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Autore: eliala    18/12/2008    6 recensioni
Pazzia, follia, termini convenzionali usati per identificare un tipo di mentalità diversa, apparentemente incomprensibile, che spaventa per la sua unicità.
Eppure, in alcuni casi, anche i “pazzi” per un certo periodo sono stati “normali”, e ciò che li ha fatti degenerare stata solo una passione troppo violenta e frastornante.
Ecco la storia della mia, di passione, della mia follia…
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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prima di cominciare, volevo ringraziare higurashi, che ha commentato la prima KuroFay di eliala.(che parla di sè in terza persona)ci sto prendendo gusto con questa coppia, però ditemi se scrivo abomini o robe simili.... vi lascio a questa cosa malata, nata sul retro del libro di letteratura, sperando che col ronzio di sottofondo della prof sia venuto qualcosa di decente ^0^






Felicità e Follia







Pazzia, follia, termini convenzionali usati per identificare un tipo di mentalità diversa, apparentemente incomprensibile, che spaventa per la sua unicità.
Eppure, in alcuni casi, anche i “pazzi” per un certo periodo sono stati “normali”, e ciò che li ha fatti degenerare stata solo una passione troppo violenta e frastornante.
Ecco la storia della mia, di passione, della mia follia…





Quanto si può arrivare vicino all’oggetto del proprio desiderio senza però riuscire a raggiungerlo?
Non è assurdo avere la consapevolezza di essere arrivato tanto vicino a ciò in cui si spera con maggiore intensità ed esserne tanto spaventato da rifiutarsi di allungare la mano per afferrarlo per sempre?
In realtà non avrei mai pensato che in vita mia sarei arrivato tanto vicino a quella che ora ho la capacità di chiamare felicità, non credevo di poterla scorgere tanto chiaramente. Dovrei essere grato per questo? Dovrei ringraziare qualcuno per i sentimenti che ho provato, per la loro intensità, per la loro bellezza? Forse sono insaziabile, ma non ci riesco, proprio non riesco a farlo.
Seduto su un piccolo sgabello, indugio con lo sguardo sull’immagine che mi viene rimandata dallo specchio, nella quale non mi riconosco più da fin troppo tempo. I capelli dorati, costretti in una coda leggera, la pelle bianchissima, la grazia esasperante di ogni gesto, gli occhi, anzi l’occhio; già, perché uno è stato prepotentemente strappato. Chi è la persona intrappolata nello specchio? Oh, non posso essere io… un paio di colpi secchi. So bene di chi si tratta, ma non mi importa. Forse non dovrei mai uscire da qui…
«Fay… Fay, per favore…» chiudo gli occhi, non sono sicuro che risponderò. «ti prego Fay, esci da lì… lo sai che non si muoverà mai senza di te…»
Sì, lo so, ma forse non voglio che lo faccia.



«vieni con me Fay. Vieni con me. Vieni a Tokyo. Devo tornarci, lo sai. Vieni con me.» ed un “ti prometto che ti starò vicino” appena sussurrato quando pensa che Fay non ascolti più. Ma Fay lo sente, e sorride, ma non lo mostra. Andrà in Giappone con lui, gli ha promesso che non lo lascerà solo, anche se lo ha fatto quando credeva che Fay non lo ascoltasse. Gli ha detto “ti amo”, l’ha fatto coi gesti, coi silenzi, nel modo più sincero possibile.
E Kurogane lo porta con sé, e lo stringe forte al petto, e gli dimostra che cosa significa che il cuore voglia uscire dal petto, e gli dimostra che non si può vivere solo per se stessi, perché in quel modo non si farebbe altro che soffrire in modo atroce, gli dimostra che accanto a qualcun altro le ferite sono meno dolorose.





Eppure adesso sono solo. Se penso a quei momenti… tutte le promesse sono cadute in frantumi quando gli è stato chiesto di rispettarne una fatta in precedenza, ad una persona, forse, molto più importante. Vero, non avrebbe voluto farlo, non all’inizio almeno, ma doveva a lei troppo per poterle rifiutare qualcosa.
«Fay… mi dispiace, ma…»
«SMETTILA! Lo sai, se gli ordinerai di farlo, lo farà, che io ci sia o meno. Ora vattene. Basta. Forse verrò, ma comunque fa’ iniziare.» finalmente se ne va.
Quanto sono stato vicino alla felicità? Quante volte avrei potuto afferrarla e farla mia per sempre? Anche adesso, io lo so, basterebbe una mia parola e probabilmente tornerei tanto vicino a ciò che desidero da poterlo sfiorare.



«che tu sia una specie di criminale in fuga o qualcosa del genere, non sono comunque affari miei»
«adesso ti riconosco, Kuro-sama»
«è quello che vorresti sentire dire, vero?» Fay resta spiazzato, ma con stupida ostinazione continua a sorridere, mentre Kurogane smaschera una per una tutte le sue menzogne. Poi, provvidenzialmente, qualcuno arriva ad interrompere quella tortura.
«non credere che la nostra conversazione finisca così… te l’ho detto, io non c’entro nulla con questa storia…»
«L’ho sentito, e ti ripeto che non devi preoccuparti per me»
«intendo che non mi interessa nulla del tuo passato.» a questa affermazione Fay non riesce a credere, e fa scivolare via quel suo falso sorriso.
«quindi… vedi di accettarti per quello che sei e che fai adesso»
Ma non può! Non l’ha mai saputo fare, per lui è impossibile! Fay è diverso da quello che sembra, è sporco, è indegno, o almeno così si sente.




Ma per te non era così, vero Kurogane? Tu non hai mai creduto che in me non ci fosse nulla di buono, per tutto il tempo durante tutto il viaggio mi sei sempre stato accanto. Adesso, si tratta forse di pochi minuti o poche ore, ed io per te non sarò più niente! Niente! Chi lo sa se mi avresti concesso di morire se avessi saputo che avrei sofferto ancora così…
Orgoglio, solo stupido orgoglio, che mi impedisce di venire da te e supplicati di fermare tutta questa follia…
Oh, sono proprio pazzo. Parlo con lui come se fosse qui… non è esilarante? Un vampiro solo, pazzo, legato con un guinzaglio alla persona che ama. Solo che questa persona sta per sposarsi. Sì, è davvero comico, soprattutto se si aggiunge che si tratta di due persone dello stesso sesso provenienti di due dimensioni diverse. Guardami Kurogane –sì, sto parlando con te, tanto ormai sono pazzo- guardami: non ti ricordi che sono rimasto con te quando me lo hai chiesto, non ti ricordi tutti i baci, le carezze, le parole che mi sussurravi all’orecchio quando pensavi io dormissi già?
Io ricordo tutto: ogni istante di ogni giorno trascorso con te.
Guardo nuovamente l’immagine allo specchio, e provo a sorridere, così, giusto per vedere se so ancora mentire in modo decente. Sì, ancora ne sono capace, sembro quasi felice! E infondo dovrebbe essere così, dovrei essere felice per il matrimonio del mio migliore amico, e non disperato per quello del mio amante.
«Fay» ecco qualcun altro che cerca di convincermi ad uscire per andare a vedere la persona che amo che si sposa. La persona nello specchio sta ridendo, e sembra anche divertirsi parecchio, ma io no, io non mi diverto, tanto più che colei che mi sta chiamando è Sakura.
«Ha…ha detto… sta litigando con Tomoyo e…» “sta litigando con Tomoyo”… non so con esattezza quale parte del mio cervello abbia immagazzinato questa informazione, ma so che mi ha fatto alzare in piedi e mi ha indotto a far scattare la serratura.
«che cosa?!» vedo i miei gesti come se fossi al di là di tutto, e la mia voce... la mia voce non riesco quasi a sentirla...
L’espressione di Sakura è deliziosamente spaventata nel vedermi così. Chi sa che espressione devo avere ai suoi occhi... chi lo sa in che mostro si è trasfigurato il mio volto...
«dovrà farlo comunque, con o senza di te. Solo puoi rendere il tutto meno penoso.» Non mi guarda, non ha il coraggio di farlo. Ed io lo so. So che quello che dice è vero, e non sono sicuro di volermi perdere gli ultimi momenti in cui per lui posso valere qualcosa.
Mi faccio condurre da Sakura, e credo che lei mi stai parlando, solo che non posso esserne sicuro, visto che le mie orecchie sono piene solo di un fastidiosissimo ronzio. Ci fermiamo davanti ad una porta, e quando vedo le sue labbra fermarsi, annuisco. Appena sono dentro individuo Kurogane, in piedi, con una mano poggiata sul mobile scuro che gli si trova di fianco e l’altra a coprirgli gli occhi. Subito dopo ecco Tomoyo, immobile,che lo guarda con quella che sembra compassione. Ed ecco, il fischio non c’è più, ed è stato sostituito da suono della stoffa pregiata degli abiti pregiati che strusciano impercettibilmente contro la pelle, dal ritmo irregolare dei respiri e dei battiti cardiaci accelerati, dalla cadenza regolare di un orologio che è uno dei tanti doni di nozze.
«che cosa stai facendo ancora qui?» la mia voce è ridotta a poco più che un sussurro, ma lo raggiunge ugualmente. Si volta verso di me, ma non sembra vedermi davvero. Nel tempo che impiega a rispondermi sento che Sakura sta lasciando la stanza, in modo che il confronto coinvolga solo noi tre.
«non…» comincia, facendo un passo verso di me, per fermasi subito quando vede che indietreggio. Non riesco a non sorridere in modo gioviale, perché se non lo facessi forse inizierei ad urlare, o a piangere, in realtà non sono mai stato troppo bravo a prevedere le reazioni del mio corpo.
«fai quello che devi, Kurogane. Tanto lo sappiamo tutti e tre che in un modo o in un altro lei otterrà quello che vuole.» abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Credo che il mio breve discorso suoni alquanto agghiacciante in questo momento, dato che l’amarezza delle parole unita all’allegria della voce risulta un abominio persino alle mie orecchie.
Questa volta non indietreggio quando si avvicina, non mi ritraggo quando le sue braccia mi stringono, ed il sorriso abbandona il mio volto.
«Stallo a sentire, Io l’ho visto, e lui non fa parte del tuo futuro.»
Taci! Taci!non dire più nulla, tutto questo lo so anche io! Vattene! Lasciami l’unica cosa che ho ancora! Sta’ zitta! Sta’ zitta e vattene, lasciami al mio disperato amore… ti prego, non strapparmi via dal cuore anche i sogni… le mie braccia stringono convulsamente le spalle di Kurogane, inevitabilmente mi arpiono a quello che come acqua sta sfuggendo via dalle mie mani...
Eccole, le percezioni mi abbandonano, e non riesco più a capire nulla. L’abbraccio viene sciolto, e qualcuno se ne va…
La scena cambia, una grande stanza addobbata a festa, e la gente ride e scherza, qualcuno anche piange, e poi silenzio, e la voce di un uomo che sovrasta tutto, e poi ancora silenzio quando Lui non risponde e si volta per cercare qualcuno con lo sguardo, si vota per cercare l’unica persona alla quale da la possibilità di fermare tutta quella pagliacciata. Ma la persona che cerchi non c’è, anche se è seduta i prima fila, composta, con lo sguardo gelido puntato su di te, la sua anima volteggia in alto, da bravo pazzo non è più in se… e poi tutto riprende e la festa termina, e solo in questo momento ho la possibilità di riprendere possesso del mio corpo.
Scoppio a ridere in modo malsano quando arriva il dolore, lacerante come una lama, intenso come il calore delle fiamme che avvolgono un corpo indifeso. Il fragore della risata aumenta quando vedo Tomoyo che si avvicina tra la folla.
«Grazie, oh Mia Signora, per aver avuto la decenza di non impormi come testimone del novello sposo: sarebbe stato decisamente imbarazzante per tutti.» Sorrido con rabbia, mentre le parole al vetriolo escono a stento dai miei denti stretti, e mi esibisco in un inchino fin troppo profondo.

Lo sai, Tomoyo, che cosa mi hai fatto?

«Fay mi dispiace per te, ma quello che ho detto a Kurogane è la verità!» ha il coraggio di posare le mani sul mio braccio, che ritraggo immediatamente, come avrei potuto fare davanti ad un serpente velenoso, e di guardarmi negli occhi, con una patetica espressione di scusa.
«tu non sei parte del suo futuro, non puoi dargli nulla… oltre a quello che hai già fatto. Non hai più nulla per lui.»
La risata cristallina che esce dalle mie labbra attira gli sguardi incuriositi della gente, che si avvicina per cercare di sapere qualcosa di più sulla Principessa del Giappone e sull’amico dello sposo, curiosa di sapere che cosa procura tanta ilarità nel bellissimo e misterioso compagno di viaggio del più grande ninja di cui loro abbiano mai avuto notizia.
«la sai una cosa? Non ho nessuna intenzione di rimanere qui a farmi insultare da te. Vuoi flagellarmi? Ti do una notizia: non puoi fare nulla di più di quello che hai fatto già. Ed ora, se Vostra Maestà me lo permette, da bravo pazzo masochista vado a porgere le mie congratulazioni alla sposa.» Un inchino profondo, un sorriso di ghiaccio, e con la grazia e l’eleganza disumana che si addicono ad un demone quale sono, sparisco alla sua vista.
Dove sono cresciuto dicevano che per uccidere un “bevitore di sangue” bisognasse dargli fuoco o pugnalarlo al cuore con un paletto di legno. Solo che ho provato entrambe le cose, e non hanno affatto sortito il risultato sperato. Forse se mi impiccassi…
«Tu…sei Fay, giusto…?» una voce femminile, sconosciuta, mi induce a voltarmi, interrompendo le mie riflessioni forse fin troppo ottimistiche. È una giovane graziosa, alta quasi quanto me, con lunghi capelli castani ed occhi nerissimi, vestita con un kimono bianco: la sposa. E se le staccassi la testa e poi la dissanguassi? No, in realtà lei non c’entra, è solo un’altra pedina di Tomoyo.
Annuisco lentamente mentre arriva la consapevolezza che comunque sarà lei ad avere Kurogane.
Mi parla, ma di nuovo non sento nulla. Nella mia mente si affollano immagini dei momenti in cui eravamo solo io e Lui, e le sue parole risuonano senza un ordine preciso. E comprendere in fine che le parole di Tomoyo sono vere, comprendere che non ho nulla da dargli, che non ho il diritto di pretendere un posto nel suo futuro, perché sono solo uno schiavo, mi da il colpo di grazia. Non sono abbastanza forte per sostenerlo…
«p…perdonami…» fuggo, come ho sempre fatto, da nulla di preciso, forse provo solo a correre più veloce del dolore che mi sta seguendo, senza voler accettare il fatto che ormai mi ha raggiunto, mi ha colpito, e sta sorridendo nel vedermi agonizzare.
Non ci posso arrivare. Nonostante tutte le mie illusioni, Kurogane è sempre stato troppo distante da me, non ho mai davvero avuto la possibilità di averlo… tutto ciò che ho provato faceva solo parte di quella assurda maledizione che è mi strappa ogni cosa, che mi da amore solo per togliermelo nel momento in cui credo di non poterne più fare a meno...
Sto… sto piangendo? Sono… sono lacrime? Sono singhiozzi? È un tremore inarrestabile quello che scuote le mie membra improvvisamente fragili e mortali? Il suono della festa mi giunge ovattato, come se fosse molto distante, ma io so che non è così… Improvvisamente mi sento stanchissimo, come se la distanza percorsa fosse stata indicibile, così mi accascio in terra, con il volto patetico nascosto tra le gambe, e gli occhi chiusi, raggomitolato in posizione fetale, come se in questo modo riuscissi a proteggermi dai colpi del Destino. Quando apro di nuovo gli occhi vedo che attorno a me ci sono delle persone… Shaoran… Sakura… Tomoyo… ma se non c’è Lui, allora che importanza può avere? E poi se ne vanno tutti, e le braccia di Kurogane mi avvolgono, e il suo petto mi fa da rifugio, le sue mani asciugano le mie lacrime e la sua bocca ricopre la mia, restituendomi l’aria.
Perché? Perché l’hai fatto? Perché non ti sei rifiutato, perché non siamo scappati insieme? Dimmi Kurogane, perché Tomoyo è tanto più importante di me?
No, in realtà non importa, ma non lasciarmi più, ti prego! E se è solo un frutto della mia mente malata, lasciatemi qui, in questo mio mondo in cui mi è concesso ancora di essere felice, lasciatemi nel mio stato di follia. Datemi del pazzo ma, vi prego, non cercate di guarirmi…




Come è rossa la mela più rossa sul ramo più alto,
in alto, sulla cima, e i coglitori non l’hanno veduta-
oh no, certo, la videro, solo non riuscirono a prenderla




_____Saffo___











salve gente che legge! allora, visti i commenti giustamente confusi, son qui per donare delucidazioni (O______O)alllllluuura, innanzi tutto, nella mia mente malata questa storia ha sia un prima che un dopo, e quindi quello che fa Tomoyo ha un senso: Fay deve morire, e per questo Tomoyo vuole allontanare Kurogane da lui. e Kurogane le da retta perchè non capisce quanto tutta la vicenda faccia male al povero Fay... (sigh sob, povero fay...) e Fay impazzisce perchè è l'unico modo che ha di fuggire dal tutto. questo è molto chiaro nella mia mente, ma solo nella mia mente, e quindi chiedo scusa. per questo ringrazio chi mi ha avvertito, perchè in effetti non è affatto una storia chiara... ^__^"
comunque, che dite? alla fine è tutta un'allucinazione di Fay o Kurogane torna davvero da lui?? io sono indecisa...
  
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