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Autore: Chandra1620    02/04/2015    2 recensioni
Fan Fiction scritta in prima persona.
Ad Asgard ci sono sempre nuovi segreti da svelare, ma cosa succede quando uno di questi può mettere in pericolo i Nove Regni e non solo?
Abbandonati con la costante sensazione sensazione di essere da soli, trovare la forza di combattere per il proprio regno è possibile? O il vortice di segreti inghiottirà anche al protagonista?
Ambientata prima degli avvenimenti del primo film di Thor, dove Loki è ancora all’oscuro delle sue origini.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Frigga, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Triangolo
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La pioggia batte alla finestra. 
Mi avvicino, è così bella la pioggia ad Asgard, le gocce sul Ponte creano spettacoli entusiasmanti. 
Mi stringo nel leggero vestito color verde acqua. Fa insolitamente freddo, ma non è la solo strana sensazione, l’aria è elettrica, sento un brivido percorrermi la schiena.
La regina Frigga aveva annullato la nostra lezione di oggi.
Quel rimbambito di Loki si sarà cacciato di nuovo in qualche guaio.
Con lui è sempre così: fa sempre i suoi comodi e mi potrebbe anche andare bene se non fosse per il fatto che a me non è permesso prendere i libri della biblioteca reale mentre lui la ha disposizione ventiquattrore  al giorno.
La pioggia intanto si sta trasformando in tempesta. 
Sento già i tuoni in lontananza … Tempesta già, ma non è come al solito, quando è Thor a far cadere un po’ di fulmini sulla città per il gusto di farlo, anche i colori dei lampi sono strani, ma non è il momento di pensare a questo.
Sarà meglio mettere in sicurezza  le finestre.

Mi piacerebbe rimanere ancora un po’ a guardare, forse potrei stare fuori e fare una passeggiata, mi piace la sensazione della pioggia sulla pelle… 
Purtroppo gli amici di mio padre vivono qui vicino e se mi vedessero sarebbe veramente scocciante sentire mio padre lamentarsi.
La mia casa non è molto grande e si trova circa a metà strada tra il castello e il ponte, in un piccolo quartiere non tra i più benestanti.
L’interno però era molto più curato delle abitazioni affianco e di questo potevo prendermene il merito. I continui viaggi di mio padre lo tengono lontano da me per mesi e sono io ad occuparmene, senza contare i regali dalla famiglia reale, penso sfiorando con la mano un tavolino di mogano incantato.
Prendo un leggero scialle rosa pesca, altro dono della regina e me lo stringo attorno alle spalle.
Sono sempre stata consapevole dei miei privilegi e ogni tanto capitava, mentre passeggiavo in strada di sentire su di me qualche occhiataccia.
Percorro la sala, composta da un divanetto, il tavolino di mogano e un tavolo con tre sedie. Sorrido pensando che una volta erano quattro, prima che per sbaglio le dessi fuoco. Mi avvicino alla grande finestra che da verso il ponte e mi fermo qualche secondo a guardarlo prima di chiuderla e fissarla con una piccola asta in ferro, ferro midgardiano, perché Elliot, “il guerriero che è rimasto”, così si faceva chiamare, ogni tanto regalava qualcosa a mio padre dato che erano amici d’infanzia.
Un’amicizia, la loro, che mi aveva segnato: era nata così la mia passione per quel piccolo regno, anche se “piccolo” non è la parola esatta, dato che al momento la loro popolazione è più del doppio della nostra. Distruggeranno il loro pianeta di questo passo. Si era pensato di intervenire in qualche modo. Ma gli umani non sono in grado di sostenere simili verità è finché il loro pianeta fisico non è in pericolo sono liberi di autodistruggersi nel modo in cui preferiscono.
Intanto il vento si sta alzando e le finestre sbattono.
Percorro il piccolo corridoio e entro nel bagno sbarro anche questa finestra e salto quella di mio padre, la sua camera è sempre chiusa a chiave quando lui non è ad Asgard. Sbuffo, avevo cercato di forzarla quando ero più piccola, ma oltre alla semplice serratura vi era un incantesimo a proteggerla. Una scossa elettrica mi aveva folgorata dalla testa ai piedi. Mi ero sentita stranamente carica dopo, fino a quando mio padre non era venuto a saperlo e mi aveva sgridato.
È rimasta solo la mia camera, ma mentre allungo il braccio per afferrare e battenti un forte boato accompagna il tremare della terra e mi appoggio al cornicione.
Mi afferro il braccio destro, maledetto ferro midgardiano. Mai capito il perché, ma questo materiale mi ferisce con molta più facilità del miglior metallo elfico.
Mi ci vuole un attimo per capire cos’è successo poi mi alzo e osservo il palazzo dove uno spettacolo orribile mi spiazza: un muro del castello è stato abbattuto da un fulmine. 
Subito mi rendo conto che è l’ala del castello dove in teoria ci sono gli alloggi dei reali, il mio pensiero corre subito alla regina e a Loki. Durante il giorno non dovrebbero essere lì, ma comunque voglio controllare.
Passo direttamente dalla finestra: non c’è tempo da perdere! 
Corro con tutte le mie forze e quando arrivo davanti al castello vedo delle figure, sono guardie che cercano i due principi, dannazione!
Inizio a spostare le macerie con la magia mentre penso al principe e all’ultima volta che l’ho visto: era così scuro in volto avrei voluto, in quel momento poter capire cosa lo affliggeva, avrei voluto, in quel momento vederlo scherzare e prendermi in giro per le mie scarse doti magiche e vantarsi dell’elmo nuovo regalatogli dal padre qualche giorno prima di ritorno da uno dei suoi viaggi.
All’improvviso una guardia urla, la sento sovrastare la tempesta:  ha trovato qualcuno; forse è lui. 
Lo raggiungo. Si vede un lembo di mantello: è rosso … è di suo fratello, il principe Thor. 
 A malincuore uso dell’altra magia per levare i detriti che gli bloccano le braccia e il viso, da solo finisce di liberarsi , sta relativamente bene: graffi e tagli più o meno profondi lo ricoprono completamente, ma cammina .
Chiede subito dei suoi genitori e gli rispondo che stanno bene ,ma che suo fratello ancora non si trova. Mi dice di cercarlo  sotto il castello nella sala delle reliquie perché credeva che si fosse avviato lì. Lui intanto avrebbe cercato altri feriti.


 In quel caso non doveva essere ferito, ma colgo l’occasione per parlargli e vedere quella sala. Non ci sono mai stata, ma conosco a memoria la piantina del castello e non è difficile accedervi, una volta spiegato di avere l’autorizzazione del principe Thor.
In teoria in quella sala non doveva essere crollato nulla, ma è meglio controllare, spalanco la porta e con mio immenso sollievo è lì e sta bene. 
Ha solo un graffio appena sopra il sopracciglio, deve aver sbattuto la testa durante la scossa, ma è in piedi e mi guarda stupito .
Sorrido e sospiro.
-Cos’è  successo? -mi chiede semplicemente. Lo aggiorno, ma le mie informazioni non sono soddisfacenti per lui, lo leggo nel suo sguardo scocciato.
Mi interrompe e mi chiede di Frigga.
-Sta bene e anche tuo fratello, tuo padre non era proprio nel castello.- Lo avevo sentito dalle guardie mentre scendevo.
Ma inizio a sentirmi male: la testa gira un po’, ma cerco di avviarmi verso la porta. 
Devo tornare a casa e chiudere la finestra chissà cosa ci sarà in casa. Non sarà facile sopportare la ramanzina di papà stavolta…
 
Intanto anche Loki ha notato il mio stato: 
-Sei fradicia. E sanguini. Come ti sei ridotta così?-
Scuoto le spalle e mi stringo il braccio, da cui scende un piccolo rivolo di sangue e gocciola sul pavimento.
-Non è niente, solo uno stupido graffio.-
Mi lancia il suo mantello e lo afferro non senza difficoltà. 
Quando finalmente mi ci avvolgo gli rispondo: - E allora tu? Non sei venuto oggi, che scusa hai? E poi cosa ci facevi qui?
Però sono felice che stia bene, fin troppo bene anzi. 
-Io sono il futuro re di Asgard, non ti devo nessuna spiegazione.- Si avvia verso la porta senza altre parole.
Sbuffo e mentre cerco di trovare un nesso logico tra l’essere principi e il rifiutare di dare spiegazioni mi avvio barcollando verso l’uscita, ma la testa gira troppo forte, faccio un passo avanti e perdo l’equilibrio …
Come a rallentatore mi vedo cadere e lui che si allontana.
Picchio la testa contro il pavimento e l’ultima cosa che vedo è Loki che si gira e la sua espressione, poi il buio mi avvolge.
   
 
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