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Autore: Rob2212    31/03/2015    0 recensioni
Si voltò verso di lei infine, studiando il volto dell'assassina ed i suoi occhi si allargarono, iniettati di sangue.
'Tu, tu sei..' una grossa risata viscerale uscì dalle fauci di quel mostro mascherato da uomo.
Lei continuò a godersi lo spettacolo. Immobile e sicura, senza mai distogliere lo sguardo. Le recava un'enorme soddisfazione vedere quell'essere dimenarsi in preda alle convulsioni sputando sangue da ogni orefizio.
'Ahahah! credi di aver vinto?! credi che io sia l'ultimo?! come sei ingenua!'
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Happosai, Nuovo personaggio, Ranma Saotome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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16 anni prima:

Commissario: e così, lei è un esperta di arti marziali indiscriminate a quanto leggo nel suo curriculum.
Akane: sì, è così. Il mio maestro è stato il grande Happosai.
Commissario: Ah, dunque un ottima preparazione. Mi segua allora, quì abbiamo finito.
Ci alzammo da quelle scomodissime sedie di metallo, e ci dirigemmo in un ufficio in fondo al corridoio della centrale.
L'interno era piuttosto inquietante, sembrava essere piu' un laboratorio: a destra vi era un test della vista, al centro un macchinario con un foglio rotolato in una bobina e degli aghi. Di fronte al macchinario vi era un telone , e poco prima un qualcosa che somigliava ad un proiettore. Notai solo alla fine che c'era una stanza "segreta" nel laboratorio, come quelle che si usano per gli interrogatori , coi grandi specchi che in realtà dall'altra parte sono vetri. Da li a breve ne avrei avuto la conferma.
Commissario: si è imbambolata? non si faccia intimidire! è necessario fare degli esami prima di diventare un agente signorina!
Entro pochi secondi dopo un uomo con un camice senza neanche presentarsi. Mi fece cenno di sedermi sullo sgabello. Cominciammo con l'esame della vista: 10/10. Perfetta.
Poco dopo mi collegarono al macchinario con aghi e bobina, conficcando questi nelle mie braccia. Tirarono fuori degli elettrodi che mi misero sulle tempie e sparirono entrambi dietro la porta "segreta" collegata col grande specchio/vetro. 
La luce si spense, e dal proiettore partirono delle orribili sequenze di video violenti: donne stuprate, bambini evirati e maltrattati, guerre, arti strappati, vivisezioni umane e torture medievali su carcerati.
Tenni duro, d'altronde ebbi altre occasioni di vedere scene violente nella mia vita. Anche se in effetti si limitavano a sangue e ossa rotte.
Finito il disgustoso video, uscirono dalla stanza, e senza guardarmi neanche in faccia prelevarono il foglio dalla bobina e il medico lo esaminò accuratamente. 
Tolsi da sola gli aghi e gli elettrodi dal mio corpo. Non feci neanche in tempo a notare il cenno del medico al commissario. 
Quest'ultimo mi disse di alzarmi e di farmi trovare il giorno dopo di fronte all'ospedale di Tokyo. 


'Sì, ci sei quasi Akane, continua così'

Il giorno dopo mi presentai all'orario prestabilito. Dovetti aspettare 7 ore esatte di fronte quel dannato ospedale, immobile come un soldato...
Una berlina nera coi vetri oscurati parcheggiò dietro un vialetto li vicino. Non potei fare a meno di notarla perchè uscirono degli uomini vestiti come dei pinguini che mi dissero di seguirli. Non era una richiesta. Era un vero e proprio comando. 
Nonostante fossi contrariata e sospettosa li seguì, d'altronde la mia famiglia aveva davvero bisogno di me da quando la palestra era andata in malora.
Ci introducemmo in un corridoio dove c'erano malati e feriti nelle barelle e nelle stanze, prendemmo l'ascensore e salimmo al terzo piano. 
Quest'individui non mostrarono nessuna intenzione di proferire parola, ne con me, ne tra di loro. Erano ingessati. 
Fu quì che le cose cominciarono a diventare insopportabilmente strane: arrivati al terzo piano, di fronte c'era un altro ascensore che a sua volta prendemmo, solo che mostrava un piano in piu'. 
Scendemmo fino all S2 e ci ritrovammo in un corridoio stretto e buio. Mi dissero di andare in fondo, che avrei trovato una porta e che li dentro mi aspettava qualcuno. 
Presi la torcia che mi diedero prima di sparire dietro le porte dell'ascensore, e cominciai ad avere paura. 
Mi passò tutta la vita davanti percorrendo quell'orrendo corridoio. 
Non ricordo piu' però la sensazione che si prova quando si è SOLI in un luogo tanto claustrofobico. 
Grazie alla torcia datami, vidi in lontananza la fine di quel maledetto buco. Aprì la porta, lentamente. Ero terrorizzata.
"Salve signorina Tendo , prego entri pure"
   
 
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