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Autore: _diana87    02/04/2015    4 recensioni
{SPOILER MISSING MOMENT 7.11-7.12}
Così resto a domandarmi, ancora una volta, con più insistenza, cosa si provi ad essere la custode di una vita e possedere quel dono innato di poter mettere al mondo un altro essere umano.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio nel cuore della notte, allungando svogliatamente il braccio verso il cellulare.
Le due della notte.
Strofino gli occhi con le mani gelide e lentamente mi sposto fuori dal lettino. Un posto piccolo, stretto, eppure così intimo, e ho capito di amare questo airstream proprio per queste caratteristiche.
Come amo quell’uomo che, nel sentirmi scivolare fuori dal letto, ha allungato l’altro braccio nel tentativo di raggiungere un’invisibile Teresa Lisbon e avvolgerla con il suo calore. Sorrido guardandolo, pensando di avere un fidanzato così premuroso nei miei confronti, che mi ha curata e seguita passo passo in ogni istante dei miei ultimi dieci anni.
Apro la porta del bagno, mordendo il labbro. Tiro fuori quella confezione rosa con la scritta blu che tenevo nascosta da un po’ di tempo. Un’altra settimana senza il regolare ciclo e dovrei essere già arrivata alla conclusione più ovvia. Mi siedo sulla tavoletta del water, infreddolita mi massaggio le braccia nude, e il corpo coperto solo dalla biancheria intima.
Fisso quella confezione, indecisa.
Spaventata.
Alla fine mi decido ad aprirla ma resto a fissarne il contenuto.
Lunghi scenari appaiono nella mie mente e tra questi c’è un bambino biondo che corre di spalle in un parco giochi. Non riesco a vederne il volto, ma sento le sue risate di gioia.
Sorrido, trovandomi sommersa da una sensazione nuova, mai provata prima. Tremante, mi decido a fare quel test, come indicato nella confezione. I secondi scorrono lenti, e sembra di ripercorrere la mia vita. Un’esistenza costellata dal lavoro, da colleghi che vedevo la mattina e la sera trovavo le loro postazioni vuote. Un lavoro fatto di sfide, pazienza, gioie e dolori.
Essere una donna al comando di una squadra non è mai stato facile, perché sono sempre stata piccola e minuta, e gli altri agenti di polizia non mi prendevano spesso sul serio.
Essere una mamma è diverso. Non si è sotto il giudizio nessuno, perché il tuo lavoro si limita alla cura di un piccolo esserino che potresti fissare tutto il giorno a domandarti come sei riuscita a creare una vita così bella.
Essere una donna mamma è complicato. Far coincidere lavoro e casa non è da tutti. Dovresti essere una super-mamma e il pensiero mi genera una risatina, che trattengo con una mano davanti la bocca.
Il tempo, però, è scaduto.
Prendo quel bastoncino bianco e leggo il risultato.
È rosa.
Quel bambino biondo che avevo immaginato inizia a farsi vedere. Si volta verso di me. Le guance sono arrossate per via della corsa, gli occhi sono verdi smeraldo e le sopracciglia castano chiaro sono super folte. Mi chiama ‘mamma’ e mi raggiunge. Io mi ritrovo ad accovacciarmi e protendere le braccia verso di lui, accogliendolo nel mio mondo. Vedo il mio viso illuminato, con qualche ruga in più, ma sono sempre io. I capelli corvini lunghi e lisci, e indosso ho un parasole colorato, che si allinea perfettamente alla visione paradisiaca che ho sempre immaginato.
Ma non sono sola.
Dietro di me ci sono le sue braccia cingermi la vita. Quella fede all’anulare sinistro è sempre la stessa, ma profuma di nuovo. Le incisioni sono diverse, e c’è una data con il mio nome.
Così resto a domandarmi, ancora una volta, con più insistenza, cosa si provi ad essere la custode di una vita e possedere quel dono innato di poter mettere al mondo un altro essere umano. Finora ho conservato questo desiderio nascosto nel profondo del mio cuore, chiuso a chiave in un cassetto, che di tanto in tanto lasciavo appannato giusto per sbirciare l’aria esterna, e vedere, con estrema cautela e curiosità, cosa si provava ad essere una mamma.
Gli occhi sognanti guardano un punto imprecisato davanti a me, magari sperando che lui apra la porta del bagno e mi trovi con il test in mano. L’altra parte di me però non vuole farsi scoprire così presto e preferisce giocare a nascondino, forse fare come quel bambino biondo che lascio libero di correre nella mia testa.
Chiudo la confezione, riponendo il test in essa, e vado a nasconderlo nel posto che solo a me è noto. Quanti segreti sto nascondendo gelosamente, aspettando il momento adatto per farli uscire.
Che sia una previsione sul mio futuro, non ne ho idea.
Ho deciso di vivere per il presente, per ciò che mi fa sta bene. E al momento l’unica cosa che mi faccia sentire così è sdraiarmi accanto a lui e guardarlo per tutta la notte, sicura che anche lui stia facendo il mio stesso sogno.



Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Chiamiamolo 'missing moment' e collochiamolo tra la 7x11 e la 7x12 diciamo, immaginando il momento in cui Teresa ha scoperto di essere incinta.
Ecco, io l'ho immaginato così.
Ho deciso di usare la prima persona mettendomi nei panni di Tess, perché riuscivo ad esprimere meglio tutte le sensazioni che stava provando. 
Tra introspezione, malinconia e tenerezza. 
Metto da parte il demenziale e l'angst per una volta :p
Grazie a chiunque decida di passare qui <3
D. *-*
   
 
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