La sveglia suona, ma ti trova ad occhi già aperti.

Respiri piano.

Il profumo di gelsomini nell'aria ti strappa il primo sorriso della giornata, quello che ha il sapore dei sogni che non hai ancora lasciato totalmente andare.

Il pavimento é gelato come ogni mattina, ma tu non ci fai più caso ormai: lentamente vai in cucina, fermandoti a riflettere, forse per la prima volta dopo tanto tempo, a quanto siano dolci quei gesti che portano in seno il sapore di una quotidiniatà tanto voluta quanto strappata alla vita e al destino.

La moca borbotta, l'odore del caffé si somma a quello dei gelsomini, e tutto riacquista un senso.

Ti siedi al tavolo di quella cucina che avete costruito un pezzo alla volta, una pietra dopo l'altra davanti al monumento dei vostri sogni, e un raggio di sole ti colpisce gli occhi: li chiudi, avverti il calore sulla pelle e desideri sentire i suoi passi, quel suo buongiorno un po' scontroso e il suo bacio che non é venuto a mancare mai in quasi cinquant'anni di matrimonio.

Respiri ancora, piano piano, quasi avessi paura di spezzare quella stupenda bolla di serenità che ti avvolge.

Lentamente riapri gli occhi e abbassi lo sguardo sulle tue mani segnate dal tempo e dalle difficoltà: la fede splende oggi come quel giorno di quarantotto anni fa, quando con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola giurasti di rimanere con lui sempre e per sempre, guidata da un'amore e una devozione che ancora oggi, nonostante tutto, senti ancora dentro di te.

Sorridi, passi le dita fra i lunghi capelli bianchi e con un po' di fatica ti alzi per versare il caffé.

Hai appena riappoggiato la moca sul fornello quando un rumore di passi riecheggia nel corridoio.

„Buongiorno“

Ti giri, sorridi, ti si illuminano gli occhi.

E la vita fiorisce ancora.