Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Meg Explosion    02/04/2015    1 recensioni
"Eppure Erwin sa e riconosce che la freddezza negli occhi di grigi di Levi è data da qualcosa di più profondo del suo passato, è una tristezza innata, una angoscia che ha preso vita lo stesso giorno in cui è nato.
Sa che alla fine Levi si nasconderà per sempre dietro la nebbia."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Irvin, Smith, Mike, Zakarius, Petra, Ral
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Nebbia. 

Cala la nebbia,
ma il cuore sente ciò che
l’occhio non vede.
(haikuitaly, Twitter)














Era una notte strana, la nebbia era fitta e Erwin, a quei tempi un undicenne, aveva perduto la via di casa.
Era andato a festeggiare il compleanno di un suo caro amico, Mike, ma si era  rifiutato di restare a dormire a casa sua, era di animo nobile e non sopportava l’idea di dover scomodare qualcuno; non chiamò nemmeno a casa sua dato che sapeva che sua madre era ormai addormentata.
-Non si preoccuppi signora, so la via di casa- rassicurò la madre di Mike. Con un sorriso e una carezza, la signora lo accompagnò fino alla fine della strada.
Era tutto buio però, tutto troppo scuro;  così Erwin si perse.
Passava per una via sconosciuta, sentiva delle voci che afferravano la sua attenzione e lo terrorizzavano, portandolo a temere persino di aprire gli occhi.
Le sue paure si materializzarono quando sentì un respiro affannosso sul suo collo.
-Cosa ci fai qui, piccolo?-
Era una voce rauca, da vecchio; poi questo uomo gli toccò il collo e le mani erano callose, ruvide, quasi da parire carta vetrata.
-Mi lasci, la prego- cercò di dire Erwin.
-Hai qualche soldo in tasca?-
Erwin mise le mani nelle tasche dei pantaloni, ma prima che potesse prendere ciò che cercava, il vecchio dietro di lui urlò e cadde a terra. Erwin girò il suo capo con uno scatto repentino e vide due occhi di ghiaccio che brillavano nella nebbia.
-Stavi per dargli i soldi? Stupido- dissè il ragazzo che aveva evidentemente tirato un masso sulla testa del vecchio. Erwin, senza dire nulla, estrasse dalla sua tasca un coltellino svizzero. Il ragazzo rise tirando un calcio alla schiena del vecchio.
-Saresti stato capace di affondare quel coso dentro la carne di questo essere disgustoso?- sputò.
-Se necessario, sì, l’avrei fatto-
-Cosa ci fai qui? Mi sembri un riccone del cazzo-
-Sto tornado a casa, mi sono perso- Erwin chiuse il coltellino e lo rimise in tasca, facendo capire al ragazzo che non gli avrebbe fatto del male.
-Io sono Levi, se vuoi venire a casa mia a chiamare la tua mammina ti posso fare strada-
-Io sono Erwin e non mi serve nessun aiuto, grazie-
-Ti serve invece. Senti, ti do il mio telefono così chiami e ti togli da questo posto-
Erwin guardò a terra mentre Levi prese dal taschino interno del giubbotto il cellulare.
-Secondo te è morto?- disse Erwin riferendosi al vecchio, ancora a terra.
-Che cazzo me ne frega, è un pedofilo drogato che ha ferito tanti bambini, credo che sia più che giusto che muoia per mani di un bambino-
Levi sembrava indifferente a tutto, cambiò espressione solo quando il sangue del vecchio avanzò fino ad arrivare alle sue scarpe.
-Levi, non dovremmo lasciarlo qui-
-Ho detto che non me ne frega una beata minchia. Ho i guanti, di qui passa tanta gente, la polizia non lo scoprirà mai e se mai lo facesse mi ringrazzierebbero-
Erwin rimase ipnotizzato dal modo di atteggiarsi di quel ragazzo che sembrava avere la sua stessa età, si muoveva così graziosamente eppure aveva la morte nei suoi occhi.
-Passami il telefono- disse Erwin. Levi porse il suo cellulare ad Erwin che digitò subito il numero e aspetto poco più di trenta secondi perché sua madre gli risponda.
-Mamma, resto a dormire con Mike, torno domani mattina, ti voglio bene-
Levi sogghignò e si avvicinò ad Erwin.
-Sei uno stupido coglione,Erwin-
-Quanti anni hai?-
-Ne ho undici-
-Non dovresti usare queste parolacce-
Levi mise una mano sulla spalla di Erwin.
-Vuoi conoscere questo postaccio?-  chiese Levi. Erwin annuì.
 









6 anni dopo.
 
-Mamma! Vado a studiare da Hanji in biblioteca!- urla Erwin a sua madre dalla porta di casa.
-Va bene amore!- risponde lei.
Erwin non sta andando in biblioteca
 
-Haji, quando inizia il concerto?- chiede Erwin stringendo la cintura di sicurezza dato che Hanji guida come un ubriaco.
-Il concerto alle nove, ma il tuo ragazzo ha detto di essere lì per le sette, gli servoo le tue braccia mostruose per caricare le varie cose sul palco-
-Levi. Non. E’. Il. Mio. Ragazzo-
-Va bene, va bene. Comuque stasera il cantante non c’è, non è che per caso veniamo a scoprire che tu sappia canatare da Dio e salverai la serata?-
Erwin si mise a ridere stonando qualche nota di una qualche canzone dei Nirvana.
-Sai, brutto scemo che non sei altro, sarai pure un fighetto riccone, ma cazzo se hai buoni gusti in musica-
-Parli come Levi, Hanji-
Hanji accende la radio e la voce di P!nk arriva a pieno volume ai timpani di Erwin.
-So so what! I’m still a rockstar!- canta Hanji ridendo e alzando ancora di più il volume.
Dopo cinque minuti i due si trovano sulla strada in cui abita Mike e Erwin rivive quella sera nebbiosa in cui sei anni prima ci furono dei grandi cambiamenti nella sua vita. Cambiamenti subdoli, portati dalla stessa nebbia, la quale regnava nel cuore di quell’undicenne di nome Levi, che uccise un uomo e non ebbe mai rimorsi e visse la sua vita come nulla fosse.

Eppure Erwin sa e riconosce che la freddezza negli occhi di grigi di Levi è data da qualcosa di più profondo del suo passato, è una tristezza innata, una angoscia che ha preso vita lo stesso giorno in cui è nato.
Sa che alla fine Levi si nasconderà per sempre dietro la nebbia, lasciando che gli altri vedano solo la sua ombra, lasciando a tutti una sensazione di mistero e la certezza che non scopriranno mai chi è veramente quella figura oscurata.
Erwin però sente di avvicinarsi ogni secondo di più a Levi. Quando quest’ultimo gli presta il disinfettante ovunque lui vada, quando gli si avvicina e in silenzio, si mette a leggere un libro con la testa sulle sue cosce; quando le chiamate su Skype finalizzate a commentare un film, un romanzo, una seria tv, durano ore.
Non c’è un modo di definire l’amicizia, è qualcosa che ognuno vive a modo suo; può essere il diventare essenziali l’uno per l’altro, e può essere anche la semplice consapevolezza che non importa quante poche parole vengano dette tra i due, quante piccole cose vengano fatte, ma l’uno sarà sempre pronto ad aiutare l’altro.
Dieci minuti dopo eccoli lì, davanti ad un bar che sembra più un bordello, con il sudore provocato dal caldo che il sole cocente di luglio porta. Erwin si toglie la camicia e si mette la maglia della band di Levi, i “Scouting Legion”,che hanno come stemma delle ali blu e grigie.
Levi suona il basso, Petra è alla batteria e Mike alla chitarra.  Da due giorni avevano anche un cantante, ma ha mollato; troppo stress dicono.



-Erwin! Aiutaci per favore!- urla Petra da un camioncino bianco.
Così Erwin va dietro la macchina ufficiale degli Scouting Legion, apre le porte e si ritrova Levi a gambe incrociate, ghigno stampato in faccia, sigaretta in mano e fumo che esce dalla bocca.
-Tu non fumi Levi-
-Ho letto i tuoi appunti, cretino. Sto facendo uscire la nebbia dal mio cuore-
Erwin viene preso per la nuca e avvicinato al viso di Levi.
-Cosa vuoi fare, Levi?-
-Sono sei fottuti anni che ti guardo e vedo un ragazzo forte, le spalle che vedo reggono il peso del mondo e io ti giuro che è da quando ti ho visto la prima volta che voglio solo fare questo…-
così Levi succhia il labbro superiore di Erwin con indecisione, facendolo sembrare un bacio.
-Tu sei intelligente, bello, forte e ottieni quello che ti serve lavorando. Non meriti di stare con me, non meriti di vivere con qualcuno che può darti solo amore. L’amore non è nulla in compenso a quello che tu puoi darmi, però io ti voglio-
Levi avvicina di nuovo le sue labbra a quelle di Erwin.
-Oggi canto io, mi hanno costretto. Sarò al centro di tutto. Necessito di mettere la mia vita apposto. Ho scritto una canzone, ho comprato questi guanti neri con le borchie. Uscirò dagli schemi, Erwin. Quando scenderò dal palco voglio che tu mi porti in un posto tranquillo e mi stringa forte dopo esserti disinfettato-
Erwin annuisce, sorridendo e mettendo le sue mani intorno alla vita di Levi.
-Certo- risponde –ma devi smettere di fumare, scemo-.
 


Alla fine la nebbia non resta per sempre.














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Questa fanfiction è nata dall'idea della mia ragazza che ha pensato: "Ehi,scriviamo una ff con prompt nebbia e con Erwin e Levi e vediamo cosa ne viene fuori!"
beh, forse non è andata esattamente così, ma in sintesi sì xD
Recensite e ditemi come vi sembra, grazie mille *////*
Meg.
  
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