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Autore: JustAHeartBeat    28/03/2015    3 recensioni
But don't forget who's taking you home
And in whose arms you're gonna be,
So darlin', save the last dance for me
-Save the last dance for me, The Drifters
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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Ed eccomi qui con un'altra strampalata Rosius!
Buongiorno a tutti, innanzi tutto, perdonate la maleducazione :) Come va la vita? La mia è spaventosamente piena, temo che prima o poi esploderò come un palloncino (O forse no xD). Ad ogni modo perdonate l'assenza, davvero.. il fatto è che ultimamente non ho tempo per nulla, ed EFP è una delle cose alle quali tengo di più, non riesco a scrivere di corsa e sotto pressione, preferisco trovare il tempo per farlo per bene :).
So che invece di inventare nuove cosine dovrei continuare 'Qualche Lentiggine di Troppo', ma non temete (..?..) non abbandonerò mai quella storia ed ormai mi manca poco alla fine del nuovo capitolo!

Bene, ora vi lascio alla lettura! Qualche recensioncina mi farebbe davvero piacere, ragazzi, spero che mi facciate sapere cosa ne pensate :)
Bacionissimi(?)
JustAHeartBeat


PS: Questa Shottina è dedicata alla bellissimissima HayHey, che oggi compie gli anni *-*. Auguri tesoro, spero che ti piaccia e sia abbastanza, anche se dubito che qualsiasi regalo possa eguagliare il sostegno che mi dai e farti capire quanto veramente sia importante per me. Ti voglio bene :)

Ovviamente la canzone non mi appartiene, come d'altronde il contesto ed i personaggi della storia, in quanto appartenenti rispettivamente a The Drifters ed a J.K Rowling
 


 
Save the last dance for me
 
Il cielo era terso, di un azzurro chiaro, cristallino, tanto limpido da sembrare spaventosamente irreale; il sole riscaldava il cuore di tutti gli studenti, battendo insistentemente sulle forti mura del castello, sulle fronde pinte di primavera e su ciascun petalo di ogni piccola margheritina di campo. Un leggero chiacchiericcio vibrava nella brezza leggera assieme al canticchiare allegro delle rondini.
Scorpius amava la primavera, l’amava con tutta l’anima. Sia ad Hogwarts, sia nell’ampio giardino di Malfoy Manor. Il ciarlare della natura gli diffondeva una tale serenità da fargli persino dimenticare qualsiasi cosa. Quasi qualsiasi cosa.  Adorava stendersi al sole timido, sentire quel calore appena accentuato sulla pelle, che  si univa omogeneamente ai lievi soffi di vento.
Quel tiepido pomeriggio, non molto diverso dagli altri,  l’ombra della Grande Quercia lo stava ospitando. Vi era poggiato con la schiena, seduto a gambe incrociate sull’erba fresca, tra le mani un gigantesco tomo preso in prestito in biblioteca, profondamente concentrato nella lettura.
Se ne stava immobile nella stessa posizione, sempre, le uniche variazione che si concedeva erano lo girare della pagina ruvida e tanto consunta dal tempo da essere praticamente gialla, e lo scivolare dello sguardo lo di rigo in rigo, attentamente, a scatti, come se non riuscisse a contenere la voglia di leggere la frase seguente. Anche un occhio esterno non particolarmente avvezzo alla lettura, nel guardarlo,  avrebbe avuto voglia di essere al suo posto, tanto era l’interesse dimostrato.
Il vero significato del mangiare un libro.
Nulla lo avrebbe potuto distrarre. Proprio nulla…
“SCORPIUS HYPERION MALFOY!” Eccezion fatta per Rose Weasley. Scorpius si chiese, seriamente perplesso, cosa lo avesse spinto a fare amicizia con tale, rumoroso e scoordinato, essere vivente.
Trasse un profondo sospiro, poi, con gesto secco chiuse il libro ed alzò lo sguardo. “Era il maledetto punto più bello. ‘Fanculo Rose.” Constatò pacato, facendosi più in là per farla sedere accanto a sé.
Lei si avvicinò a grandi falcate, i ricci scarlatti sembravano aver preso fuoco, persi nel vento ed illuminati dal sole, la pelle pallida era così perfetta da assomigliare a quella delle bambole d’avorio che sua madre custodiva gelosamente nella cristalliera della sala da pranzo, il corpo tondo e flessuoso faceva a pugni con i lineamenti acerbi ed infantili del  visino, puntinato di efelidi appena visibili. La sua migliore amica. Così dolce fino al momento in cui apriva le bocca.. e si trasformava nel peggiore babbano scaricatore di porto.
Non avrebbe mai potuto delineare con delle parole, Rose era così indefinibilmente unica da non rispondere ad un canone, uno stereotipo, o a dei semplici aggettivi. Rose era Rose, non era un aggettivo, pena fino all’orlo di caratteristiche. Era l’autunno. La sua stagione preferita. Variopinta di così tanti colori e sfumature da non poter essere rappresentata. Nessuno sapeva come fosse realmente, tal volta anche Scorpius stesso temeva di non averla inquadrata bene. Era acida, antipatica, vipera, tanto quanto era dolce, pazza, secchiona ed indisciplinata, educata quanto incorreggibile. Era una contraddizione. Una dannata contraddizione. E lui.. lui era pazzo, pazzo da legare.. pazzo di lei.
“Me ne fotto altamente di quella schifezza di coso. Sai cosa ne penso dei libri che leggi: sono una perdita di tempo e ti manderanno in pappa il cervello. Scorpius, i romanzi fantastici e la narrativa non esistono, cazzo! I sogni sono per chi è troppo debole per vivere nella realtà.  Sarebbe opportuno che smettessi di leggere quella merda!” esclamò la ragazza di rimando, accomodandosi accanto a lui, nello spazio lasciatole, per poi tirare il libro uno o due metri più in là e poggiare la testa sulle gambe dell’interlocutore. Questo sbuffò scocciato. Ci risiamo.
“Tali poetiche constatazioni mi fanno commuovere, o dolce fanciulla, il tuo essere così romantica farebbe tremare l’anima anche di uno Schiopodo Sparacoda” Ironizzò dunque, roteando gli occhi e stendendo in un attimo le gambe  e facendole sbattere la testa contro una di queste. Rose masticò un qualcosa di non molto lusinghiero nei suoi confronti.
Calò il silenzio. Come al solito, d’altronde. Era strano il loro rapporto, erano strani loro due, a dirla tutta: c’erano dei giorni in cui non smettevano un secondo di parlare, si confidavano persino il colore dei propri calzini, ed altri in cui stavano solamente così, in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
“Sabato vado a Hogsmeade con Nicolas” Fu lei a rompere il silenzio. Scorpius irrigidì la mascella, ma Rose non ci fece caso: aveva preso a giocare con i petali rosei di una primula.
Se lo aspettava. Il ragazzo sapeva perfettamente che sarebbe successo: Corner le sbavava dietro da mesi, era solamente questione di tempo. Eppure gli fece male..
Trasse un respiro. Era sempre così. Lui aspettava, aspettava ed aspettava che lei capisse e sei non capiva mai, usciva con mille e mille ragazzi senza guardare mai dalla sua parte, quasi non fosse contemplato nella popolazione maschile di Hogwarts. E lui poi era stupido. Aveva provato troppe volte a confessarle tutto, e mai una volta che fosse riuscito a dire qualcosa. Sempre la stessa cosa: “Rose devo dirti una cosa.. ecco io.. io.. io..” ed andava avanti così neppure fosse quell’aggeggio babbano per sentire la musica che s’inceppava. Patetico. Avrebbe voluto dirle che non esistevano parole per descrivere ciò che sentiva, che Nicolas Corner era un emerito stronzo, che il solo pensiero che potesse anche sfiorarla con un dito lo mandava in bestia..avrebbe voluto accarezzarle i capelli, il viso, le gote arrossate, avrebbe voluto contare una ad una le lentiggini sul suo volto, perdersi nei suoi occhi.. le avrebbe voluto far capire che nessuno su quel modo l’avrebbe mai amata tanto, o aveva la sua stessa voglia di stringerla forte, poggiarle le mani sui fianchi e baciarle le labbra fino a drogarsi del suo sapore.. nessuno le sarebbe stato accanto ad ogni crisi isterica volentieri come faceva lui, o l’avrebbe fatta entrare nel proprio letto solo per proteggerla dei tuoni,  solo per sussurrarle all’orecchio che sarebbe passato in fretta. Forse un giorno glielo avrebbe detto.. magari sarebbe stato troppo tardi, o forse giusto in tempo.. ma in quel momento, il terrore di perderla era talmente forte da fargli attorcigliare lo stomaco e mancare un battito.
“Non dici nulla?” continuò la ragazza, stupita dal silenzio religioso nel quale si era chiuso Scorpius. Non andare, Rose, rimani con me, andiamo in biblioteca a leggere assieme, levami dalle mani i miei stupidi libri ed attacca con un pallosissimo discorso a proposito della realtà. Nulla. “Allora?” ripeté nuovamente. Non andare Rose, stai con me. Nulla. “Bene, divertiti” Fu la risposta indifferente. Non andare Rose, non andare con lui.

 
You can dance every dance with the guy
Who gives you the eye, let him hold you tight
You can smile every smile for the man
Who held your hand 'neath the pale moonlight

 
Rose spalancò gli occhi e si tirò a sedere davanti a lui, l’azzurro dei suoi occhi scintillò di sorpresa e delusione. “Nien..nient’altro?” lo spronò ancora, incerta e balbettante.
C’è molto altro, troppo: c’è che prenderei a mazzate quel demente da oggi fino a domani, c’è che sto morendo lentamente, c’è che non puoi andare con Corner, c’è che sei mia, mia e basta, che nessuno ti può toccare, c’è che ti amo, che un giorno sarò io al suo posto, che so che poi tornerai da me, per quanto Lo Schiopodo possa baciare bene, che quando romperete sarò io ad asciugare le lacrime dai tuoi occhi, a disegnare sulle tue labbra un sorriso.
“Che altro dovrei dire?” ribatté, invece, il ragazzo, amaro come una tazza di caffè nero senza zucchero. Rose annaspò disorientata. Non lo aveva mai sentito tanto freddo e distante, seppur vicino.  Nei suoi occhi c’era indifferenza, nel suo ghigno c’era strafottenza. Nel suo cuore c’era una crepa.
Tornerai da me comunque, Rose, sarò io l’uomo più importante della tua vita, devo essere io. Non il migliore, non il più dolce, il più bello, il più divertente.. ma quello più importante. Decidilo tu come, ma non mi lasciare solo..

 
But don't forget who's taking you home
And in whose arms you're gonna be,
So darlin', save the last dance for me

 
 
“Dovresti..” Dovresti dirmi che non vuoi Scorpius, dovresti dirmi che non è quello giusto per me, che non puoi tollerare che esca con qualcun altro.. dovresti dirmi che vuoi che sia solo tua.. ma non lo farai mai.. “Nulla, hai ragione.” Accettò alla fine, respirando una nuvoletta di condensa.
Il cielo si era fatto più scuro ed il vento s’era alzato. I capelli della rossa avevano preso ad intrecciarsi seguendo i soffi incalzanti di quest’ultimo, rapidi, coprendole di tanto in tanto il volto, le pagine del libro, abbandonato accanto a loro, avevano preso a scorrere impazzite, vuoi di qui, vuoi di lì, senza un’andatura precisa.
La ragazza deglutì, poco prima di essere colta da un brivido di freddo.  Scorpius combatté contro se stesso per non abbracciarla. Dovrei dire tante cose.. cose che ti dirò, e quando lo farò sarai mia.. spero..
“Hai consigli, Scorp?” Come faccio a non amarti, Scorp? “Ricordatevi l’incantesimo contraccettivo, Rose” rispose, duro, gli occhi chiusi e l’aria stanca di chi ha appena perso una maratona. Non amarlo, ti prego, non innamorarti di lui.

 
Oh, I know that the music's fine
Like sparkling wine go and have your fun
Laugh and sing but while we're apart
Don't give your heart to anyone

 

Rose morì dentro. Emise uno squittio sconvolto, quasi non si riconobbe. Una puttana, la credeva una puttana? Credeva che l’avrebbe svenduta a Corner al primo appuntamento?
“Bene, non vorrei farti diventare zio così presto.” Concluse così il discorso ed andò via, capo alto, passo controllato. Scorpius guardò le sue spalle allontanarsi, e non la vide mai piangere silenziosamente. Non era più così sicuro che sarebbe stata sua. L’aveva umiliata. Oh, Rose.. perché deve essere così? Perché più si cerca di tenere al sicuro una cosa preziosa e più la si perde?
Scorpius riafferrò il libro, smise di trattenere le lacrime. Era sempre stato lì, accanto a lei, era sempre stato il primo ad aiutarla, a capirla, ascoltarla, amarla.. e lei era sempre appartenuta a qualcun altro. Ma ormai se l’era promesso, un giorno tutto quello sarebbe cambiato, un giorno l’avrebbe stretta tra le braccia, avrebbe respirato il suo profumo, un giorno.. forse..
Aspettami, Rose.. ti prego..


But don't forget who's taking you home
And in whose arms you're gonna be,
So darlin', save the last dance for me
   
 
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