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Autore: Fonissa    31/03/2015    1 recensioni
Ho provato a dare un perchè al comportamente di Drew, e ne uscito fuori questo. Spero solo che la mia storia vi aiuti ad aprezzare un pò di più questo personaggio.
"Loro ridevano. Ridevano di lei, del suo comportamento, dei suoi vestiti. La prendevano in giro, le facevano scherzi. E Drew piangeva, in silenzio, nel bagno della scuola. Quelle bambine avevano solo dieci anni, proprio come lei. Perché allora erano così? Solo perché lei non era come loro?"
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"Più passava il tempo, più il lato dolce e premuroso di Drew andava a nascondersi, per dare spazio al suo lato appena nato superficiale e altezzoso. Ora era lei quella che prendeva in giro le altre, quella ammirata e amata da tutti.. Ma nessuno sapeva che appena tornata a casa Drew si esercitava a leggere"
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"Drew si sentì bruciare gli occhi. SIlena, quella stessa Silena con i capelli così simili ai suoi, quella che lei stessa aveva scartato, era morta in battaglia, combattendo. E lei invece per tutto questo tempo non aveva fatto altro che pensare a come apparire sempre perfetta, in ogni occasione."
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Drew Tanaka, Nuovo personaggio, Piper McLean, Silena Beauregard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loro ridevano. Ridevano di lei, del suo comportamento, dei suoi vestiti. La prendevano in giro, le facevano scherzi. E Drew piangeva, in silenzio, nel bagno della scuola. Quelle bambine avevano solo dieci anni, proprio come lei. Perché allora erano così? Solo perché lei non era come loro? Un singhiozzo un po’ più rumoroso scappò dalla bocca di Drew. Sperò che nessuno l’avesse sentita, ma questa speranza si infranse quando la porta del bagno dove era rifugiata si aprì di scatto, rivelando Kimberly, la spalla di Sasha.
“Sashy! Sashy, guarda chi c’è qui!” esclamò Kimberly guardando con cattiveria la bambina, che si stava sempre più rannicchiando contro il muro. All’improvviso sbucò Sasha, la deliziosa bambina bionda col viso da angelo e il cuore da demone.
“oh, la vedo Kimmy! Cosa ci fai qui, Tanaka? Ti nascondi? Fai bene. Ma ti sei vista allo specchio? Hai visto quei ridicoli straccetti che hai addosso? Dovresti chiuderti in casa  non uscire più”
Le due bambine risero. Drew ormai tremava, il viso nascosto tra le gambe. Sasha la obbligò ad alzare la faccia prendendola per i capelli.
“Alzati Tanaka!”
Drew si alzò piano, i capelli ancora stretti nel pugno del finto angelo Sasha.
“L-lasciami” sussurrò con gli occhi pieni di lacrime.
“Come vuoi…” la bionda la spinse contro la parte con la forza, approfittando del fatto che Drew era piuttosto bassa e piccola per la sua età. La bambina non potè far altro che scivolare lungo il muro dolorante. Kimberly e Sasha risero di gusto, prima di lasciarla li da sola, piena di graffi e lividi.
***
Il giorno del suo undicesimo compleanno, il padre di Drew, famoso stilista ormai in crisi trasferitosi dal Giappone circa tredici anni prima, tornò felice dal lavoro, diversamente dal solito. Drew gli andò incontro abbracciandolo e il padre con un enorme sorriso annunciò che la sua azienda si stava magnificamente riprendendo.
“Sai cosa vuol dire?” esclamò l’uomo prendendo in braccio sua figlia.
“Presto potremmo permetterci una nuova casa, più grande e più bella! Potrò prendermi una nuova macchina e potrò comprarti tanti nuovi vestiti!”
Quelle parole risuonavano nella testa di Drew. Tra poco avrebbe iniziato a frequentare una nuova scuola, dove non conosceva nessuno. Ora poteva essere popolare e amata da tutti.
Fu quello l’inizio del cambiamento di Drew Tanaka.
***
Il suo primo giorno di scuola era finalmente arrivato. Drew era pensierosa mentre guardava fuori dal finestrino della nuova e costoso macchina del padre. Aveva indossato la maglia migliore che avesse e i suoi jeans più costosi. In più aveva anche un po’ di ombretto e lucidalabbra. Era anche cresciuta di qualche centimetro.
Appena arrivata di fronte alla scuola, scese dalla macchina e salutò il padre. Si guardò intorno, alla ricerca del gruppo delle ‘popolari’. Quando vide delle ragazzine vestite esclusivamente con vestiti di marca che ridacchiavano tra di loro, capì di aver trovato ciò che cercava. Si avvicinò a loro tibutante e appena fu vicina al gruppo le ragazzine si girarono squadrandola da capo a piedi, per poi annuire soddisfatte. Drew si inserì nel loro gruppo e iniziò a ridacchiare e a spettegolare con loro. All’improvviso una di queste, chiamata Lola, indicò una ragazzina vicino a loro, vestita con una semplice felpa e dei jeans un po’ logori.
“La vedete quella? E’ la mia vicina di casa. Passa tutto il tempo a leggere o a giocare con le bambole. E guardate che vestiti!” esclamò Lola.
“Che idiota… chi ormai gioca più con le bambole? E poi a che serve leggere? Meglio uscire a comprare dei vestiti!” disse Drew mettendoci più convinzione che poteva. Nemmeno lei credeva veramente alle sue parole. Eppure, le altre ragazze annuirono. Da allora Drew divenne il capo di quel gruppo.
***
Più passava il tempo, più il lato dolce e premuroso di Drew andava a nascondersi, per dare spazio al suo lato appena nato superficiale e altezzoso. Ora era lei quella che prendeva in giro le altre, quella ammirata e amata da tutti. Era il capo della sua classe ed era fidanzata con uno di due anni in più. Tutti le davano ascolto e obbedivano ai suoi ordini non appena apriva bocca. Ma nessuno sapeva che appena tornata a casa Drew si esercitava a leggere. Doveva superare l’ostacolo della dislessia, doveva essere perfetta.
***
L’estate dopo Drew si ritrovò con Jack, un satiro, mentre andavano al ‘Campo Mezzosangue’, o almeno così l’aveva chiamato Jack. Drew non sapeva cosa aspettarsi. Suo padre le aveva spiegato che sua madre era una dea greca, ma che non poteva sapere ancora quale. Una remota e quasi invisibile parte dentro di lei, sperava che potesse smettere di essere la Drew civetta e superficiale e tornare a essere quella di prima. Ma ormai questa vecchia parte era confinata e chiusa a chiave dentro di lei, senza il permesso di uscire.
Quella sera Drew fu riconosciuta. Figlia di Afrodite. Grazie alla benedizione della madre i suoi vestiti si erano trasformati in uno splendido abito rosa confetto, con una profonda scollatura e vortici di brillantini sulla gonna. Per qualche secondo, la ragazza abbassò il viso, cosa che ormai non faceva da tempo. Si ricordò di quando si esercitava a leggere su un libro di mitologia greca che il padre le aveva comprato apposta. Ricordò che Afrodite era la dea dell’amore e delle bellezza. Drew sorrise tristemente e ricacciò indietro una piccola lacrima. Poi alzò il viso guardando con aria di superiorità gli altri semidei che la guardavano affascinati. Fu allora che ogni minima traccia della vecchia Drew sparì definitivamente.
***
La mattina dopo Drew si svegliò in un nuovo letto, il suo letto, nella cabina di Afrodite. Si stropicciò gli occhi e si guardò allo specchio. Aveva ancora la benedizione della madre, per sua fortuna. I capelli erano in perfetto ordine e il trucco non si era minimamente rovinato.
“La benedizione durerà ancora tre o quattro giorni. Una settimana se sei fortunata”
Le aveva parlato una ragazzina di un anno in più a lei, dai lunghi capelli neri e grandi occhi blu.
“Grazie” rispose Drew, per poi tornare a guardarsi allo specchio. Era talmente perfetta che quella mattina non avrebbe nemmeno avuto bisogno di chiudersi per un’ora nel bagno.
“Io sono Silena,Silena Beauregard. E tu?” le chiese la ragazzina.
“Drew. Drew Tanaka”
Drew iniziò a studiare Silena. Era curiosa di capire a quali dei suoi fratellastri e sorellastre assomigliasse. Ma l’unica somiglianza che notò con Silena furono i capelli lisci e neri.
“Guarda un po’, abbiamo una nuova arrivata” disse una voce alle loro spalle. Drew si girò e vide una ragazza di tre o quattro anni in più a lei, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri, il viso angelico.
Per un terribile e interminabile secondo apparve a Drew un’immagine di Sasha che le tirava i capelli in bagno. Quella ragazza le assomigliava moltissimo.
“Mi presento, sono Margaret, la capo cabina.Tu sei…?”
“Drew” Rispose acida.
“Scommetto tutti i miei rossetti che Silena non ti ha informato del nostro rito di benvenuto, vero?” chiese la bionda guardando con disprezzo verso Silena.
“Rito… di benvenuto?” chiese confusa Drew.
“Non sei obblig…” Silena cercò di dire qualcosa, ma Margaret la fermò spingendola non molto delicatamente.
“Per dimostrare che sei una vera figlia di Afrodite. Dovrai conquistare il cuore di qualcuno per poi spezzarlo. Semplice, no?”
“Non sei obbligata a farlo! Io non l’ho fatto!” urlò all’improvviso Silena.
“Cose orribili accadono a chi non segue questo rito” disse Margaret avvicinandosi a Drew.
Drew si morse il labbro nervosamente. Lei aveva un fidanzato al di fuori del campo, non poteva fargli questo. Ma non sarebbe mai venuto a saperlo. Aspetta, perché ci stava ancora pensando? La risposta era ovvia…no?
“Lo farò!” rispose.
Silena la guardò sorpresa, ma poi abbassare la testa e andarsene.
***
Un paio di settimane dopo era li, in piedi di fronte a un figlio di Ermes, a spezzargli il cuore. Era stato facile conquistarlo, era bastata qualche parola. Margaret le aveva detto che lei aveva un dono raro, la lingua ammaliatrice. Mettendoci una buona dose di volontà, poteva convincere chiunque a fare qualsiasi cosa.
“…e quindi non credo che sarei felice con te”  Fu così che mollò quel figlio di Ermes, che se ne andò piagnucolando.
Quando ritornò nella cabina, raccontò tutto a Margaret, che approvò con soddisfazione.
“Ora fai ufficialmente parte di noi!” esclamò con una voce acuta, mentre gli altri applaudevano. Solo due se ne stavano in disparte, parlottando tra di loro: Silena e un altro ragazzo della stessa età, con i capelli mori e un paio di grossi occhiali. Le sembrava che si chiamasse Mitchell.
“Ora che faccio parte ufficialmente di voi, cosa dovrei fare?” chiese Drew rivolta verso il gruppo che la stava ancora acclamando.
“Oh, noi svolgiamo lavori importanti! Decoriamo le criniere dei pegasi, aggiustiamo le armature durante la caccia alla bandiera…” iniziò una ragazza di capelli rossi mentre si aggiustava l’ombretto.
“E in quanto agli allenamenti? Intendo… che tipo di arma dovrei utilizzare?”
In un secondo, l’atmosfera si fece gelida. Tutti la guardavano male, alcuni parlottando tra di loro.
“Tu sei una figlia di Afrodite, non puoi combattere” disse dura Margaret.
Drew sbattè gli occhi per qualche secondo. Doveva immaginarsela una cosa del genere. Annuì, guardando la capo cabina negli occhi.
***
Qualche giorno dopo, Drew stava appendendo sulla sua parte di parete un poster di un famoso attore, quando Kayla, una delle sue sorellastre dai lunghi capelli castani, uscì fuori dal bagno preoccupata.
“non riesco a leggere il nome del colore di questo rossetto!” disse. In mano reggeva un tubetto nero con scritte dorate, cosa che non doveva favorire molto la dislessia. Alcuni si avvicinarono provando a leggere, ma poi ridavano il tubetto a Kayla reggendosi la testa tra le mani con fare melodrammatico. Quando anche il quinto si fu allontanato, il corpo di Drew scattò in automatico. Andò verso la mora e prese il rossetto.
“Fra…fragola”  lesse ad alta voce. Molti dei presenti iniziarono a guardarla.
“ Ma tu non sei dislessica?” chiese un ragazzo biondo dagli occhi verdi.
“Beh, si… ma mi sono allenata a leggere” capì di aver parlato troppo quando alcuni sguardi, che prima erano di ammirazione, si trasformarono in sguardi straniti.
“…altrimenti come facevo a leggere le riviste e a sapere le ultime mode?” si affrettò a dire. Gli altri sorrisero, riprendendo a fare quello che stavano facendo prima.
***
Alcuni anni erano passati. La guerra contro i Titani infuriava, ma lei non poteva farci molto. Quasi nessuno dei suoi fratelli e sorelle potevano essere d’aiuto, considerando che la cosa più pericolosa che avevano impugnato era la pinzetta per ciglia. L’unica cosa che potevano fare era assistere i feriti. All’improvviso, Mitchell, uno dei pochi figli di Afrodite che combatteva, entrò correndo nel rifugio. Aveva gli occhi rossi.
“Silena è morta” annunciò, per poi scoppiare in lacrime.
La vista di Drew si appannò e si sentì un gran bruciore in petto. Cadde a terra, reggendosi lo stomaco. Non riusciva a seguire bene il racconto di Mitchell. Capì solo che Silena si era finta qualcun altro per guidare la casa di Ares nella battaglia.
Drew si sentì bruciare gli occhi. SIlena, quella stessa Silena con i capelli così simili ai suoi, quella che lei stessa aveva scartato, era morta in battaglia, combattendo. E lei invece per tutto questo tempo non aveva fatto altro che pensare a come apparire sempre perfetta, in ogni occasione. Si sentiva in colpa. Se solo Silena avesse avuto qualcuno a sostenerla durante questa guerra, se solo Drew l’avesse aiutata, molto probabilmente ora non sarebbe morta.
Drew si rannicchiò su se stessa, proprio come quando si nascondeva nei bagni a dieci anni, incapace di muoversi. Qualcosa stava scalpitando dentro di lei, qualcosa che non sentiva da tempo voleva uscire. Ma automaticamente, la mente di Drew la intrappolò di nuovo, impedendole di uscire. Quel lato di Drew ormai era morto e sepolto.
***
Fu l’anno dopo che arrivò Piper. Appena la vide, Drew provò un moto di rabbia nei suoi confronti. Subito comprese che quel bel ragazzo biondo era il suo fidanzato,e provò a rubarglielo, inutilmente. Cercò di schernirla e di mettere il gruppo contro di lei. Ma poi fece un terribile sbaglio. Quando Piper si rifiutò di fare il rito di passaggio, pronunciò una frase nata dal tutto il suo rancore e odio. Già prima aveva detto cose non molto belle su Silena, ricordando che era una traditrice. Ma quella era stata una frase che non si sarebbe mai perdonata.
“Silena disse la stessa cosa. Interruppe la tradizione, innamorandosi di quel Beckendorf e restando innamorata, se volete la mia opinione, è per questo che ha fatto una fine così tragica”
Non aveva idea di cosa le era passato per la mente. Un secondo dopo si diede della stupida da sola. Silena era morta perché non aveva fatto uno stupido rito di passaggio?! No. Lei era morta in guerra, per salvare tutti loro, mentre gli altri non sapevano nemmeno cosa fare. Ha fatto una fine eroica e degna di essere ricordata. E invece lei cosa aveva fatto? Aveva trasformato la casa di Afrodite in una dittatura, incutendo timore e inventandosi assurde regole e punizioni. Ma ormai il dado era tratto. E così, mentre Piper andava via pronta per un’impresa, Drew non poteva fare altro che decidere cosa indossare quel giorno.
Drew non provava rabbia verso Piper, provava invidia. Piper non si vestiva alla moda, non ne aveva bisogno. Aveva un fidanzato splendido che amava e anche degli amici. Aveva un padre famoso e si faceva voler bene dalle persone. E ora stava andando a salvare in mondo impugnando un pugnale che un tempo era appartenuto a Elena.
Piper era tutto quello che era Drew prima. Sentì un bruciore al petto, uguale a quello che aveva provato un anno prima. Sgranò gli occhi e si andò a chiudere nel bagno, sotto gli occhi curiosi degli altri.
Si accasciò lungo la parete rannicchiandosi. Si sentiva come quando era una bambina. Iniziò a piangere, a cacciar fuori tutto quello che si era conservato. Qualcosa iniziò a scalpitare dentro di lei, ma stavolta non la bloccò. Anzi, la lasciò libera. Sciolse la gabbia che teneva rinchiuso tutto quello che aveva nascosto: la sua bontà, la sua volontà, la sua voglia di imparare, il suo coraggio. Si sentì pervadere da una strana sensazione. Qualche minuto dopo riuscì ad alzarsi in piedi. Si sentiva libera. Si guardò allo specchio. Per la prima volta, non le piaceva ciò che vedeva. Sbirciò fuori dal bagno. Non c’era nessuno, erano tutti a fare colazione. Di scatto, prese un semplice jeans, il meno costoso, e un paio di semplici scarpe da ginnastica. Tornò in bagno e si cambiò, sciogliendo anche il nodo che aveva fatto alla maglietta del campo per mostrare la pancia. Si guardò di nuovo allo specchio. I suoi capelli erano pieni di mollettone nere che servivano a tenerli in una determinata pettinatura. Le tolse una a una, distruggendole. Poi si struccò completamente, per poi mettersi solo un po’ di matita e un leggere lucidalabbra. Mentre faceva tutto questo, sorrideva.
Corse fuori, andando dove si custodivano tutte le armi. Cercò a lungo, ma poi un qualcosa attirò la sua attenzione. Una spada non molto lunga prendeva polvere in un angolo. Era fatta di bronzo celeste. Sul manico c’era una scritta in greco che Drew tradusse senza problemi.
‘Lato nascosto’
Si, quella era decisamente l’arma che faceva per lei. La pulì con la sua maglietta, fregandosene di sporcarsi. Alla fine riusciva a specchiarsi sulla lama, e quello che vide la rese felice. Ora, era davvero se stessa.
Certo, non poteva cancellare da un momento all’altro tutto quello che era successo. Ma lei ci avrebbe provato e ci sarebbe riuscita.
La vecchia Drew era tornata.
  
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