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Autore: mudblood88    02/04/2015    16 recensioni
[SPOILER 04x12]
Prego chi non ha visto la quarta stagione di OUAT di non continuare poiché la storia parte esattamente dall'ultima scena Swan Queen della 04x12, quando Emma entra a far parte dell'Operazione Mangusta.
Tratto dalla storia:
"«Non era mia intenzione riportare in vita Marian» aggiunse sottovoce, sapendo di star entrando in un campo minato. «Cioè, non che non volessi salvarla, è chiaro, ho salvato una donna innocente...»
«Un altro dei tuoi discorsi da Salvatrice, Swan?»
«E' solo che non volevo sconvolgerti la vita, ecco tutto» disse Emma, alzando le mani. Guardò per un attimo Regina, che non aveva smesso un secondo di controllare le fiale contenenti le pozioni. «Sono sicura che quando troveremo l'autore del libro, saprà darti un lieto fine».
Regina non distolse lo sguardo dalla teca, ma Emma vide per un attimo che i suoi occhi erano persi nel vuoto. «Lo spero» disse soltanto."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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* Angolo dell'autrice in fondo alla pagina
 

Capitolo 15

Io sono la Salvatrice




Il viaggio non fu come quello attraverso lo specchio; nel Pozzo, furono sbalzati a destra e a sinistra da una forza sconosciuta, per poi venire risucchiati da un vortice che pian piano li spinse fuori, attraverso un buco che all'apparenza era troppo piccolo perché ci passassero, ma non appena si avvicinarono si ingrandì fino a formare l'enorme armadio che, con loro grande sorpresa, ora si trovava nel negozio di Tremotino.

Furono sbalzati fuori ad una velocità tale che andarono tutti e tre a sbattere contro la teca delle pozioni, spaccando il vetro e rovesciandole tutte attorno. Henry era finito a testa in giù dalla parte opposta del bancone, Emma invece si stava ancora massaggiando la testa che era servita, sbattendoci contro, a spalancare le ante dell'armadio.

«State bene?» domandò Regina, alzandosi, scrollandosi i pochi vetri di dosso. Le mani e le braccia erano piene di graffi, ma a parte quello era illesa.

«Sì, a parte una commozione cerebrale...» borbottò Emma, rialzandosi a sua volta. «Ragazzino?»

«E' stato troppo forte!» esclamò Henry, saltando in piedi.

Emma e Regina si scambiarono un'occhiata. «Sta bene» dissero all'unisono.

Poi si guardarono intorno. C'era qualcosa di non familiare nel negozio di Tremotino. Dalle finestre notarono che si stava già facendo buio.

«Ma non era mattina ad Arendelle?» domandò Emma.

Regina scrollò le spalle.

Poi videro delle luci fuori dal negozio, le luci di una sirena. Pochi secondi dopo la porta si spalancò.

«Che sta succedendo qui?»

Un ragazzo alto almeno un metro e ottanta, con i folti capelli neri scompigliati sulla testa e la carnagione chiara, superò a grandi passi il corridoio che portava al bancone.

Emma, Regina ed Henry restarono in attesa.

«Avete fatto irruzione in questo negozio. Vi devo arrestare».

Emma si lasciò scappare una risata. «Scusa, e tu chi saresti?»

«Io sono lo Sceriffo» rispose il ragazzo. «La sua impertinenza, signorina, non è d'aiuto».

«No, un momento» disse Emma, facendo un passo in avanti. «Sono io, lo Sceriffo. E non mi sembra di averti mai visto qui».

Il ragazzo rise di gusto. «E' per caso ubriaca, signorina?»

Emma spalancò la bocca, indignata, così Regina intervenne.

«Senta, questo è tutto un malinteso. Non stavamo facendo irruzione, anche se può sembrare. E comunque anche a me non sembra di averla mai vista qui... quando è arrivato?»

«Questi non sono affari che vi riguardano, anzi... nemmeno io vi ho mai visto, quindi per me siete dei ladri che hanno spaccato una teca di vetro di un negozio» poi si rivolse ad Emma. «...e avete insultato un pubblico ufficiale».

«Pubblico ufficiale?» sbraitò Emma, poi si voltò verso Henry e Regina. «Manchiamo una settimana e nominano un nuovo Sceriffo?»

Regina non rispose, e sibilò tra i denti. «Qualcosa non va, Emma».

«Dovreste seguirmi in centrale, per cortesia» disse il ragazzo, impaziente.

Emma lo guardò attentamente, e per la prima volta le sembrò di averlo già visto. Non lo conosceva, ma le ricordava vagamente qualcuno.

«Senti, ragazzo» cominciò Emma. «Vorrei parlare con David e Mary Margaret. Loro sapranno darmi una spiegazione e soprattutto sapranno darla a te».

Il ragazzo si bloccò e aggrottò le sopracciglia. «Come conoscete David e Mary Margaret?»

«Li conosci, allora?»

«Certo che li conosco» replicò, spazientito. «Sono i miei genitori».

Il cervello di Emma ci mise qualche secondo a registrare la notizia. Era come se tutto intorno a lei si fosse svuotato. Si ritrovò come in un buco nero senza fine, senza rendersi conto né di quello che provava, né di quello che le accadeva intorno. Si voltò verso Regina ed Henry e vide lo smarrimento nei loro occhi, come se si stesse riflettendo in uno specchio. Perché era sicura di avere la stessa loro espressione confusa.

«Qual è il tuo nome?» domandò Emma, con un filo di voce, ma nel momento in cui fece quella domanda una folle consapevolezza la invase. Sapeva già la risposta ancora prima che il ragazzo parlasse. Era folle, si disse. Ma non era la prima cosa folle accaduta a Storybrooke.

«Mi chiamo Neal» rispose, estraendo le manette. «Mi seguite in centrale oppure devo mettervi queste?»

Emma stava per replicare, ma ancora una volta fu Regina a intervenire. «La seguiamo, non c'è bisogno di ricorrere alle manette».

Regina posò una mano sulla schiena di Emma per spingerla verso l'uscita. Neal si era già avviato alla porta per fare loro strada, Henry le seguì con passo incerto.

«Ma cosa diavolo sta succedendo?» sussurrò Emma a Regina, mentre percorrevano il corridoio.

«Non ne ho idea» rispose Regina. «Non capisco se abbiamo sbagliato qualcosa con il portale, o peggio. Se è opera di un qualche...»

«...sortilegio?» intervenne Henry, da dietro. «Siamo nel futuro!»

«Cosa facciamo adesso?» domandò Emma.

Ma Regina non rispose. Emma la vide pallida e provata. Avevano appena raggiunto la porta quando la donna svenne davanti ai suoi occhi.

«Regina!» gridò Emma, afferrandola appena in tempo per non farla cadere a terra.

«Mamma!» urlò Henry, chinandosi su di lei. «Che cos'ha la mamma, che cos'ha?»

Emma inspirò tutta l'aria che poteva, prima di rispondere. «Temo di sapere che cos'ha...» sussurrò. Poi si rivolse a Neal. «Devi chiamare un'ambulanza!»

Il ragazzo estrasse subito il telefono e in pochi minuti l'ambulanza li raggiunse al negozio.

 

**

 

L'attesa stava divorando le viscere di Emma come mai era accaduto prima. Lei e Henry erano nella sala d'attesa dell'ospedale, mentre Neal si teneva a debita distanza ma non li mollava un secondo di vista. Nonstante l'ansia, Emma si guardò intorno, notando che qualcosa decisamente non andava. Non c'era nessun viso familiare, non conosceva nessuno in quell'ospedale, ed era sicura di conoscere praticamente tutti a Storybrooke. Anche i medici che avevano accolto Regina sembrava non l'avessero riconosciuta, e Regina viveva a Storybrooke da molto più tempo di lei.

Non sapeva come, ma avevano raggiunto una Storybrooke del futuro. Ma si rese conto subito che c'era di più; era come se non fosse la stessa che conoscevano, sembrava un'altra città, una città come tante altre, in cui la magia non era neanche lontanamente contemplata.

Il medico, un uomo ben piazzato con un'argentata barbetta incolta, arrivò in sala d'attesa con passo spedito. Emma ed Henry subito si avvicinarono a lui.

«Come sta?» domandò Emma, con un groppo alla gola.

«Scusi signorina, lei è una parente?» le chiese il dottore, con voce profonda.

«Io sono... sono...»

Emma si lasciò scappare un grido di frustrazione.

Niente.

Non era niente, lei, per Regina.

Si sentiva debole, inutile, impotente.

Il panico la invase. Aveva finalmente trovato il suo lieto fine e stava già rischiando di perderlo.

Poi arrivarono i sensi di colpa, con una violenza inaudita.

Se solo se ne fosse resa conto prima, che erano il lieto fine l'una dell'altra, forse non avrebbero intrapreso quel viaggio pericoloso.

Se solo avesse avuto il coraggio di esternare i suoi sentimenti... ora forse non ne avrebbe più avuto la possibilità.

Se solo l'avesse saputa proteggere...

Se solo fosse stata più attenta...

Se solo avesse dato retta a quel dannato libro.

Se...

«Sono suo figlio» intervenne Henry, facendo un passo in avanti. «Può parlare a tutti e due».

Il dottore annuì. «La signorina Mills è incinta di cinque settimane».

Henry indietreggiò.

Emma si sentì mancare.

Lo sapeva, lo sapeva bene. Il libro aveva mostrato loro un'immagine di Regina incinta. Ma loro l'avevano sottovalutata. Regina non si era riguardata per niente, anzi si era strapazzata tra teletrasporti, viaggi nei portali, le torture di Malefica, e altre cose magiche che sicuramente non avevano fatto bene alla sua salute.

Se solo avesse dato retta a quel dannato libro.

Se solo fosse stata più attenta...

Se solo l'avesse saputa proteggere...

Se...

«E come sta? E il bambino?» domandò Henry, preoccupato.

Emma gli fu immensamente grata. Henry era ormai diventato un piccolo grande uomo. Lei non aveva la forza di pronunciare quelle parole, e si sentì ancora più inutile.

«Sta bene, è stabile» spiegò il dottore. «Anche il bambino sta bene, ma la signorina ha subito un forte stress. Alcuni valori non sono nella norma, quindi vogliamo tenerla ricoverata per qualche giorno».

Emma inspirò a fondo, come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento.

«Grazie, dottore» disse, in un sussurro.

«Grazie» aggiunse Henry, mentre l'uomo si allontanava. Poi si rivolse ad Emma. «Tu lo sapevi?»

Emma non rispose subito, anzi, si allontanò per andare a sedersi, sentendo le gambe sempre più deboli.

Henry le si avvicinò. «Lo sapevate?» gridò, con un tono troppo alto per un ospedale.

Emma lo guardò. Era visibilmente sconvolto, e poteva benissimo capire il motivo.

«L'abbiamo visto nel libro» spiegò Emma. Poi lanciò uno sguardo a Neal. «Senti, Henry» disse, prendendogli una mano e portandolo a sedere. «Non abbiamo molto tempo. Le cose si mettono male, qui. Non so come, ma siamo finiti in una Storybrooke del futuro dove tutto sembra... diverso».

Lo Sceriffo era al telefono, e stava guardando proprio nella loro direzione.

«Devi scappare, devi tornare indietro. Torna ad Arendelle, chiedi aiuto ad Elsa, dovete cercare un modo per contattare Tremotino. Lui è l'unico che può tirarci fuori da questo pasticcio».

«Ma non posso lasciarvi qui! E la mamma? Chi penserà alla mamma?»

Un'altra occhiata allo Sceriffo, che si incamminò verso di loro.

«A Regina ci penso io» replicò Emma, decisa. «Ti prometto che mi prenderò cura di lei, non permetterò che le accada niente».

Henry guardò Emma dritta negli occhi.

«Tu la ami, vero?»

Emma scoppiò a piangere, sentendo tutto lo stress di quegli ultimi momenti riempirle il corpo, perfino l'anima.

«Devi andare, Henry» disse, poi si tolse il giacchetto rosso e glielo porse, restando con una sottile maglia bianca a maniche corte. «Prendi questo. Non so cosa succederà, ma potrebbe servirti per ritrovarci. Torna ad Arendelle, là sarai al sicuro. Poi cerca un modo per contattare Tremotino e tutto si risolverà».

Henry annuì, afferrando il giacchetto. «Ma tu cosa farai, ora?»

Emma guardò di nuovo lo Sceriffo, suo fratello Neal, e capì chi le ricordava. Le ricordava Biancaneve, sua madre. Aveva gli stessi tratti fini, i capelli corvini, le guance leggermente arrossate dal freddo su quella pelle candida e bianca. Con le braccia lungo i fianchi, Neal teneva le manette salde in una mano, ed era ormai a pochi passi da loro.

«Ora cerco di distrarre lo Sceriffo, per farti scappare» sussurrò. «Non devi preoccuparti per me, ragazzino. Me la caverò, sono la Salvatrice... no?»

Henry annuì, stringendo tra le mani il giacchetto di Emma. Quest'ultima andò incontro a Neal, porgendogli le mani per farsi ammanettare.

Henry approfittò di quel momento per dileguarsi, ed Emma si voltò appena in tempo per vederlo uscire di corsa dall'ospedale.

Mille domande le passarono per la testa. E se il portale non lo avesse ricondotto ad Arendelle? Se fosse finito in un Arendelle del futuro, o in un altro luogo, o in un'altra epoca? Sarebbe stato al sicuro? Come avrebbero fatto a ritrovarsi?

Sperò che tutto andasse bene. Sperò di non aver sovraccaricato troppo Henry con tutta quella responsabilità. Sperò con tutto il cuore che il suo piccolo grande eroe riuscisse a mettersi in salvo.

Poi pensò a Regina. Non sopportava l'idea di non averle detto quello che provava. Non sopportava l'idea di lasciarla sola, di abbandonarla, ora che era così vulnerabile. Ma se voleva trovare una soluzione, doveva assecondare lo Sceriffo, almeno per il momento.

Quando Neal le mise le manette ai polsi, nella sua testa si formò un unico pensiero.

Un pensiero che continuava a ripetersi per farsi coraggio.

Una promessa, verso Henry e Regina, la sua famiglia.

«Io sono la Salvatrice. E spezzerò anche questo sortilegio».  


** Okeeeey, mi sembra già di sentire le vostre urla (stile "SWAAAAAAN" di Regina) che arrivano fino qua. Per sicurezza io mi sono barricata in casa e conto di non uscire finché non ho terminato il seguito. è23ìScheeeerzo, dai, cerco di essere seria. Sto già scrivendo il seguito, ma non mi sbilancio perché non so quando comincerò a pubblicarlo. Come avete letto, i nostri eroi sono finiti nel futuro, si sono ritrovati davanti un Neal adulto, e quindi c'è qualcosa di strano che aleggia a Storybrooke (tanto per cambiare...) Ho tante idee in testa, ma ho anche un gran casino e devo far quadrare tutto. Quindi quando ci sarò riuscita comincerò a pubblicare i primi capitoli, vi prometto che non vi farò aspettare tanto!
Per finire, vorrei ringraziare tutti voi che mi avete seguito e che continuerete a farlo. Mi ha fatto davvero piacere ricevere tante visite e tante recensioni. Ringrazio le mie amiche del gruppo "Delirio SwanQueen" perché spesso, senza neanche saperlo, mi hanno aiutata. Mi hanno stimolato nello scrivere, mi hanno portato ispirazione, e anche perché è semplicemente bello sclerare con loro <3
Vi ricordo di seguirmi sulla mia pagina facebook, dove vi terrò aggiornati non solo sulla mia ff ma anche sulla serie e tutte le novità che la riguardano, nonché per commentare insieme gli episodi.  Facebook ------>  
https://www.facebook.com/pages/SwanQueen-%CF%9F-I-cattivi-non-hanno-mai-un-lieto-fine-ma-Regina-ha-Emma/1587931868117207

E vi invito anche a leggere la mia seconda ff SwanQueen, che in realtà è una raccolta di OS, che aggiornerò pian piano. La trovate qui ----> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3073107&i=1

E quindi niente, vi ringrazio ancora tutti, ognuno di voi, per avermi seguito in quest'avventura e per l'affetto che mi avete dimostrato. A presto, team SwanQueen <3

  
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