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Autore: SinisterKid    02/04/2015    1 recensioni
Edwin sentì tremare Howard sotto le sue mani quando pronunciò per ben due volte la parola famiglia e si rese conto di cosa spaventasse realmente il milionario più talentuoso e chiacchierato d’America. Si rimproverò duramente per non averlo capito prima.
“Lei è una brava persona, Howard. Non deve temere nulla. Nessuno nasce già avvezzo alla cura dei figli: padri non si nasce, si diventa, Mr. Stark, e sono sicuro che lei sarà il migliore anche in questo campo”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, Mister Stark!

“Maria, coraggio, spinga”, fece Jarvis con un tono insolitamente calmo, data la movimentata circostanza. “Più forte, Maria, ancora più forte, su”. La donna, immersa in una pozza di sudore e lacrime, paonazza in volto, gridava a pieni polmoni e tentava di spingere fuori ciò che sentiva premere prepotentemente all’interno di lei. Il parto sarebbe stato ancora molto lungo, aveva ribadito il dottore, e Howard aveva già vomitato tre volte dall’inizio del travaglio e abbandonato la camera da letto, affidando a Jarvis l’arduo e infelice compito di assistere la moglie. “Signora Stark, so che può farcela. Spinga più forte, più forte”.
Maria sbottò di colpo, senza fiato. “Non chiamarmi in quel modo! E’ colpa di quel maledetto se sono finita qui!”
Maria gemette e ripeté sommessamente che non avrebbe resistito a tutto il dolore che stava provando.
“Oh, signora Stark, la smetta. Non faccia la debole e spinga, non perdiamo tempo!”.
Jarvis fulminò il dottore e l’ostetrica e bagnò nell’acqua fredda un fazzoletto da mettere sulla fronte ora pallida di Maria. Le strinse ancora più forte la mano e le sorrise delicatamente, pensando che presto avrebbe dovuto far lo stesso con lo sconvolto Mr. Stark.
“Pensi al meraviglioso bambino che è cresciuto dentro di lei per nove mesi e che non vede l’ora di vederla, Maria. Sia forte, so che può farcela”.
Maria gemette nuovamente e fissò il soffitto, stanca. Piangeva sia per l’inenarrabile sofferenza che le pervadeva tutto il corpo che per l’immensa dolcezza e comprensione del loro amato maggiordomo. Pensò che Anna fosse davvero una donna fortunata ad avere come marito Edwin. Si girò verso di lui e gli rivolse un sorriso sforzato, ma sincero.
“Grazie, Jarvis”, mormorò prima di riprendere a urlare e inspirare ed espirare ritmicamente.
La futura mamma aveva bisogno del proprio marito ed Edwin decise che era arrivato il momento di riportarlo da lei.

Quando Jarvis aprì la porta del bagno principale, trovò Howard inginocchiato al gabinetto, con la testa chinata e gli occhi chiusi. Aveva il colletto della camicia sbottonato e le maniche arrotolate fino al gomito mentre dava l’impressione che stesse vomitando budella e reni.
“Signor Stark, si ricomponga, per l’amor del Cielo! Un eroe americano come lei non può non assistere al parto del suo primogenito!”
Jarvis si inginocchiò appena e aiutò Howard a ricomporsi. Gli abbassò le maniche della camicia e gli venne naturale passare una mano sul tessuto per eliminare le pieghe che intaccavano la compostezza della figura di Mr. Stark. Gli abbottonò il colletto e ripeté il precedente gesto nel tentativo di ridare contegno a quello che sembrava un uomo sopravvissuto ad un omicidio degno di una pellicola di Hitchcock. Infine, posò entrambe le mani sulle spalle di Howard e, fissandolo negli occhi, gli disse:
“Maria ha bisogno di lei, suo figlio ha bisogno di lei. Non si faccia sottomettere dalla codardia, signor Stark”.
“Jarvis, ma hai visto …”
Edwin rafforzò la presa e avrebbe potuto rompergli una spalla, se avesse voluto.
“Sì, ho visto ed entrambi ne abbiamo viste di peggiori, signore. Si tratta della sua famiglia, la sua famiglia ha bisogno di lei, capisce?”
Edwin sentì tremare Howard sotto le sue mani quando pronunciò per ben due volte la parola famiglia e si rese conto di cosa spaventasse realmente il milionario più talentuoso e chiacchierato d’America. Si rimproverò duramente per non averlo capito prima.
“Lei è una brava persona, Howard. Non deve temere nulla. Nessuno nasce già avvezzo alla cura dei figli: padri non si nasce, si diventa, Mr. Stark, e sono sicuro che lei sarà il migliore anche in questo campo”.
Gli dedicò un caloroso sorriso e Howard lo abbracciò, facendo sprofondare la testa nella spalla del suo amico più fidato. Stentava a sentirsi meglio e più sicuro di sé, ma non c’era più tempo da perdere: suo figlio sarebbe potuto nascere da un minuto all’altro. Diede con spavalderia una pacca sul braccio del suo maggiordomo e batté le mani.
“Andiamo, Jarvis. Howard Stark Jr. ci aspetta!”, fece entusiasta.
Jarvis gettò gli occhi al cielo e sospirò, sollevato: ce l’aveva fatta.
Con la stessa delicatezza di un pachiderma, Howard spalancò la porta della camera da letto e si precipitò al fianco di una Maria totalmente esausta. Per lo spavento dovuto alla sua irruente entrata, il dottore aveva imprecato in modo piuttosto volgare e l’ostetrica aveva dovuto sedersi un attimo per evitare di accasciarsi al suolo.
“Per l’amor di Dio, è questo il modo di entrare durante un parto?! Un po’ di rispetto, maledizione, sono un professionista, io!”, gridò il dottore con una certa dose di arroganza.
Howard li guardò sconcertato.
“Signori, non vi ho mica pagato per dare spettacolo o riposarvi! Al lavoro, su! Mio figlio deve nascere al più presto!”
L’equipe medica, allora, riprese a seguire quello che sembrava essere un interminabile parto.
“Grazie per essere qui, Howard”, riuscì a sussurrare Maria all’orecchio del marito.
Quest’ultimo le strinse la mano e le baciò la fronte, un piccolo gesto colmo d’amore.
“Non è me che devi ringraziare”, rispose Howard cercando con lo sguardo Jarvis che stava al di fuori della porta.
“Signora Stark, glielo giuro: un ultimo sforzo e vostro figlio sarà finalmente nato”.
Maria spinse con tutta la forza che possedeva e crebbe di essersi sforzata talmente tanto da aver squartato il suo corpo in due. Chiuse gli occhi e abbandonò ciò che la circondava per una frazione di secondo, fino a quando non fu il pianto assordante di un bambino – del loro bambino – a ricomporla interamente.
“È un maschio, signori Stark. Un maschio sano e forte, come il padre”.
Howard pensò che sarebbe svenuto e invece si ritrovò a correre per chiamare a gran voce Jarvis, che se ne stava ansiosamente seduto in fondo al corridoio.
“Signor Stark, ho sentito piangere!”
“Oh, Jarvis, amico mio! È nato mio figlio, mio figlio!”
Howard saltò addosso ad un confuso ed emozionato Edwin che non poté far altro che accoglierlo nuovamente tra le braccia.
“Oh, amico, sono così felice! Ma che dico felice! Sono al settimo cielo!”, gridò Howard senza prendere fiato per un secondo. “È nata la mia migliore creazione, Jarvis”, terminò lasciando correre delle selvagge lacrime sulle guance arrossate.
“Oh, signor Stark …”, fece Jarvis tendendogli un fazzoletto di stoffa e asciugandosi le lacrime di commozione che gli erano scappate.






Note: Dato che un episodio del genere non me lo farebbero mai vedere, ho dovuto inventarmelo da sola u.u
   
 
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