Quando si è bambini tutto è
più semplice, non ci sono cattiverie che potessero ferire.
Con il crescere impariamo invece quanto è dura anche solo sopravvivere; non
sono mai stato una persona forte o decisa, le persone hanno sempre cercato di
usarmi ed ho iniziato a stare in disparte.
Se il mio carattere è debole il mio aspetto mi ha sempre un po' aiutato, i miei
occhi molto scuri sulla pelle molto chiara hanno sempre spiccato, per questo
sono riuscito ad avere un ragazzo. .; all'epoca credevo che l'amore fosse come
nelle favole con il principe azzurro che ti salva dalla matrigna cattiva.
Lo conobbi ad una festa del quartiere, mi colpì subito il suo sorriso sincero
rivolto alla bambina che era con lui; mi ricordo pensai che quella bambina
fosse fortunata, io figlio unico con genitori perennemente assenti per lavoro
che danno il loro affetto comprando cose, insomma una vita molto solitaria. Non
mi ero reso conto che stavo fissando il ragazzo da ormai dei minuti finché la
bambina non venne da me sorridendomi, "signore signore!" urlò la
piccola facendomi tornare in me, "C-ciao!" saluto imbarazzato vedendo
che il ragazzo si avvicinava scuotendo la testa divertito, "scusami."
mi disse "è molto vivace, aveva visto che ci fissavi ed è venuta da
lei."; "O-oh non ci sono p-problemi." diventando rosso come una
peperone, ero così imbarazzato! "Dobbiamo andare." disse
inchinando di poco la testa e prendendo la mano della piccola che si lamentava,
"No! Nii-chan!!".
Non so come successe ma mi ritrovai una piccola mano nella mia che mi
trascinava verso una vasca di pesci rossi, "Oddio mi dispiace tantissimo,
di solito non si comporta così. Te devi essere speciale.", arrossi
talmente tanto che pensai di andare a fuoco, disse quelle parole guardandomi
dritto negli occhi sempre con quel sorriso che mi aveva portato in quella
situazione.
La serata passò in maniera piacevole, di solito le feste di quartiere le
passavo in solitario guardando le bancarelle con scarso interesse invece quella
sera fu speciale, mi sentivo parte di qualcosa; mentre la bambina, che scoprii
poi chiamarsi Yoko, rimaneva entusiasta per ogni cosa che vedeva io e suo
fratello chiaccheravamo come due vecchi amici, la cosa mi fece molto piacere
seppi che la loro famiglia si era trasferita da poco e che era felice di avermi
incontrato dato che non era solo a tenere a bada la piccola monella.
Risi, gli chiesi se studiava o lavorava, "vado all'università Meiji*"
disse come se niente fosse, "Oh complimenti! Devi essere un genio!!"
dissi con sincera ammirazione, sorrise guardando avanti "e tu?",
"Io smesso il liceo sono andato a lavorare, lavoro nel kombini
all'angolo." disse imbarazzato, del resto in confronto a lui non ero
niente, ero arrivato alla fine del liceo
per grazia divina.
Tornai a casa felice, Ichiro così si chiamava il fratello di Yoko, fu
tempestivo nel chiedere se ci potessimo scambiare il numero, perché dico
tempestivo? ci eravamo già salutati e la piccola Yoko stava dormendo tra le
braccia del fratello, bisbigliammo un buonanotte e ci incamminammo verso le
nostre case quando mi sento chiamare, "Scusami" disse piano per non
svegliare la bambina "ma. . se ha te non dispiace. . vorrei che ci
scambiassimo il numero.", lo guardai diventare un po' nervoso
nell'aspettare la risposta, sorrisi e annuii.
Da quella sera Ichiro e io diventammo molto amici.
Si dice che l'amicizia sia solo un grande amore mascherato un po'**, quanto
avevano ragione.
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Note :
* università privata giapponese, una delle sei più importanti di Tokyo.
** Un pezzo di testo (??) di Ascolta il tuo cuore di Laura pausini, la frase si incastrava molto bene U.U
By Yuki ❤