Ploutōn

Aveva gli occhi sottili quasi a mandorla. Ogni volta che mi guardava, sentivo un leggero imbarazzo colorarmi le guance. Era solito tenersi i capelli scompigliati con un filo di gel che li portava verso l'alto. Il suo nome..il suo nome non era speciale ma alquanto comune, eppure gli calzava a pennello. A volte lo scoprivo guardarmi da lontano, non sono ancora del tutto sicura che guardasse me veramente, oppure fosse tutta una mia sciocca impressione. Ma in quei momenti, il cuore mi batteva forte e lo stomaco iniziava a sfrigolare. Come l'olio in una pentola su fuoco.
Lui era un sole.
Illuminava con il suo sorriso le mie giornate cupe.
                                                                                           Io ero Plutone e nonostante uno strato di gelo mi ricoprisse lui, non so come, riuscì piano piano a superarlo facendomi diventare quella che sono ora.

Debole?

Sono un suo satellite, uno dei più lontani, eppure a volte mi sembra di riuscire pure a toccarlo, anche se so che potrei rimanerne bruciata, fino a sciogliermi e diventare nulla.
Spesso al contatto con la mia pelle, lui scappa. Si toglie, come se provasse una sensazione che non riesce a controllare.
Non vuole che io mi faccia del male
E forse questo l'amore?

Plutone ruota intorno al sole come tanti altri pianeti.
Plutone sente a malapena quel dolce calore, che emana quella grande palla di fuoco, che è riuscita a toccargli il cuore.






Salve a tutti! Questo è solo una piccola finestra sui miei pensieri e nonostante non sia una storia vera e propria ma solo parole molto singolari, il cui significato a volte pure a me sconosciuto, ho voluto condividerle con qualcuno.
Un bacio

-comeunagiornatadineve