My only thought
Sta
lì
seduta sul letto, con le spalle ossute contro il muro freddo, in quella
misera
camera spoglia, un ciuffo di capelli dal colore biondo cenere le cade
davanti
agli occhi, non lo sposta, non le importa .
Un tempo avrebbe pianto, ma ora non più, ha finito le sue
lacrime. Resta
immobile senza guardare un punto definito; non sa cos’abbia
fatto fino ad ora, non
sa neanche quando ha mangiato per l’ultima volta, qual
è il suo lavoro, la sua
mente è completamente vuota. Anzi no, un pensiero
c’è, un pensiero che colma il
vuoto, ma lo fa più di quanto dovrebbe, come un fiume che
straripa, e più
l’acqua irrompe dentro di lui, più le sue barriere
si infrangono.
Non riesce a smettere di pensarlo, lo vede ovunque, nei sogni, la
mattina
quando esce di casa per comprare il giornale o nei momenti prima della
cena,
tutte le volte le sembra di scorgere la sua ombra dietro di lei, la
ragazza dai
capelli biondi, ingenua, si volta, ha gli occhi sgranati e la bocca
rosea
dischiusa per l’emozione, ma ogni volta che accade trova solo
una stanza vuota
ad attenderla, e lei rimane lì, sola e insicura, con il suo
piccolo sorriso
ormai tramutato in un’espressione indefinita.
Ha paura, crede di star diventando pazza, ma non lo chiama, non lo
avverte, è
troppo orgogliosa per farlo; lascia che i giorni trascorrano lunghi e
interminabili, fino a che la vita non le scivolerà via dalle
dita. Anche la
speranza sta incominciando ad affievolirsi, non ci conta
più, il cellulare è
caduto a terra come la maggior parte delle cose in quella camera, ma si
ricorda
di quando lo teneva
vicino al cuore
aspettando una sua chiamata, come se fosse un ragione di vita.
Era bello allora, quando parlavano di in
tutte le promesse fatte, la ragazza sorride sognando, gli aveva detto
che
l’avrebbe portata al mare , e poi l’avrebbe
sposata, ma non in un posto
qualunque, su un’isola greca, lontano da tutto e da tutti, e
lei ci aveva
creduto incondizionatamente, ci aveva sperato fino in fondo
all’anima, fino a
che anche la parte più piccola del suo cuore sapesse che lui era lì,
e ci sarebbe stato per
sempre.
Ma quel “per sempre”, era durato così
poco, terribilmente poco …
La ragazza
si alza d’improvviso, ha nello sguardo una scintilla di
follia, qualcosa di intenso,
ma anche di tremendamente pericoloso, corre verso la finestra, non
può essere
vero, lui è lì, sotto di lei, con un mazzo di
orchidee blu come il mare tra le
mani, lui sa che sono i suoi fiori preferiti, e li porge ad una donna
snella e
attraente, con un tubino blu che le avvolge il corpo; quel bastardo non
solo usciva
con un'altra alle sue spalle, ma si permetteva anche di farlo sotto la
sua
finestra, fregandosene altamente del le sue emozioni e dei suoi
sentimenti,
stendendo un velo sopra la parte di vita passata con lei: cancellando
tutto.
La ragazza dai capelli biondi viene colta da un respiro affannoso, e la
le
mente si annebbia completamente, azzerando tutte le emozioni ed i
pensieri al
di fuori della rabbia; con frenesia fruga per la stanza in cerca di
qualcosa da
mettere sopra alla sua canotta, non lo trova, non importa, si
arrangerà e
sopporterà il freddo gelido di Dicembre per qualche minuto;
corre per le scale
impaziente di fare qualcosa che ancora non sa, ma che spera
metterà fine al suo
dolore e alle sue torture. Con una spinta apre il portone di legno e lo
vede,
non fa caso a tutto il resto, non si rende conto neanche che la donna
se ne è
andata e che il ragazzo tiene ancora le orchidee tra le mani con un
sorriso
colmo di gioia, lei non lo vede più.
Non appena anche il ragazzo incontra il suo sguardo un lampo di paura
gli
attraversa fugacemente gli occhi e indietreggia sconvolto, mentre dalle
labbra gli
escono frammenti di parole che si disperdono tra i fiocchi di neve che
cadono
burrascosi per le strade; vorrebbe spiegarle tutto, il motivo per cui
è stato
via, tutti i misteri e la causa delle sue assenze, ma le parole che
aveva
immaginato e sognato di dire tante volte alla ragazza, sono cariche di
disperazione e non di speranza, perché si rende conto di non
conoscere più la
persona che ha davanti.
Un’ultima idea si fa strada nella sua mente, afferra saldo il
mazzo di fiori e
ne tira fuori qualcosa dall’interno, ma in quel preciso
attimo in cui si
distrae e abbassa la testa in cerca dell’oggetto, la giovane
lo afferra per il
colletto umido della giacca
e riversa
tutto il suo odio su di lui con parole e gesti, per secondi, minuti,
ore, il
tempo le sembra insignificante in una situazione simile, sfoga e libera
le sue
emozioni fino al punto in cui non ne è rimasta nemmeno una
briciola nel suo
cuore, così
capisce di aver perso il
controllo di se stessa e di non poter più tornare indietro;
si accascia a terra
distrutta e logorata dal proprio dolore.
Si guarda
intorno persa, e, con un sospiro di sollievo, il primo dopo tanto
tempo, si
rende conto di non vedere più il ragazzo, probabilmente se
ne è andato, è
scappato da qual mostro che era diventata; le sensazioni cominciano a
tornare,
e si ritrova a osservare i suoi capelli mal ridotti e bagnati dalla
neve, sta
tremando da capo a piedi, una canottiera contro il freddo e il gelo non
basta durante
un inverno rigido come quello, così con fatica si alza e
corre verso la sua
porta attraversando lo stretto vicolo deserto, che strano, non ricorda
di
averlo percorso, ma non le importa non ci vuole più pensare,
ormai quella parte
della sua vita è cancellata, non deve far altro che
dimenticare tutto, è
l’unica soluzione per poter andare avanti.
Appena entra si guarda allo specchio distrattamente, vede una ragazza
che non
riconosce, con pesanti borse sotto gli occhi e
lacrime salate che le rigano le guance;
osserva anche un’altra cosa del suo aspetto che la
incuriosisce, una macchia
rossa lungo il braccio, si sofferma un attimo a pensare, no, non
può essere
vero, guarda il tavolo e vede un hot-dog pieno di Ketchup, scaccia il
pensiero
dalla testa con una scrollata di spalle ed un sorriso e si dirige verso
il
bagno spensierata.
*
Col passare
del tempo una macchia scura tinge di un colore rosso purpureo la neve
candida
e, se qualcuno si fosse addentrato nelle piccole strade malridotte di
quella
città dimenticata dal tempo, avrebbe trovato con orrore il
cadavere di un
ragazzo appena ventenne, con gli occhi ancora illusi di un futuro che
non sarebbe
potuto mai accadere, e tra le labbra le ultime parole interrotte dalla
morte,
troppo gelide per essere pronunciate, lì giaceva inerte il
ragazzo, con ancora
le orchidee strette tra le mani, aggrappato a quell’ultimo
ricordo della
ragazza che aveva imparato ad amare.
Tra il blu notte dei fiori profumati, si intravede il bianco
invecchiato di un
foglio di carta, no, è una lettera ripiegata, ed
è l’oggetto che con tanta
frenesia cercava di recuperare il giovane, è stropicciata in
un angolo,
probabilmente la colpa è della ragazza bionda che lo ha
aggredito, comunque ora
la lettera è libera degli steli e i petali, e, al passare di
una folata molto
intensa, si alza ed insieme ai fiocchi di neve leggeri viene trascinata
dal
vento, come fosse anch’essa uno di loro.
La lettera
attraversa l’intera città, passa sopra ai vicoli
bui trasandati e sporchi e
alle grandi e antiche piazze rovinate dal passare degli anni, fino ad
arrivare
in una strada spoglia circondata da ospizi e case di riposo,
là sta passeggiando
una vecchia, ha l’andatura stanca, e l’aria di chi
ha vissuto a lungo e ha
fatto molte esperienze, positive, e negative. Il suo sorriso
è spento, a volte
pensa che sorrida per non piangere, ormai non ha più nessuno
scopo nella vita,
tutti quelli che amava l’hanno abbandonata pensando che il
passare dell’età
significasse anche il passare dei sentimenti e della memoria, ma
fortunatamente
non è stato così; lei ricorda tutto come se fosse
ieri, e ne è felice. Ormai ha
deciso di aspettare che la sua ora arrivi in tranquillità e
serenità tra gli
alberi e le vie monotone di quel paesino, non rimpiange quello che
avrebbe
potuto fare, ma si gode a pieno i ricordi ed i momenti importanti della
sua
vita, perché sa che non c’è
più tempo per fare altro.
È immersa nei suoi pensieri quando sente sulla guancia lo
sfregare ruvido della
carta, afferra la lettera mal ridotta e bagnata dalla neve,
l’inchiostro sta
iniziando a sbiadirsi, ma è ancora visibile, la apre facendo
attenzione a non
rovinarla e inizia a leggere:
Amore mio,
ti ricordi di tutte
le nostre promesse,
di tutti i nostri sogni, avrei sempre voluto realizzare ogni tuo
desiderio,
ogni cosa che ti rendesse felice e che ti facesse sorridere; ma
purtroppo non
ho mai potuto farlo, per quanto io lo neghi sono solo un misero ragazzo
di
campagna senza un soldo, e non mi sarei mai potuto permettere cose del
genere.
Ecco perché mi sono trasferito, ho lavorato per tutti questi
mesi e sono
scomparso dalla tua vita per tutto questo tempo, l’ho fatto
per te, solo,
unicamente, per te.
Avrei voluto dirtelo, credimi, non ne hai idea, ma volevo farti una
sorpresa, e
se te l’avessi detto tu mi avresti impedito di trasferirmi,
perché avresti
voluto che rimanessi con te indipendentemente dal luogo in cui ci
saremmo
sposati e avremmo vissuto.
E forse avresti avuto anche ragione, ma nel profondo del mio cuore so che esiste una sola e
unica anima gemella per
ognuno di noi, e io, che su miliardi di persone sono stato
così fortunato da
trovare la mia, voglio rendere tutto perfetto, più di quanto
lo sia già; per
questo amore tra tre mesi partiremo per una crociera che ha come meta
le isole
greche, e potrai sceglierne una e ci sposeremo lì,
così avvereremo entrambi i
nostri sogni, il tuo di sposarti in un paradiso terrestre ed il mio di
vivere
il resto della mia vita insieme a te.
Ti amo, non scordarlo mai.
La vecchia ha le
lacrime agli occhi
e, dopo tanto tempo, il suo viso si apre in un sorriso rugoso di amore
e
comprensione per quei due giovani, così innamorati ed
innocenti, inesperti
ancora della vita e delle sue avventure; si sofferma a pensare al
futuro che
loro hanno davanti, e a tutti i momenti unici della vita che potranno
condividere insieme traendo forza l’uno dall’altro;
e chissà, magari un giorno
incontrerà di persona la coppia della lettera, la ragazza
del mare ed il
giovane sognatore.
E così l’anziana signora continua a passeggiare,
con un vuoto in meno nel
cuore.
Nota
dell'autrice: che
ve ne pare? Questa è la mia prima storia originale ed
ultimamente ero un po' giù di morale, da qui l'idea di
questo racconto.
Okay
spero di ricevere recensioni ed un'ultima cosa, questa è una
storia partecipante al contest "L'amore è uno stato d'animo"
indetto da Shinkari