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Autore: Frerakey    30/03/2015    0 recensioni
Sfoderò dalla cinghia dei pantaloni un coltello d’argento e, nonostante l’uomo cercò in tutti i modi di sottrarsene, lo premette contro la sua guancia incidendo un solco che partiva dalla fine dell’occhio destro fino ad arrivare alla punta del mento. Gerard gemette e cadde a terra sfinito.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEL CAPITOLO PRECENDENTE
-Finalmente possiamo parlare faccia a faccia, mio caro Gerard (...)
Una volta avevo una sorella. Passavamo ore ad ascoltare quelle canzoni insieme e lei mi diceva sempre che non avrebbe potuto vivere senza
Tre anni dopo la band si sciolse. E miA sorella, a sedici anni cadde, in depressione, iniziò a tagliarsi e alla fine si tolse la vita(...)
Nessuno morirà più a causa tua. Ed ora rimetti insieme quel dannato gruppo! (...)
Se non lo farai con le buone sarò costretta a fartelo fare con le cattive.(...)
So che hai una figlia, Bandit giusto?

ORA

Nonostante si sforzasse, lui non riusciva a capire cosa centrava la piccola in tutto questo.
- Molti dicono che è a causa sua che hai sciolto il gruppo...
Lily Wayne, otto anni. Scomparsa, probabilmente violentata da un pedofilo di cui ancora non si conosce l’identità. Beh, si da il caso che io la conosca.-
Gerard cercò di fermare i pensieri che gli passarono nella testa
- Siamo amici ormai da parecchio e, se tu non dovessi soddisfare le mie richieste. Saprei che bambina consegnargli.-
A quel punto il giovane padre usò tutte le sue forze per urlare e chiedere aiuto, per fermare quella pazza che avrebbe fatto del male a sua figlia, ma i suoi sforzi furono vani in quanto i pochi versi che uscirono dalla sua bocca non si sarebbero sentiti a mezzo chilometro di distanza.
-Allora? Abbiamo un patto?-
Gli occhi dell’uomo erano pieni di lacrime. In quel momento avrebbe voluto più di ogni altra cosa rimettere insieme il gruppo ma la verità era che non poteva. Non lo avrebbe fatto.
-Ah, mi sembra superfluo dirti che anche se ti trasferirai, le farai cambiare scuola o attività extrascolastiche noi la troveremo. Sempre. Hai due mesi per riunire la band. E se non lo farai... beh, lo sai già.-
Dette queste parole si avvicinò sempre di più a lui. Gli poggiò una mano sul petto e la fece scivolare verso i fianchi fino ad arrivare ai glutei. Gli estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e scorse la rubrica.
-A,B,C,D,E…F! Frank, trovato! –
Detto questo compose il numero e attivò il viva voce, così che anche il suo prigioniero potesse sentire.
La mente di Gerard era troppo impegnata a domandarsi quello che avrebbe dovuto fare, per accorgersene. Si sbloccò solo quando sentì quella voce provenire dal cellulare.
-Hey Gee!
“Frank...no Frank non rispondere! Scappa! Attacca e vattene! Ti prego Frank, almeno tu, salvati.”
-Gee, ci sei?
-Gerard non può parlare- rispose la donna.
-Oh, con chi parlo allora?-
-Non ha importanza. L’importante è che il tuo caro amico è stato rapito. E’ ferito, sanguina. Ma non chiamare l’ambulanza o la polizia, se dovessi farlo non indugerò ad ucciderlo. Ti invio le coordinate della nostra posizione. Vieni da solo e fallo in fretta altrimenti si dissanguerà.
-Cosa? Dove è Gerard? Voglio sentirlo! Gerard sei lì?
La donna tolse il bavaglio all’uomo e gli avvicinò il cellulare alla bocca.
-Frank aiutami ti prego.- disse in lacrime subito prima di ritrovarsi la bocca bloccata dal solito maledetto nastro di stoffa.
“Cosa ho appena fatto? Ho condotto il mio migliore amico a morte certa. Perché l’ho fatto? Dovevo dirgli di scappare, di non venire, di portare in salvo Bandit, di... perché ho detto proprio quella frase. L’unica che non avrei dovuto dire. Perché?”
-Ha attaccato. Che maleducato il tuo amico, non ha nemmeno salutato...
Ora però, caro il mio cantate dei My Chemical Romance, devo darti prova che so essere cattiva, e che le mie minacce sono concrete ed ho tutto il potere ed il carattere per metterle in pratica.
Sfoderò dalla cinghia dei pantaloni un coltello d’argento e, nonostante l’uomo cercò in tutti i modi di sottrarsene, lo premette contro la sua guancia incidendo un solco che partiva dalla fine dell’occhio destro fino ad arrivare alla punta del mento. L’uomo gemette e cadde a terra sfinito.
-Oh, non temere, il tuo amico sarà qui a breve.- si guardò intorno e poi riportò lo sguardo verso il ferito – eccolo là. Devo dire che è stato proprio veloce! E’stato un piacere fare due chiacchiere con te. Ci vediamo, beh, speriamo di no.-
Dette queste parole la donna scomparve nell’oscurità della notte e nella via rimase solo un corpo accasciato su un fianco e privo di sensi, la cui felicità era stata distrutta nel giro di un’ora da delle parole pronunciate troppo bene.
-Gee, Gee... Gerard guardami!-
Era arrivato. Lui c’era sempre per l’amico. Era corso in suo soccorso in qualsiasi momento ed ora, più di ogni altra volta, aveva posto Gerard davanti a qualsiasi altra cosa. Davanti alla cena con Jamia, davanti alle prove con i The Cellabration. Era corso in suo aiuto senza esitare. Come aveva sempre fatto.
Stava schiaffeggiando l’amico nel tentativo di rianimarlo, finchè finalmente ce la fece.
-Frank! Bandit! Quella donna! Bandit! I My Chemical Romance! Frank, scusami...
-Hey, hey! Stai calmo.
Frank si strappo una manica dalla camicia, se la avvolse alla mano e la posò sulla ferita dell’amico. Poi posò l’altra mano sulla guancia restante costringendolo a guardarlo negli occhi.
-Va tutto bene ok? Qualsiasi cosa sia successa noi la risolveremo, insieme.
Gerard smise di piangere. Perché non aveva mai notato la bellezza di quei due occhi che lo stavano fissando in quel momento? Perché non aveva mai notato la bellezza di quel cuore che ora lo stava soccorrendo?
-Frank.
-Dimmi
-Ti voglio bene.
Il più giovane sorrise e abbracciò l’amico com’era solito fare con i cuccioli abbandonati che amava salvare dalla strada.
-Anch’io te ne voglio.
Slegò le bende che tenevano legato Gerard e lo aiutò ad alzarsi.
I due si avviarono uno appoggiato all’altro verso un posto, un qualsiasi posto che gli avrebbe fatto dimenticare ciò che era successo.
La vittima dell’aggressione avrebbe voluto dire un sacco di cose all’amico. Avrebbe voluto parlare  della donna in nero, della sorella, dei My Chemical Romance e di Bandit. Ma poi si accorse che l’unica cosa che davvero voleva fare era ringraziarlo. Ringraziarlo per non avergli fatto domande sul rapimento limitandosi a consolarlo, ringraziarlo di essere corso subito da lui, ringraziarlo per tutte le volte che lo aveva soccorso senza ricevere dei degni ringraziamenti, ringraziarlo per non essersi mai stancato di esserci per lui.
Ma in quel momento fu il silenzio a riempire i loro cuori di parole.
 
 

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Hey ciao.
Come vi è sembrata la storia?
Ho deciso di dividerla in due perchè magari tutta di seguito sarebbe stata troppo lunga e troppo pesante...
Si, lo so, cè di molto meglio! Ma era da tanto che non pubblicavo così mi sono presa un'oretta e l'ho scritta di getto!
Come sempre accetto critiche e suggerimenti,
Hope you like it.

Frerakey
   
 
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