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Autore: VerdeMenta    03/04/2015    3 recensioni
[Pernico/Percico]
Percy Jackson è sicuro di poche cose nella sua vita:
1) è il ragazzo più popolare della scuola
2) il suo migliore amico è Jason Grace
3) è etero
È possibile che, in una sola maledetta notte, due delle sue tre certezze svaniscano?
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Nico si ritrovò in terra, mentre il sangue usciva a fiotti dalle ferite che gli riempivano il corpo.
"Cazzo!" Percy si precipitò fuori dall'auto.
[STORIA IN REVISIONE]
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hazel entrò con una tempestività tale che a un paziente, malato di tubercolosi, prese un infarto, cosa che non gli giovò affatto. Eppure in quel momento la ragazza non riusciva a pensare ad altro che al fratello e alle parole che Ade le aveva riferito: non sappiamo se si sveglierà. Non sappiamo. Quella frase equivaleva ad un attestato di morte con tanto di firma del dottore.
"Non morirà" pensò Hazel, attraversando l'ennesimo corridoio gremito di malati e infermieri "A costo di urlargli nelle orecchie di svegliarsi, non morirà!". Quando finalmente giunse davanti alla stanza 17 dove il fratello giaceva tra coperte intrise di sangue e dottori affaccendati, le fu sbarrata la strada.
"Dove crede di andare, signorina?" una donna dai lunghi capelli biondi le si piantò davanti squadrandola da capo a piedi. Hazel fece ricorso a tutta la calma di cui era dotata, che per la cronaca era davvero poca, per non tirare un pugno all'infermiera. Prese un bel respiro prima di parlare.
"Da mio fratello, vede, il ragazzo steso la che sta grondando sangue" rispose sorridendo gelida, quindi spinse da una parte la donna per passare.
"Ferma" la presa dell'infermiera sul suo braccio era salda, forte, cosa che non si sarebbe sospettata vedendo il suo corpicino magro ed esile.
"No" per un momento Hazel intravede il turbamento negli occhi della donna, ma il momento passò e con esso la compassione che prima era palese sul suo viso.
"Signorina, devo chiamare qualcuno per tenerla fuori?" domandò acida, poi vedendo la paura sul volto della ragazza addolcì la sua espressione "Non capisce che, così facendo, ostacola i medici pronti a curarla? In quella stanza non sarebbe altro che un intralcio per i dottori"
"M-ma... mio fratello ha bisogno di me" la sicurezza di Hazel vacillò.
"Ora tuo fratello ha bisogno soltanto di cure" ciò detto la fece sedere su una delle sedie d'attesa, proprio nel momento in cui Ade e Maria Di Angelo facevano la loro comparsa, pronti a lottare per poter stare accanto a Nico. Una lacrima rigò il volto della ragazza, lasciando una scia salata dietro di sé, poi un'altra e un'altra ancora finché anche il suo corpo fu scosso dai singhiozzi.
"Sei Hazel Levesque?" domandò una voce alle sue spalle. La ragazza non si voltò neanche quando la persona parlò ancora "Sei la sorella adottiva di Nico, non è vero, ti ho vista a scuola qualche volta". Allora andavano a scuola insieme, ma cosa ci faceva lì se i primi a sapere dell'incidente erano stati i familiari della vittima, e loro erano appena arrivati?
"Cosa ci fai qui?" chiese senza tanti preambolo, temendo la risposta. Quando questa non giunse Hazel si voltò verso il ragazzo. Aveva capelli biondi e occhi azzurri colmi di paura e disperazione, se sul suo volto non fosse stata impressa tutta quella desolazione probabilmente sarebbe risultato molto bello. Sulla sedia accanto, con la testa tra le mani, sedeva un altro giovane dai capelli corvini.
"Che ci fate qui?" la ragazza ripeté la domanda, lentamente e scandendo bene ogni parola, così che non potessero essere fraintese. Ancora silenzio.
"Bianca, chi sono questi due?" domandò Ade, corrucciando il volto.
"Percy Jackson e Jason Grace" rispose lei, dimostrando di aver riconosciuto i due ragazzi "Mi stavano giusto dicendo cosa sono venuti a fare qui" aggiunse tagliente, mentre il padre incrociava le braccia sul petto, in attesa.
"Ecco..." Jason sentì la bocca farsi secca, si voltò verso l'amico, ma Percy era come in trance, non si era mai mosso, teneva ancora la testa appoggiata alle mani, mentre i capelli corvini gli coprivano il volto, non lasciando intravedere le lacrime amare che gli solcavano il volto.
"Abbiamo accompagnato qui Nico..." rispose enigmatico, cercando invano di deglutire. Alzò lo sguardo sulla ragazza e sull'uomo alle sue spalle, entrambi in attesa di un chiarimento anche se era evidente che avessero già intuito tutto.
"...dopo averlo accidentalmente preso sotto" concluse, muovendo spasmodicamente le mani, ormai rosse tanto quanto le sue guance.
"Tutto questo è colpa vostra?!" esclamò Hazel, gli occhi dorati che emanavano fiamme tutt'attorno.
"Non la passerete liscia, vi assicuro che vi sbatterò in prigione quant'è vero che mi chiamo Ade Di Angelo"

Will uscì dalla stanza con una cartella clinica in mano e un'espressione seria sul volto. Si guardò un attimo attorno, quindi si diresse verso un gruppetto di persone poco distanti, che discutevano animatamente.
"Siete voi i genitori di Nico Di Angelo?" domandò interrompendo i battibecchi.
"Siamo noi" rispose un uomo dall'espressione burbera e infastidita. Portava una camicia bianca sopra una giacca nera con cravatta, un uomo vestito di tutto punto, con una barba folta e due piccoli e gelidi occhi color pece.
"Tra poco potrete vedere vostro figlio" disse e in quel momento Percy alzò il volto, e si concesse un lungo respiro sollevato. Will notò la sua reazione è si affrettò a chiarire la situazione.
"Non è fuori pericolo" spostò gli occhi su ognuno di loro "Ma è migliorato, la cosa che temiamo è che entri in coma" aggiunse, quindi se ne andò. Un silenzio tombale piombò sul gruppo. Da una parte Ade e la famiglia Di Angelo fissavano furiosi i due ragazzi che, dal canto loro, sembravano sempre più a disagio.
"Ecco, io volevo dire che..." provò Jason, ma un'occhiata di fuoco di Hazel lo convinse a rimanere in silenzio.
"Il fatto che abbiamo investito vostro figlio non significa che dovete essere cosi scorbutici..." borbottò il biondo, così piano che, fortunatamente, Ade non lo sentì.
"Signor Di Angelo" esordí Percy, che ancora non aveva aperto bocca "Mi dispiace davvero tanto, non pensavo che ci fosse qualcuno dietro una curva alle quattro e mezza di mattina" continuò, guadagnandosi un'occhiataccia dall'uomo.
"...d'altra parte non può avercela ancora con me per quello che è accaduto a Bianca, sa che non è stata colpa mia" se Percy aveva dimostrato di essere un idiota investendo il ragazzino, ora stava dimostrando di non avere un minimo di delicatezza nel parlare della morte della loro primogenita quando Nico era a un passo dal non risvegliarsi mai più.
"No, certo, tu l'amavi!" esclamò Ade, fulminandolo con lo sguardo.
"Ma..." tentò di protestare il moro, con scarsi risultati. "Niente ma, giuro che questa volta non la passi liscia" le voci si alzavano progressivamente, attirando occhiate incuriosite o infastidite dai pazienti.
"Ora basta!" la stesa donnina dai capelli color canarino che aveva fermato Hazel ora stava davanti a loro, con le braccia incrociate sul petto, come stesse parlando a due bambini che facevano i capricci.
"Nico può ricevere visite" continuò, fissando uno a uno tutte le persone davanti a lei "Ma solo una persona per volta, e devo informarvi che non è sveglio". Hazel fece un passo avanti, tremante, ma la mano di Ade la fermò.
"Ricordati che non è cosciente" la ammoní. Fissò i suoi occhi color petrolio in quelli dorati della figlia, non aveva mai visto nello sguardo della ragazza tanta paura, paura che mostrava raramente. Hazel annuì, prima di liberarsi della stretta del padre ed entrare nella stanza.

"Ciao Nico" la ragazza allungò una mano, accarezzando dolcemente la guancia pallida del fratello. Scostò poi i capelli dai suoi occhi. Le palpebre erano abbassate anche se si poteva notare un leggero tremore.
"So che non puoi sentirmi, ma, ti prego..." La voce le si ruppe in un singhiozzo "Ti prego non morire" concluse, posando un bacio sulla fronte del ragazzo.
"Sai, quel Bianca è morta io l'avevo appena conosciuta e non sono riuscita a immedesimarmi nel tuo dolore, ma ora, vederti si questo letto d'ospedale, con il viso ricoperto di tagli e sangue..." calde lacrime iniziarono a rigargli le guance "Ora riesco davvero a carpire quello che hai provato". D'un tratto Nico si mosse, quasi impercettibilmente, sfiorando la pelle della sorellastra con un dito. Hazel trattenne il fiato, stringendo con delicatezza la mano del ragazzo.
"Bianca..." sussurró, così piano che lei non lo sentì. La giovane si chinò su Nico per sentire ciò che stava mormorando, i suoi riccioli color caramello ricoprirono il più piccolo, mente gli occhi dorati risplendevano.
"Bianca..." ripeté il ragazzo, stringendo la presa sulla mano della sorella. Per un momento Hazel rimase interdetta, quindi si allontanò di scatto dal letto, quasi il tocco della mano pallida di Nico la stesse bruciando. Nel dolore lui aveva invocato Bianca, non lei, il fratello non le avrebbe mai voluto bene, almeno non il bene che aveva sempre voluto alla castana, cui aveva interamente Donato il suo cuore.



Angolo autrice:
Ehi ehi ehi, sono tornata con il terzo capitolo
Probabilmente Hazel è il personaggio più OOC della storia,
Mi serviva un carattere forte, quindi l'ho resa un po' più come Bianca
Passiamo ai ringraziamenti:
Grazie alle persone che hanno aggiunto la storia alle seguite/preferite/ricordate,
Un grazie particolare alle persone che hanno recensito lo scorso capitolo,
Buona Pasqua, LoveNico
   
 
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