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Autore: Heart    01/04/2015    6 recensioni
Sono passati 3 anni dalla fine del progetto mew. Tutto sembra ritornato alla normalità. Straw,Mina, Lory, Puddy e Pam frequentano ancora il caffè, dove spesso e volentieri passano il loro tempo libero. Fino a che un giorno la tranquillità viene spezzata da una notizia drammatica.
[""] Un solo attimo e la giornata si era trasformata nell’inferno.
Alla fine del disastro s’iniziò a risentire le voci, i vigili del fuoco erano arrivati e anche la polizia e i vari organi statali. Strawberry che grazie ai suoi poteri aveva creato una barriera intorno a lei era illesa, Ringo ne fu felice.
-Tesoro, tu resterai qui. Tra poco arriveranno i soccorsi, io devo andare ad aiutare le altre persone- disse all’improvviso la rossa. La piccola sgranò gli occhi a quell’affermazione, non voleva lasciarla.
-No, ti prego non mi lasciarmi!- Urlò disperata.
-Starò bene, sono una mew mew è il mio compito aiutare gli altri- spiegò, inginocchiandosi per guardarla sul viso.
-Mah- cercò di dire Ringo.
-Ti voglio bene sorellina- disse rialzandosi, prese la spilla e in poco tempo si trasformo in Mewberry. Ringo la vide allontanarsi sempre più…un’altra scossa si fece sentire e chiuse gli occhi.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'll be there

                   for you

 
 

 

 

“L’unico vero viaggio,
 non è andare verso nuovi paesaggi,
 ma avere altri occhi.”
-Cit

 

 

1
“Tempesta”

 






 
La luce rosa iniziava a svanire e finalmente quell’assurda missione si era conclusa. Così che, la ragazza poteva ritornare a casa.
Erano passati tre anni dalla conclusione del progetto Mew;anche se i loro poteri erano abbastanza attivi, pensando che tutto potesse r’iniziare da un momento all’altro.
La rossa aprì la porta di casa, salutò i genitori e si recò in camera per cambiarsi.
Si trascinò in basso e appoggiò la testa sulle ginocchia. Quella vita le stava stancando.
Ryan li mandava sempre in una missione segreta per scovare gli ultimi chimeri. Si chiedeva, quando tutto questo sarebbe finito.
Era stanca di lottare contro un nemico inesistente. Gli alieni avevano lasciato la terra proprio quell’anno, portando con sé, l’acqua Mew.
Chiuse gli occhi e si domandò se la sua vita sarebbe cambiata in qualcosa. Beh in effetti qualcosa c’era, come ad esempio che finalmente aveva passato gli esami di ammissione per le superiori con lo stupore di tutti.
La partenza di Mark verso Londra. Anche lei lo aveva raggiunto per qualche mese, ma alla fine si era accorta che le mancava troppo la sua terra e i suoi amici. Tra di loro andava tutto bene, anche se, da un poco di tempo si sentiva prigioniera di quell’amore.
Tutto si stava condensando, e quella sensazione non la lasciava più.
Infine decise di alzarsi e indossare qualcosa di più comodo. Scese di sotto dopo il richiamo della madre, tutto forse sarebbe cambiato, se avesse trovato quella scintilla.
La cena fu come il solito, tra i vari discorsi dei genitori sui fatti quotidiani, intanto Strawberry era immersa in un groviglio di pensieri. Doveva trovare quel qualcosa che le avrebbe portata alla dritta via.
Il buio la stava sovrastando e lei, non piaceva proprio rimanerci.
-Tesoro.- La richiamò la madre, preoccupata per la figlia. La vedeva distante da qualche giorno e non capiva cosa potesse esserle successo. Da quando era ritornata da Londra, il suo stato d’animo era sempre cupo. Sakura, conosceva sua figlia e quel muso lungo significava solo:problemi.
Strawberry si risvegliò da quei pensieri e guardò entrambi i genitori.
-Si- rispose.
-Amore che cosa c’è?-Chiese Sakura, posando la ciotola sul tavolo.
-Nulla.- Disse la rossa.
-Strawberry io e tuo padre discutevamo su una cosa- iniziò la madre, per farla entrare nell’argomento- crediamo che hai bisogno di qualche giorno di relax. Tua cugina mi ha sempre chiesto se potevi andare da lei, purtroppo tra impegni vari abbiamo rimandato, crediamo che adesso sia arrivato il momento- Terminò la signora Momoniya.
La ragazza guardò la madre con la bocca aperta. Sì, da quando era partita per Londra, i suoi genitori erano più flessibili, ma c’era un limite per tutto. Non si spiegava il motivo, forse perché la reputavano matura, o per quel segreto che custodiva gelosamente nel cuore. Credeva che loro lo sapessero che una volta era una mew mew, ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare quell’argomento.
-Parli di Ringo?-Domandò Strawberry.
-Si. Da quando è mancata mia sorella, Ringo, è rimasta sola con suo padre. Le farebbe piacere una tua visita.- Spiegò.
-Ho troppi impegni e poi devo lavorare al caffè- disse Strawberry. Già pensava alla reazione di Ryan. A proposito di quest’ultimo, dopo la sua partenza si era rivelato freddo e insensibile, la trattava sempre male e le affibbiava i lavori più meschini.
-Ci parlerò io con il tuo capo,- si fece avanti Shintaro.
La ragazza ci pensò su, rimase con quel pensiero fino alla conclusione della cena per poi aiutare la madre con le stoviglie.
Il viaggio le avrebbe permesso di rilassarsi e di pensare più lucidamente. L’ultima volta che aveva visto la sua piccola cuginetta, era stato cinque anni fa, dopo la morte prematura della madre.
Decise che sarebbe partita per Hokkaido.
Il mattino successivo era giovedì. Le lezioni si sarebbero tenute in giardino, per studiare la natura circostante e la rossa ne approfittò per chiamare Kyle e dirgli del suo viaggio, nel pomeriggio ne avrebbe parlato meglio.
Oramai Strawberry aveva messo la testa al posto, studiava e s’impegnava nelle varie materie. Voleva che i genitori fossero orgogliosi e del suo futuro che pian piano si sarebbe costruito.
Chiuse i libri e s’incamminò verso il parco, diede la conferma alla madre che sarebbe partita il giorno dopo.
Sakura accettò volentieri la sua decisione e la salutò con entusiasmo.
Giunta al caffè le altre erano già arrivate.
-Buongiorno- disse.
-Finalmente sei arrivata, su, sbrigati e aiutaci. Oggi c’è il pienone!-Puntualizzò Mina.
-Antipatica- disse a bassa voce ma la diretta interessata la sentì ugualmente.
-Ripetilo se hai il coraggio!-Esclamò, mettendo le mani sui fianchi.
-Antipatica- il carattere di Strawberry uscì fuori e da lì iniziò il putiferio.
A fermarle furono le altre, ma solo l’intervento di Ryan riportò alla normalità.
-Voi due smettetela, state dando spettacolo!-Li rimproverò. Mina si girò dall’altro lato e Strawberry si agitò ancor di più.(Gliela dava sempre vinta)
-Muoviti invece di startene ferma. Gli ordini non si prendono da soli.- Terminò Ryan, guardandola in tralice.
-Non ti sopporto!- Alzò le gambe ( come al solito, quando era furiosa), mentre gliene diceva quattro per poi entrare nello spogliatoio.
Quell’antipatico la punzecchiava di continuo, purtroppo la faceva sempre franca. La sua autorità non era nulla alla sua, poteva essere la più forte del gruppo ma Ryan era il capo.
Abbassò lo sguardo. Sembrava che tutti riuscissero bene a ferirla o forse era lei quella debole. Una lacrima scese dal viso, si sentiva prigioniera di quel legame. Perché solo adesso notava quelle piccole cose, il suo cuore batteva, ma per chi? Stava crescendo, e aveva bisogno di conferme. Si disse che quella piccola vacanza le sarebbe servita, ed eccome!
Ritornò alla carica, mascherando quell’alone di solitudine e iniziò il suo turno.
L’orario di chiusura giunse e le ragazze salutarono e rimase solo la rossa a recuperare quella mezz’ora di ritardo. Ryan era sceso di sotto, invece Kyle stava preparando i dolci per il giorno dopo. La rossa finito di sistemare e di prepararsi si recò dal cuoco.
-Strawberry ancora qua?- Disse alzando per un momento la testa a guardare la ragazza.
-Si. A riguardo a quella cosa …?- Chiese timidamente.
-Non ci sono problemi. –Disse il cuoco.
-Ne hai parlato con Ryan?- Chiese, mentre il cuore le andava a tremila.
Perché nominare quel nome, le faceva venire il batticuore? Forse, perché lui si sarebbe arrabbiato, sì, era quello.
-Parlarmi di cosa?- Disse alla fine una voce, il biondo entrò in cucina e trovò Strawberry di fronte a Kyle.
Il moro asciugò le manie rispose.
-Strawberry mi ha chiesto due giorni di ferie-
-Il motivo?-Domandò rivolgendosi alla ragazza, che aveva tenuto il viso chino.
-Devo andar a trovare una persona- disse. Non voleva entrare nei dettagli.
-E’ Mark?-Chiese freddo.
-No. Comunque ritornerò il lunedì.- Apprestò a dire, guardando in faccia Ryan, ma ciò che trovò fu solo uno sguardo tagliente.
-Ragazzina qua si lavora. Da un poco di tempo, stai abusando di una certa libertà. Non lo tollero!- L’apostrofò.
-Ryan non esagerare- lo richiamò Kyle.
-No, Kyle. Deve capire che lei è solo una cameriera. Deve attenuarsi al suo compito. –Puntualizzò.
-Ah così la pensi?- Iniziò Strawberry, con un moto di rabbia.
-Che vorresti insinuare?-
-Scusa se ti ho aiutato per tutti questi anni, ma non credevo che per te non valesse nulla. Ho solo ritenuto giusto darti una mano in tutto, sia con il progetto e sia nella tua vita che era vuota!-Urlò.
-La mia vita è mia!-
-Farne quella che vuoi a me non m’importa. Non m’importa più nulla di nessuno, specialmente di te, Shirogane!- Puntualizzò con forza, ferendo Ryan.
-Stupida bambina! Non sai che cosa stai dicendo- prendendola dal polso e allontanandola dalla cucina.
-Io non sono più una bambina Shirogane, sono grande, ho le mie responsabilità. Solo tu lo credi, apri gli occhi. Io ti ho accettato per quello che sei, non mi ha mai importato dei tuoi soldi o di altro. La gente ti ha usato e tu ci sei caduto come un allocco.- Buttò fuori Strawberry.
-Non credere che sono talmente stupido da non sapere?-
-Lo hai fatto apposta, sei un idiota! C’eravamo noi assieme a te, ma ti sei fatto trascinare…- disse indignata.
-Cosa potevate fare? Strawberry apri gli occhi, il mondo non gira intorno a te. –
-Mi stai offendendo Shirogane. Ma okay. Potrò essere una bambina davanti ai tuoi occhi e non m’interessa – si arrese.
Il silenzio era assoluto.
-La Strawberry che conosco non si sarebbe mai arresa, quella che ho davanti è solo la sua ombra.- Fece notare, girandosi per ritornare in camera sua.
-Sono stanca di lottare per qualcosa che non avrò mai.-
-Chi smette di lottare, può reputarsi morto…- parlò Ryan con il cuore stretto.
-Domani parto.- Disse in fine, aprendo la porta del caffè.
-Fai un piacere a tutti Momoniya, non ritornare più, non abbiamo bisogno di persone incompetenti.- Sottolineò Ryan.
-Vai al diavolo Shirogane!- Sbattendo la porta con forza.
La tempesta si era scatenata, ma non aveva vinto nessuno. Quell’uragano aveva solo ingrandito la voragine.
 
 
 
 
 
 
 
 
L’aeroporto di Tokyo era strapieno.
Strawberry stava salutando i genitori, pronta per partire.
-Stai attenta tesoro- l’abbracciò la madre.
-Non ti avvicinare ai ragazzi, mi raccomando- disse Shintaro. Oramai la sua bambina stava crescendo. Ricordava come fosse ieri, quando la sua bellissima Sakura aveva dato alla luce la sua figlia. La piccola era nata prematura e per questo era dovuta stare incubatrice per diverso tempo, ma adesso era forte e grande.
I suoi sedici anni si notavano. Il suo corpo da bambina si stava trasformando, dando così vita a una donna.
I capelli simili alla moglie, quegli occhi profondi dove brillava una luce chiara. La sua fragolina, stava per spiccare il volo.
Le diede un altro abbraccio e poi la lasciò partire, con mille raccomandazioni.
Strawberry dopo i vari controlli, salì sull’aereo e si accomodò al suo posto. C’era un’ora e mezza di viaggio, prese il telefono e lo collegò alle cuffie: attivò play e s’isolò da quel mondo di falsità.
 
Hokkaido era situata nella parte settentrionale del Giappone. Veniva chiamata Ezo o Yezo, nell’antichità, poiché era un’isola al verde… infatti il suo più guadagno era sull’agricoltura.
La ragazza apprese che mancava ormai poco all’atterraggio, dopo che l’hostess la richiamò.
Dopo l’ascesa, prese il suo borsone e si avvio verso l’uscita.
La madre le aveva detto che suo zio Reito sarebbe venuto a prenderla, così con pazienza aspettò il suo arrivo.
-Strawberry?-Qualcuno la richiamò, la rossa si girò verso la voce e s’incontrò con una ragazzina sui 13anni. Portava un caschetto sul rosso, con un cerchietto in testa.
-Ringo?- Domandò dubbiosa.
-Si.- Disse la piccola avvicinandosi alla cugina.
-Bentornata a Hokkaido!- Puntualizzò serena – Dai vieni, papà ci aspetta di là- le prese la mano e la trascinò verso il lato opposto della strada, infatti lo zio era sul marciapiede.
-Strawberry fatti guardare, sei cresciuta!- Affermo l’uomo- quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti?- Chiese.
-Un poco zio.- Rispose lei.
-Già il tempo vola, comunque Sali. Ti portiamo a casa, sarai stanca per il viaggio- e così partirono.
 
 
Il tempo a Hokkaido era splendido. Strawberry e Ringo dopo aver parlato per tutta la notte, la mattina si fermarono a dormire. Entrambe avevano un temperamento molto simile. Forte e coraggiose. Leale e sorridente. La loro audacia coinvolgeva tutti e questo faceva piacere all’uomo, che vedeva finalmente la sua cara bambina sorridere di cuore, forse era meglio prendere in considerazione quell’offerta che tanto tempo fa aveva declinato.
Li osservò a lungo, poi decise di uscire per andar a lavorare, quelle due sembravano sorelle.
Forse la sua scelta avrebbe portato una luce nuova nella vita della sua unica fonte di vita.
Le due si svegliarono solo dopo mezzogiorno.
-Ahhh!-Gridò Ringo, facendo svegliare Strawberry di soprassalto.
-Che succede?-Gridò la rossa.
-Un chimero!- Disse spaventata, indicando un punto qualsiasi.
-Cosa? Mewberry metam….- si fermò. Si guardò in giro con più attenzione e non notò nulla, solo la cugina che sghignazzava come una matta.
-Troppo forte Berry! Finalmente ti ho smascherato!- Puntualizzo, smettendo di ridere.
-Cosa?!-Urlò la rossa, capendo che la piccola le aveva tirato un colpo basso. Aveva ancora in mano la spilla mew.
-Ringo! Perché tu… Oh per tutti i Kami, tu sai chi sono?-Chiese balbettando.
La piccola annui convinta e poi si avvicinò alla cugina per esaminarla.
-Allora è questa la formula magica per trasformarti in una mew mew.-
- Ringo, lo sa qualcun altro?-Chiese immediatamente.
-No. Stai tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me.- Disse decisa.
-Come fai a saperlo?-Chiese Strawberry sedendosi per terra, troppe emozioni.
-E’ stato tutto un collegare, le vicende delle famose mew mew venivano trasmesse in tv e dall’ora ho iniziato a fare delle ricerche ed ecco la scoperta. Mia cugina Strawberry era una di loro, una figata!-Esclamò entusiasta.
La rossa era rimasta di stucco non pensava che Ringo potesse arrivare a quelle conclusioni. Si sentiva spoglia senza quell’identità: si in passato si era detta che quella vita le andava stretta, ma pensandoci meglio era stata una benedizione quel giorno quando tutto era iniziato. Il mondo si era capovolto e aveva conosciuto le sue migliore amiche e anche quell’antipatico di Ryan e non dimentichiamo il futuro pasticcere più bravo del Giappone. La sua squadra era grandissima e le voleva un bene dell’anima.
Era normale sentirsi stretti, in quell’età la libertà era tutto.
-Ringo. Sì. Ero una mew mew. Da tre anni il progetto è finito e come tale noi siamo ritornate a essere delle semplice ragazze.- Spiegò Strawberry, la cugina si sedette accanto e l’ascoltò con attenzione, volendo sapere tutti i dettagli. La rossa si sentiva pian piano più leggera, potendo parlarne finalmente con qualcuno. Ringo si mostrò più matura di quanto pensasse .
-Deve essere stato bello essere una delle eroine più famose del Giappone. Anche se ne avete superate prove e minacce. Alla fine che fine hanno fatto gli alieni?-Domandò.
-Sono svaniti, portando con sé l’acqua mew.-
-Capisco, alla fine tutto si è risolto nei migliori modi.- Alzandosi e andando verso il frigo per prendere qualcosa da bere.
-Ringo non ti senti sola?-Domandò all’improvviso Strawberry.
La piccola le sorrise e poi bevve un sorso di succo.
-A volte, ma poi penso che c’è la mia mamma accanto a me e mi faccio forza. Sai Berry ho sempre voluto una sorella, purtroppo il fato non è stato buono con me. Ma c’eri tu, ti voglio tanto bene Berry.-Abbracciandola forte.
-Lo stesso è per me, Ringo.-
 
 Reito, dopo essere ritornato da lavoro si era ritrovato con una tavola imbandita di prelibatezze. La figlia si era permessa di organizzare una piccola festicciola per Strawberry, l’uomo l’aveva gradita con piacere. Durante la giornata Ringo aveva scoperto le doti straordinarie della cugina nel bruciare tutto ciò che riguardava il cibo, in fine l’aveva confinata fuori da essa per non ritrovarsi carbone per cena. Avevano parlato del più e del meno, dei ragazzi e delle prime cotte. Della famiglia e dei compleanni. In una giornata tutto era ritornata alla normalità, il vuoto era sparito e con sé si era portato via la confusione. Ringo era quella luce brillante che le mancava.
Le giornate trascorsero felici, con i vari battibecchi tra le due che si erano legate profondamente e il giorno dell’arrivederci stava arrivando troppo in fretta.
Strawberry stava sistemando il borsone, quando trovò, infondo a esso una scatolina. Se lo ricordava bene. Durante le vacanze natalizie dell’anno prima, si era recata a Londra per passare qualche giorno insieme al suo Mark, ma lui non c’era quasi mai. Così disperata era uscita. Londra era bellissima per Natale.
Aveva camminato per ore, senza sentire la stanchezza e infine era entrata in una piccola gioielleria. Il suo sguardo si era posato su un ciondolo a forma di mela.
Non aveva resistito e l’aveva comprata.
Quel regalo era ancora lì.
Era un peccato non dargliela, ma le sembrava che mancasse qualcosa. Le venne un idea. Cercò la sua spilla nella tasca e da essa uscì una piccola sfera di luce.
-Proteggila- disse come desiderio. La sfera di luce s’incastonò nell’angolo della mela. Adesso era perfetta.
Nel pomeriggio doveva uscire con Ringo e lì, glie l'avrebbe data come segno del loro legame.
Si preparò e poi mano nella mano si avvicinarono al centro città.
La giornata era cupa, ma non c’era freddo.
-Tesoro- la richiamò.
-Dimmi- le sorrise come risposta.
Si fermarono vicino al parco e Strawberry estrasse la scatolina.
-Questa è per te, per non dimenticare questi giorni bellissimi.- Le porse.
Ringo era senza parole, la prese con le mani tremanti, l’aprì. Al suo interno c’era una collanina con un ciondolo a forma di mela, alla sua destra un alone di luce.
-E’ bellissima Berry- disse quasi in lacrime.
-Mi fa piacere.- Le sorrise, l’aiutò a metterla e in quel momento accadde qualcosa di strano. La mela l'avvolse di
-E’ un ciondolo speciale, dentro di essa c’è una goccia di acqua mew, lei ti proteggerà. Ti voglio bene sorellina- disse, facendo piangere la piccola.
- Anch’io ti voglio bene nee-chan.-
 
Il tempo sembrava allagarsi e il sole apparve.
L’aria era satura di odori, soprattutto di erba appena tagliata.
Le due giovane sorelle camminarono spensierati tra le vie del centro, sostando per più delle volte nelle pasticcerie. Strawberry le parlò di Kyle, un ragazzo gentile e premuroso. Della sua dote di pasticcere, di come sapesse lavorare bene il dolce, fin dall’inizio. Poi si soffermò sulle sue amiche/compagne di avventura, caratterizzandole con i loro vari caratteri, del piccolo Mash che la seguiva di continuo, che purtroppo per il momento si trovava in revisione. Parlò a lungo dell’argomento “Mark” e dei loro problemi.
E infine di Ryan, il ragazzo americano che da un poco di tempo la conduceva nella confusione più assoluta.
Ringo l’ascoltava con attenzione, cercando d’imprimere tutte quelle notizie nella sua mente, perché sapeva che d’allora Berry le avrebbe chiamata per sfogarsi.
-Credo che tu debba pensare piano. Vivi l’istante e cogli l’attimo. – Le propose Ringo, mentre gustava il suo gelato.
-Forse hai ragione. Sai, sembri più grande di me, dovrei essere io a consigliarti.- L’ammonì con un sorriso.
-Che ci puoi fare, la mia saggezza è nota- disse, mentre si puliva la bocca con un tovagliolo.
-Ne ho sentito parlare.-Aggiunse sconsolata.
-Avrai anche tu, le tue doti. E solo che li devi ancora scoprirle.-
-Lo so, ci vuole solo del tempo.- Parlo, per poi finire il suo gelato al lampone.
Rimasero in quel centro commerciale fino alla conclusione della merenda, mentre il tempo diventava nero. Il bar si trovava al piano terra e dalla loro postazione si poteva ammirare la strada e i loro passanti.
Fino a che successe qualcosa, infatti all’improvviso un frastuono si sentì e i vetri della vetrata tremarono. Strawberry rizzò le orecchie e prese d’istinto il braccio di Ringo e cercò di allontanarsi dalle vetrate. I suoi sensi di gatto l’avvertita di un pericolo, infatti poco prima che qualcosa prendesse senso, si avvertì un forte scossone. La terra tremò sotto i piedi delle due cugine.
-Ringo stai accanto a me.- Disse autoritaria Strawberry, avvicinandosi a un pilastro.
-Un terremoto!- Urlò nel panico la ragazzina, che abbracciò il corpo della rossa.
-Dobbiamo uscire da qui, subito!- Puntualizzò, ma non ebbe il tempo di far nulla, infatti, la terra tremò ancora più forte e per proteggere Ringo dalla caduta dei massi le fece scudo con il proprio corpo. Il caos non era nulla al confronto a quell’evento drammatico. Per diversi minuti si sentiva solo il terreno rompersi in due e gli oggetti cadere, le urla erano diventate confuse e attonite.
Un solo attimo e la giornata si era trasformata nell’inferno.
Alla fine del disastro s’iniziò a risentire le voci, i vigili del fuoco erano arrivati e anche la polizia e i vari organi statali. Strawberry che grazie ai suoi poteri aveva creato una barriera intorno a lei era illesa, Ringo ne fu felice.
-Tesoro, tu resterai qui. Tra poco arriveranno i soccorsi, io devo andare ad aiutare le altre persone- disse all’improvviso la rossa. La piccola sgranò gli occhi a quell’affermazione.
-No, ti prego non mi lasciarmi!- Urlò disperata.
-Starò bene.- le sorrise- Sono una mew mew è il mio compito aiutare gli altri- spiegò, inginocchiandosi per guardarla sul viso.
-Mah- cercò di dire Ringo.
-Ti voglio bene sorellina- disse rialzandosi, prese la spilla e in poco tempo si trasformò in Mewberry. Ringo la vide allontanarsi sempre più…un’altra scossa si fece sentire e chiuse gli occhi.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Salve.
Finalmente dopo tanto tempo riesco a scrivere questa storia.
E’ da molto che mi frulla in testa e per mancanza di tempo e di un problema, che purtroppo mi assilla di continuo, “gli errori”, mi fermo e lascio stare. Adesso ho deciso di postarla nel bene e nel male.
Vediamo se vi piace e poi si vedrà.
Per il momento vi lascio con un capitolo aperto.
La storia non sarà troppa lunga, lo spero, vorrei arrivare sui ventiquattro capitoli.
Come avete appena letto ho incluso un nuovo personaggio, Ringo che è la cugina di Strawberry, spero di aver descritto bene il loro legame, come primo capitolo credo che basti. Nel prossimo vedremo le cose cambiare.
Spero che qualcuno mi seguirà, alla prossima.
Heart
 
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