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Autore: _diana87    30/03/2015    6 recensioni
“Ah, questi uomini! Uffa, queste donne!”
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Ah, questi uomini! Uffa, queste donne!”
{Silvia Ziche}
 
 
Capitolo 3: Plot twist

 
 
Solo qualche giorno dopo, quando tutti si ripresero dallo shock, Kevin Ryan riunì la squadra nell’ufficio della Gates portando il suo computer portatile. Quando aprì un programma, uscirono diversi nomi di coloro che avevano messo in commercio borse false dell’industria Magpoop. In cima alla lista, il nome suonava chiaro a tutti.
Operazione Passero.
La Gates, dall’alto della sua intelligenza sovraumana, ridacchiò e si sedette per bene al suo posto. Accavallò le gambe quasi alla Sharon Stone di Basic Instict e disse trionfante, “Ecco perché non trovavamo l’Operazione da nessuna parte. Il signor Magpoop aveva confuso la O con la A!”
Tutti la guardarono confusi, ma per evitare di sembrare dei completi idioti, fecero segno di “sì” con la testa e batterono nello stesso momento, dei piatti orchestrali che tenevano nelle mani. Da dove uscivano, nessuno lo sapeva. Ma d’altra parte, c’è qualcosa di sensato in questa storia?
Un gesto contemporaneo, come tante scimmiette ammaestrate.
In realtà, quando uscirono dall’ufficio del capitano, nessuno ci aveva capito un cazzo.
Si toccarono tutti la testa.
Javier scoprì di avere una gran forfora e si chiese se lo shampoo che le aveva comprato Lanie fosse di marca buona, Kevin, invece, si ritrovò con il gel tra le mani e giunse alla conclusione di averne messo troppo; Kate vide il suo primo capello bianco e per poco non svenne; Rick, infine, si limitò a sistemare il ciuffo davanti allo specchietto che aveva ‘rubato’ dalla borsa della sua fidanzata. E infatti, quando la detective notò il suo oggetto di bellezza, posò le mani sui fianchi e inarcò un sopracciglio schiarendosi la gola. Senza dir altro, Kate Beckett sapeva come rimettere in riga il suo scrittore, che posò immediatamente lo specchietto sulla scrivania.
Anche lei, come Lanie, aveva il comando in una relazione di coppia. Del resto, la sua posizione preferita era stare sempre al di sopra di lui. In tutti i sensi.
Castle si schiarì la voce talmente forte che dovette prendersi una mentina.
“Una cosa non mi è chiara: ma il signor Magpoop era reale o era un alieno?”
Gli altri rimasero a guardare con un grosso punto interrogativo sulle loro fronti.
Erano ancora più confusi di prima.
Tra le varie Operazioni Passera e i Cavalli di Troia, non avevano ben compreso il senso di tutta l’indagine – che non aveva portato a niente fondamentalmente.
Rick prese a tamburellarsi il mento con il dito indice, cercando di tirar fuori una delle sue teorie sull’assurdo, ma a parte ipotizzare lo zampino di Harry Potter che fece gonfiare e poi esplodere il signor Magpoop, riuscì solo ad esporre la più classica delle ipotesi.
“La verità ragazzi è che...” iniziò, alzando il dito.
Lo guardarono con suspense, aspettandosi una massima o la manna dal cielo. Kevin alzò lo sguardo ma vide solo un grosso moscone ronzargli intorno. Nel tentativo di toglierselo con le mani, finì per dare un sonoro schiaffo a Javier.
Kate osservò la scena e si diede l’ennesima mano sulla fronte, facendosi male nello stesso punto di prima.
Rick era ancora lì. Il moscone per poco non gli entrò in bocca. La frase fu lasciata in sospeso per altri secondi. Stava per concludere e le sue labbra furono sul punto di formulare l’intera frase, ma Kate lo anticipò, abbassando la testa.
“Non siamo soli in questo mondo.” Disse con fare teatrale.
Quando si accorse che gli uomini non risposero fu allora che li notò.
Rick, Kevin e Javier si erano già incamminati facendo passi all’indietro verso l’uscita del Dodicesimo.
Scosse la testa e trattenne una risata.
Ah, questi uomini!
È bene ricordare al lettore che, come già detto in precedenza, le donne in questa storia sono delle dure e anche se non posseggono dei superpoteri – ad eccezione di Victoria Gates e del suo sguardo in grado di fulminarvi a distanza di chilometri – sanno sempre come dimostrarsi più forti del genere maschile.
Mentre scriviamo questo, la nostra Kate Beckett è già tornata al lavoro, dimenticandosi completamente del caso del signor Magpoop, forse perché, per questa volta, dobbiamo credere alle teorie di Richard Castle. Come era esploso, l’omino rotondo aveva fatto perdere tracce di sé, così che i detective non si ricordino di lui.
“Kate, tesoro! C’è una persona che vuole parlare con te...”
Lanie accorse con il fiatone. Quando la detective sollevò lo sguardo, vide un signore distinto, di bell’aspetto e alto, dietro di lei. Lui le tese la mano.
“Salve, detective Beckett, sono il signor Magpoup. Credo che sappiate già tutto dell’Operazione Passero.” La sua voce era possente, per niente uguale a quella dell’omino rotondo.
Un momento.
Aveva detto Magpoop o Magpoup?!
Kate indietreggiò, tirò in dentro le labbra e spalancò gli occhi. Era forse diventata pazza?
Uffa, queste donne!
Si ricompose, pensando al lettore di questa storia. Non doveva smentire i pronostici. Le donne sono cazzute e intelligenti, non si fanno ingannare dal primo ostacolo che incontrano. Forse aveva capito male quello che questo bell’uomo le stava dicendo. Si infilò un dito dentro un orecchio, andando a grattare per bene per assicurarsi di avere un udito perfetto. Quando ebbe terminato l’esplorazione, con molta nonchalance, si ricompose.
“Passero? Non Passera?”
“Detective Beckett, forse c’è stato un errore di spelling... si chiama Operazione Passero e il mio nome è Charlie Magpoup, non Magpoop.”
Di nuovo, la detective tornò a spulciarsi l’orecchio con il dito. L’esplorazione andò a buon fine e le costò solo qualche secondo.
Rimpicciolì gli occhi cercando di mettere a fuoco ciò che aveva visto e sentito. Forse stava invecchiando e non aveva udito per bene. Il capello bianco che aveva notato era un segnale allarmante. Scosse la testa, segno che non ci stava capendo letteralmente un cazzo.
“Mi scusi?”
Lanie si schiarì la voce talmente forte che tossì, stupendosi della quantità di catarro che riusciva a produrre. L’affascinante signor Magpoup fece una smorfia di disgusto.
Rimasta senza voce, si toccò la gola ed emise un suono.
“E’ il signor Magpoup... quello vero...”
Dall’alto della sua intelligenza, Kate alzò un dito in direzione di Magpoup.
“Aspetti un secondo...” afferrò il cellulare e compose il numero del suo fidanzato. Si voltò guardando quella lavagna bianca dove una volta era in grado di risolvere gli omicidi più ingarbugliati. Invece, ora avrebbe anche potuto dire addio alla sua carriera per un banalissimo errore di spelling che le era costato uno scambio di persona.
Quando sentì la voce stridula di Rick dall’altra parte del cellulare, capì che, al contrario lui non aveva nulla da perdere. Iniziò a tamburellare col dito sotto il gomito.
“Castle, vieni subito qui al distretto!..” iniziò a denti stretti, facendo una pausa. “Non mi interessa se c’è Kim Kardashian mezza nuda per strada!”
Interrompiamo la conversazione telefonica per spiegare al lettore un altro mistero del cervello umano. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Quando un uomo sente pronunciare i nomi di organi riproduttivi o anche solo la parola ‘nuda’ al femminile, i suoi neuroni (e qualcos’altro) si attivano. Non si spiega perché, diciamo che ha semplicemente questo istinto a seguire il suo sesto senso (chiamiamolo così).
Tornando al Dodicesimo, alle parole “Kim Kardashian mezza nuda”, tutti gli uomini del distretto si erano voltati verso la detective. Qualcuno googlò il nome dell’artista, non si sapeva mai. Meglio non confonderla con qualcun’altra.
Lanie e Magpoup si guardarono a vicenda. La dottoressa fece spallucce, lui, serissimo, si toccò la cravatta. Evidentemente, anche lui era sensibile al fascino di questa Kim Kardashian.
“È una questione U-R-G-E-N-T-E!.. no, tesoro, non mi piace la lingerie che indossa quella... ha mai portato un paio di mutande in vita sua?” di nuovo fece una pausa, e quando il suo fidanzato non seppe risponderle, alzò la voce, spalancando le braccia. “Castle, non le starai mica chiedendo se indossa la biancheria?!”
“La scusi, signor Magpoup,” intervenne la Gates, e dal suo volto sconsolato, Lanie pensò al peggio. Guardò la sua miglior detective mentre parlava di lingerie al telefono e scosse la testa. “Di solito è una persona seria, ma da quando ha sposato Richard Castle, a volte dubito della sua sanità mentale.”
Richard Castle comparve al distretto più veloce di Flash. I capelli erano in perfetto ordine e Kate giurò di vederlo scintillare come un cavaliere. Il suo cavaliere dall’armatura dorata. Mhm. Arricciò le labbra e pensò che quella visione poteva diventare il loro prossimo giochino erotico.
Evidentemente, lo spettacolo di Kim Kardashian mezza nuda era proprio fuori al Dodicesimo. Quando gli agenti realizzarono la cosa e fecero un rapido calcolo matematico, dividendo per quanto tempo impiegarono a uscire dal distretto, e trovando la radice quadrata e il pi greco, si precipitarono in massa fuori la struttura, speranzosi di farsi qualche selfie con l’artista. Si alzò un’ampia folata di vento che fece svolazzare fogli e foglie in libertà, mentre la Gates fece l’ennesima scossa di testa e si portò una mano sulla fronte.
“Eccomi... quindi lei è il signor Charlie Magpoup?” chiese Kate, tornando in sé.
L’uomo fece un ampio sorriso, ma nessuno seppe mai se era per assecondarli o per prenderli per il culo.
“Certo, Charlie come Charlie della Fabbrica di Cioccolato!”
Nel dubbio, Kate guardò Lanie strabuzzando gli occhi, come per dire, “qui sono tutti matti”. Poi, la dottoressa si allontanò facendo foto al bellimbusto.
Sopravvissuto all’ondata di agenti che lo avevano scavalcato per andare a vedere la Kardashian, Rick raggiunse la sua musa con due buste rosa. Le poggiò sulla sua scrivania, non curandosi dei presenti.
“Allora, tesoro, ho fatto un salto da Victoria’s Secrets e indovina chi ho incontrato?”
“Castle...”
“Anche Miley Cyrus indossa biancheria intima! Come vedi, non tutte le donne sono come Kim Kardashian...”
“Tesoro...”
“Sì?” si voltò e quando incrociò lo sguardo incazzoso di Victoria Gates, si gelò. “Oh, cazzo, capitano Gates.”
“Signor Castle, tolga quella roba oscena dalla scrivania della detective Beckett o brucio tutto.”
“Ma neanche per sogno!” la sua risposta stridula come uno dei presentatori di Queer as Folk fece scoppiare a ridere Beckett. Mise le mani sui fianchi e fissò intensamente la Gates, la quale lo fissava a sua volta da dietro i suoi occhialini. Era talmente intimidatoria che fece ricomporre Castle e optare per una posizione più seria. “Cioè, voglio dire... ho pagato 50 dollari per questa roba oscena, come la chiama lei.”
La scenetta ricordò un film western. Rick e la Gates si guardavano negli occhi in segno di sfida. Nessuno dei due mollava la presa.
Senza staccare lo sguardo dallo scrittore, il capitano fece segno verso di lui.
“Signor Charlie Magpoup, questo idiota qui è lo scrittore Richard Castle.”
Charlie Magpoop?”
L’uomo, esasperato, sbuffo e spalancò le braccia guardando in alto.
“Per l’ennesima volta... Magpoup, con la u, non con la doppia o... sì, sono io! Ma perché non mi credete? C’è stato qualche problema, capitano?”
“Nessuno. Sono solo i miei uomini che a volte sono un po’ ritardati. Venga, discuteremo dell’Operazione Passero nel mio ufficio.”
Il capitano Gates sembrava l’unica ad aver capito qualcosa di questa storia. Prese l’uomo sottobraccio e lo accompagnò nel suo ufficio.
Rick e Kate rimasero a guardarli mentre si allontanavano.
“Beckett, ma se questo è il vero signor Magpoup, allora chi era quello che è venuto da noi qualche giorno fa?”
La sua fidanzata semplicemente sorrise e si voltò verso di lui.
“Chi lo sa, Castle, forse è come dici sempre tu. Non siamo soli in questo mondo.” Concluse con fare teatrale agitando le mani.
Lo scrittore quasi si spaventò, pensando che quel gesto gli ricordava sua madre. La sua musa, al contrario, sembrava sicura di sé e si divertiva a stuzzicarlo con altre battutine del genere.
Arrivati al finale di questa storia dell’assurdo, riteniamo opportuno precisare che Rick Castle rimase impressionato dalle parole di Kate Beckett. Così, quella stessa sera, per precauzione, controllò ogni angolo della casa e chiuse attentamente le finestre, non volendo trovarsi un alieno in giro. La sua fidanzata lo aspettava nel letto con indosso solo una tutina nera aderente e una parrucca rossa, pronta per la loro maratona notturna della Marvel, e si stava preparando sparandosi qualche foto accattivante. Ricordiamo al lettore che Castle non dormì per nulla quella notte, lasciando che Beckett si occupasse, come meglio poteva, di lui. Toccava allo scrittore, infatti, fare la parte del ‘damigello’ in pericolo.
Poveri uomini che si lasciano condizionare troppo dalle loro fantasie.
Povere donne che per assecondarli devono fare tutto il lavoro.
Infine, che ne è stato del signor Charlie Magpoup non ci è dato sapere, se vogliamo restare sani di mente.


 
 
Angoletto dell’autrice (poco) sana di mente:
Se siete arrivate fin qui, vuol dire che siete sopravvissute. Un errore di spelling può costare la carriera e qualche volta anche la vita. Uomini e donne, sono tutti coinvolti, perciò fate attenzione.
Con questa fanfic demenziale vi annuncio che mi ritiro dalla sezione di Castle su EFP.
Almeno per un po’, ma lo faccio per alcune ragioni che ho valutato attentamente. EFP non è più il luogo in cui ho iniziato qualche anno fa. Quando si postava, c’era entusiasmo, voglia di scrivere e leggere, ma ultimamente queste cose sono scomparse. Si dà spazio ai favoritismi, come spesso accade in tutti i campi (nel mio ne ho visti fin troppi), e sinceramente sono arrivata al limite. Sono arrivata a pensare che forse non so scrivere, ma ho continuato a farlo e condividere perché mi piace, ma se dall’altra parte non ricevo più quella spinta e quell’entusiasmo, allora mi fermo. So che molte autrici hanno smesso di scrivere proprio per questi motivi, e non leggono più perché non hanno più tempo, e vi capisco. È impossibile leggere e seguire costantemente tutti. Ma il riscontro, una volta tanto, è importante per un autore.
In ogni caso, posterò le ultime fanfic postume che sono incomplete, perché odio lasciare le cose a metà.
Così l’account qui resterà attivo e continuerò a seguirvi e a leggervi.
Scusate il papiro e ringrazio tutte quelle persone che mi hanno spronato a dare di più, incoraggiandomi e sostenendomi come potevano.
Ci si legge presto! :)
D. <3
   
 
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