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Autore: zaynseyes_    03/04/2015    1 recensioni
"Certo, lei la mia bambina. Giusto?" disse dolcemente Zayn.
Diventai tutta rossa in viso. Non ero abituata ai complimenti, soprattutto da parte dei ragazzi.
E poi Zayn sapeva l'effetto che mi faceva e si divertiva a stuzzicarmi e vedermi arrossire.
"Certo che no" dissi facendogli la linguaccia.
Ed io amavo non dargliela vinta.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo una vita pressoché perfetta: possedevo una casa nel centro di Londra, frequentavo l'università, avevo una macchina e dei fantastici amici.

Chi l'avrebbe mai detto che una ragazzina come me sarebbe riuscita ad arrivare fino a questo punto?

Anche se non era stato di certo una passeggiata: avevo dovuto fare un sacco di sacrifici e affrontare un sacco di difficoltà per arrivare a dove ero adesso.

Fortunatamente, grazie ai miei migliori amici quegli anni diventarono più sopportabili e di certo più divertenti.

Oggi li avevo invitati a casa mia perché..beh, perché mi mancavano.

Insomma distavano ben dieci minuti da casa mia, non era una cosa da sottovalutare, assolutamente no.

"Cassandra, ma dove sei finita?"

Sobbalzai e mi affrettai a rispondere "Arrivo, arrivo". A quanto pare erano già arrivati ed avevano aperto la porta di casa con la chiave di riserva, che gli avevo regalato un paio di anni fa. Il più grande errore della mia vita.

Adesso ero chiusa in bagno a sistemarmi i capelli. Volevo essere almeno presentabile per loro, in fondo ero pur sempre una ragazza.

Aprì la porta e mi ritrovai davanti Lucas, il biondino che faceva cadere ai piedi tutte le ragazze che incontrava. Occhi verdi, pelle chiara, abbastanza muscoloso, simpatico e divertente. Ah, e stronzo. Lucas era il tipo da una botta e via e odiava le relazioni.

Tutto questo perché circa tre anni fa ebbe una relazione a distanza con una ragazza e questa dopo un paio di mesi lo tradì con il primo che le fece la corte. Inutile dire che Lucas non la prese per niente bene e passò mesi e mesi a disperarsi e capire perché l'avesse fatto. Alla fine se ne uscì con un "le ragazze sono solo delle stronze" e adesso lui le ricambia con la stessa moneta.

Alla lista aggiungerei anche 'imbecille'.

"Ti sono mancata, pasticcino?" dissi con un sorriso sbilenco, alludendo al fatto che ci eravamo già incontrati un paio di ore fa.

"Non sai quanto, zuccherino" rispose lui ironicamente. Si avvicinò e mi strinse a sè. Il suo profumo mi entrò nelle narici, forte e deciso.

"Ma quanto cavolo di profumo ti sei messo addosso?" dissi, allontanandomi e facendo una faccia disgustata.

"Ehi, non ne ho messo tanto. E poi non sapevi che un buon profumo attira sempre le belle ragazze?" disse maliziosamente.

"Si, ma così le uccidi tutte" risposi ridendo.

"Chi uccide chi?"

Mi voltai, riconoscendo subito a chi apparteneva quella voce.

"Zaaaay" quasi gridai correndo verso di lui. Lui aprì le braccia e mi accolse tra di esse, tenendomi stretta a sè.

"Ciao, Cassy" rispose lui allontanandomi un pò e regalandomi un'enorme sorriso.

Era da quasi tre mesi che non lo vedevo e non avrei mai pensato che oggi sarebbe venuto anche lui. Aveva deciso di passare le vacanze estive a Bradford e perciò, a parte quelle rare chiamate su Skype, non ci eravamo potuti vedere.

"Mi sei mancato tantissimo" dissi, guardandolo nei suoi enormi occhi color cioccolato.

"Anche tu, piccola" disse lui, continuando a guardarmi con quei suoi occhi profondi e intensi.

"Quando sei tornato?" gli chiesi curiosamente.

"Pochi giorni fa. Solo Lucas lo sapeva. Oggi mentre ero a casa a guardare un pò di tv, mi ha inviato un messaggio con su scritto che tu lo avevi invitato a casa tua e così..." rispose facendo spallucce.

Spalancai gli occhi, indignata "E perchè non mi hai detto nulla del fatto che fossi già arrivato a Londra? Bell'amico che sei" dissi, incrociando le braccia al petto.

Lui alzò gli occhi al cielo "Volevo solo fare una sorpresa alla mia migliore amica"

Arrossì un pò e puntai lo sguardo sul mobile di legno accanto a me, non guardandolo in faccia "Non ti credo"

Vidi con la coda dell'occhio che si avvicinava a me, con lo sguardo fisso sul mio viso.

Poi all'improvviso mi sentì stringere tra le sue braccia e mi ritrovai schiacciata al suo petto. La sua bocca si avvicinò al mio orecchio e sussurrò "Sono serio, Cassandra. Volevo solo farti una sorpresa, non essere così permalosa" concluse, con un ghigno stampato sul viso.

Mi sentì pervadere da mille brividi lungo le braccia e la schiena. Stupido Zayn.

"Ehm, se volete io tolgo il disturbo e ritorno in cucina. Magari trovo pure qualcosa da mangiare..." affermò Lucas.

Mi allontanai definitivamente da Zayn, arrossendo un pò, e rivolgendo la mia attenzione a quel deficiente.

"Sei un idiota, Lucas. E no, non ti farò mangiare nessuno del mio cibo spazzatura che ho sparso in giro per la casa" dissi, incrociando le braccia al petto, facendo il broncio.

Lui alzò gli occhi al cielo "Eddai, non fare la stronza," vedendo che così peggiorava solo la situazione aggiunse un "per favore"

Sorrisi compiaciuta e annuì, facendolo saltellare sul posto. Dio, che idiota.

Ci dirigemmo in cucina e quasi mi prese un colpo quando vidi Elisabeth con in mano un pacco di patatine mentre le sgranocchiava in tutta tranquillità. Insomma, almeno salutare la propria amica e avvertirla di essere in cucina no, eh?

"Fai come se fossi a casa tua, nessun problema" dissi, roteando gli occhi e sedendomi sulla sedia del tavolo.

"Sapevo che avresti risposto così, per questo mi sono già servita da sola" rispose continuando a mangiare come se nulla fosse.

"Maledetto quel giorno in cui vi ho regalato quelle dannate chiavi" borbottai prendendomi la testa fra le mani.

"Cassandra, ma tu ci ami" disse Zayn, con fare ovvio, abbracciandomi da dietro.

"Siete degli stronzi opportunisti" dissi continuando la farsa, cercando di nascondere un sorriso.

"Ouch, così ferisci i nostri sentimenti" rispose Lucas, aprendo il frigorifero e afferrando una bottiglia di Coca-Cola, versandosela poi in un bicchiere di plastica.

Sospirai. Solo io potevo scegliere degli amici così.

"Fate come volete. Sto incominciando a pensare che venite qui solo per consumare tutto il cibo della mia dispensa" dissi pensierosa, mettendomi un dito sul mento e stringendo gli occhi.

"Nah, in realtà veniamo qui per combattere la noia" disse Elisabeth. Gliel'avrei fatta pagare prima o poi a quella ragazza.

Ci furono un paio di minuti di piacevole silenzio, interrotto poi dalle leggere chiacchiere di Zayn e Lucas.

Elisabeth sembrò risvegliarsi dal suo stato di dormiveglia ed esclamò ad alta voce "Ah, quasi dimenticavo! Com'è andata con quel ragazzo? Samuel, o come cavolo si chiamava" che attirò l'attenzione dei ragazzi.

"Intendi Simon?" dissi arrossendo.

"Si si, quello" rispose lei, annuendo e rivolgendo tutta la sua attenzione a me invece che al pacchetto di patatine che aveva tra le mani.

"Beh, diciamo che per un paio di settimane è andata bene" dissi, guardando un punto fisso sul tavolo per l'imbarazzo.

Raccontare delle mie storie o dei miei fidanzamenti era una cosa che odiavo, specialmente davanti a tutti, e per tutti intendevo Zayn. Lui era molto protettivo nei miei confronti.

"Stavi frequentando un ragazzo e non mi hai detto nulla?" disse infatti quest'ultimo, sembrando sconvolto.

"S-si, ma non era un qualcosa di serio, insomma" dissi balbettando. Odiavo anche nascondere qualcosa ai miei amici, ma non volevo che si preoccupassero.

"Dovevi dircelo, Cassandra. Poteva succedere qualcosa e...noi non avremmo potuto fare niente" disse Lucas. Quando mi chiamava con il mio nome intero, significava che la conversazione si stava facendo seria.

"Ma non è successo." dissi stizzita "Non è mai successo nulla e voi mi tenete sempre sotto una campana di vetro ad assicurarvi che nessuno mi si avvicini. Ho solo fatto quello che fanno le ragazze della mia età, ovvero divertirmi"

Vidi la mascella contratta di Zayn e lo sguardo fisso su di me di Lucas. Sapevo che forse avrei dovuto avvertirli o almeno accennare loro qualcosa, ma non volevo essere trattata come una bambina.

Era passato un anno dalla fine della mia ultima, disastrosa, relazione e adesso volevo solo andare avanti. Era vero, poteva andare in maniera diversa se Lucas ed Elisabeth non fossero entrati in tempo a casa mia, quel giorno. Zayn non era potuto venire insieme agli altri e quando gli avevano raccontato (nonostante le mie numerose insistenze sul non dirgli nulla) cosa stava per succedere nel momento in cui erano entrati in casa, stava per dare di matto.

Proprio per questo adesso volevo godermi la vita e scegliere con più attenzione le mie relazioni, anche se questo poteva comportare degli sbagli.

Anche se dovevo ammettere che Simon non era certo uno stinco di santo, specialmente quando si ubriacava, che diventata leggermente violento. Ma questo non glielo avrei mai detto a loro perchè non c'era niente di cui preoccuparsi. Potevo riuscire benissimo a gestire tutto.

"Cassandra, sei stata un incosciente. E la prossima volta voglio essere avvertito. Non mi importa se è una relazione da una botta e via o una più seria, voglio saperlo" disse duramente Zayn, guardandomi in viso. L'aria si faceva più pesante e Lucas pensò bene di alleggerirla. A modo suo, ovviamente.

"Però se ti metti con me non c'è bisogno che glielo dici a Zayn, tanto io ti tratterei sempre come una principessa, biscottino." affermò, facendomi l'occhiolino "Okay, nonostante mi piacerebbe che approfondissimo la nostra conoscenza, per la mia salute fisica forse è meglio non rischiare" aggiunse poi, vedendo l'occhiataccia di Zayn.

"Hai detto bene, idiota" rispose il moro, alzando gli occhi al cielo e distogliendo lo sguardo dal suo.

"Almeno ti sei divertita?" chiese maliziosamente Lucas.

"Smettila, coglione che non sei altro" rispose ancora una volta il moro.

"Protettivo?" alzò un sopracciglio il biondo.

"Certo, lei la mia bambina. Giusto?" disse dolcemente Zayn. Quel ragazzo cambiava umore troppo velocemente.

Diventai tutta rossa in viso. Non ero abituata ai complimenti, soprattutto da parte dei ragazzi.

E poi Zayn sapeva l'effetto che mi faceva e si divertiva a stuzzicarmi e vedermi arrossire.

"Certo che no" dissi facendogli la linguaccia.

Ed io amavo non dargliela vinta.

Fece quel sorriso che mi piaceva tanto, quello con la lingua fra i denti. Zayn rimaneva comunque il più bel ragazzo che avessi mai conosciuto.

"Ragazzi, che ne dite di farci un giro in centro?" disse Elisabeth mangiando l'ultima patatina del pacchetto "Ha da tanto che non usciamo tutti e quattro insieme" affermò infine, soddisfatta della sua splendida idea.

"Si, dai, per me va bene" risposi, facendo spallucce.

"Ci sto. Questa casa è troppo soffocante per me" affermò Lucas.

"Si certo, però quando c'è di mezzo il cibo, sei il primo a correre qui" dissi, alzando entrambe le sopracciglia e facendo quella faccia da 'mi sta prendendo in giro?'

Lui di tutta risposta, agitò la mano con noncuranza.

Ci avviammo verso la porta e, dopo aver chiuso a chiave, scendemmo le scale per dirigerci fuori dal palazzetto dove abitavo.

Oggi era una splendida giornata di sole, con nuvole sparse qua e là e un leggero venticello a farci compagnia. Per essere nella città di Londra, direi che era una giornata stranamente perfetta per una passeggiata.

Camminammo a coppie: i ragazzi dietro ed io e Elisabeth davanti. Zayn e Lucas stavano parlando di un qualcosa che aveva a che fare con la moto che Lucas teneva in garage da non so quanto, noi invece parlavamo del fidanzato di Elisabeth.

"Cassy, non hai idea di cosa sia successo ieri" disse lei, emozionata quasi quanto un bambino con in mano un pacchetto di caramelle.

"Devo preoccuparmi?" chiesi, guardandola di sottecchi. Quando Elisabeth era così felice significava solo una cosa.

"George mi ha portato in un meraviglioso ristorante, ed è stato un'amore! Un vero gentiluomo" disse con occhi sognanti.

"Immagino che questa non sia stata l'unica cosa che avete fatto, ieri" lasciai la frase in sospeso, sapendo che la ragazza avrebbe capito al volo.

E infatti poco dopo mi guardò maliziosamente e "Ovvio che no. Diciamo che è stata una nottata abbastanza...movimentata" rispose, facendomi l'occhiolino.

Alzai gli occhi al cielo. Non era la prima volta che mi raccontava dei suoi appuntamenti. L'unica cosa che mi preoccupava era il fatto che molti ragazzi la corteggiavano solo perché volevano portarsela a letto e niente di più.

Per questo ogni volta che mi diceva di essere innamorata e che forse quello sarebbe stato il momento giusto per fare un passo avanti nella sua relazione, la mettevo in guardia e le dicevo di non essere troppo avventata e incauta. Purtroppo lei era troppo buona e ingenua.

Zayn si avvicinò a noi, mettendo un braccio sulle spalle di Elisabeth e un altro sulle mie spalle. Lucas ci affiancò pochi secondi dopo, camminandoci vicino.

"Di cosa parlate, ragazze?" chiese lui, con quel brillante sorriso.

"Di quanto Elisabeth si sia divertita ieri con il suo George" risposi, pronunciando il nome del ragazzo con voce mielosa, imitando l'amica.

"Oh. Oh. Beh, non voglio sapere i dettagli, allora" disse ghignando.

"E tu, tesoruccio, hai fatto la tua mossa con quel Simon?" chiese lei, alzando e abbassando le sopracciglia con fare eloquente.

Arrossì violentemente, distogliendo lo sguardo dai due "Non sono affari tuoi, impicciona che non sei altro".

Se solo sapesse quante volte il ragazzo aveva provato a convincermi a fare il 'passo successivo' con lui, invano. Non era di certo la prima volta che facevo sesso, però volevo assicurarmi che lui non fosse uno di quelli che lasciavano le ragazze dopo aver ottenuto quello che volevano. Volevo assicurarmi che non fosse uno come Lucas, insomma.

I ragazzi già sapevano che aveva fatto diverse esperienze. Non so con quale coraggio riuscì ad affrontare il discorso di non-più-vergine con Zayn. Lui probabilmente restò scioccato per diversi giorni. La sua piccola e innocente Cassandra aveva fatto sesso con un ragazzo.

"E dai, su, siamo i tuoi migliori amici. A chi le vorresti raccontare queste cose se non a noi?" continuò imperterrita.

"Ehm, magari a nessuno?" risposi debolmente.

"Sei stata a letto con quel ragazzo?" chiese Zayn, voltandosi verso di me e aggrottando le sopracciglia.

"La piccola Cassy sta crescendo, a quanto pare." affermò Lucas, facendo improvvisamente attenzione alla conversazione "Sai, se vuoi posso sempre darti io delle lezioni a riguardo. Proprio perché sei tu, te le faccio gratis. Si lo so, sono un migliore amico fantastico"

Vidi Zayn allungarsi verso di lui e dargli uno scappellotto sulla nuca.

"Devo seriamente farmi dei nuovi amici" pensai ad alta voce, scuotendo la testa.

"Allora?" esclamò Elisabeth.

Guardai in faccia i tre ragazzi, che aspettavano una mia risposta: Lucas mi guardava maliziosamente ma allo stesso tempo con un pizzico di preoccupazione, Elisabeth con un'evidente curiosità e Zayn...semplicemente non mi guardava. Preferiva osservare la gente di fronte a noi, che ci passava accanto senza rivolgerci nemmeno un'occhiata.

Amavo tenerli sulle spine ma non mi sembrava giusto continuare quella farsa.

Sospirai "No, ragazzi. Non è successo nulla. Preferivo aspettare ancora un pò e poi ho visto che tra noi due non funzionava e perciò ho rotto con lui" dissi, non accennando al fatto che nelle settimane prima della nostra rottura usciva e si ubriacava più spesso, telefonandomi poi nel cuore della notte e dicendomi quanto fossi stupida a non aver ancora fatto sesso con lui. La mattina poi mi chiamava dicendomi che qualsiasi cosa avesse detto era solo una bugia, perché lui mi amava e ci teneva a me.

Però 'in vino veritas'.

Potei sentire quasi un sospiro di sollievo da parte del moro accanto a me.

"Peccato. Però se vuoi io sono ancora disponibile" affermò il biondino, in realtà per niente dispiaciuto.

"Lucas, se non ti stai zitto potrei seriamente prendere in considerazione l'idea di commettere un omicidio" affermò Zayn, lanciandogli l'ennesima occhiataccia.

"Ehi ragazzi, perché non ci prendiamo qualcosa da bere?" dissi, dopo un paio di minuti "Qui vicino fanno dell'ottima cioccolata calda" aggiunsi.

"Chi potrebbe rifiutare una bella tazza di cioccolato bollente con tanto di panna sopra?" esclamò Elisabeth, con gli occhi a cuoricino.

"Okay, allora andiamo" li guidai perciò fino al bar in fondo alla strada. Entrammo e prendemmo posto in un tavolino abbastanza isolato dagli altri.

"Noi prendiamo le ordinazioni" affermò Zayn, tirando su Lucas che si era appena seduto sulla sedia.

"Ehi amico, ho capito. Lo sai che la violenza è il mezzo utilizzato dagli stupidi?"

"Ma se ti ho a malapena toccato!" disse Zayn, guardandolo a metà tra lo stupito e confuso.

"Si, si, dicono tutti così" rispose lui diffidente.

I due continuarono a discutere man mano che si avvicinavano al bancone e noi non potemmo più continuare ad ascoltare la loro discussione a causa della lontananza.

Tornarono un paio di minuti dopo, con in mano le nostre ordinazioni. Guardai la mia tazza di cioccolato come un senzatetto guardava un piatto di pasta caldo e gustoso.

Io e Elisabeth ci tuffammo, metaforicamente, sulle nostre bevande mentre i ragazzi, seduti di fronte a noi, incominciarono a parlare di sport sorseggiando una bibita che, a giudicare dal l'odore, era alcolica.

Finimmo neanche cinque minuti dopo e Zayn e Scott, dopo essersi voltati verso di noi, mi guardarono sghignazzando.

"Che c'è?" chiesi ingenuamente, non riuscendo a capire il motivo di così tanto divertimento.

"Hai, ehm--" incominciò Lucas.

Zayn non volendomi mettere in ulteriore imbarazzo, senza dire una parola, prese un tovagliolo e mi pulì il labbro superiore, sporco molto probabilmente di cioccolato.

Arrossì ancora una volta e mi affrettai a ripulirmi, prendendo in mano il tovagliolo di Zayn.

Mentre il moro poggiava la mano sul tavolo, potei vedere il luccichio di divertimento nei suoi occhi. Che stronzo.

"Sei una piccola pasticciona" disse Zayn ridacchiando.

Sbuffai, incrociando le braccia al petto "Mi trattate tutti come se fossi una bambina" borbottai.

"Ma tu lo sei" rispose con fare ovvio Lucas.

"Solo perchè sono un anno più piccola di voi non significa che devo essere considerata una bambina" dissi, accigliandomi.

"Ma tu sei la nostra bambina" affermò Zayn sorridendo.

Lo ignorai e gli feci la linguaccia. Lui di tutta risposta, si sporse un pò sul tavolo e mi toccò con un dito la punta del naso.

Elisabeth alternò lo sguardo da me a Zayn, alzando un sopracciglio e lanciando uno sguardo complice al biondino.

"C'è qualcosa che volete dirci, voi due?" chiese.

Io e il moro ci voltammo verso Elisabeth, che ci guardava come se le stessimo nascondendo qualcosa.

"Cosa? No, cosa dovremmo dirvi?" dissi confusa, guardando di sfuggita Zayn e notando che anche lui aveva fatto lo stesso.

"Voi due per caso...insomma, ha da questo pomeriggio che vi lanciate occhiate abbastanza eloquenti. Vuotate il sacco, ormai vi abbiamo scoperti" ordinò Lucas, non senza rivolgerci un sorrisetto di chi la sapeva lunga.

"Ragazzi, siete completamente fuori strada." disse Zayn, notando gli sguardi dei due "Non c'è niente fra me e Cassandra, siamo solo-- solo due buoni migliori amici" concluse con un filo di voce.

"Esatto" dissi, ridendo nervosamente. Non so perché ma non ero sicura che quella fosse la risposta esatta.

"Mh, si okay. Vi crediamo" disse infine Elisabeth, con uno sguardo per niente convinto.

"Anche se devo ammettere che formereste una bella coppia." esclamò improvvisamente Lucas, osservandoci "La ragazza timida ma super figa e il ragazzo misterioso ma super dolce"

Guardai stranita il ragazzo, sperando stesse scherzando. Insomma, io e Zayn? Si certo, il moro era super sexy, simpatico e divertente, ma io non ero di certo il suo tipo di ragazza: bassina, poco socievole, alquanto riservata e molto timida.

E se invece fosse lui il tuo tipo di ragazzo?

Cercai di scacciare via dalla mente quella vocina che cercava di tentarmi a farmi cambiare idea.

"Misterioso?" disse Zayn, alzando un sopracciglio verso Lucas.

"Super figa?" dissi, guardando anche io il biondino.

"Essendo un ragazzo, posso solo confermarti e ribadire quanto tu sia altamente scopab-"

Lucas venne subito bloccato dalla mano di Zayn sulla sua bocca. Il biondino gli rivolse uno sguardo stranito.

"È ancora troppo piccola per ascoltare certe parole, biondino" spiegò lui brevemente, facendogli l'occhiolino.

Sbuffai irritata, fulminando i due che sghignazzavano fra loro.

"Possiamo andare adesso? Mi sono stancata di stare seduta qui a guardare voi due che ridete come dei bambini di cinque anni" sbottai, alzandomi e dirigendomi verso l'uscita.

Il mio polso venne bloccato dalla mano di Zayn che, repentinamente, mi afferrò e mi fece tornare indietro. Poi lentamente si alzò e mi si parò davanti.

"Avanti, non te la prendere per una piccola e innocente battuta" disse lui, alzandomi il mento con due dita e guardandomi dritta negli occhi.

"Sono stufa che mi trattiate come una ragazzina. Ho ventun anni e so badare a me stessa. Non mi piace essere considerata come quella che è troppo piccola per fare tutto" dissi, puntando lo sguardo ad un tavolino in fondo, evitando appositamente i suoi grandi occhi castani.

"Se vuoi, non ti definiremo più in quel modo ma devi prima dimostrarci che-- beh, che sei un'adulta." si intromise Lucas "Fammi pensare. Uhm okay, mi è venuta un'idea ma non so se la grande Cassandra accetterà" ghignò lui.

Sentì il sangue fluire sulle guance ma non per l'imbarazzo, piuttosto per la rabbia. Volevo solo dimostrargli di che pasta ero fatta.

"Accetto. Di cosa si tratta?" dissi senza pensarci due volte.

Zayn mi guardava tra il confuso e il divertito. Neanche lui pensava che ce la potessi fare, evidentemente.

"Bene, visto che hai accettato di buon grado la mia sfida, ti obbligo ad andare da quel ragazzo seduto al bancone e convincerlo a farti dare il suo numero"

Spalancai leggermente gli occhi, cercando di non far notare la mia timidezza.

Lucas sapeva che mi creava disagio parlare con i ragazzi e sapeva di aver appena colpito il mio punto debole.

Improvvisamente non ero più così sicura di volerlo fare e cercavo di trovare nella mia mente una scusa decente che mi impedisse di continuare la sfida.

Lanciai un'occhiata a Elisabeth che stava annuendo e sorridendo, infondendomi un pò di coraggio.

"Okay, tutto qui?" dissi, cercando di fare la dura. In realtà stavo morendo di paura. E dallo sguardo di Zayn e Lucas, intuì che l'avevano capito anche loro.

"Si, tutto qui" concluse il biondo alzando un angolo della bocca, sorridendomi sghembo.

Mi liberai dalla presa del moro e mi avvicinai verso il bancone.

Tre passi. Inspira. Altri tre passi. Espira.

Mi ritrovai esattamente dietro il ragazzo e non sapevo cosa diavolo dovessi fare. Dovevo iniziare un discorso e salutarlo come se lo conoscessi da una vita? Oppure dovevo semplicemente sedermi lì vicino e aspettare che facesse lui il primo passo?

Voltai lo sguardo verso i miei migliori amici: Elisabeth aveva i pollici in su in segno di incoraggiamento, Lucas mi guardava divertito e Zayn era ancora in piedi a fissarmi, questa volta con un pò di insicurezza. Forse si era pentito di aver lasciato che accettassi la sfida?

Rivolsi di nuovo lo sguardo verso il ragazzo di spalle, feci un profondo respiro e "Ehi, ciao" pronunciai con un filo di voce.

Il ragazzo si voltò verso di me. Beh, dovevo ammettere che Lucas me l'aveva scelto proprio bene: capelli corti, viso da angelo, occhi castani, labbra piene e bicipiti messi in evidenza dalla maglietta a maniche corte.

Però non era Zayn.

Shh, zitta coscienza. Ho bisogno di concentrazione, adesso.

"Ehm, ciao." rispose lui, incerto "Ci conosciamo, per caso?"

"Uhm no, in realtà." dissi, accennando una leggera risata, dettata più dal nervosismo che da altro "Posso sedermi qui?" indicai la sedia vuota accanto a lui.

"Si certo, sicuro" rispose lui.

Okay, calma, il primo passo era già fatto. Adesso che dovevo fare? Dio, ero cosi inesperta. Di solito erano i ragazzi ad abbordarmi, io me ne stavo solo in disparte a sperare che nessuno mi notasse.

"Vuoi bere qualcosa?" offrì lui.

"No, grazie, ho-- ho appena finito di bere una tazza di cioccolata calda" arrossì, ricordandomi l'imbarazzante momento in cui mi sporcai le labbra, esattamente come una bambina.

"Oh, okay" rispose lui, accennando un sorriso.

"E comunque piacere, io sono Cassandra" gli chiesi, prendendo una botta di coraggio e allungando una mano verso di lui.

"Piacere, Liam" disse lui, stringendomi la mano e regalandomi un abbagliante sorriso.

Aveva pure delle mani morbide. Interessante.

Passarono minuti di silenzio in cui io alternavo lo sguardo tra il suo viso e il bancone e lui semplicemente continuava ad osservarmi.

Dopo un pò me ne uscì con un "Sai, è da un pò che ti guardo e sei un bel ragazzo e--"

"Anche tu sei una bella ragazza." mi interruppe lui, sembrando più spavaldo di pochi minuti fa "In realtà sei la ragazza più bella che abbia mai visto, in questo bar specialmente"

Arrossì violentemente, abbassando lo sguardo sui miei jeans strappati "G-grazie. Non vengo qui molto spesso e oggi ho avuto l'occasione perfetta per entrare e quindi...eccomi qui." dissi nervosamente, parlando a vanvera "Sì, uhm, mi chiedevo se ti andrebbe di vederci uno di questi giorni per chiacchierare un pò. Sembri un tipo piuttosto interessante"

"Beh grazie," rispose lui ridacchiando "non mi aspettavo proprio di essere corteggiato da una ragazza. Da una bella ragazza. Direi che mi va bene, più che bene"

Ridacchiai leggermente. Forse, come diceva Lucas, ero davvero carina.

"Se vuoi, puoi lasciarmi il tuo numero di telefono" affermai. E questa audacia da dove usciva fuori?

"Certo, aspetta." afferrò un tovagliolo di carta e si fece prestare una penna dalla cassiera. Scarabocchiò una serie di numeri e poi me lo porse.

"Ecco a te" affermò, sorridendomi dolcemente.

"Grazie" arrossì nuovamente. Un pò mi dispiaceva dare false speranze a quel ragazzo, però in fondo perché non provarci?

Sembrava il tipico ragazzo della porta accanto: sincero, leale e dolce. Anche se con tutti quei muscoli in bella vista sembrava anche una specie di commesso della Abercrombie & Fitch.

Gli sorrisi un'ultima volta prima di ritornare al tavolo, con uno sguardo vittorioso stampato sul viso. Sicuramente quei tre avevano osservato tutta la scena senza perdersi un minimo particolare.

Non ebbi nemmeno il tempo di sedermi che Elisabeth mi abbracciò. Sapeva che questa era una delle mie difficoltà maggiori. In realtà lo sapevano tutti.

Mi appoggiai contro lo schienale della sedia e guardai compiaciuta i due ragazzi di fronte a me, incrociando le braccia al petto e aspettando una loro reazione.

Lucas mi guardava con un cipiglio sul viso mentre Zayn con uno sguardo indecifrabile.

"Allora? Non avete nulla da dire? Il gatto vi ha mangiato la lingua?" chiesi ridendo.

"Vaffanculo," borbottò Lucas "adesso devo trovare un altro soprannome che ti faccia incazzare"

Scossi la testa e alzai un sopracciglio verso Zayn "E tu? Nient'altro da aggiungere?"

"Uhm, sì, sei stata brava. E poi era una sfida già persa in partenza: solo una persona mentalmente instabile non ti avrebbe lasciato il suo numero di telefono" borbottò lui, con fare ovvio.

"La sfida consisteva nel sconfiggere le mie paure e affrontarle a testa alta, in questo caso riuscire a parlare con un ragazzo. Beh, sbaglio o ci sono riuscita? Adesso dovete considerarmi un'adulta in tutto e per tutto" dissi, fiera di me stessa.

"Sei stata bravissima! Quello poi ti guardava come se ti voleva mangiare con gli occhi, oh mio dio!" quasi strillò Elisabeth.

Zayn grugnì infastidito "Perchè non andiamo? Questo posto mi ha stancato" si alzò e si mise la giacca di pelle, aspettando che seguissimo il suo consiglio, o meglio dire ordine.

Annuimmo e ci alzammo, dirigendoci verso la porta.

Liam, il ragazzo del bancone, si girò attirato dal frastuono delle sedie che strisciavano sul pavimento e non appena mi notò, mi salutò amichevolmente con la mano. Io ricambiai il saluto, sorridendogli.

Poco prima di uscire sentì un braccio sulle spalle e il contatto della mia spalla con un petto muscoloso. Alzai lo sguardo e vidi Zayn che mi stringeva a sè, con fare quasi possessivo.

Sorrisi vedendo che il suo sguardo duro e minaccioso era rivolto a Liam.

L'avevo detto io che era troppo protettivo nei miei confronti.

O forse era solo geloso.

Scossi la testa, ignorando quelle fastidiose e insignificanti voci nella mia testa, e concentrandomi solo sul calore emanato dal corpo di Zayn a contatto con il mio.

Mi lasciai guidare da lui e dalle sue carezze sulle braccia, che mi facevano venire i brividi lungo la schiena.

Andammo al parco e decidemmo di trascorrere la giornata sdraiati sull'erba ad osservare il cielo limpido e a goderci gli ultimi raggi di sole della giornata.

Mi misi vicino a Zayn, accucciandomi contro di lui e lasciando che con dolcezza mi accarezzasse i capelli.

"Ma ci pensate mai a come sarà la vostra vita fra trent'anni? Se cambierà qualcosa, se sarete felici della vita che avete avuto, senza avere nessun rimpianto?" chiese improvvisamente Elisabeth facendosi pensierosa.

"Io sì, quasi sempre. Vorrei sposarmi e avere dei bambini. Due, per la precisione. Vorrei essere una moglie e una mamma perfetta, senza trascurare nessuno dei miei figli e ovviamente nessuno dei miei amici." le parole mi uscirono come un fiume in piena, senza che neanche me ne accorgessi e che potessi rimangiarmele "Ho sempre avuto paura di restare sola, ad essere sincera. Di non avere nessuno accanto quando mi sveglierò la mattina, nessuno con cui scherzare, nessuno con cui condividere quei piccoli momenti di quotidianità"

"Ehi, tu non sarai mai sola. Hai me, hai Elisabeth ed hai Zayn. Comunque vadano le cose noi non ti lasceremo sola. E poi se non ti sposa nessuno, mi offro assolutamente volontario" affermò Lucas.

Risi. Cosa farei senza quei tre coglioni? In fondo loro erano il mio tutto e speravo che continuassero ad esserlo.

Voltai lo sguardo verso il moro. "E tu Zayn?"

Stava quasi per tramontare il sole e i suoi raggi colpivano delicatamente il profilo del moro, rendendolo più bello di quanto non fosse già.

"A dire il vero non mi piace pensare al futuro. Preferisco vivere il momento, godermi quelle piccole cose che capitano, a cui la maggior parte delle volte non fai caso, i piccoli dettagli. Pensare al futuro è una parola grossa, per me" rispose.

Rimasi imbambolata ad osservare le sue labbra, che lentamente si schiudevano e si riapriranno per far fuoriuscire quei pensieri che gelosamente custodiva dentro di sè, tanto che neanche mi accorsi che aveva finito il suo discorso e che si era girato verso di me, guardandomi fisso negli occhi.

Ripresi la lucidità e scossi impercettibilmente la testa, voltandomi di nuovo verso il cielo e cercando di capire cosa diavolo fosse successo.

C'è che ti piace, Cassandra.

Sbuffai interiormente, mettendo a tacere quella piccola, irritante voce che mi causava solo stupidi problemi.

Notai con la coda dell'occhio Zayn che continuava ad osservarmi. Poco dopo anche lui tornò a scrutare il cielo, immerso in chissà quali pensieri.

"E voi?" mi rivolsi ai due, sdraiati accanto a noi.

"Beh, anche io come te penso molto al mio futuro. Non ho un lavoro, non ho una casa tutta mia...mi chiedo se prima o poi riuscirò ad avere una vita tutta mia. L'unica cosa positiva in questo momento è George" disse Elisabeth, pronunciando l'ultima frase con una dolcezza quasi vomitevole.

"Ooh, Georgee." esclamò Lucas, imitando la voce dell'amica, guadagnandosi uno buffetto sul braccio "A parte gli scherzi, con una vita instabile, un sacco di ragazze diverse ogni notte e nessuna voglia di lavorare, è normale che mi chieda cosa ne stia facendo della mia vita. Però in fondo so che se voglio, posso cambiare tutto. Il problema è che non voglio" aggiunse ridacchiando.

Restammo in silenzio, in parte perchè non sapevamo cosa dire e in parte per goderci quell'atmosfera così paradisiaca.

Fino a quando Zayn ruppe il silenzio e "Mi sa che è ora di andare, ragazzi, si è già fatto buio" disse malvolentieri.

Ci lamentammo del comportamento così responsabile del moro, definendolo un 'vecchio noioso', ma rendendoci conto che effettivamente era quasi notte. Ci concedemmo altri cinque minuti e poi ci alzammo e ci ripulimmo dai pochi fili di erba rimasti impigliati nei vestiti.

Ripercorremmo la strada di ritorno, ritornando a casa mia.

Dopo essere entrati ed esserci sdraiati sul divano, incominciammo a parlare del più e del meno.

Ad interrompere le nostre chiacchiere animate, fu il suono di un telefono che squillava. Il mio, per l'esattezza.

Perciò mi alzai e lo cercai dentro la borsa, dove l'avevo posato ore prima.

Vidi il nome 'Simon' che illuminava lo schermo e cercai di reprimere un urlo di frustrazione. Di solito a quell'orario si trovava dentro qualche bar, già ubriaco fradicio. Ormai le sue chiamate erano diventate un qualcosa di quotidiano per me.

Mi voltai verso i tre, adesso comodamente spaparanzati sul divano, e sorrisi nervosamente.

Nessuno doveva scoprire come si comportava Simon da ubriaco. Era una cosa solo tra me e lui. Se qualcuno di loro l'avesse scoperto, mi avrebbero trattata veramente come una bambina che aveva bisogno di essere controllata 24h su 24h.

Dovevo allontanarmi da quella stanza, se no avrebbero intuito anche solo da uno sguardo che c'era qualcosa che non andava.

"Torno subito. È una mia amica dell'università che ha da tanto che non mi vede. Sicuramente si starà chiedendo che fine abbia fatto" inventai sul momento, sorridendo un pò per ribadire il concetto.

Li guardai in faccia cercando di capire se se la fossero bevuta ma, a parte Elisabeth, non sembrava che gli altri avessero avuto dei dubbi.

Elisabeth sapeva che difficilmente stringevo amicizia con qualcuno. E poi io le raccontavo tutto, e non le avevo mai detto di aver fatto nuove amicizie all'Università.

Intanto il telefono continuava a squillare.

Mi allontanai senza aspettare una risposta e mi diressi verso la mia camera da letto, certa che lì non mi avrebbero sentito.

Osservai di nuovo lo schermo del cellulare e vidi due chiamate perse. Dio, a volte era così insistente.

Vidi un'altra chiamata in arrivo, presi un profondo respiro e risposi.

"Simon?" chiesi, per accertarmi che fosse davvero lui e non un suo stupido amico che voleva solo farmi uno scherzo.

"Eeehi" rispose. Era lui. Dal rumore che sentivo in sottofondo dedussi che fosse ad una festa, e dal suo tono di voce capì che non fosse per niente sobrio. Ottimo, direi.

Chiusi gli occhi e con le dita mi strofinai le palpebre. Ero stanca e non sapevo neanche perché diavolo mi avesse chiamato. E per giunta proprio adesso, con i miei amici in casa.

"Che cosa vuoi?" chiesi, nervosamente.

"Sta calma, dolcezza, volevo solo fare quattro chiacchiere con te. Sai, mi manchi così taaanto" biascicò lui e feci molta fatica a capire cosa stesse dicendo. A quanto pare era parecchio ubriaco.

"Simon, tra noi è finita, mettitelo bene in testa. E smettila di chiamarmi" dissi seccata.

"Oh, ma non mi dire, adesso sei tu quella che fa la parte dell'incazzata? Ed io cosa dovrei dire? Ho aspettato così tanto, sono stato così paziente con te e tu-- tu te ne fregavi di quello che volevo io. Di quello di cui avevo bisogno. Sai cosa ti dico? Che sei solo una stronza egoista senza emozioni e...e frigida" disse, facendo qualche pausa tra una frase e l'altra, sforzandosi di comporre delle frasi di senso compiuto.

Sospirai ancora una volta. Mi sentì stranamente ferita da quelle parole. Nonostante Simon fosse un cazzone, aveva ragione per certi versi: pensavo solo a me stessa e mai a quello che gli altri volevano da me.

"Se hai questa considerazione di me, perché diavolo mi hai chiamato?" dissi, arrabbiata più con me stessa che con lui. Insomma, se avessi troncato la nostra relazione prima ancora che fosse nata, tutto questo non sarebbe successo.

Sentì il cigolio della porta della mia camera che veniva aperta. Rapidamente mi girai e incontrai lo sguardo confuso di Zayn.

Poco dopo sentì Simon rispondere dall'altra parte dalla cornetta e ascoltai distrattamente la sua risposta.

"Perchè volevo un addio decente, almeno questo me lo devi. Vieni qui che ci divertiamo, dai" sghignazzò lui.

"Io non ti devo un bel niente" risposi stizzita. La situazione stava solo andando a peggiorare e lo sguardo di Zayn su di me non aiutava per niente.

Mi voltai verso la finestra, decidendo di dare le spalle al ragazzo e concentrarmi meglio su come liquidare Simon nel modo più semplice e indolore possibile.

"Eddai, nemmeno un pompino?" disse quasi urlando, sorpreso del fatto che non fossi d'accordo con lui "Magari poi posso farti fare un giro della casa e beh, poi potremmo sistemarci in una stanza. Soli soletti. Sono sicuro che non te ne pentirai!" rise così sguaiatamente che dovetti allontanare il telefono dell'orecchio.

"Non sono interessata, grazie. Piuttosto cerca di.." mi ricordai della presenza di Zayn alle mie spalle e mi fermai in tempo, modificando la risposta "tenere a mente quello che ti ho detto"

"Si, come vuoi zuccherino, ma se cambi idea io-"

Interruppi la conversazione, riagganciando il telefono. Mi presi un paio di secondi per fissare il vuoto davanti a me per poi girarmi verso Zayn.

Lo trovai a fissarmi con le sopracciglia aggrottate. Mi sforzai di fargli un sorriso tirato, sperando che non si accorgesse che quella non sembrava affatto una conversazione fra amiche di università.

"Che è successo? E non inventare cazzate perché peggiori solo la situazione." disse, avvicinandosi di un passo a me "So che non hai fatto amicizia con nessuno all'università. Io so tutto di te e ti conosco meglio di mia sorella. Che razza di migliore amico sarei se non mi accorgessi quando c'è qualcosa che non va?"

Lo guardai negli occhi, che sembravano quasi che volessero sputare fuoco da un momento all'altro. Mi sentivo a disagio e non riuscivo a trovare le parole giuste per iniziare il discorso.

Decisi di fare la scelta più codarda: non rispondere e distogliere lo sguardo dal suo.

Lo vidi irrigidire la mascella. Odiava essere ignorato.

Neanche due secondi dopo, mi prese per il polso e mi strattonò verso di lui, fino a quando non mi scontrai con il suo solido petto.

Adesso ci dividevano solo pochi centimetri e i suoi occhi sembravano più scuri rispetto a pochi minuti fa.

"Cassandra, guardami negli occhi e rispondimi. Con chi hai appena parlato al telefono?" disse duramente.

Era raro vedere questo lato di Zayn e ogni volta mi faceva una paura tremenda. Però il mio orgoglio e la mia testardaggine erano più forti della paura.

Non volevo e non potevo raccontargli la verità. Che figura ci avrei fatto? La bambina che aveva bisogno ancora una volta del loro aiuto. La bambina che era troppo immatura per intraprendere una relazione. Cassandra, la bambina.

"Certo, lei la mia bambina" ricordai le parole di Zayn di quella mattina.

Scossi la testa e cercai di pensare ad una risposta da dare al moro. Scelsi alla fine quella più banale e scontata, ma alla fine tentar non nuoce, no?

"Zayn, tranquillo, era solo una mia vecchia amica. Scusa, vi ho mentito sul fatto di aver fatto una nuova amicizia all'università, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi. Stavamo solo cercando di ragionare su un litigio avvenuto tra me e lei qualche giorno fa" risposi, assumendo il tono più innocente e credibile che potessi fare.

Evidentemente Zayn non se la bevve perché lo vidi avvicinarsi, più di quanto non fosse, portandomi di conseguenza a farmi retrocedere di un passo, fino a quando mi scontrai con il gelido muro alle mie spalle. Adesso il suo corpo era quasi premuto contro il mio ed i miei polsi erano bloccati vicino la testa. Incominciai a trattenere il fiato, un pò per la sua severità e un pò per la sua vicinanza.

Continuò a fissarmi dritto negli occhi, con la mascella contratta e le labbra a formare una linea stretta e dritta. Quello fu sicuramente lo sguardo più duro e severo che gli vidi assumere, quando si rivolgeva a me.

"Porca puttana, Cassandra, mi credi davvero così stupido? Sai, non credevo che la tua cara "amica" avesse una voce così simile a quella di un uomo. E poi pensi che non abbia sentito nulla? Quel tuo amichetto più che parlare sembrava stesse gridando." rise amaramente "Te lo ripeto per l'ultima volta, e questa volta voglio che mi rispondi sinceramente. Con chi stavi parlando al telefono?"

Deglutì rumorosamente e decisi di arrendermi. Non so se presi questa decisione per il fatto che Zayn avesse sentito la conversazione o per il fatto che il suo corpo era così vicino al mio da mandarmi il cervello in palla.

Sospirai e puntai lo sguardo sulle mie scarpe sgualcite e "Era Simon" risposi semplicemente.

Sentì Zayn trattenere il fiato. Dopo un pò mi liberò un polso dalla sua stretta, in modo che la sua mano potesse alzarmi il viso e portarlo alla sua altezza.

Cosa diamine stava succedendo?

"Voglio sapere cosa mi stai nascondendo Cassandra, perché so che c'è qualcosa che non va. Che c'entra Simon? Che ti ha fatto?"

Obbligata a incrociare il suo sguardo, non potei fare altro che guardarlo. Chiusi gli occhi come a darmi coraggio e gli riaprì un'instante dopo, guardando Zayn con sicurezza e fermezza.

"Simon, come già sai, è stato il mio ragazzo per un paio di settimane, in estate. Nelle prime due settimane è andato tutto a meraviglia, lui era sempre così gentile e buono con me. Poi incominciò a farmi sempre più pressioni per convincermi ad andare a letto con lui."

Vidi Zayn incominciare ad alterarsi e andare su tutte le ferie, ma lo bloccai continuando il mio discorso.

"Io però non mi sentivo ancora pronta per raggiungere quel livello di intimità, così semplicemente gli dicevo sempre di no. Questo lo portò a una vera e propria frustrazione che sfogò poi nell'alcol e con chiamate abbastanza...inopportune. La mattina seguente poi mi chiamava dicendo che era stato un deficiente a dire tutto quello che mi aveva detto. A quanto pare dei suoi amici glielo riferivano il giorno dopo. Ed io lo perdonavo, fino a quando non ruppi con lui definitivamente. Sì, adesso puoi anche darmi della stupida e incosciente bambina" sputai, sprezzante.

Zayn restò immobile, sembrava quasi che respirasse a malapena.

Non sapevo che altro dire. Lui mi guardava ed io lo guardavo, e nient'altro.

Quei suoi magnetici occhi che ti portavano in un altro mondo, senza che neanche te ne accorgessi.

Fu lui a rompere il silenzio "Okay cercherò di restare calmo, nonostante tutto questo mi faccia incazzare. E poi perché diamine ti ha chiamato? Ho sentito l'ultima parte della conversazione e sinceramente non voglio credere che te l'abbia detto davvero, dimmi che mi sto solo sbagliando" disse a metà tra l'arrabbiato e il supplichevole, tenendo ancora salda la presa sul mio polso.

Questa volta arrossì e mi obbligai a voltare lo sguardo su un punto lontano della stanza.

"Beh, non so cosa tu abbia sentito, ma comunque era ubriaco, lui non...non intendeva dire quelle cose e-"

"Ti ha esplicitamente detto di fargli un pompino e di andare a letto con lui" disse, anche se più che una domanda sembrava proprio un'affermazione.

"S-si" risposi imbarazzata.

Prese un profondo respiro "Va bene, adesso mi calmo" disse, chiudendo gli occhi e strizzandoli, quasi a voler eliminare tutte le informazioni che aveva appena acquisito.

Aprì leggermente gli occhi, lanciandomi una breve occhiata e appoggiando la fronte contro la mia, richiudendo gli occhi.

"Tu non capisci, Cassandra. Non è facile tenerti lontana dai tutti quei ragazzi che vogliono solo portarti a letto, non è per niente facile. Sembra che tutti siano attratti da te come le mosche sono attratte dal miele e so che devi goderti la vita, fare i tuoi sbagli e imparare a rialzarti da sola, senza l'aiuto di nessuno, ma il fatto è che non riesco. Non riesco a lasciarti andare, a farti frequentare altri ragazzi perché in realtà sono geloso. Schifosamente geloso. Di te e di chi ti si avvicina. Fa male vedere che non ti rendi minimamente conto di quello che io provi per te, ma-"

E poi non so cosa mi successe, il mio cervello non riuscì più a ragionare logicamente ed ascoltai solo quello che mi diceva il cuore.

Così, mentre ancora Zayn aveva gli occhi chiusi, poggiai le mie labbra sulle sue, nel modo più delicato possibile.

Sapevo che se avesse avuto gli occhi aperti, non avrei mai avuto il coraggio di farlo.

Qualcosa nelle sue parole mi convinse che Zayn era un ragazzo unico nel suo genere e che non ne avrei mai trovati come lui. Lui c'era sempre stato, non mi aveva mai abbandonato e aveva sempre preso le mie difese.

Solo adesso mi resi conto che lui era innamorato di me, che lo era stato da sempre.

E forse anche io lo ero e non me ne ero mai accorta.

Zayn, che non si aspettava questa reazione da parte della piccola e timida Cassandra, si lasciò sfuggire un mugolio di sorpresa.

Mi lasciò anche l'altro polso e poggiò una mano sul mio viso, premendo ancora di più le sue labbra sulle mie.

Misi una mano sulla sua nuca, avvicinandolo più di quanto non fosse al mio corpo, e schiusi le labbra per dargli maggiore accesso.

Zayn colse subito l'occasione e fece entrare la sua lingua nella mia bocca.

Ci baciammo dapprima lentamente, come ad assaporare appieno il nostro primo bacio e poi appassionatamente, non potendo più resistere alla tentazione dell'uno e dell'altro.

Ci separammo solo per l'assenza di ossigeno. Nessuno dei due si aspettava che potesse scattare un bacio, così di punto in bianco.

Poi Zayn mi sorrise mettendo la lingua fra i denti, come tanto piaceva a me, ed io non potei di certo fare diversamente, vedendo quel suo splendido sorriso comparire sul viso.

Si avvicinò ancora una volta a me e, come per suggellare una promessa, mi diede un altro dolce bacio sulle labbra.

Non ero mai stata più felice di così e se avessi saputo che per esserlo avrei dovuto baciare il mio migliore amico, l'avrei fatto molto tempo prima.

Le nostre labbra lentamente si divisero e ci guardammo intensamente negli occhi, come mai prima d'ora.

Dopo qualche minuti di assoluto silenzio, Zayn si staccò da me imbarazzato, rendendosi conto solo adesso della sua vicinanza, e si schiarì la gola. Io invece puntai lo sguardo ovunque, tranne che su di lui.

"Quindi, uhm, adesso che succederà?" chiese Zayn, guardandosi la punta delle scarpe.

"Io-- io non ne ho idea. Sono molto confusa in questo momento. Insomma, tu eri, cioè sei il mio migliore amico e non mi aspettavo...tutto questo" balbettai. Cosa si diceva in questi momenti?

"Neanche io a dire il vero," disse, mettendosi una mano sulla nuca "però è vero quello che ti ho detto. Cioè, tu mi piaci davvero, già da un pò di tempo e se vuoi posso aspettare che tu prenda una decisione. Ho aspettato per così tanto tempo che...posso attendere ancora un pò" concluse poi, abbozzando un sorriso sincero.

Zayn era davvero un ragazzo d'oro. Forse provavo qualcosa per lui, qualcosa che andava oltre l'amicizia. Però per adesso non volevo dargli false speranze, volevo essere estremamente sincera con lui.

"Senti Zayn, adesso io...non ci capisco più nulla. Non posso assicurarti che ti dichiari amore da un giorno all'altro o che ti dica che da oggi saremo fidanzati. Però comunque vada vorrei che restassimo amici, migliori amici. Non voglio perderti, Zayn. Sei troppo importante per me e...e sono sicura che non riuscirò mai a trovare un'altra persona come te. Promettimelo Zayn, per favore" dissi, con le lacrime agli occhi.

Lui mi si avvicinò rapidamente, accarezzandomi le guancia con entrambe le mani e asciugandomi con i pollici le lacrime che silenziosamente avevano incominciato a scendere.

"Certo che te lo prometto. Non potrei mai fare una cosa del genere, nè a te nè a me. Cassandra, tu sei la persona più importante nella mia vita, come pensi che potrei mai lasciarti?" rise leggermente, incredulo della mia ingenuità.

Annuì, credendo alle sue parole, e abbozzando un timido sorriso.

"Meglio andare. Quei due sicuramente si staranno chiedendo che cosa sia successo" dissi con un filo di voce.

"Si, hai ragione" disse, allontanandosi da me e avvicinandosi alla porta. Mi regalò un ultimo meraviglioso sorriso prima di uscire dalla stanza e scomparire dalla mia vista.

Presi un profondo respiro. Mio dio, era davvero successo? Avevo davvero baciato Zayn? E mi era davvero piaciuto?

Certo. E mica solo il bacio. A te piace Zayn.

Stavolta non zittì la mia coscienza ma anzi rimuginai su quel pensiero per molti altri minuti.

Giunsi alla conclusione che sì, mi piaceva Zayn. Però volevo andarci piano, nonostante conoscessi il ragazzo da una vita.

Decisi di uscire dalla camera e ritornare dai miei amici.

Elisabeth e Lucas alzarono lo sguardo su di me, preoccupati.

"Tutto bene, Cassy?" chiese Lucas.

"Certo, biondino" gli sorrisi, lanciando una breve occhiata a Zayn, che stava cercando di reprimere un sorriso.

"Sei sicura? Sai che di noi puoi fidarti e che puoi dirci tutto. Noi ti ascolteremo, sempre" disse dolcemente Elisabeth.

"Ragazzi, sto bene tranquilli. Se fosse successo qualcosa di importante, ve l'avrei sicuramente detto, fidatevi"

Ed era vero. Simon non era niente per cui disperarsi o arrabbiarsi. Semplicemente apparteneva al passato. E forse Zayn adesso apparteneva al mio futuro.

Guardai i miei tre amici, sorridendogli sinceramente. Soffermai il mio sguardo su Zayn.

Loro erano il mio tutto, lo erano sempre stati e sapevo per certo che lo sarebbero stati per ancora tanto tempo.

Molto probabilmente avrei dato una possibilità a Zayn. Se gliene avevo consentita una ad un tipo come Simon, perché no al moro?

Ero impaziente di sapere cosa sarebbe successo in futuro, ma intanto volevo solo godermi questi istanti con i miei migliori amici e vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo.

Perché il 'per sempre' è fatto di tanti 'adesso'      -cit. Citta di carta, John Green.

 

 

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Questa è la storia più lunga che abbia mai scritto, lol.

Spero che vi sia piaciuto e che leggerlo non sia stato troppo noioso♥

Apprezzate la mia buona volontà ahaha

  
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