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Autore: Parsifal    19/12/2008    4 recensioni
Mantenere la luce della speranza viva non è facile, specie quando una malattia terminale cerca di spegnerla. Ma non è impossibile.
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: Concerto in Re minore
AUTORE: Parsifal
SERIE: original
GENERE: sentimentale, triste
TIPO: yaoi
RATING: giallo
NOTE: storia per il concorso indetto sul forum di EFP, da Akane, chiamato Gli elementi del concorso. Combinazione scelta Pianoforte e candele.

Concerto in Re minore
Il silenzio è pressochè totale.
Nella notte che circonda e avvolge leggera la vecchia casa, non si ode nulla, nemmeno il più piccolo rumore.
Tutto tace.
Soltanto la matita che corre sui fogli fa sentire la sua voce nell'aria, pressochè immobile, di questa notte di fine estate.
Perfino i grilli tacciono.
Come se fossero avvinti, anche loro, dalla ferrea volontà dell'uomo che sta scrivendo il suo regalo d'addio.
Ogni cosa si ribella a quel pensiero.
Anche la natura si ritrae a una tale eventualità ma l'uomo sembra non accorgersene e continua, imperterrito.
Continua a creare il suo ultimo concerto e chiudere così una pagina importante della sua vita.
Ma Andrè non sembra rendersene conto.
Si sente aperto in due.
C'è una musica dentro di se che sta per esplodere e fino a che lui non la metterà tutta sulla carta non riuscirà a fermarsi.
Anche se questo gli porterà via dei giorni.
Ogni tanto mette da parte la matita e le dita accarezzano i tasti, delicate come solo lui sa essere.
Gli occhi chiusi, rapito.
Ascoltando la sinfonia che ha dentro.
Poi afferra di nuovo la matita e continua a creare.
Veloce, sicuro.
Più affascinante che mai.
E' quasi l'alba quando termina.
Le prime lame di luce iniziano a tagliare il cielo e ogni cosa, attorno a lui, si tende nella promessa del rinnovamento.
Tutto il creato tace per un attimo, momento perfetto e sublime, unico.
Irripetibile in tutto l'universo.
Poi, lentamente, la vita torna a ricrearsi di nuovo.
E lui si alza in piedi, nella stanza ancora avvolta dalle ombre.
Apre la porta e attraversa il corridoio.
Entra nella sua camera da letto e una voce calda, assonnata, lo saluta:
<< Andrè... hai terminato?>>
Andrè fa cenno di si con la testa, mentre osserva Jean che si tende nel grande letto, stirando così tutti i muscoli e accendendo la sua mente.
Con un sorriso luminoso il suo folletto  si alza in piedi, mentre lui si volta e se ne va, per non cedere alla tentazione di farlo sdraiare di nuovo e tuffarsi su quel corpo così meravigliosamente suo.
Per far parte di muovo dell'eternità.
Quell'eternità che gli sarà preclusa.
Guardando Jean nessuno direbbe che i suoi giorni sono contati.
Non è mai stato in forma come adesso.
Non è mai stato così bene, così pieno di vita.
Così felice.
Eppure...eppure è sieropositivo.
E i suoi polmoni hanno i primi sintomi  di quella malattia che distrugge ogni speranza.
“Perdete ogni speranza voi ch'entrate” aveva scritto Dante sulla porta dell'Inferno.
Loro la speranza non l'hanno perduta, non vogliono perderla.
Si siede dietro il pianoforte e Jean accende la candela che gli ha regalato e che rappresenta la sua ispirazione.
“Questa piccola luce riesce a vincere l'oscurità più densa, pensa Andrè.
Ogni volta che la guarderai penserai a me e la tua creazione prenderà vita”.
Andrè risente nelle orecchie le sue parole e alza la testa per osservarlo.
I capelli rossi che ricadono disordinati attorno al viso ancora chiuso nel calore del sonno appena interrotto, la fiamma della candela che disegna arabeschi strani sulla sua pelle.
Una stupida trasfusione.
Una stupida trafsusione in seguito ad un incidente.
Inizia a suonare mentre la musica prende vita.
Le note si alzano nell'aria e davanti a loro c'è l'orchestra, i direttori che suonano con maestria il suo ultimo concerto.
Morirebbe al suo posto se questo potesse ridargli la vita.
Ma non è possibile.
A parte che Jean è disposto a legarlo con le catene poittosto che lasciarglielo fare.
Lui è convinto che questa è solo una pausa.
Non sa che non tornerà più a fare concerti, mai più.
Pensa che si fermerà il tempo necessario per accompagnarlo in Italia e provare la nuova cura nella clinica che ha visto i sucessi più grandi che la Scienza abbia mai avuto con l'AIDS.
Non sa che Andrè non suonerà mai più.
Ha fatto un patto con Dio.
Lui ha una Fede tutta sua, molto personale diciamo.
I suoi conti li sistema da solo, non ha mai avuto bisogno di Lui.
Eppure...eppure quando Jean si ammalò, quando i suoi polmoni cedettero per la prima volta, lo cercò.
E fece un patto con qualcuno per la prima volta nella sua vita:
Avrebbe rinunciato a suonare e ad esibirsi.
Senza limiti, senza altre richieste.
Non mise paletti a Do, non gli chiese nulla in cambio.
Tanto sa che Lui è di poche parole e non ha bisogni di tante spiegazioni.
La musica esplode nella stanza e Jeans si ritrova, come sempre, con le lacrime agli occhi.
Questa è La Musica, questo è Amore.
Andrè termina il suo concerto con il cuore che scoppia.
Sente le braccia del suo compagno che lo cingono da dietro, calde, protettive e si lascia andare con sollievo.
Il dolore non è per il pensiero di non suonare perchè lui, la musica, ce l'ha nel cuore e da li non se ne andrà più.
Il dolore è dover tacere a Jean tutto questo.
Non sa che Dio non ha bisogno di queste rinuncie per avere la prova del suo amore.
La luce del sole riempie, improvvisa, tutta la stanza...o forse se ne rendono conto soltanto adesso.
E un raggio attraversa l'aria per posarsi su di loro., tenue e delicato, forte e coraggioso.
Invincibile.
Infinito.
Li avvolge.
E se ne va.

   
 
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