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Autore: b r i c i o l a    30/03/2015    6 recensioni
[Dalla shot[
- Josh?- lo chiama ad un certo punto.
- Dimmi Jenny …-
Lei prende un profondo respiro. - Non hai intenzione di uccidermi, vero?-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Starlight.

Starlight,

I will be chasing your starlight

until the end of my life.

I don’t know if it’s worth or anymore.

Hold you in my arms,

I just wanted to hold you in my arms.

Starlight – Muse

 

 

- Ho voglia di baciarti.-

Sente la sua mano dietro la schiena – in quel punto così vicino al fondoschiena che tocca i limiti della decenza – e le sue dolci labbra accanto all’orecchio. L’alito caldo le sfiora la pelle e si sente morire, mentre deve contenersi dal diventare rossa come un peperone.

Josh sa dell’effetto che le fa e sorride, sornione, allontanandosi per riprendere a guardare i fotografi e i loro flash impazziti. È così strano.

Così bello.

- Su, Jen, sorridi un po’.- le dice ancora, pizzicandole il fianco e girando di poco la testa nella sua direzione. È bravo, lui, nel non farsi vedere, nel far passare tutto per naturale. Lei, invece, deve sempre contenersi, perché la sua mancanza di filtri è deleteria.

- Smettila!- gli intima, alzando di poco gli occhi al cielo.

Liam, al loro fianco, vorrebbe ridere ma fa finta di nulla, perché scoppiare a ridere di colpo, davanti a tutti e senza un apparente motivo, lo farebbe solo sembrare un idiota.

Quei due, pensa, sono terribili. Non fanno che stuzzicarsi, quando si vede lontano chilometri che in realtà vorrebbero solo strapparsi i vestiti di dosso a vicenda.

Finalmente le fotocamere li lasciano in pace e allora sono liberi di entrare nel piccolo locale per l’aperitivo. Josh afferra la ragazza per il braccio e la trascina al bancone dei bicchieri. Ne prende due, pieni di Dio solo sa cosa, gliene porge uno e l’altro se lo porta alle labbra.

Jennifer resta col bicchiere a mezz’aria, troppo incantata da quelle morbide labbra che si appiccicano al vetro e cominciano a bere. Si sorprende a pensare di voler essere quel fresco liquido che adesso le bagna e poi scorre per la gola e mentre osserva il pomo d’Adamo che va su e giù, le viene l’improvvisa voglia di toccarlo e prenderlo a morsi, solo per saggiare la consistenza di quella pelle profumata che sa tanto di buono. Le si azzera la saliva e sente caldo, così butta giù quello che c’è nel suo bicchiere sperando in un po’ di sollievo, che naturalmente non è abbastanza.

Josh posa il suo bicchiere ormai vuoto sul bancone, mentre lei ne afferra un altro e lo butta giù, come il precedente.

- Ti odio.- gli dice poi, mentre l’alcol gelido le scende nelle viscere.

Il giovane inclina la testa di lato, guardandola con quegli occhi dolci e sorridenti. – Pensavo mi amassi.- le dice.

- No, ti sbagli. Ti odio. E tanto anche.-

Si concede di ridacchiare, Jennifer, poi si gira e tutta impettita si allontana da Josh che, stupito, scuote la testa, incantato dal movimento delle sue curve fasciate in quei vestitini corti e stretti che le stanno d’incanto.

Dio benedica gli stilisti e la mancanza di stoffa, pensa, seguendola.

Non ha la minima intenzione di perderla di vista in quella folla di ormoni impazziti che non ci sono neanche alle feste degli adolescenti. Ha bisogno di averla sempre al suo fianco per guardarla, sentire il suo odore e ricordarsi, ogni istante, che lei è solo sua.

La scorge appoggiata ad un tavolino, gli occhi che vagano per la grande sala e che quando incontrano i suoi si soffermano su di lui, ridanciani.

- Io ti odio e tu non sei capace di starmi lontano. Un po’ malsana come cosa, hobbit.- con le dita sfiora il colletto della camicia inamidata e la cravatta azzurra, che sparisce nella giacca chiusa.

- Chiamami pure masochista, spongebob.-

- Citi i vampiri? Ora cosa farai, mi morderai?- Jennifer getta la testa all’indietro e Josh, in un piccolo accesso di follia, avvicina la bocca al candido collo scoperto e le lascia un piccolo bacio.

Relativamente piccolo.

Il corpo di Jennifer s’infiamma di desiderio e le sue guance raggiungono picchi di rossore mai pervenuti. Si scosta di scatto, come bruciata, e lo guarda sconvolta, indecisa tra lo scappare via e il fregarsene di tutto e baciarlo proprio lì, in mezzo a tutti quei visi conosciuti e non che, comunque, non se ne accorgerebbero.

- Josh, ti prego …- sussurra, sfiorandosi il punto incriminato.

- Cosa vuoi, Jen?- Josh si avvicina ancora di più, tanto che il suo calore lo investe e lo inebria, tanto che gli gira la testa.

- Ti prego …-

- Avanti Shrader, dimmi cosa vuoi?-

- Andiamo via.- le parole le escono quasi come una supplica mentre afferra il bavero della sua giacca e vi si aggrappa, timorosa che le gambe non la reggano.

- Perché? Non ti piace la festa?- Josh ridacchia, baciandole la fronte.

- Sei un idiota.- La bionda lo lascia andare e scappa via, lasciandolo lì, con le mani in tasca, a sospirare.

Sono bravi nel portarsi al limite e poi nello scappare. Sono bravi a stuzzicarsi e a tirare via la mano. Sono bravi a desiderarsi.

Jennifer si rintana in bagno, apre la prima toilette che trova e vi si rifugia. Abbassa la tavoletta del water e vi si siede, per riprendere fiato, mentre dentro di lei tutto freme dal desiderio. Ha bisogno di calmarsi, o le verrà una sincope prima della fine della festa.

Josh le fa sempre quest’effetto e lei ancora non ha imparato a gestirsi, così ogni volta è costretta a fuggire via prima di compiere atti di cui poi potrebbe pentirsi. È assurdo come, negli ultimi mesi, le cose tra loro due siano cambiate: erano semplici migliori amici, e adesso non sono in grado di far altro che mangiarsi con gli occhi e spogliarsi nel silenzio della loro camera da letto, al riparo da tutto e tutti, mentre si amano come non mai.

Circa un quarto d’ora dopo, quando è sicura di poter sopravvivere ad un altro round, esce dalla toilette, si risistema velocemente i capelli e torna in sala. Non ci vuole molto prima che i loro occhi si cerchino e s’incontrino di nuovo: Josh è appoggiato al bancone, un bicchiere colmo d’alcool in una mano e l’altra in tasca.

È così bello.

Senza fretta, o almeno imponendosi di non averne, Jennifer gli si avvicina. Con noncuranza gli sfila il bicchiere dalla mano e se lo porta alle labbra. È buono.

Istintivamente Josh le si fa più vicino, fin quando i loro corpi non si toccano.

- Bella festa, vero?- le dice e Jennifer spalanca la bocca in una muta sorpresa.

Si riprende in fretta, però. – Mmm, non male.-

Prende un’altra sorsata dal bicchiere, nascondendovi il viso, di nuovo arrossato.

- Preferiresti essere altrove?- Josh glielo sussurra di nuovo all’orecchio, come prima davanti alle fotocamere. Lei allora si gira, e complice il buio, nasconde una mano sotto la giacca e gli artiglia il fianco.

- Andiamo a casa, per favore.- gli dice, avvicinando troppo le labbra alle sue. I due bicchieri di champagne e le sorsate dal cocktail rubato cominciano a fare effetto, lasciandola più sicura e intraprendente.

Josh le prende la mano e la trascina via.

 

Jennifer sente il rumore del motore sotto i suoi piedi e se avvicina la mano alla piccola apertura del finestrino, sente l’aria fresca che la investe come un tornado.

Quando si sono allontanati dalla festa, non sono andati direttamente a casa come Jen pensava – e sperava -, ma Josh l’ha bendata in auto e adesso tace al suo fianco. L’unico segnale della sua effettiva presenza è la sua mano sulla gamba, sulla quale lei ticchetta sovrappensiero.

- Sul serio non hai intenzione di dirmi dove mi stai portando?- sbuffa, spazientita, e anche un po’ in ansia. Non che sia contraria alle sorprese, ma quando sono per lei inizia ad agitarsi e addio mondo.

- Jenny, se ti ho bendata un motivo ci sarà, no?- Josh ridacchia e la ragazza riesce quasi a figurarselo mentre scuote anche la testa, divertito. Fa sempre così con lei: ride e poi scuote la testa, in un misto tra divertimento, stupore e rassegnazione continui.

Vorrebbe togliersi quello stupido coso dagli occhi solo per poterlo guardare meglio.

Jennifer è convinta, nel profondo del suo animo, che non si stancherà mai di guardare il suo hobbit. L’osserva così tanto e così intensamente che sarebbe capace di disegnare i suoi tratti anche ad occhi chiusi, con la sua sola immagine nella testa.

Ama i suoi occhi piccoli e un po’ all’ingiù, e le sue iridi che alla luce diventano così verdi da sembrare un prato in primavera. Ama le sue labbra e il fatto che quello inferiore sia un po’ più grande, così lo può mordere più facilmente. Ama la forma squadrata della sua mandibola, che riempirebbe di baci dalla mattina alla sera. Ama i suoi capelli, che siano biondi, neri o castani, non fa differenze: potrebbero essere del colore del cielo e per lei sarebbero comunque perfetti.

- Non ti sei addormentata, vero?-

La voce di Josh la riscuote dal lieve torpore in cui era caduta mentre lo sognava ad occhi aperti. Nega e allora si rende conto dell’improvviso silenzio che la circonda. È come se fosse in una scatola insonorizzata.

- Siamo arrivati?- chiede, con la solita nota d’ansia nella voce.

- Sì. Resta ferma, ti faccio scendere.-

Jen obbedisce mentre la portiera dell’auto si apre e Josh la fa scendere. Non appena poggia i tacchi a terra si sente affondare e capisce di essere in un posto erboso: si sente anche l’odore dell’erba fresca e bagnata.

- Ancora non me lo dici dove siamo?-

- Shh, tutto a suo tempo.-

Josh le passa un braccio intorno alla vita, tenendola ferma mentre richiude l’auto. – Vuoi toglierti le scarpe?- le chiede poi, immaginando che non debba essere una bella sensazione avere i tacchi con l’erba fresca in cui affondano.

- Ehm … e se mi morde qualcosa?-

- Jennifer, sei seria?-

- Non dovrei?- La ragazza si imbroncia e Josh non riesce a far altro che baciarla.

Un piccolo bacio su quel musetto delicato che la spiazza e la fa ridacchiare, felice.

- Comunque no, preferisco tenerli per ora.-

In silenzio, strettamente abbracciati, s’incamminano. Jennifer continua a non sentire rumori, se non quelli dei loro piedi sul terreno, e stranamente si sente in pace. Josh, dal canto suo, comincia ad agitarsi sempre più con l’avvicinarsi della loro meta.

- Josh?- lo chiama ad un certo punto.

- Dimmi Jenny …-

Lei prende un profondo respiro. – Non hai intenzione di uccidermi, vero?-

Josh si blocca di colpo, indeciso tra lo scoppiarle a ridere in faccia e prendersela a morte. – Oddio, Jen, ma come ti vengono certe idee?- le chiede poi, sconvolto come sempre.

È assurda, delle volte, la sua ragazza. Quant’è bello, però, quel ‘sua’ messo davanti a ‘ragazza’. Non riesce ancora a credere che sia davvero sua. E non pensa che si capaciterà mai del fatto che l’avrà al suo fianco, possibilmente per tutta la vita, senza doverla più condividere con nessuno.

- Eddai, comprendimi un po’. È notte fonda e Dio solo sa dove mi hai portata!- sbotta lei, cominciando a ridere.

- Oh, ma smettila! Neanche fossi uno stalker!-

- Hobbit, per quanto mi riguarda potresti esserlo.-

Josh alza gli occhi al cielo, contento del fatto che lei non possa vederlo.

Non è uno stalker. L’ha solo seguita per un po’ di tempo – ovunque – prima di prendere il coraggio di dichiararsi. Insomma, era amore il suo, non ossessione!

 

Anche attraverso lo strato di tessuto, Jennifer capisce che qualcosa è cambiato, perché le sembra di vedere un po’ di luce. Soffusa, certo, ma è sicura che ci sia. Al suo fianco, poi, Josh sospira: un po’ di sollievo, un po’ di paura.

- Adesso ti tolgo la benda dagli occhi.- le dice, e le lascia il fianco, per poterle slegare meglio il nodo alla testa.

Jennifer ha la salivazione azzerata e le fa male la pancia. Ha paura, di cosa non lo sa neanche lei.

Josh trema, così tanto che ha bisogno di un paio di minuti per compiere un’azione da pochi secondi.

Quando finalmente il tessuto viene via, entrambi restano senza fiato.

La ragazza si guarda attorno, meravigliata. Sono in una piccola radura delimitata da quelle che sembrano querce e proprio al centro c’è un piccolo gazebo in legno scuro, illuminato da centinaia di luci e decorato di fiori colorati. Al centro, sul pavimento, c’è una coperta a quadri e un cesto.

Jennifer si gira verso Josh che la guarda speranzoso. – L’hai organizzato tu?-

Lui annuisce, portandosi una mano a grattarsi il naso, imbarazzato.

- Oh, honey …- Jen si sporge per baciarlo e pian piano lo sente rilassarsi sotto il suo tocco.

- Vieni, andiamo.-

Per mano, si dirigono verso il gazebo e si accomodano sulla coperta. Jennifer toglie finalmente le scarpe, ormai sporche di fango, e le lancia da qualche parte nella terra, sotto gli occhi sconcertati di Josh. Allora gli fa l’occhiolino e lui non può far altro che sospirare. – Sei sempre la solita.- le dice.

- È per questo che mi ami.- risponde lei, ammiccando. Si sente leggera, e non sa neanche dire perché. Le piace quel gazebo floreale, le piace la piccola radura profumata e vorrebbe rimanerci per sempre.

- A cosa serve quel cesto?- chiede poi, indicando l’intreccio di vimini al fianco del ragazzo, che prontamente lo prende e se lo porta sulle gambe.

- Vieni accanto a me, ti faccio vedere.-

Gattonando, Jennifer prende posto accanto a Josh e lo abbraccia, posando la testa sulla sua spalla, nel gesto più naturale del mondo. Lui solleva il coperchio del cesto e porta fuori un piccolo telescopio.

- Sai …- comincia Josh, prendendo un respiro profondo e ormai in panico. – La prima volta che ti ho vista, in quel vestito rosa …-

- Ancora? Era bianco!- lo interrompe subito Jennifer, portandosi poi una mano alle labbra, dispiaciuta dell’interruzione. – Scusami! Va avanti, cerco di stare zitta.-

Josh ride. – Il vestito era rosa e su questo non si discute. Comunque, dicevo … la prima volta che ti ho visto, ho pensato che … al diavolo. Eri bellissima. Il tuo sorriso, il modo in cui guardavi tutto stupita neanche fosse la prima volta che partecipavi ad un evento. Avrei voluto venirti vicino e parlarti e dirti che mi ero innamorato di te, così, all’istante. Poi mi hanno proposto la parte di Peeta e tu saresti stata Katniss. Puoi, anche lontanamente, immaginare come fossi emozionato e terrorizzato al tempo stesso? Conoscevo la storia, sapevo più o meno tutto dei nostri ruoli e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che avrei potuto baciarti e abbracciarti. Davanti alle telecamere, certo … ma era pur sempre un passo avanti. Innamorarmi di te, ogni giorno sempre di più, è stata ed è la cosa migliore che mi sia mai successa dopo quel film che ci ha avvicinati. È stato come un segno del destino, non pensi?-

Josh s’interrompe un attimo, con la voce rotta, mentre Jennifer gli si fa più vicina, bisognosa di sentire ogni pezzetto di pelle possibile a contatto con lui. I suoi occhi sono lucidi di lacrime, che minacciano di scendere da un momento all’altro perché pensa che tutto quell’amore non può meritarselo. Lei non ha fatto nulla, in fondo.

- Qualche sera fa ero accanto alla finestra e dopo non so quanto tempo sono riuscito a rivedere le stelle. Pensavo a quanto fossero belle e mi sono sentito felice. E più le guardavo, più vedevo te e, Jenny, tu sei la mia stella. Giro intorno a te come la Terra gira intorno al Sole e non posso farne a meno.- altra pausa, altro respiro. Prende meglio il telescopio, lo poggia sul piccolo treppiedi e se lo porta all’occhio sinistro. Armeggia un po’ con i vari pulsanti e quando é pronto si stacca e ritorna a guardare la sua Jennifer.

- C’era una stella che brillava più delle altre, o almeno a me è sembrato così. Mi attirava, come una calamita. Sono venuto qui, l’ho disegnata e il giorno dopo ho contattato questo sito che si occupa di registrare i nomi delle stelle. Magari non è l’idea più originale del mondo, ma adesso quella stella si chiama Jennifer S. …-

Josh avvicina il telescopio alla sua ragazza, che finalmente può vedere la sua stella. Aveva ragione: brilla più delle altre. La luce è bianca, pura. Sa di amore, e in fondo è proprio l’amore che Josh ha voluto dimostrarle regalandola.

Con le lacrime che scorrono sulle guance gelide, Jennifer continua a guardarla ancora un po’, poi si gira verso il suo uomo e gli butta le braccia al collo, stringendolo forte. – Ti amo, Joshua Ryan Hutcherson.- gli sussurra all’orecchio, prima di baciarlo.

Sotto le stelle, circondati dalle luci e dai fiori, quel bacio è una promessa.

D’amore eterno.

Di gioia.

È la promessa di una vita insieme a rischiararsi la strada, l’una Stella Polare dell’altro, uniti da un filo intrecciato di ricordi, speranze, vita.

- Ti amo, Jennifer Shrader Lawrence.-

 

 

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Buonsalve, ancora!

Sono di nuovo qui a pubblicare una Joshifer perché ormai sono un caso perso e quando mi metto a scrivere si tratta di Joshifer o Everlark … insomma, gira tutto attorno a quei due e io non posso farci nulla, ahimè. In realtà penso di non volerci neanche far nulla ahah.

Comunque, questa shot è venuta fuori senza preavviso, senza che io l’avessi premeditata e così via. Insomma, è nata dal nulla, semplicemente perché ultimamente mi riempio fino a scoppiare di storie d’amore e poi proietto tutto sui Joshifer. Penso che tra un po’ non mi sopporterete più e supplicherete che io sparisca dal mondo efpiano.

Ecco, questa volta nessun papiro lunghissimo, quindi scappo via a studiare e vi lascio in pace per qualche tempo (?).

Un bacio,

briciola.

   
 
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