Anime & Manga > Vocaloid
Segui la storia  |       
Autore: Lady Stark    02/04/2015    3 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il profumo di una nuova vita ~ The end. 


-Rin..- la bocca del ragazzo divenne secca come il deserto, dandogli l'impressione d'aver appena masticato un pugno di sabbia dorata. La sorella rispose a quel terrorizzato richiamo stringendo con forza le sue dita, scosse da qualche brivido.

-Quella bestia.. è la personificazione vivente del male, il distruttore del mondo, Kasay.-

Nell'udire pronunciare il proprio nome, il dragone sollevò la testa verso l'alto spalancando le fauci in un basso, minaccioso ringhio al puzzo di zolfo.

Un bozzolo di lava bollente pulsò nella gola del mostro, soffiando sul viso dei due gemelli una bollente, dolorosa carezza.

-LEN!- gridò la ragazzina, sbiancando.

Il condottiero si mosse ancor prima che la voce di lei potesse raggiungergli le orecchie.

Sollevando di peso la sorella, rotolò lontano dal drago evitando per un pelo il rigurgito fumante.

Grumi di cenere nera e catrame scivolarono viscidamente a terra, mentre la lava si disperdeva come una macchia malata sul pavimento di roccia.

-Ci distruggerà se non facciamo qualcosa.- mormorò lei, affondando le unghie nella sua casacca stracciata.

Len strinse al petto la gemella quasi senza avvertire il peso del suo corpicino.

I capelli biondi solleticarono la pelle escoriata, diffondendogli nel cuore un inarrestabile coraggio.

-Saremo noi a vincere, sorellina.- sussurrò al suo orecchio, inginocchiandosi per deporla cautamente a terra. La fanciulla, bianca come un lenzuolo, osservò il guerriero risollevarsi con una dura luce nelle iridi azzurre.

-Che hai intenzione di fare?-

-Lascia fare a me, Rin.-

-Non ti permetterò di compire un'idiozia adesso che finalmente, dopo anni, ti ho conosciuto!- ringhiò lei, aggrappandosi cocciutamente al polpaccio del ragazzo per impedirgli di fare un solo passo verso il mostro che, immobile, osservava i movimenti dei due moscerini biondi.

-Sorellina..- Len abbassò una mano per districare la debole presa della ragazza, accarezzandole nel frattempo una guancia.

-Tu mi hai protetto per tantissimi anni, Rin. Ora lascia che sia io a proteggerti.- detto ciò, il condottiero corse avanti, seguito dall'angosciato richiamo della ragazza.

Senza più badare al dolore, Len afferrò al volo un'appuntita pietra dai levigati e taglienti contorni.

Il dragone, comprendendo le intenzioni del giovane, si preparò a ricevere quella patetica offensiva.

Prima ancora che i piedi del giovane potessero avvicinarsi alle zampe artigliate, la coda del mostro frustò la lingua di terreno di fronte ai suoi stivali.

Il guerriero scartò di lato, sfruttando la forza dello sbilanciamento per accerchiare quell'affusolato fascio di squame e spunzoni d'avorio.

Len caricò il colpo sopra la testa e evitando per un pelo un'altra veloce frustata, affondò con rabbia la punta della pietra nella zampa più vicina dell'essere.

Il sangue zampillò tra le sue dita, vischioso come il catrame e al tempo stesso, bollente come il respiro di un vulcano. Un gemito di dolore si levò stupito dalle labbra del ragazzo mentre il drago, non tanto per dolore quanto per rabbia, straziò il silenzio con il suo latrato.

La zampa lesionata colpì il condottiero allo sterno, proiettandolo in aria con la stessa facilità di una bambolina di pezza. Il ragazzo rotolò contro il pavimento roccioso per svariati metri; il fiato troncato gli schiacciò i polmoni mentre l'acre sapore del sangue tornava a bagnargli la lingua.

-LEN!- la voce terrorizzata della gemella lo raggiunse un momento prima che gli artigli della seconda zampa potessero sfondargli la spina dorsale.

La fanciulla ammirò con impotenza l'ardita danza che il fratello aveva intrapreso con il dragone. Le sue labbra si socchiusero autonomamente, ricercando nel petto quella familiare canzone che per anni l'aveva accompagnata come una spina infilzata nella carne. Le prime note rimbombarono nella sua gola, fredde e prive di quella squisita magia che originariamente le avevano permeate. Rin abbassò lo sguardo, osservando scioccata il petto sollevarsi ed abbassarsi secondo il ritmo cadenzato del suo respiro.

Con terrore crescente la ragazza sollevò una mano per toccarsi lo sterno, alla ricerca del battito cardiaco che tante notti aveva scandito l'interminabile susseguirsi delle ore.

In quel piccolo gesto, la ragazza cercò un conforto senza nome, distante e perso chissà dove nelle pieghe del futuro.

Tutto quello che i suoi polpastrelli incontrarono, fu un muro di desolante silenzio.

La consapevolezza arrivò veloce come una frustata alla schiena.

Lei era morta.

Non era altro che un guscio vuoto, una piccola bambola a cui era stato concesso un solo anelito di vita per portare a termine un compito imperfetto.

Una lacrima le solcò lo zigomo senza far rumore, colpendo poco più in basso la pelle della mano stretta a pugno. Il suo fragile castello di vetro si ruppe, riversandole addosso una pioggia di frammenti taglienti; le speranze nutrite si tramutarono in lunghi spilli dalle capocchie a forma di teschio.

Aveva davvero creduto possibile che la sua vita potesse continuare fuori da quel luogo di disperazione?

Ormai era parte integrante della grotta e del profumo salato delle lacrime; il suo destino non era uscire per ricominciare a vivere, ma porre definitivamente la parola 'fine' a quel turbine di caos e follia.

Rin non si era mai sentita tanto triste in vita sua.

Malgrado la ferita che le straziava l'anima pulsasse, le forze sembrarono rianimare i suoi arti insensibili, permettendole di sollevarsi in piedi con lenta sicurezza. Il vestito, troppo largo per la sua minuta figura, le frusciò addosso in una sorta di carezza consolatrice.

La canzone esplose nell'aria, l'ondata di magia sprigionata dalle sue parole fece traballare i candelotti di ghiaccio appesi alle scabrose pareti dei corridoi.

Gli occhi di Rin si tramutarono in due pozze cobalto, le iridi si fecero tanto piccole da far credere che fossero state inghiottite da quell'oceano.

Il drago si voltò di scatto in direzione della vestale, chinando la testa in un lamentoso latrato. Le sue corna ondeggiarono come gli spessi tronchi di querce secolari mentre, arretrando, le punte delle ali colpirono la parete alle sue spalle.

Len si girò in direzione della sorella che, cantando con sempre maggiore vigore, intrecciava nell'aria evanescenti disegni con le dita.

-Rin?-

-Non c'è un lieto fine per noi due, Len. Mi dispiace davvero tanto averti fatto credere in una tale bugia.- sussurrò lei, avvicinandosi lentamente, strusciando la punta dei piedi contro la roccia. Il gemello afferrò la ragazza per le spalle, scuotendola con forza, quasi volesse farla rinsavire da quello strano stato di trance in cui sembrava essere piombata.

-Rin, ma che dici? Perché..? io non capisco.-

-Senti, fratellino.- disse lei, afferrando le ruvide dita del ragazzo per poi appoggiarle con delicatezza contro quello che una volta era stato il suo cuore.

Len non impiegò molto per rendersi conto dell'assenza del battito cardiaco.

Pallido come uno straccio, il condottiero arretrò come se fosse stato appena colpito da uno schiaffo.

-Non.. non capisco.. Che cosa significa?- la mano del ragazzo scivolò sul proprio sterno.

-Io non appartengo più a questo mondo, fratellino. Non sono altro che uno strumento per imbrigliare la follia di Kasay e bloccare per sempre la spirale di dolore che soffoca il mondo.- un sorriso triste sollevò gli angoli delle piccole labbra, ancora incrostate di sangue raffermo.

-Stai mentendo!-

-Tu devi vivere, Len. Devi assaporare appieno quella vita che mi è stata negata.- le mani della ragazza accarezzarono il viso teso del gemello, tracciando con studiata lentezza quegli zigomi che inconsapevolmente aveva amato per tutta la sua vita.

-Non me andrò senza di te!-

Rin ignorò le proteste del ragazzo, lasciando finalmente che le lacrime sgorgassero dai suoi occhi.

-Ti voglio bene, fratellino. Grazie.-

Il drago ruggì nuovamente nel momento in cui la preghiera si sovrappose ad esso in uno scontro di note vibranti e ritmi stridenti.

Rin danzò sola nella stanza ovale, intrappolando tra le dita le falde della candida gonna.

-Canto per distruggere il male; il profumo delle mie lacrime fermerà la spirale di sofferenza per secoli ha intrappolato il mondo.-

Len premette le mani contro le orecchie. Mentre osservava i movimenti eleganti della sorella, sentì il suo cuore sbriciolarsi in frammenti sempre più piccoli.

-Ti prego, Rin.. basta così..-

La sua richiesta non raggiunse però le orecchie della ragazza, il cui unico scopo nella vita era stato quello di salvare un mondo dalla sua fine.

Il giovane allungò una mano nel vuoto, avanzando lentamente di un paio di passi.

-L'egoismo non è mai stato parte della tua vita. Non hai mai pensato a te stessa, ne al dolore che ti straziava il cuore.- la voce di Len si perse nell'eco sicuro della preghiera che, sempre più in alto, volteggiava verso il soffitto.

Il ragazzo ammirò la sorella con un triste sorriso a dipingergli il viso.

-A quanto pare i nostri desideri hanno sempre seguito percorsi diversi.. ma ora, desidero che, almeno per l'ultima volta, i nostri cuori possano cantare insieme.-

Il giovane condottiero raggiunse la vestale che ora innalzava il suo canto di fronte al muso scaglioso della creatura.

La sua mano si intrecciò a quella della sorella.
Lei lo guardò, sgranando quegli occhi innaturalmente azzurri.

-Sei sicuro di quello che stai facendo, Len? Potresti vivere felicemente..-

-Desidero solo che il nostro requiem possa brillare nel futuro, per sempre.- sussurrò appoggiando la fronte contro quella di lei.

Improvvisamente, la sua voce virile si sommò a quella più delicata della sorella, tingendo l'aria di una melodia soave, deliziosa come l'arcobaleno dopo la tempesta.

Rin abbracciò di slancio il gemello, affondando il viso nel suo petto.

Kasay spalancò le fauci, raccogliendo tra le sue zanne tutte le sue spaventose energie magiche. La lava iniziò a pulsare tra i denti d'avorio, spandendo nella sala il lezzo della morte.

 

-Il nostro fato è giunto ad un fine. Cantando per illuminare futuro, incidiamo questo requiem nel cielo. Luce e destino, oscurità e dolore. Noi libereremo tutto questo, donando all'universo una luce in cui risplendere.-


le voci dei due gemelli si fusero insieme in una sola, delicata preghiera.

Il fumo grigiastro fuoriuscito dalla bocca del mostro si scontrò con il sempre più intenso bagliore blu emanato dai loro corpi, generando una intensa e pulsante luce dai riflessi candidi come la prima neve.

 

-E nel fondo di questa nuova luce, noi dormiremo per l'eternità mentre il mondo sboccerà di nuovo.-

 

Il bagliore avvolse come un bozzolo i due gemelli, stretti l'uno all'altra in un abbraccio che né il tempo, né alcun nemico avrebbe più potuto sciogliere. Rin respirò il profumo della pelle di suo fratello mentre il condottiero la stringeva affondando il viso nei capelli biondi.

-Ti voglio bene, sorellina.- sussurrò prima che il mondo attorno a loro perdesse i suoi definiti contorni, proiettandoli in un limbo di dolce incoscienza.

-Anche io, Len. Te ne vorrò per sempre.- sussurrò una voce nella sua mente prima che tutto cessasse di esistere, divorato dalla più bella delle quieti.

La preghiera pervase tutta la montagna come una scossa elettrica, penetrando tra le sue rocce dure come granito. La magia corse nel ventre della montagna, portando con sé il rigoglioso profumo della nuova vita.

Fu proprio in quel momento che accadde il miracolo.

Probabilmente grazie all'affetto insito nelle parole del condottiero, l'incantesimo sgusciò con rapida sicurezza in direzione dei corpi dimenticati nella sala in cui la sacerdotessa era stata sconfitta.

Accarezzando le pelli fredde, cristallizzate nell'abbraccio della morte, il sortilegio soffiò nel cuore dei valorosi combattenti un nuovo anelito di vita.

In quel momento, mentre l'ultima eco del canto si disperdeva nel silenzio, tre vite sbocciarono prodigiosamente dalle fredde ceneri sparse dalla più definitiva delle fini.

Il mago dagli eccentrici capelli blu fu il primo a muoversi, puntellandosi su un gomito per riprendere convulsamente fiato. Scrollandosi di dosso ciottoli di pietra e polvere sottile, l'uomo si inginocchiò fissando con stupore il proprio colpo.

-Che cosa..?-

In quell'istante, la magia spirò nei polmoni della condottiera al suo fianco, depositando nelle iridi spalancate ed immobili la gemma di una nuova vita.

Tossendo, la ragazza si strinse le braccia contro il petto quasi a volersi difendere da quei nemici che erano ormai stati fagocitati dalle spire del tempo.

I due si guardarono per un lunghissimo attimo, immobilizzati nel silenzio.

Le loro mani si ricercarono frettolosamente e si toccarono per spezzare la spaventosa possibilità che fosse tutto un sogno.

Kaito disegnò con lentezza la curva del mento della compagna; mentre lei si aggrappava alle spalle del mago, affondandovi le unghie corte.

-Sei qui.-

-Siamo vivi..-

Gakupo gemette, premendosi una mano contro la fronte strinata di sangue raffermo. Le sue vesti erano stracciate, eppure le ferite riportate durante il combattimento erano misteriosamente guarite.

Il consigliere guardò attonito le proprie mani per poi sollevare lo sguardo in direzione della cupola istoriata, forse nel desiderio di scorgervi una possibile risposta a quel miracolo.

-Che cosa è successo?-

-Non lo so.. noi eravamo..- le parole di Meiko si interruppero bruscamente di fronte allo spaventoso muro della verità. Il mago le circondò titubante le spalle, chiudendo ed aprendo involontariamente il pugno; gli sembrava tutto così assurdo..

-Dov'è Len?-

Fu il silenzio a rispondere. Una quiete strana, a suo modo triste.

Inconsciamente, i ragazzi si resero conto di conoscere la risposta.

-Len..- la voce del mago si spezzò come un fragile ramoscello autunnale.

-Qualcosa mi dice che la fonte di questo prodigio sono lui e sua sorella.- mormorò il consigliere, chinando rispettosamente la testa in memoria del sorriso spavaldo di quel ragazzino che aveva stregato i loro cuori.

-C'è un delizioso profumo di fiori..- constatò Meiko, reclinando indietro il viso bagnato di lacrime. I due uomini la imitarono, avvertendo il delicato aroma delle margherite aleggiare tra le alti pareti della grotta.

-Non è profumo di fiori..- ribatté Gakupo, asciugando riservatamente una lacrima di commozione rannicchiatasi al lato del suo occhio.

Kaito annuì silenziosamente, rivolgendo un pensiero di gratitudine al ragazzo dai disordinati capelli biondi, coraggioso come il più grande degli eroi.

-Questo è il profumo di una nuova vita.-

 

Non troppo lontano, il vento accarezzò le cime di una foresta di querce centenarie diffondendo nell'aria un piacevole, frondoso canto naturale.

Un buon ascoltatore, prestando la necessaria attenzione, avrebbe potuto udire nel sibilare del vento il rincorrersi melodico di due voci che, per sempre, avrebbero protetto il mondo in un requiem al salato profumo delle lacrime, ma luminoso come la più calda giornata estiva. 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Lady Stark