Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Fay_8    30/03/2015    3 recensioni
Erano passati solo tre giorni, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare per innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e basta. Puoi innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno sguardo, un sorriso, un voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi innamorarti di una voce o di uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non sai spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci dentro in eterno. Perché l’amore è così, fa paura ma vale sempre la pena di essere vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui era innamorato di Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che aveva ascoltato la sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non sapeva come era possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad Adam il tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho aggiornato sul serio, wwoooooh!
Vi sono mancata? No? Neanche un pochino? No? Okay.
(eh)
Allora, chiedo perdono per il ritardo (quasi un anno, sono una pessima persona, lo so).
Sono qui sopra perché volevo dirvi che ho notato che nessuno ha tolto la “fan fiction” tra le preferite/ricordate/seguite e boh… pensavo che avevate dimenticato l’esistenza di questa “fan fiction” durante la mia assenza e invece siete addirittura aumentati, io- io- non so che dire, grazie. Il numero delle visualizzazioni è troppo alto quindi secondo me non è reale e non lo commento neanche (grazie).
Comunque ho scritto questo nuovo capitolo, non mi convince per niente (che novità), ma o aggiornavo adesso o non lo facevo più.
Buona lettura! (Si fa per dire visto che secondo me sto capitolo è un disastro.)

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Together.

 

Erano le sei del pomeriggio, Tommy sarebbe dovuto essere a casa ma aveva deciso di fare una deviazione. 
Stava camminando, era quasi arrivato a destinazione, la strada era praticamente deserta tranne che per alcune auto che passavano ogni tanto.
Arrivato, spinse leggermente il cancello di ferro ed entrò, non ci impiegò molto per arrivare esattamente dove era diretto. 
Posò le ginocchia sul suolo, inginocchiandosi, l’erba gli solleticava la pelle poiché quel giorno indossava dei jeans “strappati” in alcuni punti. Appoggiò lo zaino al suo fianco e lo aprì per estrarre una rosa che poggiò davanti a lui, sulla lapide di sua madre.Sospirò.
«Ciao mamma, ultimamente non sono venuto a trovarti, mi dispiace» accarezzò la superficie di marmo della lapide. Sapeva di star parlando fondamentalmente a nessuno ma gli piaceva pensare che sua madre potesse sentirlo in qualche modo. Chiuse lo zaino e si sistemò meglio sedendosi in modo da poggiare le spalle sulla lapide, si portò le gambe al petto e posò le braccia incrociate sopra le ginocchia mentre poggiava la testa sulla lastra di marmo.
«Papà ha avuto un’incidente, ho temuto il peggio, è stato orribile, ritornare all’ospedale mi ha ricordato il giorno in cui sei morta, è stato insopportabile, non voglio neanche ripensarci, almeno sta volta c’era Isaac con me e poi… c’era Adam» sorrise. «Ti piacerebbe, Adam intendo. Dicevi sempre che ti piacevano le persone con gli occhi di un colore chiaro e i capelli scuri ed Adam è esattamente così. Poi lui canta e tu adoravi cantare, canticchiavi sempre dicevi che ti rilassava. Ho suonato per lui, sai? è stato strano perché l’unica persona che mi chiedeva di suonare mentre cantava eri tu, comunque mi è piaciuto, vorrei poterlo rifare un giorno magari. La voce di Adam è spettacolare spero tanto che lo prendano ai provini di American Idol, ma di sicuro lo prenderanno, lui è bravissimo. Non vedo l’ora di vedere la sua faccia quando gli diranno che fa parte dei concorrenti. Domani devo svegliarmi alle sei per accompagnarlo, non sono una persona mattiniera ma credo che farò uno sforzo per lui, ci tengo ad accompagnarlo. Mi dispiace allontanarmi da papà in questo momento, ma fortunatamente si sta riprendendo in fretta e poi Luke ha detto che starà con lui mentre io non ci sono quindi posso stare tranquillo, credo».
«Non devo preoccuparmi, infondo papà è un adulto responsabile, ed è stato lui stesso a dirmi che posso andare, se lui non stesse bene non andrei». Sospirò, prese il lettore musicale dalla tasca dello zaino e si infilò le cuffie. Rimase così, con il lettore musicale in riproduzione casuale, ascoltando musica appoggiato alla lapide di sua madre.

 

 

 
Quando Tommy ritornò a casa, fu sorpreso di trovare lì anche Isaac, Sutan e Adam.
Dopo essere entrato nel salotto e averli visti, guardò suo padre in cerca di spiegazioni.
«Siediti» gli disse Jack, «ho fatto qualcosa, perché sono sicuro di avere la coscienza pulita» Tommy vide Adam sorridere divertito dalle sue parole e sorrise anche lui di rimando vedendo quel volto allegro. «Non hai fatto niente, per il momento. Volevo comunicarti che ho invitato i ragazzi a dormire qui, visto che domani dovete svegliarvi presto, quindi ho pensato che dormire tutti nello stesso posto sarebbe stata una buona idea». Isaac si copri la bocca con la mano destra per non ridere quando vide l’espressione sorpresa di Tommy alle parole del padre. Adam continuò a fare dei sorrisetti divertiti mentre Sutan non si trattenne dal ridere liberamente.
«Credo che Jack abbia avuto un’ottima idea» disse Sutan circondando le spalle di Tommy con il braccio,
«non sei contento di passare la notte con Adam» continuò ammiccando.
Adam impallidì alle parole dell’amico, Isaac si coprì la faccia con le mani e Tommy arrossì violentemente.
«Cosa?!» disse Jack, «no, no. Tu- indicò Sutan- e Adam dormirete sul divano letto, mentre Isaac dormirà in camera con Tommy, e stanotte non cercate di cambiare la disposizione che ho assegnato, altrimenti scatenerò la mia ira» aggrottò le sopracciglia.
«Papà!»
«Niente “papà”, stanotte ognuno ai propri posti, intesi?» stavolta inarcò un sopracciglio.
«Si, signore» Sutan imitò il saluto dei soldati e tutti risero, anche Jack.

Il resto della serata passò in fretta o almeno più in fretta di quanto Adam si aspettasse.
Cenarono tutti insieme e fortunatamente Sutan non disse niente di imbarazzante per Adam e Tommy, naturalmente non smise neanche per un attimo di parlare ininterrottamente, ma infondo la sua parlantina era una delle cose che Adam apprezzava di più di lui. Quando regnava il silenzio, Sutan non aveva timore di parlare e rischiare di dire qualcosa di sbagliato, non gli importava, diceva qualsiasi cosa gli passasse per la testa o almeno la maggior parte, Adam ammirava questa sua caratteristica, e da quello che vedeva, Isaac ne era molto divertito. Una cosa che aveva notato Adam era che Sutan e Isaac erano molto in sintonia, erano entrambi piuttosto vivaci e anche se a volte battibeccavano, le loro conversazioni finivano sempre con una risata.
Era strano pensare a come si erano conosciuti, era strano pensare a come si erano evolute le cose. Se avessero detto ad Adam che si sarebbe ritrovato in quella situazione, a dormire a casa del padre del ragazzo di cui era innamorato per poi fare un audizione per American Idol il giorno seguente, non ci avrebbe creduto. Sorrise pensando che avrebbe dormito nella stessa casa con Tommy e Jack, probabilmente il padre del biondo avrebbe passato la notte sveglio a sorvegliarli.

«Adam, vieni a giocare» Jack lo chiamò facendogli segno di avvicinarsi al tavolino del soggiorno.
Isaac e Tommy stavano sistemando le banconote e le carte del Monopoli mentre Sutan stava scegliendo accuratamente la sua pedina. 
Jack stava trascinando una sedia per potersi sedere vicino al tavolino e Adam vedendo che era in difficoltà  lo aiutò, visto che era difficile per Jack spostare una sedia con un solo braccio in funzione e poi non voleva farlo affaticare, «grazie» gli disse. I ragazzi si erano seduti attorno al tavolo sui cuscini. 
Adam stava decidendo dove sedersi quando Tommy si rivolse a lui «siediti qui», posò la mano sul cuscino accanto al suo invitandolo a sedersi e Adam lo fece.
Era tutto così strano, ma piacevolmente strano. Semplicemente Adam non ci era abituato. Guardando le persone che erano sedute con lui pensò che in quel momento sembravano una famiglia, o almeno qualcosa di simile ad una famiglia, ed era tremendamente insolito per lui trovarsi in una situazione del genere, non che non avesse mai avuto dei bei momenti con la sua famiglia, soltanto che ormai ogni bel ricordo che aveva era così sbiadito da sembrare inesistente.
Iniziarono a giocare. Adam e Tommy persero già dopo poco tempo. Jack fu il prossimo a perdere, dopo di lui Sutan. Isaac da vincitore si alzò per fare la danza della vittoria e Tommy ridendo lo implorò di smettere perché era davvero un pessimo ballerino, ma Sutan, anche se non aveva vinto, si unì a lui trascinando anche Adam in quello stupido ballo, in cui Isaac sembrava impegnarsi sul serio. Jack rise di cuore davanti a quella scena, mentre Tommy sghignazzava posandosi le mani sullo stomaco. E Adam pensò per l’ennesima volta che era strano, erano fondamentalmente ancora degli estranei, c’erano tantissime cose che ognuno di loro non conosceva degli altri, ma capì che infondo non gliene importava. Si sentiva maledettamente bene in quel momento. Jack e Tommy non ridevano così tanto da tempo e Isaac e Sutan erano felici se le persone a cui tenevano si sentivano finalmente bene, anche se soltanto per un momento.
Erano le undici di sera e Jack aveva insistito per farli andare tutti a dormire, un po’ perché lui era stanco e non riusciva più a stare sveglio e un po’ perché domani i ragazzi dovevano svegliarsi presto e voleva che fossero ben riposati. Naturalmente, come prestabilito, Adam e Sutan dovevano dormire nel soggiorno, sul divano letto, mentre Isaac dormiva insieme a Tommy.

Erano, probabilmente, le quattro del mattino quando Tommy si svegliò per colpa di un incubo.
Guardò Isaac che stava dormendo accanto a lui, sul lato del letto vicino al muro e senza fare rumore si tolse le coperte di dosso e si alzò per poi uscire dalla camera.
Andò verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Quando entrò nella stanza, notò subito la presenza di qualcun altro.
Adam era vicino alla finestra, aveva le braccia tese e le sue mani erano sul davanzale, tutta la sua postura era tesa. Tommy gli si avvicinò a passo lento, una volta che gli fu vicino, accostò il suo copro a quello dell’altro, portò le mani sulle sue e incrociò le braccia sul petto di Adam che intrecciò le sue dita con quelle dell’altro. Il biondo appoggiò la guancia sulla spalla di Adam e chiuse gli occhi godendosi quella vicinanza.
«Domani dobbiamo svegliarci presto, dovresti andare a dormire» disse Adam, essendo sicuro che fosse Tommy,
«è già domani, e comunque anche tu dovresti dormire».
Adam sospirò perché si rese conto che non l’avrebbe mai avuta vinta con quel piccoletto, almeno non facilmente.
«Sei nervoso per l’audizione?» chiese Tommy strusciano la guancia sulla spalla del moro,
«no, forse, un poco, forse si, no?» rispose Adam. Tommy rise, «non dovresti esserlo e sai perché? Perché hai un talento eccezionale e rimarranno tutti sbalorditi quando canterai» disse sicuro delle sue parole per poi dare un bacio sulla spalla di Adam attraverso il tessuto della maglia. «Dovresti  provare a dormire» continuò Tommy allontanandosi da Adam e cercando di farlo voltare verso di lui, quando ci riuscì, gli accarezzò una guancia e gli sorrise «hey, tranquillo andrà bene».
«Non puoi esserne sicuro, io non voglio fare l’audizione e rendermi ridicolo perché non ne sono all’altezza».
«Adam –gli diede un leggero pugno sulla spalla- non dire mai più che non ne sei all’altezza, perché non è vero, lo sai che sei bravo». 
Tommy incrociò le braccia al petto, come se fosse arrabbiato e Adam lo trovò adorabile, questo bastò per distrarlo dalle sue preoccupazioni. 
Si avvicinò al piccoletto e gli cinse le spalle con le braccia, abbassò la testa e si avvicinò al suo orecchio, voleva che lo sentisse bene, «grazie» gli disse. Tommy strinse le braccia attorno al busto dell’altro ricambiano l’abbraccio, «non so per cosa mi stai ringraziando ma va bene» disse stringendosi di più all’altro, se il ringraziamento consisteva nell’essere abbracciato, lui adorava essere ringraziato.
«Grazie per aver rinunciato al ballo scolastico per accompagnarmi, grazie per essere qui adesso».
«Il ballo non è importante, e sono venuto qui per l’acqua non potevo sapere che eri qui».
Prima che Adam  potesse allontanarsi quel poco che bastava per baciarlo, una voce irruppe nella stanza.
«Voi due, sono quasi le cinque del mattino, andate a dormire subito» disse Jack, e si, Adam pensò che quell’uomo aveva un pessimo, pessimo, pessimo tempismo, ma sia lui che Tommy gli diedero ascolto e tornarono nei propri letti cercando di dormire.

Quando fu l’ora di alzarsi per prepararsi ed andare ai provini, Sutan fu il primo a svegliarsi.
Dopo di lui, Jack che gli chiese di aiutarlo a preparare la colazione. Nel momento in cui Tommy entrò nella cucina sbadigliando nessuno dei due gli prestò attenzione e lui ne approfittò per rubare un pancake, «mh, Sutan devo ammettere che sei un cuoco migliore di mio padre»,
«buongiorno anche a te» disse Jack prendendo dalla mano di Tommy il resto del pancake per mangiarlo.
«Vivendo con Adam Lambert ho dovuto imparare a cucinare, visto che lui è completamente negato»,
«so riscaldare i cibi già pronti, anche quello può essere definito cucinare» disse Adam entrando in cucina, «buongiorno» continuò riferendosi a tutti. 
«Se ti fa piacere pensarlo fa pure, ma riscaldare il cibo già pronto non può essere definito sul serio cucinare» Sutan alzò le spalle, ridacchiando.
«Bonjour! Allora siamo pronti -Isaac li guardò uno per uno- sul serio? Perdete tempo a fare colazione, dovremmo essere già in fila per l’audizione».
«Rilassati, sei più esaltato di Adam» gli disse Sutan porgendogli un bicchiere di succo di frutta.
Tommy si alzò dalla sedia, «Isaac ha ragione dovemmo già essere lì»,
«non c’è fretta» disse Adam. Il ragazzo biondo andò dietro la sedia su cui era seduto il moro e gli circondò le spalle, poggiando il viso di lato a quello dell’altro, sorrise e gli baciò la guancia «tra trenta minuti dobbiamo essere tutti in auto» disse prima di allontanarsi per salire in camera sua a vestirsi.
Jack rimase seduto sul divano del salotto mentre gli altri erano al piano superiore a prepararsi per uscire, naturalmente aveva detto ad Adam e Sutan di usare il bagno nella sua camera mentre Isaac poteva usare quello nella camera di Tommy.
Il suono del campanello lo costrinse ad alzarsi. 
Trovò un po’ di difficoltà ad aprire la porta facendo forza su un solo braccio, poiché era ancora fisicamente debole, chi si trovava dall’altro lato lo aiutò spingendo la porta.
«Mr. Ratliff». Luke Evans, amico di Jack dal primo anno di college, lo salutò entrando e chiudendosi la porta alle spalle. 
«Mr. Evans, allora, mio figlio ti ha convinto a farmi da baby sitter» Jack ritornò nel soggiorno seguito da Luke.
«Oh no, quando mi ha detto dell’incidente io gli ho detto che sarei venuto subito e lui mi ha chiesto se potevo fermarmi per qualche giorno e naturalmente io ho accettato, io e te da soli, non mi sarei mai lasciato sfuggire quest’occasione e poi devo raccontarti un sacco di cose, non hai idee di cosa ho combinato ultimamente, so già che mi implorerai di smettere di parlare. È da tanto tempo che non passiamo un’intera giornata insieme, devo recuperare il tempo perduto no?».
Jack si mise seduto sul divano e Luke accanto a lui.
«Ho già voglia di zittirti» Jack gli lanciò un cuscino sulla faccia e l’altro se lo strinse allo stomaco,
«nah, lo so che adori il suono della mia voce e non preoccuparti non c’è bisogno che mi dici che ti sono mancato, lo so che senza di me è stata una noia».
«Luke!» Tommy entrò nella stanza, andò subito vicino al “nuovo arrivato” che si alzò per abbracciarlo.
«Vedi, è così che si salutano le persone» disse a Jack mentre il ragazzo lo abbracciava, «Evans se volevi un abbraccio bastava chiedere»,
«gli abbracci non si chiedono Ratliff, sei un disastro, dopo tutto questo tempo ancora non hai imparato che devi abbracciarmi», 
Jack si alzò e Luke lo abbracciò facendo attenzione al braccio.
«Allora quali sono i tuoi programmi per oggi?» chiese Tommy ricevendo in risposta un sorriso, «non ho un vero e proprio programma, stavo pensando che potremmo giocare con la play station, magari adesso che tuo padre ha un braccio fuori uso potrei avere qualche possibilità di vincere»,
«impossibile» disse in modo secco Jack.
«Ratliff ti credi davvero così bravo, che presuntuoso»,
«Evans io non mi credo bravo, lo sono»,
«pallone gonfiato» commento Luke, ricevendo il lancio di un altro cuscino nello stomaco come risposta.
Tommy rise, «è sorprendente come ritorniate ad essere dei ragazzini quando state insieme».
Jack cercò di trattenere una risata guardando il suo amico ma non ci riuscì, visto che anche Luke stava ridendo ed entrambi stavano pensando che Tommy avesse ragione, ma entrambi stavano anche pensando che era bello stare insieme e ritornare ragazzini. Tommy sapeva di aver fatto bene a chiamare Luke, sapeva di aver scelto la persona giusta. Dopo la morte di sua madre, Luke era stato l’unico capace di aiutare suo padre e anche lui, era rimasto con loro per mesi interi, ed era tutto merito suo se adesso erano dov’erano, probabilmente senza di lui si sarebbero autodistrutti.
Sutan arrivò nella stanza seguito da Adam e poi Isaac.
Luke guardò Adam e poi ammiccò in direzione di Tommy, come per dirgli che approvava la sua scelta, e Jack capì che sapeva di Adam mentre lui aveva dovuto scoprirlo per caso, questo non lo sorprese però, perché conosceva il rapporto che c’era tra suo figlio e Luke e sapeva che parlavano spesso tramite delle telefonate.
I ragazzi salutarono Jack e Luke per poi uscire e salire in auto, precisamente nella macchina di Sutan.

«Io mi siedo davanti» annunciò Isaac, non scatenando nessuna protesta poiché ad Adam e a Tommy andava bene dividere i sedili posteriori tra di loro. 
Sutan entrò in auto e la prima cosa che fece fu accendere lo stereo facendo risuonare le note di (You Dirve Me) Crazy di Britney Spears.
«No, sul serio?» disse Isaac indicando lo stereo, 
«sul serio e non accetto obbiezioni, ascolterete la mia playlist di Britney Spears, non sono democratico quando sono nella mia auto».
«Adam?» lo chiamò Isaac, sperando che almeno lui potesse far cambiare idea a Sutan, ma si sbagliava.
«Dai infondo Brintey Spears non è così male» alzò le spalle Adam, 
«noi non siamo esattamente i tipi da Brintey Spears» intervenne Tommy in difesa del suo amico.
«Perché ne state ancora parlando, ho detto che questa cosa non si discute» disse Sutan per poi iniziare a canticchiare. Isaac scivolò più in basso sul suo sedile appoggiando lateralmente la testa sul vetro del finestrino, mentre nei sedili posteriori Tommy si avvicinava ad Adam che lo stava guardando.
«Hey» disse quando gli fu completamente vicino, le loro spalle si toccavano.
«Hey» rispose il moro circondando il busto del suo piccoletto con il braccio destro.Tommy poggiò automaticamente  la guancia sulla spalla dell’altro sfiorando il suo collo con le labbra per poi depositare dei piccoli baci che fecero sorridere Adam.
«Non vorrei interrompervi, ma in quella posizione mi coprite la visuale dello specchietto retrovisore».
Tommy arrossì e si staccò da Adam dopo le parole di Sutan, per tornare nel suo lato dei sedili posteriori.
«No», Adam poggiò le spalle verso il finestrino stendendo le gambe sui sedili per poi trascinare Tommy a sedersi tra di esse, stringendo le braccia attorno alle sue spalle.
«Così va bene?» chiese a Sutan, mentre Tommy si metteva comodo tra quelle braccia che ormai adorava.
«Perfetto, soltanto non sporcatemi i sedili e non alzate troppo la voce».
«Sutan!» «cosa? Noi non- » dissero nello stesso momento Adam e Tommy. 
Isaac si rimise seduto in modo composto soltanto per voltarsi a guardare quei due nei sedili posteriori e poi ridere.
«Pagherei per vedere le vostre facce nello specchietto retrovisore in questo momento»,
«non preoccuparti le vedrai» Isaac scattò una foto con il cellulare agli altri due ragazzi mentre Sutan si congratulava con lui per aver avuto quell’idea. 
Dopo che le risate di Sutan e Isaac si furono clamate, insieme all’imbarazzo di Tommy, Adam tornò ad abbracciare il suo piccoletto che sembrava fare le fusa ad ogni suo carezza, esattamente come un gattino pensò.

«Propongo il gioco delle celebrità» disse Isaac, «almeno cerco di distrarmi da Brintey Spears» continuò,
«che gioco sarebbe?» chiese Adam,
«pensi ad una celebrità e noi ti facciamo delle domande per cercare di capire chi è» spiegò Tommy.
«Okay, inizio io, fatemi delle domande» Sutan sorrise abbassando il volume dello stereo.
Isaac partì con la prima domanda «è una donna?», «si», poi Tommy «è mora?», ≪no≫
, Adam ci impiegò qualche secondo per capire che doveva fare la sua domanda e distogliere l’attenzione dalle mani di Tommy che si stringevano con le sue, «mh… è un’attrice?», «no».
«È vecchia?» Sutan guardò di sottecchi Isaac dopo quella domanda, «per me è eternamente giovane»,
«che risposta è questa?», Tommy si intromise con la sua domanda «è una cantante?», «si».
«No» disse Isaac, ma Adam disse la sua domanda incurante del suono della voce dell’altro ragazzo, «è bionda?», «si».
«No» Isaac incrociò le braccia al petto «No, è Brintey Spears?»,
«si» rispose ridendo spudoratamente, «tu sei fissato!».
Passarono i restanti 15 minuti a giocare al ”gioco delle celebrità.”
Durante il suo turno Isaac pensò a Scarlett Johansson, Tommy a Billie Joe Armstrong, Adam a Matt Bomer,  beccandosi un’occhiataccia da parte del biondo che era seduto vicino a lui, visto che  i sorrisini che faceva, quando doveva immaginarsi alcuni particolari dell’attore per rispondere alle domande, a Tommy non piacevano proprio, no, e si, era geloso dei pensieri di Adam. Innocente gelosia che sparì quando Adam continuò ad accarezzargli un fianco, facendogli pensare a tutt’altro.

15 Minuti e arrivarono dove si sarebbero svolte le audizioni per American Idol.
C’erano talmente di quelle persone che Adam non riuscì a non fare pensieri negativi,

“perché dovrebbero prendere me tra tutte queste persone”

“perché sono qui, è inutile”
“non ho speranza, ci saranno ragazzi molto più bravi di me”

Tommy gli strinse la mano, Sutan la spalla e Isaac… Isaac gli disse di muoversi e andare a prendere un numero e mettersi in fila, perché ogni ragazzo che era lì per le audizioni aveva un numero attaccato sul petto.
Lui aveva il numero 1877.

Dopo un po’ di tempo, li avvertirono che i provini si sarebbero svolti in due giorni e ad Adam toccava il giorno seguente.
«Quindi, adesso che si fa?» Isaac guardò Sutan perché sapeva che gli avrebbe risposto lui, «mi sembra ovvio, cerchiamo un albergo e prenotiamo delle camere, perché non ho certo intenzione di dormire nella mia macchina».
«Possiamo anche tornare a casa e poi ritornare domani» propose Adam,
«no, no, è meglio se restiamo qui, nei paraggi, andare avanti e indietro è inutile» si affrettò a dire Tommy prima che qualcuno concordasse con l’idea di Adam.
«Dai, mettiamoci in auto e cerchiamo quest’albergo» Isaac prese le chiavi dalla mano di Sutan, «guido io e stavolta niente Britney Spears » disse avanzando verso l’auto.
Nell’auto ascoltarono Britney Spears, perché Sutan si divertiva ad irritare Isaac, almeno concesse al ragazzo una piccola vittoria lasciandolo guidare.
Si fermarono cinque volte ed entrarono in cinque alberghi diversi prima di arrivare al sesto e definitivo albergo in qui decisero di fermarsi, perché il prezzo era basso e l’igiene non era scarso. Sutan andò alla reception e riorno da loro con due chiavi, sorrise.
«Ecco a voi» diede la chiave della camera 104 ad Adam, poi si rivolse ad Isaac «allora andiamo in spiaggia, se sono fortunato ci sono i surfisti e non preoccuparti ci sono anche le ragazze in bikini per te» ammiccò e naturalmente Isaac accettò volentieri la sua proposta.

Adam e Tommy rimasero soli e il moro cercò di sembrare il meno teso possibile quando parlò, «non dobbiamo condividere per forza la stessa camera» disse, 
«sai com’è Sutan, lui è molto impulsivo, magari non ha pensato che-» venne interrotto, «Adam, andiamo in camera okay» Tommy sorrise e Adam si rilasso all’istante.
Arrivati davanti alla camera, Adam infilò la chiave nella serratura e spinse la porta lasciando entrare prima Tommy che una volta entrato si mise seduto sul letto. 
Adam lo seguì, sedendosi accanto a lui. «Accendiamo la televisione? Si? Si» il moro cercò il telecomando e dopo averlo preso torno a sedersi vicino all’altro che non aveva smesso neanche per un secondo di guardarlo. «Ti piace questo film? Una volta Sutan mi ha obbligato a guardarlo e poi alla fine mi è piaciuto», 
Tommy guardò lo schermo per vedere di che cosa stesse parlando, «"Le pagine della nostra vita" non è esattamente il mio genere»,
«non puoi dirlo se prima non l’hai visto»,
«magari un’altra volta» disse prima di avvicinarsi all’altro e portare una mano sulla sua guancia per voltarlo verso di lui e baciarlo. 
Adam cercò di allontanarsi velocemente e si alzò dal letto, «tieni puoi cambiare canale, guarda quello che vuoi» disse dandogli il telecomando.
«Adam, tutto okay?»
«si» rispose subito,
«allora perché ti sei alzato?».
Adam si rimise seduto.
«Credo che dovremmo stare un po’ lontani»
«cosa?» Tommy lo guardò confuso,
«intendo fisicamente lontani» disse indicando con una mano la distanza che dovevano mantenere,
«perché?» chiese con un tono di voce che intendeva dire "che diavolo stai dicendo?"
«perché è meglio» rispose.
«Adam»
«Tommy»
«che c'è? Hai paura di lasciarti trasportare e finire col fare l’amore con me».
Adam tossì, perché quel ragazzino doveva essere così diretto?
Fare l’amore poi… era un concetto così romantico. Da quando tra di loro si trattava d’amore?
«Non è questo, io non credo che sia il momento giusto»,
«il momento giusto? Adam» Tommy si lasciò cadere con le spalle sul letto e sbuffò, «sei serio o hai solo paura?» chiese. 
Adam girò le spalle quanto bastava per guardare Tommy, «non ho paura, penso soltanto che sia una situazione forzata»,
«una situazione forzata?» disse risultando un po' esasperato, «la smetti di ribattere con delle domande»
«tu la smetti di dire cose senza senso, questa non è una situazione forzata, lo sai che lo voglio e mi sembrava che lo volessi anche tu, cos’è cambiato? Non ti piaccio?» si mise di nuovo a sedere avvicinandosi ad Adam, «lo sai che non è questo, tu sei bellissimo», «allora non allontanarti se ti bacio». 
Si avvicinò ulteriormente sedendosi sulle ginocchia per essere più alto di Adam. 
Poggiò le mani sulle spalle di Adam e lo spinse a stendersi.
«Tommy», sospirò.

«Smettila di pensare Adam» disse prima di sedersi sulle sue gambe e abbassarsi per baciargli il mento.
«Dovrei essere io a tranquillizzare te, non è la mia prima volta». 
Tommy alzò il busto e poggio le mani sul petto di Adam, «cosa? È per questo?», «forse» ammise. 
«Adam, non devi tranquillizzarmi, io non sono nervoso» cominciò ad accarezzargli i fianchi, «io si», «perché?»,
«perché me la ricordo la mia prima volta e non è stata piacevole» confessò,
«mi dispiace, ma questa cosa non c’entra niente con noi, adesso si tratta solo di me e te, di noi, e io mi fido di te, quindi smettila di preoccuparti». Adam si diede mentalmente dello stupido perché Tommy aveva ragione, si trattava soltanto di loro, lui non aveva intenzione di ferire Tommy in alcun modo, non si sarebbe mai comportato come si erano comportati con lui. Adam aveva intenzione di essere gentile. Aveva intenzione di fare l’amore con quel piccoletto che gli stava baciando le labbra. Voleva soltanto lasciarsi andare e amarlo e dimostrarglielo nell’unico modo che gli permetteva di essere il più chiaro possibile.

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Angolino di Fay:
Allora (si sono anche qua giù), quanti di voi sono arrabbiati con me per come ho fatto finire questo capitolo? (dai poi continuo) E quanti di voi stanno pensando che questo capitolo sia un disastro? 
Va bene (no?), lo sapete che io sono un disastro a scrivere… siamo qui da 12 capitoli (dodici capitoli dodici… e io che pensavo di finire questa storia con 3, 4 capitoli), comunque credo che altri 2 o 3 capitoli e poi è finita (sono incerta perché ancora non ho scritto niente, lo sapete che scrivo volta per volta, se può rassicurarvi (?), almeno so come voglio farla finire).
Alllllllora, basta, non ho più niente da dire, spero che nonostante tutto (?) il capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino. Ci vediamo… magari stavolta sarò più veloce ad aggiornare………………………
Bye.

(Io e il codice html non andremo mai d'accordo.)

 


  
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