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Autore: _less_    30/03/2015    0 recensioni
Mystic Falls, Virginia, anno 1864.
In città giunge tramite una carrozza, una giovane orfana dall'animo puro, chiamata Katerina Petrova.
Alloggia nella villa di amici di famiglia, la famiglia Salvatore, una delle famiglie più potenti poiché avevano fondato la città. Nonostante questa famiglia viva dietro le apparenze di sfarzo e opulenza, dietro di loro, e soprattutto dietro uno dei due bellissimi fratelli, si cela un enorme segreto sovrannaturale.
Ma, ancora più importante, cosa nasconde la bellissima e buonissima Katerina Petrova?
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Un miscuglio di tempi, una Katherine Pierce ancora umana e uno Stefan Salvatore in versione squartatore degli anni '20.
Genere: Sovrannaturale, Storico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Emily Bennett, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The ripper of Mystic Falls.
 
Mystic Falls, Virginia, 7 gennaio 1864.
 
«Come sta, oggi, signorina Petrova?» le chiese Emily, che in un carrellino argentato, le aveva portato il suo pomeridiano infuso di tè alla vaniglia e caramello, con focaccine di zucchero.
«Ancora impaurita. Emily, voi lo sapevate?» disse Katerina, bevendo dalla sua tazza di porcellana liscia.
Emily sospirò triste «Sì, lo sapevo.»
Katerina rimase meravigliata dalla risposta della sua serva: «Emily, io ho deciso di volerla accanto perché mi fido di voi. Quindi perché mi avete mentito?» chiese cauta Katerina.
«Milady, volevo proteggerla. Ciò che lei ha visto quella sera non era un cannibale assetato di sangue.» disse Emily tremante, riferendosi all'idea che avevano precedentemente avuto sul signor Stefan Salvatore.
«Cos'era, dunque?» chiese ancora Katerina, alzandosi e guardando la sua serva.
«La magia li ha creati in era Medioevale, la strega Originale li ha plasmati per poter sopravvivere alla specie di licantropi che li minacciava. Forti, veloci, resistenti al buio, deboli al sole. Sto parlando delle creature della notte.» disse Emily seria.
«Creature della notte? Ce ne sono così tante! I licantropi? Quello era un lupo mannaro?» ribatté Katerina.
Lei ed Emily passavano giornate intere a parlare del sovrannaturale, della potenza mistica dell'universo.
«I licantropi sono i figli della Luna. Rifletta, Katerina. Chi sono i figli della Notte?» disse decisa Emily.
Le ci volle un attimo di concentrazione, prima che Katerina pronunciasse quelle parole, e per rabbrividire a tal pensiero: «I Vampiri.»


«Miss Petrova?» Damon Salvatore bussò in modo delicato alla porta delle stanze di Katerina, che era rinchiusa dentro il suo immenso letto.
«Signor Salvatore, di cosa necessita?» rispose Emily da dietro la porta, che corse veloce a vedere chi era.
«Soltanto scambiare qualche parola con la signorina Petrova. È possibile?» chiese il giovane.
Katerina accennò di sì, e la sua serva aprì la porta, rivelando il bellissimo Damon, che teneva stretto tra le mani — in una posizione di attesa — il suo capello.
«Damon, a cosa devo il piacere?» chiese Katerina, alzandosi dal letto a piedi scalzi, con la sua camicia da notte, e andandogli contro.
«Milady, lo deve al suo benessere. Come si sente dopo l'accaduto? Sono passati molti giorni dalla sua ultima uscita.» chiese lui attento.
«Mi sento ancora impaurita. E lei, milord?»
«Intimorito. È davvero possibile che dentro le nostre mura si sia insidiato un tale mostro? Ma più di ogni altra cosa, è possibile che esistano medesimi mostri? È un'eresia della natura.» disse Damon, sentendo un brivido percorrergli la schiena.
«Damon — disse Katerina, prendendogli la mano e stringendola — la natura è losca e ciclica. Ciò che riceve, rende.»
Damon annuì, e poi, dopo aver baciato la mano della signorina, abbandonò le sue stanze.


Il cavallo della scuderia, un Purosangue Inglese, se ne stava attaccato alla staccionata, con la testa abbassata verso Katerina, che lo accarezzava distratta nello spazio morbido tra i due occhi.
«Oh Telebra, mia cara. Quanto sei incantevole?» disse Katerina, poggiando la fronte sulla parte laterale della testa del cavallo.
Il cavallo di rimando le regalò uno sbruffo, e poi mostrò i denti, in un modo così buffo che la signorina Petrova rise.
«Quel cavallo è davvero unico nella sua specie.» la voce di Stefan arrivò subito, forte e chiara, mentre lui scendeva dalla piccola discesa per arrivare alla scuderia.
«Salve Stefan. Ha ragione.» disse Katerina, voltandosi di nuovo verso il cavallo. Le nacque un sorriso improvviso, di felicità, e di benessere.
Stefan posò il suo casco da fantino, e si avvicinò a Katerina, sorridendo a trentadue denti.
«Miss Petrova, mi è mancato vederla per il castello.» disse Stefan, stringendo la mano della ragazza, e poi baciandola, con così tanta passione e affetto, che lui chiuse gli occhi con rispetto.
«Stefan, lei è sempre attento a notare i comportamenti altrui.» sorrise ammaliata Katerina, che adesso lo guardava fisso negli occhi.
«Non sto attento a tutti i comportamenti...» pronunciò Stefan, in uno stato di trance, avvolto dalla seduzione per quella giovane. Si avvicinò lentamente a Katerina, finché a dividerli non ci furono pochi centimetri di spazio ed aria.
«Soltanto ai suoi.» disse poi, e fu così vicino che riuscì a cogliere le sfumature di marrone e nocciola dentro gli occhi di Katerina, e quest'ultima, ad ammirare il verde scuro e il castano degli occhi di Stefan.
«Vorrei tanto... baciarla, milady.» disse Stefan, così tremante per l'emozione che le parole gli uscirono a tratti.
Katerina perse il fiato. La testa le parve pesante e sentì di svenire, mentre sbatteva contro la staccionata e Stefan si avvicinava a lei così tanto da far toccare i loro corpi.
«Lo faccia.» sussurrò alla fine Katerina, presa dalla passione. Stefan controllò che alle sue spalle non ci fosse nessuno, per poi stringere leggermente le sue mani forti tra il viso docile di Katerina, e toccare le sue labbra.
Strinsero le labbra in un bacio, poi le allargarono e le lasciarono morbide, a toccarsi e baciarsi. Poi Stefan lasciò andare dentro le labbra di Katerina la sua lingua, morbida. Il loro bacio li avvolse letteralmente dentro una campana di vetro: i suoni, i movimenti, le azioni che accadevano in torno, erano attutite, bloccate dalla passione ardente del loro primo bacio.
Katerina fermò il bacio, tremante e senza fiato, e Stefan con gli occhi ardenti, quasi tramutati, mutati in qualcosa di...
«Stefan! I suoi occhi..» disse Katerina preoccupata.
Stefan si voltò subito, nascondendo il viso tra le mani.
«Stefan, cosa le è accaduto?» chiese Katerina, cercando di girare, mentre posava sulle possenti spalle di Stefan la sua mano leggera.
«Niente, milady. Devo andare.» disse il giovane uomo, e con questo, scappò via, verso la villa Salvatore.



 
   
 
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