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Autore: Ssasi_32    02/04/2015    0 recensioni
Non puoi sentirla, è poco più di un pesciolino. Il vostro pesciolino.
Eppure è lì, lo sai. La senti.
Ed è lei, lo è sempre stata. Lei, la vostra bambina testarda dagli occhi azzurri, dalla risata limpida, irresistibile. Ancora non può ridere, e già ne senti il suono. Ancora non può piangere, e già vorresti consolarla. Ancora non può vederti, ma tu già la vedi. La vedi tra le tue braccia, tra le sue. La vedi allungare le manine per toccarti il viso.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Aurora




Allora, è così che ci si sente.

Ma così, come?

Sei felice.

Ma esiste una parola più felice di felicità?

Cos'è cambiato? Dev'essere cambiato qualcosa.

Ti guardi allo specchio. Attentamente. Più attentamente del solito.

Cosa? Cosa è cambiato?

Il viso? No, sei sempre tu. Sono i tuoi occhi, accesi, luminosi. Lucidi. Ma è perché stai piangendo.

Sono le tue labbra. Rosse, perché continui a morderle, a torturarle con i denti. Come se cosi potessi smetterla di singhiozzare.

Sono le tue guance. Tinte di rosa per l'agitazione. Per la felicità. Per qualcosa di molto di più della felicità.

Le mani? No, sono sempre le stesse. Piccole. Tremano. Avrà le mani più piccole delle tue, e non saranno così fredde. Si aggrapperanno a te. Non mi lasciare, proteggimi.

Sempre, piccola mia. Anche quando non vorrai.

Le gambe? No, sono sempre quelle. Coperte da un paio di jeans che fra un po' non potrai più allacciare. E sorriderai, sì, come stai facendo ora, quando ti renderai conto che è ora di comprare qualcosa di più largo. Premaman. Non suona male.

Non suonerà mai bene come nostra figlia.

Nostra. Tua, sua. Vostra.

Il tuo sguardo si ferma nell'unico punto in cui avevi evitato di guardare.

È lì che crescerà. Che sta già crescendo.

Non puoi sentirla, è poco più di un pesciolino. Il vostro pesciolino.

Eppure è lì, lo sai. La senti.

Ed è lei, lo è sempre stata. Lei, la vostra bambina testarda dagli occhi azzurri, dalla risata limpida, irresistibile. Ancora non può ridere, e già ne senti il suono. Ancora non può piangere, e già vorresti consolarla. Ancora non può vederti, ma tu già la vedi. La vedi tra le tue braccia, tra le sue. La vedi allungare le manine per toccarti il viso.

Ehi, mamma.

La parola ti sale alle labbra senza neanche bisogno di pensarci.

Mamma.

Lo ripeti a fiori di labbra. Ancora una volta.

Mamma, mamma.

E le mani scendono lì, sulla pancia, sulla casa del vostro pesciolino.

La accarezzano.

Piccola mia… Aurora.

Lo sguardo corre per la stanza. Il telefono.

No, non riusciresti a parlare al telefono.

Non riesci a fare altro che sorridere, mentre le lacrime ti rigano le guance, e un singhiozzo trattenuto in gola.

Non riusciresti a comporre il numero, stai tremando troppo.

La porta si apre, cigola un po' sui cardini.

Un rumore familiare, quasi quanto tesoro, sono a casa.

Ehi, tutto bene?

La voce arriva ovattata.

La senti, piccola mia? Questa è la voce di papà.

Del tuo papà.

E vorresti dire tante cose. Troppe, come al solito.

E parlare parlare parlare. Finché non ti fermerà con un bacio.

Ma non ci riesci.

Papà.

Mamma e papà.

Dio, se suona bene. Perfetto.

La perfezione sta crescendo dentro di te, e tu non riesci nemmeno a parlare.

Si avvicina, ti guarda.

Preoccupato.

Stai piangendo, ovvio.

Una mano si muove, da sola. Non gliel'hai detto tu, non è stato il tuo cervello a decidere.

Prende la sua.

Papà.

E la porta sulla tua pancia.

E non sono più solo le tue lacrime, a scendere, solo i tuoi occhi a brillare, solo le tue mani a  tremare.

Siete insieme, e non può che andare tutto bene.

Mamma, papà…

"Aurora…" riesci a dire. Un sussurro e mai la tua voce fu più dolce.

"Aurora.." ti fa eco.

 

 

   
 
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