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Autore: Shainareth    30/03/2015    4 recensioni
Di più, mi ero resa conto che, dopotutto, Nathaniel era un bel ragazzo e che i suoi modi gentili e premurosi avevano in qualche modo solleticato le mie fantasie romantiche.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolcetta, Melody, Nathaniel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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TURBAMENTO




Immagino che avrei dovuto capirlo già in quel momento.
   Dopo il suono della campanella, che annunciava la fine delle lezioni, l’intera classe iniziò a mettersi in moto per raccattare la propria roba e svignarsela fuori dal liceo il prima possibile. Fu in quel momento che Melody si avvicinò a me e, con un sorriso un po’ impacciato, mi restituì una penna che le avevo prestato quella mattina, quando la sua aveva deciso di entrare in sciopero nonostante fosse quasi nuova.
   «Grazie», mormorò. Le sorrisi di rimando e poiché lei rimaneva lì, ferma accanto al mio banco, tornai a guardarla in attesa che parlasse ancora. Cos’aveva di così difficile da dirmi?
   Fu solo quando Nathaniel ci raggiunse che il sospetto iniziò ad insinuarsi nella mia mente. A Melody lui piaceva molto.
   Ad essere sincera, nelle ultime settimane, e cioè da quando Ken aveva cambiato scuola ed io avevo perso ogni contatto con lui a causa di un pessimo scherzo da parte di Ambra, Nathaniel mi era stato molto vicino. Mi aveva consolata, fatta distrarre e persino coinvolta in un interessante scambio di letture. Avevamo perciò finito col fare amicizia e questo mi aveva risollevato non poco il morale, divenuto assai bizzoso per la lontananza da Kentin. Di più, mi ero resa conto che, dopotutto, Nathaniel era un bel ragazzo e che i suoi modi gentili e premurosi avevano in qualche modo solleticato le mie fantasie romantiche. Avevo iniziato ad interessarmi a lui, insomma, senza quasi rendermene conto. Come se non bastasse, in più di un’occasione mi era parso di capire che la cosa non gli dispiacesse affatto e che, quindi, quell’attrazione fosse persino reciproca. In realtà non dovrei neanche parlare di attrazione vera e propria, almeno nel mio caso, ma all’epoca non sapevo ancora bene come definirla e di certo ero troppo inesperta per capire la differenza fra amore e infatuazione.
   Quel giorno, comunque, prima dell’inizio delle lezioni, mi aveva chiesto di studiare insieme in biblioteca ed io avevo accettato ben volentieri.
   «Allora, andiamo?» esordì con un sorriso, quando ci raggiunse.
   Avvertii un lieve disagio, soprattutto perché sapevo che non era stato molto delicato parlarne davanti a Melody. Mi domandai se Nathaniel fosse al corrente dei sentimenti di lei e sperai vivamente che non fosse così superficiale da prenderli poco in considerazione.
   «Avete appuntamento?» fu l’istintiva domanda che si lasciò scappare la sua compagna di banco, visibilmente preoccupata per quella sorpresa spiacevole e inaspettata.
   «Andiamo a studiare in biblioteca», spiegai, anticipando la risposta di Nathaniel, qualunque essa fosse. «Sai, per la verifica di domani», aggiunsi, cercando di alleviare i timori di Melody.
   Lei parve rincuorarsi un po’, difatti, tant’è che azzardò: «Posso venire anch’io?»
   «Veramente…»
   «Certo», affermai risoluta, coprendo con decisione la voce di Nathaniel. Con la coda dell’occhio, mi accorsi che si era voltato a guardarmi con aria parecchio accigliata, segno evidente che avrebbe preferito non coinvolgere terze persone in quello che avrebbe dovuto essere, almeno in via teorica, soltanto un appuntamento di studio. Quella fu la conferma che, nelle intenzioni di Nathaniel, non lo era affatto.
   Mi sentii un po’ in colpa, ma, se devo essere onesta, il sorriso che mi rivolse Melody in quel momento mi indusse a credere di aver fatto la cosa migliore. «Vado a prendere la mia borsa, torno subito!» esclamò entusiasta, scattando verso il proprio banco.
   Alzai gli occhi su Nathaniel e fui trafitta dal disappunto che gli oscurava lo sguardo. Era chiaro che non avesse gradito l’intrusione di Melody, per di più col mio beneplacito. «Non ci eravamo accordati per andarci solo noi due?» chiese con un lieve risentimento nel tono della voce.
   Incapace di trovare una scusa migliore, osai propinargli la prima che mi venne in testa. «Non avevi specificato che dovessimo essere da soli», mi giustificai, in qualche modo. Non era una bugia, perché quella mattina Nathaniel non aveva accennato a nulla del genere. Lo aveva semplicemente dato per scontato e, in effetti, anch’io. Però l’espressione delusa e preoccupata di Melody mi aveva colpita dritta alla bocca dello stomaco ed io non avevo potuto fare a meno di mettermi nei suoi panni: se avessi saputo che il ragazzo che mi piaceva da morire aveva appuntamento con un’altra, come mi sarei comportata? Forse non mi sarei autoinvitata come aveva fatto lei, certo, ma ci sarei rimasta parecchio male. Probabilmente avrei persino pianto. Non volevo che Melody fosse triste a causa mia, era più forte di me.
   Nathaniel sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma il ritorno di lei lo fece desistere dal parlare ancora. Quindi, presa anch’io la borsa con i libri, mi incamminai con loro fuori dall’aula con un lieve turbamento nel petto.
   Se ero davvero interessata a Nathaniel, perché la presenza di Melody non mi impensieriva affatto? Eppure ero ben consapevole che, in fin dei conti, avrei dovuto considerarla mia rivale in amore. Soprattutto, perché davo più importanza alla sua amicizia e ai suoi sentimenti piuttosto che a quelli di lui? Non era molto logico.
   In quel momento, il cellulare mi vibrò in tasca ed io arrestai di colpo il passo, affrettandomi a recuperarlo e a leggere il nome del mittente del messaggio che mi era appena arrivato: si trattava di mia madre, che aveva inoltrato la sua risposta a quello che le avevo mandato per avvisarla che mi sarei fermata a studiare con dei compagni di classe prima di tornare a casa.
   Provai un vago senso di delusione, l’ennesimo. Mi succedeva ogni volta che quel maledetto cellulare suonava per annunciarmi l’arrivo di una chiamata o di un messaggio. Dopo tutte quelle settimane di silenzio, forse era da stupidi sperare ancora che fosse Kentin a cercarmi, eppure non potevo farne a meno.
   «Tutto bene?»
   La voce di Nathaniel mi riportò con i piedi per terra e fu solo quando alzai lo sguardo su di loro, che mi ricordai di lui e di Melody. Accorgendosi del fatto che non li stavo più seguendo, si erano fermati alcuni passi più avanti e si erano voltati a guardarmi. Io, invece, li avevo letteralmente esclusi dai miei pensieri, come se non fossero mai esistiti. Avrei dovuto pormi molte domande, al riguardo, eppure, per probabile autodifesa, preferii abbozzare un sorriso e mettere via il cellulare.
   «Sì, scusatemi», risposi, riprendendo a camminare per raggiungerli. «Era solo mia madre.» Purtroppo.












Se devo essere onesta, mi sono trovata spesso a fare questo genere di riflessioni. Ammetto che, da brava scema, non mi ero aspettata di veder tornare Kentin (giuro, ero convinta che, siccome era un personaggio poco fico, lo avessero fatto completamente fuori dal gioco perché non piaceva a nessuna, a parte me e poche altre, immagino). Così, siccome con gli altri ragazzi non riuscivo proprio a legare come avrei dovuto (alcuni manco mi ispiravano, in realtà) e che l'unico con cui andavo d'accordo (oltre Ken) era Nathaniel, ho iniziato a puntare lui.
Poi Melody ha detto che interessava anche a lei e lì mi sono dispiaciuta così tanto di rattristarla che in più di un'occasione ho messo avanti la sua felicità a quella della mia Dolcetta. Una volta l'ho fatto persino nella vita reale, ma non è servito a nulla: sono recidiva pure nei giochini.
Comunque sia, questo mi ha fatto capire che, in fin dei conti, alla mia Dolcetta non importasse poi troppo di Nathaniel. Mi sconvolse perciò molto di più il ritorno di Kentin, al punto che quasi avrei voluto prenderlo a ceffoni (soprattutto per aver baciato Ambra, dannato idiota).
Oh, sono tornata ai toni malinconici. E pure parecchio indietro nella linea temporale. Va beh, oggi al neurone girava così.
Grazie a tutti i lettori, buona giornata! :*
Shainareth





  
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