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Autore: JesterZ    31/03/2015    0 recensioni
La storia racconta scorci di vita di alcuni personaggi, che si intrecciano e si muovono in un mondo magico dove nè Harry Potter nè la profezia sono mai esistite.
Il titolo Sparks "Scintille" è una metafora per rappresentare le speranze nascenti e morenti dei giovani studenti in questo mondo.
Ma anche un riferimento alle scintille prodotte dagli incantesimi. Che in alcuni casi, sono determinanti per la nascita, e la morte delle speranze.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Glover

 

Il tavolino era stracolmo di tazze, Glover stava tenendo lo sguardo fisso com'era solito fare sulle gocce di latte che, dal cucchiaio appoggiato precariamente sulla tazza dalla piccola Taryn stava inzaccherando la tovaglia.

Tutto era calmo. Ma fuori dai suoi pensieri, la confusione aveva preso possesso della casa, Jeremy Martin stava cercando di convincere la più piccola della famiglia ad indossare la divisa scolastica, senza ottenere il minimo successo.
"Io quella non la metto, la settimana scorsa assieme alla mamma ho preso questa, mi sta comodissima e non ho nessuna intenzione di togliermela, capito?" Taryn Martin se ne stava lì con quel suo solito sguardo di sfida, il maglione verde sfoggiato con sfrontatezza.
La più piccola delle sue sorelle era una ragazzina minuta, il viso allungato non andava molto d'accordo con i suoi connotati ma era pur sempre in fase di crescita, i mossi capelli castani ereditati dal padre che terminavano sulle spalle erano raramente in ordine, non aveva molta cura di se stessa ma non sembrava importargliene, avrebbe avuto tempo per quelle preoccupazioni.
"Non ho tempo da perdere, vedi di sfilarti quell'affare e di indossare subito la divisa, non credo che ti convenga sfidarmi oggi, non credi?" I duri occhi di Jeremy Martin si sciolsero unendosi ad un caldo sorriso.
La ragazzina rimase a guardarlo ancora per qualche istante, valutando se fosse una minaccia oppure una battuta, dopodichè corse via infilandosi in uno dei corridoi dell'abitazione.

L'attenzione del padre si spostò dunque su Glover, che stava ancora contemplando la piccola chiazza nascente, l'uomo si grattò il mento perplesso. "Hey, sveglia ragazzo, se continui ad essere così attivo usciremo di casa senza notare la tua assenza!" scherzò, battendogli una pacca sulla spalla.
In quelle occasioni Glover si destava sempre con un'espressione imbarazzata, sembrava che suo padre trovasse molto divertente interromperlo mentre era assorto "alla sua maniera". Quando egli raccontava alla tavola, oppure in altre circostanze quel particolare momento del figlio utilizzava sempre quel termine, lo trovava esilarante. Glover sospettava che fosse il proprio sguardo, a metà fra l'imbarazzato e lo scusante a far morire dal ridere il padre.
Nonostante le sue fattezze asciutte la risata di Jeremy Martin era capace di sovrastare qualsiasi tipo di rumore all'interno della casa, se per caso si trovava seduto di fronte al televisore a godersi i programmi dei babbani, Glover poteva sentirlo da camera sua ad un piano di distanza.
Il capo famiglia aveva dimostrato di non disdegnare il mondo dei babbani, ma non era sempre stato così, per quanto suo padre affermasse il contrario.
Era stata sua madre a raccontarglielo. Al loro primo incontro Jeremy aveva dato dimostrazione di non conoscere alcunchè del mondo babbano, e di non avere particolare interesse ad approfondirlo.

Tutto era cambiato nel momento in cui il grifondoro si era accorto di Selène Parmentier, la ragazzina corvonero che gli ronzava attorno, "durante le lezioni di trasfigurazione"ci teneva sempre a precisare la donna, amava la materia.
Da allora a quanto raccontava la madre, sotto la sua influenza aveva incominciato ad esplorare il mondo babbano, sentendosi veramente rapito, ogni tanto lei se ne prendeva il merito scherzando e finivano sempre abbracciati e ridere l'una negli occhi dell'altro.
Ma adesso era lui a subire lo sguardo scarlatto della madre, non seppe ricordare come era entrata nella stanza ma si ritrovò a fuggire verso la propria camera sotto minaccia.

"Non ci vuole tutto questo tempo per fare i bagagli" si ritrovò a pensare stizzito grattandosi i riccioluti capelli neri, adorava avere i capelli ricci, trovava rilassante affondare le dita nella chioma e rigirarle all'infinito.
"Allora? Hai finito o no di fare il baule? E non dirmi che devi ancora cominciare" al piano di sopra Alaisia accolse Glover con un tono piuttosto sconsolato, come ogni anno da copione era la prima di loro a scendere e depositare il proprio baule nell'auto della madre.
La sorella maggiore di Glover era una ragazza molto diligente e capace, anche se durante l'estate aveva tradito la sua ansia per ciò che l'attendeva quell'anno, avrebbe dovuto infatti affrontare i G.U.F.O. Dato che quello che veniva era il suo quinto anno alla scuola di Hogwarts.
Secondo Glover non aveva motivi per temerli, nell'anno precedente aveva appreso quasi con perfezione ogni incanto che gli avevano insegnato, ed anche se non amava molto le materie teoriche, cercava di mantenere un rendimento soddisfacente per quanto riguardava i professori.
Per quest'anno aveva chiesto ed ottenuto dalla loro madre una nuova divisa scolastica, finalmente non avrebbe più esibito quella scucitura che aveva rimediato durante una lezione di erbologia, lei gli aveva raccontato che era stato causato da un'errore di un altro compagno, ma lui non ne era sicuro.
Durante estate aveva dimostrato di voler cambiare la propria pettinatura, aveva dunque deciso, nonostante le proteste di Selène, di dare una decisa potata alla lunga chioma rossa che esibiva da anni, adesso li portava corti, non arrivavano nemmeno alle spalle, a Glover non piacevano per niente. -Sto andando adesso, ci metto un attimo- rispose lui infilandosi nella propria stanza chiudendosi la porta alle spalle.

La stanza era tutta disordinata, ma per fortuna il ragazzo riponeva cio che riguardava Hogwarts in un armadio a parte, altrimenti non sarebbe mai riuscito a preprare tutto in tempo.
Glover impiegò poco più di quanto aveva previsto per preparare tutto, scese le scale velocemente, venne aiutato dal padre a caricare i propri bagagli, ed in un lampo i Martin furono in viaggio alla volta di King's Cross.

Glover appoggio la fronta al finestrino scrutando il cielo azzurro macchiato da qualche nuvola qua e la, era la quarta volta che affrontava quel viaggio.

  
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