Caro Fred,
è da tanto tempo che non ci sentiamo. Troppo, oserei dire. Angelina non capisce che senso abbia scrivere una lettera ad un morto, dice che tanto tu non la potrai mai leggere.
Dopo la tua morte mamma mi ha da uno di quegli psicologi babbani, a dire il vero abbiamo girato in lungo e in largo prima di trovarne uno che piacesse a tutti e due, una di questi, la dottoressa June Horris, mi ha consigliato di scrivere. «A chi?» ho chiesto io, «A chi vuoi, ai tuoi fratelli, ai tuoi genitori. Persino a Fred.» mamma mi aveva portato da lei perché avevo un sacco di incubi.
Incominciavano sempre con noi due che ci separavamo, poi ti vedevo scaraventato contro il muro da quell’esplosione. Mi svegliavo sempre urlando e passavo le mie giornate a pensare a te. Non volevo più uscire. Non volevo più fare scherzi. Stavo un mucchio di tempo sotto la nostra vecchia coperta, quella che la mamma ci cucì all’uncinetto per il nostro quinto compleanno, e piangevo molto.
La dottoressa Horris mi disse che dovevo “impegnare la mia mente”, almeno io ho capito così, mi chiese se mi piacesse scrivere o leggere o disegnare o fare qualche sport, quando risposi che in grammatica non ero proprio una forza ma che mi piaceva leggere e buttare giù qualche appunto, lei se ne uscì con lo scrivere delle lettere a qualcuno. Mi diede un quaderno e mi disse di scriverci sopra, per un mese, tutti i giorni. Ogni giorno una lettera nuova ad una persona nuova. «Quindi devo scrivere a trenta persone diverse?» mi sono rigirato il quaderno tra le mani. «Non per forza, puoi scrivere anche solo ad una persona per tutto il mese.» ha spiegato ed io ho subito pensato a te.
All’inizio ho scritto solo a te, poi ho iniziato a scrivere ad altre persone. Un giorno, mancava una settimana alla fine del mese, non avevo più persone a cui scrivere e le ho telefonato.
«Dottoressa, ho finito le persone.» lei ha riso. «Se tu uscissi, incontreresti sicuramente altre persone a cui scrivere, George, ci hai mai pensato?» no, non ci avevo pensato. «Ma guarirò?» le ho chiesto. «Non lo so, George, questo dipende tutto da te.» quello stesso giorno ho rivisto Angelina e sì, ho capito che mi ero innamorato di lei. Le ultime sette lettere sono state tutte per lei. Di tanto in tanto passa davanti alla porta, mi sorride e ritorna in cucina. La sua pancia cresce di giorno in giorno, mi sa che sto per diventare papà una seconda volta. Come papà? Te lo avevo detto che non ci sentivamo da troppo tempo! Mi sono sposato e ho avuto un figlio, si chiama Fred Weasley Junior. Per certi versi ti somiglia proprio. È una vera peste, di notte riusciva a scavalcare il bordo della culla e la mattina non lo trovavamo più. Spero che il secondo assomigli di più a sua madre! 
Oggi è il 1° Aprile, lo sai cosa vuol dire? Buon compleanno, vecchio mio. Mi manchi tanto. Ci manchi tanto. A presto.
George.

Ps: non ci crederai mai, ma Ron ed Hermione sono finalmente riusciti a sposarsi. Lo so, adesso da qualche parte lassù in alto stai urlando: «IO LO AVEVO DETTO!», hai vinto la scommessa. Berrò il frullato di zucca di Ginny, bleah!