentato. Sono così noioso? In effetti non faccio che parlare di lei...

All'orizzonte intanto vedo profilarsi delle nuvole nere: che siano un cattivo presagio? Mi auguro con tutto il cuore di no.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Veni Vidi Jackie