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Autore: Hika_chan    30/03/2015    1 recensioni
Il fetore che aleggiava nella nave aveva raggiunto ogni angolo, non lasciando via di scampo che sul ponte di coperta dove l'aria accarezzava la pelle e scompigliava i capelli.
John Silver era stufo di quella vita per mare, dove l'odore della salsedine e l'olezzo degli uomini in viaggio da molto si mescolavano senza lasciare nessuna pietà.
[John Silver] [Randall] [Captain Flint - accenno] [Billy Bones - accenno]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Silver, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio chiunque leggerà questa storia. Non è betata, quindi è un po'  un debutto senza paracadute.
Ho voluto "scrivere" su Randall perchè è un personaggio che mi piace molto!
Buona lettura!



Yo-oh e una bottiglia di rhum

 

Il fetore che aleggiava nella nave aveva raggiunto ogni angolo, non lasciando via di scampo che sul ponte di coperta dove l'aria accarezzava la pelle e scompigliava i capelli.
John Silver era stufo di quella vita per mare, dove l'odore della salsedine e l'olezzo degli uomini in viaggio da molto si mescolavano senza lasciare nessuna pietà. Non sentiva il profumo di una donna da tempo, né la voce carezzevole, ma solo urla e bestemmie, canti marinareschi ed ordini non proprio sommessi. Col tempo aveva imparato a conoscere l'equipaggio, il loro grado di rabbia e di quella che considerava stupidità – come si poteva chiamare il loro comportamento altrimenti?
Storse il naso, dopotutto non si era ancora abituato agli inconvenienti di quell'avventura, e visto il sole alto nel cielo tornò nelle cucine, dove gli aromi del cibo non miglioravano l'odore che ormai non lo avrebbe abbandonato. Mentre toccava il legno delle pareti, attento a non battere la testa negli spazi angusti, pensava a come si era cacciato in una situazione simile. Quella vita non era decisamente per lui, ma la ricompensa che ne avrebbe ricavato lo avrebbe ripagato di tutti i propri sforzi – o meglio degli sforzi che convinceva agli altri fare -  e si sarebbe potuto dedicare alla vita che sognava: ozio, donne e soldi; tanti soldi.
Entrato in cucina si sfregò le mani pronto a dedicarsi all'attività per cui era stato reclutato: cucinare. Quello sarebbe stato l'ennesimo orribile pasto da lui preparato ed al pensiero di tutti gli insulti che gli sarebbero stati indirizzati tornò ad avere un'aria pensierosa che poco gli s'addiceva.
La sua natura scaltra gli permetteva di architettare pensieri complessi nel giro di pochi secondi, ovviamente tutto per rigirare a suo favore una situazione che decisamente non lo era, e quella ruga creata dalle sopracciglia corrucciate ancora non era scavata a fondo sulla fronte liscia.
Si voltò sentendosi osservato, e ricordò la presenza dell'uomo che gli avevano affiancato. Randall non era quello che si definisce un uomo socievole – non proferiva parola se proprio vogliamo dirla tutta – e nemmeno una persona sana di mente – i suoi occhi azzurri così grandi e spalancati non erano certamente rassicuranti. I capelli, che dovevano essere di un candido color bianco, erano resi scuri dal lerciume ed era impossibile capire quale fosse realmente il colore della sua pelle per lo stesso motivo.
Provava repulsione per quell'uomo che non staccava nemmeno per un minuto gli occhi da lui e da quello che faceva, ma forse il disgusto che provava era solo la paura di poter diventare come lui. Sapeva che c'era di più dietro quella facciata, glielo diceva quell'istinto che non aveva fallito mai, e cautamente si avvicinò al banco da cucina dove i coltelli sfavillavano insieme ai pochi resti delle scorte di cibo.
Regnava un silenzio innaturale che si sentì costretto ad interrompere e provò ad avviare una conversazione; una conversazione non esattamente brillante, ma che avrebbe sovrastato il rumore del coltello sui tuberi e le onde del mare che si infrangevano al passaggio della nave.
- Sempre a sgobbare, eh amico? - continuò senza attendere risposta, cosa che aveva imparato non sarebbe giunta, e si lanciò in un monologo chiedendosi se sarebbe uscito sano di mente da quell'avventura o se la pazzia avrebbe avuto la meglio – Ho fatto un giro ed ho sentito che è ora di carenare* la nave, per non parlare poi della calafatura*... -
Venne interrotto, non che la cosa avesse importanza, dalla comparsa di un ragazzo alto dall'aria gentile. C'era qualcosa che stonava nella presenza di Billy Bones in un ambiente del genere. Seppur rispettava il “canone” del pirata – abbronzato, armato di tutto punto ed esperto navigatore – aveva gli occhi troppo buoni ed un rispetto per le regole del capitano che lo rendevano leale ma al contempo fuori posto. La sua figura alta e muscolosa occupava non poco spazio e per guardarlo si doveva sollevare lo sguardo. Il ragazzo si rivolse a John, facendo prima un cenno di saluto a Randall che si limitò a guardarlo negli occhi.
- Gli uomini scalpitano. Il capitano dice di dal loro della birra, così almeno svolgeranno i propri compiti più volentieri e senza discutere. -
Non aspettò una risposta e come era comparso se ne andò. John Silver non gli piaceva, da quando avevano assalito la nave su cui si trovava erano cominciati i problemi e, seppur trovasse ridicolo scaricare la colpa su di lui, Billy non era ancora pronto ad instaurare il rapporto cameratesco che lo legava agli altri componenti della ciurma. Non che John non avesse provato qualche approccio, ma i brividi che sentiva quando vedeva il sorriso sghembo sul suo volto lo convincevano a tenersi alla larga da lui.
Sospirando l'ormai cuoco prese un barile di birra, calcolando mentalmente quanti ne erano rimasti, da portare ai marinai che stavano riposando dopo aver fatto cambio di turno.
- Dammi una mano Randall, le patate possono aspettare. -
L'uomo si alzò per aiutarlo a versare la birra nelle brocche invece che a terra. Svolsero la faccenda tra le chiacchiere di John ed il suo silenzio finchè non ebbero finito.
- Birra, rutti e scorregge. Questa è la vita del marinaio, altro che donne, soldi e rhum! -
Randall lo guardò per un istante più lungo del normale e prese una brocca tra le mani sporche della terra dei tuberi che aveva precedentemente tenuto in mano. Sporte un po' le labbra fece scendere un grumo di saliva che andò a mescolarsi con la birra scura suscitando così l'ilarità del compagno.
Pensando ad uno o due compagni che proprio non gli andavano giù, John volle imitarlo raccogliendo la saliva in bocca, quando lo stagliarsi di un'ombra lo fermò appena in tempo. Il capitano Flint era sulla porta che lo guardava, colto sul fatto.
I severi occhi chiari come l'acqua di Nassau lo guardavano. Già sentiva il suo abituale “Cosa cazzo stai facendo?”, ma lo sguardo non venne accompagnato dal suono di quelle parole.
Si avvicinò, invece, fino a superarlo e strinse le bianche dita attorno al collo di una bottiglia di rhum. Prima di uscire si fermò a guardarlo, nessuno osava interrompere quel silenzio tra l'imbarazzato ed il pietoso. Decise che sarebbe stato inutile dire qualsiasi cosa, ancora non era sicuro chi tra Randall ed il nuovo cuoco fosse il pazzo, e se ne andò; non aveva tempo da sprecare dietro l'ultimo acquisto del suo equipaggio.
Silver era rimasto pietrificato, non sapeva se per il silenzio od il mancato rimprovero, e Randall sghignazzava con la sua strana risata.
Quando si riprese guardò nella bocca della brocca e pensò “Tanto ormai...” e con un sonoro sput! finì ciò che aveva cominciato.

*Carenare: inclinare una nave ed eliminare alche e cirripedi dallo scafo.
*Calafatare: sigillare gli spazi tra le tavole con stoppa e pece.

  
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