Dicono che l'amicizia sia un qualcosa che, se stretto con le persone giuste, possa durare anche tutta la vita.
Beh,invece,non
è sempre così.
Prova
ne è il fatto che,da ormai un anno il mio migliore amico
Hiroto
Kiyama non faccia altro che ignorarmi: alla fine delle lezioni esce
sempre per primo, non sta più con me nell'intervallo ,
ignora quasi
sempre i miei messaggi e i miei inviti a uscire fuori. Sinceramente
non ho idea del perchè di questo suo comportamento, non
credo di
avergli mai fatto niente di male, non abbiamo mai litigato
né avuto
problemi di altro tipo, eppure lui continua ad allontanarsi e a
rovinare la nostra amicizia facendomi stare male ogni giorno.
La
cosa più deprimente è che non si comporta
così con tutti, anzi, lo
fa solo con me; se per esempio scrivo sul gruppo della classe lui o
non mi risponde oppure esce dalla conversazione, e questo suo
atteggiamento ha fatto insospettire anche i miei compagni che ora
pensano che ci sia qualche problema con me e tutti loro hanno
iniziato ad ignorarmi,perchè, ovviamente, vogliono stare
dalla parte
del ragazzo più popolare.
Già,
perchè io non lo sono minimamente, ahimè sono
timido e ho comunque
un carattere più mite del signor Kiyama, che da quando
è cresciuto
è cambiato parecchio ed è diventato una specie di
galletto
riuscendo così a conquistare le simpatie di molti ragazzi e
l'ammirazione delle ragazze, inutile dire che viene considerato uno
dei ragazzi più belli della scuola,trattengo
una smorfia al
solo pensarci.
La campanella mi distrae dalle mie solite riflessioni, facendomi notare che è ora di tornare a casa. Rimetto i libri di italiano e l'astuccio nello zaino e,dopo essermi messo le cuffie esco dall'aula dicendo un sonoro “arrivederci prof” che forse non è stato sentito per colpa del baccano prodotto dalle ammiratrici e dagli amici di Hiroto che si sono subito fiondati in classe.
Cerco
di sbrigarmi a raggiungere l'uscita, quando mi accorgo che,
stranamente Hiroto è dietro di me e non è con il
suo solito
gruppetto di deficienti. Bah, meglio allungare il passo,non ho voglia
né di vederlo né di parlargli, anche
perchè non abbiamo più nulla
da dirci: lui si è allontanato di sua spontanea
volontà,ho cercato
di trattenerlo, mi sono anche reso ridicolo, ma a lui non è
importato e ha continuato ad andare avanti per la sua strada. La
nostra amicizia adesso non esiste più, quindi,
può anche andarsene
al diavolo.
“Saremo
per sempre insieme,non ti abbandonerò mai!!”,
ricordo ancora quel
giovane ed ingenuo bambino rossiccio che me lo disse in quella
giornata piovosa, stringendomi la mano sotto le coperte.
Già,
bei tempi quelli, ma la realtà è un'altra.
Sono
arrivato all'incrocio dove si trova casa sua ed ho svoltato l'angolo,
eppure sento ancora echeggiare i suoi passi dietro di me, adesso mi
ha davvero stufato.
“Si
può sapere che diavolo vuoi? Hai finito di
seguirmi?” mi giro
scocciato, cogliendolo alla sprovvista.
“Non
ti stavo seguendo, andavo a casa” lo vedo mettersi una mano
dietro
la testa, lo fa sempre quando mente.
“Peccato
che casa tua l'abbiamo superata cinque minuti fa” gli dico
incrociando le braccia al petto, sto iniziando ad innervosirmi.
“Mido-ah,
io volevo solo parlarti” parte con aria colpevole.
“Ah,
no, mi spiace, ho da fare. Ciao” tsk, crede davvero che dopo
un
anno mi basteranno delle sue stupide scuse per perdonarlo?
“No
ti prego aspetta.... io ti chiedo scusa, ma questo tempo mi
è
servito per fare chiarezza nei miei sentimenti. Mi dispiace di averti
ferito”
“Su
questo hai ragione, anche io ho fatto chiarezza,
come la
chiami tu. Buona giornata”
Ammetto
che avrei scommesso che se ne sarebbe andato, come sempre del resto,
però non avrei mai pensato di ritrovarmi sbattuto contro un
muro in
una stradina deserta.
“Ma
sei impazzito?! Lasciami stare!”
“Smettila
di ignorarmi, ascoltami!” urla anche lui stringendomi
ulteriormente
i polsi.
“Ma
che stai dicendo? Ti è dato di volte il cervello?! Sei tu
che da un
maledetto anno non fai altro che allontanarti! Dov'è finito
quel
ragazzo che mi voleva bene e che mi ha anche promesso che sarebbe
stato sempre con me?” l'ultima frase diventa un sussurro e
sinceramente non so se lui l'abbia sentita, ma tanto non cambierebbe
niente.
“Lui
è qui, io sono qui” sussurra anche lui
avvicinandosi leggermente a
me
“No..tu
non sei più lui.. a dire la verità non so
più neanche chi sei. Se
un tempo mi avessero chiesto cosa ti piaceva fare sarei stato certo
della risposta, invece ora non so più niente di te...dai,
lasciami
in pace, Hiroto, finiamola con questa storia, continua ad andare
sulla tua strada, io andrò sulla mia. Ciao” chiudo
il discorso
alzando il viso, facendogli un sorriso e guardandolo negli occhi, ma
ripensandoci ora avrei fatto meglio ad andarmene semplicemente.
Purtroppo per me, noto che lui si avvicina sempre di più al
mio viso
e che non fa altro che guardarmi le labbra......se crede che gli
permetterò di prendersi anche il mio primo bacio
può scordarselo!
Provo a muovere le mani, ma visto che sono ancora bloccate decido di
optare per una soluzione più violenta, così gli
tiro una
ginocchiata in un bel posto.
Sento
immediatamente la presa farsi nulla e cerco di liberarmi velocemente
mentre lui si accascia per terra, mi dispiace un po per quello che ho
fatto, visto che neanche io sarei tanto contento a ricevere un colpo,
però adesso aveva iniziato ad esagerare lui e le sue stupide
manie
di grandezza. Maledizione, mi sono anche diventati gli occhi lucidi e
non voglio più piangere per queste cavolate.
Mentre
sento il mio nome venire urlato, inizio a correre, senza
però
guardare la strada. Grosso errore.
Se
mai qualcuno mi avesse detto che sarei finito sotto un camion
probabilmente gli avrei riso in faccia, dicendo che no, non sarei
morto in quel modo, che prima avrei vissuto la mia vita e che non
me ne sarei andato per una cosa così banale. Beh, a quanto
pare
dovrei rivalutare le mie idee.
Inutile
dire che non riesco a muovermi, l'unica cosa che riesco a fare
è
guardare il veicolo avvicinarsi e sentire un
“Attento!” urlato da
una voce che di sicuro non è quella di Hiroto.
Chiudo
gli occhi.
L'impatto
è, sinceramente, meno doloroso di quello che mi aspettavo ed
inoltre
sento anche qualcosa di pesante sullo stomaco. Mi decido a riaprire
gli occhi e vedo sopra di me un ragazzo dai capelli marroni e gli
occhi azzurri....cioè definirli solo azzurri è un
eufemismo dato
che mi sembra di specchiarmi in un limpido oceano di cristallo
illuminato dai raggi del sole.
“.....e
così saresti tu il mio Tanmoku
Ki?”
gli dico in un sussurro, non volendo interrompere il momento.
Lui
mi guarda sorpreso, poi sorride “No, mi dispiace, sei ancora
vivo.
Credevo di essere l'unico a conoscere Spirict Pact. Piuttosto, stai
bene?” replica poi assumendo un' espressione preoccupata.
“A
parte qualche dolore a schiena e gambe sto benissimo. Poteva andarmi
molto peggio”
“Già,
sono contento di essere arrivato in tempo. Dai, ti aiuto ad
alzarti”
e mentre finisce di pronunciare la frase si alza e mi porge una mano
che afferro subito. Evidentemente, però, sono ancora un po
stordito
da quello che è successo e gli finisco addosso; mi sarei
aspettato
che mi scansasse, invece mi avvolge la vita con le sue braccia e mi
spinge ancora di più verso di lui.
“Ah....ecco
io..” mormoro, sentendomi bruciare le guance.
“Devi
esserti spaventato parecchio, stai tremando” dice mentre mi
posa un
bacio tra i capelli.
“Midorikawa!”
l'urlo di Hiroto mi spaventa e trasalisco di nuovo, avvolgendo a mia
volta le braccia intorno alla schiena del mio salvatore, lo sento
ridacchiare mentre mi da un altro bacio.
“Tranquillo,
ci sono io con te, non lascerò che ti accada
niente”
“Midorikawa!
Stai bene?!” ecco che urla di nuovo, strizzo gli occhi, sta
iniziando a essere davvero fastidioso.
“Puoi
stare zitto? Stai iniziando a rompere con tutto questo urlare”
“Che
cosa?! Come ti permetti?”
Sento
un verso scocciato uscire dalla bocca del ragazzo moro, mentre gli
rifila un' occhiataccia “Smettila di urlare ti ho
detto”
ribadisce con voce calma, poi si rivolge a me “Mi dispiace,
ma ora
devo andare, non vorrei neanche io lasciarti con questo bifolco, ma
sono costretto”
Sorrido
alla parola bifolco e lo guardo negli occhi “Non devi
preoccuparti,
hai fatto tantissimo per me oggi, grazie di tutto. Avrò
ancora la
possibilità di vederti, mio salvatore?”
“Hey,
attento che così nutri troppo il mio ego. Tranquillo, ci
vedremo
prima di quanto immagini, te lo prometto. Ciao mio Keika”
dice
dandomi stavolta un bacio sulla guancia. Si allontana salutandomi con
la mano e facendomi l'occhiolino mentre io resto come un deficiente
ad osservarlo allontanarsi, con un sorriso da ebete in faccia.
Inizio
a correre verso casa, ignorando completamente i dolori e sopratutto
ignorando Hiroto, che mi chiede di fermarmi. Arrivato a casa cerco di
non dire niente ai miei perchè non voglio farli preoccupare
inutilmente, ma mia madre, ovviamente si accorge dei pantaloni
graffiati e, dopo aver iniziato a piangere e blaterato cose come
“
Il mio povero bambino” mi medica, sotto lo sguardo rassegnato
di
mio padre verso il comportamento della moglie.
Il
giorno dopo vado a scuola peggio di una mummia, mi ritrovo
completamente pieno di bende, ne ho una legata in vita, alla
caviglia, al polso destro e al braccio sinistro. Inutile dire che
attraggo tutta l'attenzione su di me, e vedo i miei compagni iniziare
a bisbigliare tra di loro. Fantastico.
Il
suono della campanella e l'entrata in scena della prof di italiano
con il suo potentissimo “Buongiorno giovani!” fa
tremare i vetri
e mette anche a tacere tutto il loro vociare.
“Bene
giovani, allora, credo che voi sappiate che da oggi avrete un nuovo
compagno” si ferma e guarda i volti perplessi della classe
“O
forse no” aggiunge girandosi poi verso la porta
“Prego carissimo,
entri pure, venga e si presenti” dice facendo un cenno.
Diciamo
che mi è servito un po di tempo per collegare bene quello
che stavo
vedendo. Oltre agli urletti da parte di alcune mie compagne anche il
mio stupore e la mia improvvisa tachicardia non mi permettono di
focalizzarmi bene sul ragazzo entrato in aula. Lo osservo con gli
occhi sgranati per poi sorridere, cosa che fa anche lui dopo avermi
notato.
“Ciao,
mi chiamo Hiromu Miura e ho 15 anni, molto piacere” dice con
voce
suadente, provocando ancora nuovi sghignazzi da parte delle ragazze
alle quali sicuramente inizierà a cadere anche la bava tra
un po se
non la smettono.
“Bene,
carissimo vada a sedersi vicino a-” inizia la prof, ma lui la
interrompe “Professoressa posso chiederle di sedermi vicino
al mio
Keika?” domanda indicandomi, e in quel momento inizio a
sentire
sospiri delusi da parte delle ragazze.
“Ah,
le dico solo che il ragazzo si chiama Midorikawa Ryuuji, non come il
protagonista di Spirict Pact, comunque il posto è libero,
vada”
replica lei.
Sia
io che Miura rimaniamo sorpresi ma lei parte subito in una risata e
gli da una pacca sulla spalla “Bene, giovani, allora oggi
interroghiamo.... il signor Anzai! Prego, venga alla lavagna”
enuncia, e sento una bestemmia uscire dalla bocca del signor
Anzai.
Ovviamente deve averlo sentito, anche perchè l'ha detta a
voce
abbastanza alta .
“Scusi, come
ha detto? C'è qualche problema?” domanda
immediatamente, guardando
con sfida Anzai
“Nono,
prof, arrivo subito”
Intanto
Miura è arrivato al mio banco e si è seduto
vicino a me. “Non
avrei mai pensato di incontrare una prof che guarda anime
yaoi”
dice subito ridendo “Non dirlo a me” gli do subito
corda anche
io.
“Allora
non scherzavi quando dicevi che ci saremmo visti presto”
domando
dopo un po, ammetto che non ci avevo creduto davvero
“No,
minimamente, io mantengo sempre le mie promesse” finisce lui
sorridendo e mi da un bacio sulla guancia.
“Credo
però che faremmo meglio a stare zitti altrimenti non
riuscirò a
mantenerla ancora per molto” esclama ad un certo punto
sorridendo.
“E
perchè?” parlo d'impulso sentendo un moto di
delusione pervadermi
improvvisamente. “Perchè la prof fra un po mi
uccide se non smetto
di parlare”
Seguendo
il suo sguardo noto che la Saito guarda nella nostra direzione "Ah"
decido quindi che è meglio fare silenzio se non voglio
trovarmi dalla
preside.
Accidentalmente
mi cade lo sguardo su Hiroto e noto che ci sta guardando parecchio
male. Bah, chissà cosa vorrà adesso.